Marzo 2017

E’ prorogata la “rottamazione” delle cartelle esattoriali

Com’è noto, il “Collegato alla Legge Finanziaria 2017”, ha introdotto la possibilità di definizione agevolata delle somme affidate all’Agente della riscossione. In pratica, è possibile estinguere il proprio debito iscritto in un ruolo esattoriale presso Equitalia, in modo agevolato, cioè senza pagare le sanzioni e gli interessi di mora.

Le iscrizioni a ruolo oggetto di definizione agevolata possono riguardare, tra l’altro:

  • le Entrate dello Stato, anche diverse dalle imposte sui redditi, nonché quelle degli altri Enti pubblici, anche previdenziali, esclusi quelli economici;
  • le entrate delle Regioni, Province, Comuni ed altri Enti locali.

Per avvalersi di questa possibilità, il soggetto interessato deve innanzitutto presentare l’apposita istanza all’Agente della riscossione, utilizzando lo specifico mod. DA1 “Dichiarazione di adesione alla definizione agevolata”, disponibile sul sito Internet www.gruppoequitalia.it

Dopo la presentazione dell’istanza, l’Agente della riscossione comunica all’interessato:

  • l’ammontare complessivo delle somme dovute;
  • la data di versamento in unica soluzione o le date delle rate;
  • ed invia i bollettini di pagamento.

L’istanza va presentata all’Agente della riscossione entro il 31 marzo 2017. In questi giorni, con il Decreto Legge n. 36/2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29.3.2017, il termine è prorogato al 21 aprile 2017.

L’istanza può essere presentata:

  • direttamente allo sportello dell’Agente della riscossione;
  • tramite e-mail ordinaria o PEC utilizzando gli specifici indirizzi di posta elettronica, allegando la copia del documento d’identità del soggetto richiedente.
  • Qualora il soggetto interessato scelga il pagamento rateale (massimo 5 rate):
  • il 70% di quanto dovuto va versato nel 2017 e il restante 30% va versato nel 2018;
  • il pagamento è effettuato, per l’importo da versare distintamente in ciascuno dei 2 anni, in rate di pari ammontare, nel numero massimo di 3 rate nel 2017 e di 2 rate nel 2018.
Clarissa GulottaE’ prorogata la “rottamazione” delle cartelle esattoriali
Leggi tutto

Blue Tongue: macellazione in occasione delle festività pasquali e norme per la movimentazione

Considerate le imminenti festività della Pasqua e visto il probabile incremento del numero delle macellazioni di agnelli e capretti, a far data dal 30 marzo e sino al 16 aprile p.v. incluso il Ministero della Saluta ha deliberato che si può estendere a 72 ore il tempo di sosta degli agnelli e capretti in attesa di macellazione.

Inoltre il Ministero ha precisato che in relazione alla movimentazione degli animali per la macellazione immediata nelle zone in restrizione per stesso/i sierotipo/i per i territori geograficamente contigui, la visita clinica degli animali della specie ovina da eseguire 24 ore prima della spedizione, è obbligatoria solo per le aziende sede di focolaio.

Quindi, ricordando anche quanto già comunicato, la movimentazione degli animali da macello è consentita secondo quanto segue.

In linea generale si prevede il rispetto per le seguenti condizioni:

  1. Solo per la specie ovina è obbligatoria una visita clinica da parte del Veterinario Ufficiale entro 24 ore dalla partenza;
  2. Trattamento del mezzo e degli animali rispettivamente con insetticida e insetto repellenti autorizzati;
  3. Se è prevista la raccolta di animali in più aziende, questa deve avvenire in senso centripeto verso la zona infetta (prima “zona indenne”, poi “zona di sorveglianza”, poi “zona di protezione” ed in fine “zona infetta”) per raggiungere direttamente il macello dopo l’ultimo carico;
  4. I carichi multipli ed una eventuale sosta per garantire il rispetto della norma sul benessere animale può essere effettuata solo nella stessa zona soggetta a restrizione;
  5. Gli animali sono macellati nelle 24 ore dall’arrivo (deroga di 72 ore per gli agnelli ed i capretti nel periodo dal 30 marzo 2017 ed il 16 aprile 2017 incluso) ed entro 72 ore successive il responsabile dello stabilimento di macellazione deve effettuare la relativa registrazione in Banca Dati nazionale (BDN).

La movimentazione, anche per le aziende sede di focolaio, per la macellazione immediata nelle zone in restrizione per stesso/i sierotipo/i per i territori geograficamente contigui è consentita secondo i punti da 2 a 5, mentre il punto 1 è obbligatorio solo per gli animali in partenza da aziende sede di focolaio.

La movimentazione per la macellazione immediata di animali provenienti da aziende situate in zona di restrizione e nelle relative “zone di protezione” nelle quali non sia stato registrato alcun caso di BT almeno nei 30 giorni precedenti e dirette (verso zone in restrizione per stesso/i sierotipo/i, ma con transito del carico attraverso zone indenni o in restrizione per sierotipo/i diversi – oppure -verso zone indenni o in restrizione per diverso/i sierotipo/i) è consentita, oltre quanto previsto ai punti da 1 a 5 delle suddette condizioni generali, alle seguenti condizioni:

  • Gli animali sono inviati in vincolo sanitario, con procedura canalizzata, direttamente al macello;

Notifica da parte delle ASL 48 ore prima della partenza del carico.

Clarissa GulottaBlue Tongue: macellazione in occasione delle festività pasquali e norme per la movimentazione
Leggi tutto

Influenza aviaria: nuovo focolaio in un allevamento di tacchini della provincia di Verona

Il 29 marzo presso i laboratori della sezione di Verona dell’IZS delle Venezie, è stata riscontrata una positività per un virus influenzale sottotipo H5 in campioni prelevati da un allevamento di tacchini da carne situato nel comune di Cazzano di Tramigna, provincia di Verona. Dalle prime informazioni ricevute sembra che nell’allevamento siano presenti circa 16.000 tacchini maschi di 135 giorni e che nei giorni scorsi sia stato notato un aumento della mortalità.

A seguito della conferma del focolaio in un allevamento di tacchini nel comune di Cazzano di Tramigna, una nota dell’Unità organizzativa veterinaria regionale dispone nuove misure sanitarie. I servizi veterinari delle Ulss del Veneto dovranno garantire l’effettuazione dei seguenti controlli:

  1. IN TUTTO IL VENETO: l’invio al macello dei tacchini da carne è subordinato al prelievo di 20 tampone tracheali per capannone (fino a un massimo di 60 prelievi) nelle 36 ore precedenti il primo carico, ad eccezione del prelievo effettuato il sabato mattina, che vale per il carico della domenica sera;
  2. NELLE PROVINCE DI VERONA E VICENZA: i controlli di ui al punto precedente devono essere ripetuti prima di ogni carico;
  3. I controlli di cui ai punti precedenti si riferiscono ad animali in carico a partire dal 30 marzo.
  4. Per l’effettuazione dei controlli di cui al punto 1 e 2 i servizi veterinari potranno avvalersi dell’aiuto dei veterinari di filiera;
  5. In caso di mortalità anomala o di evidenza di sintomi riferibile all’influenza aviaria, il carico dovrà essere bloccato e l’allevamento immediatamente posto sotto sequestro;
  6. Dovranno essere adottate stringenti misure di biosicurezza, in particolare per quanto riguarda le squadre di carico.

Sono vietati inoltre gli accasamenti di tacchini da carne in tutti gli allevamenti situati nei comuni riportati nella mappa ed elenco allegati. In tali comuni e comunque consentito il completamento degli accasamenti in atto.

Scarica l’elenco dei comuni e la mappa

Clarissa GulottaInfluenza aviaria: nuovo focolaio in un allevamento di tacchini della provincia di Verona
Leggi tutto

Primo Insediamento in agricoltura: pubblicato il bando di Ismea

E’ stato pubblicato il bando Ismea che mette a disposizione 65 milioni di euro per i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda. Il bando prevede. l’erogazione di un contributo in contro interessi nella misura massima attualizzata di 70.000 euro per finanziare i necessari investimenti. Il contributo sarà erogabile per il 60% alla conclusione del periodo di preammortamento (e dunque all’avvio dell’ammortamento dell’operazione) e per il 40% all’esito della corretta attuazione del piano aziendale allegato alla domanda di partecipazione. L’attuazione del piano deve essere avviata entro 9 mesi dalla data di stipula dell’atto di concessione delle agevolazioni e completata in un periodo massimo di cinque anni dalla stipula stessa.

Il bando è riservato ai giovani che, alla data di presentazione della domanda, abbiano i seguenti requisiti:

  • un’età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni (non ancora compiuti),
  • siano cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione Europea e siano residenti in Italia
  • siano in possesso di adeguate conoscenze e competenze professionali:
  1. titolo di studio di livello universitario di indirizzo agrario;
  2. titolo di studio di scuola media superiore in campo agrario;
  3. esperienza lavorativa, dopo aver assolto l’obbligo scolastico, di almeno due anni in qualità di coadiuvante familiare ovvero di lavoratore agricolo, documentata dall’iscrizione al relativo regime previdenziale;
  4. attestato di frequenza con profitto ad idonei corsi di formazione professionale.

La mancanza di tali conoscenze e competenze non pregiudica la possibilità di partecipare al bando. Infatti il giovane può partecipare comunque, purché dichiari di impegnarsi ad acquisire i requisiti professionali entro 36 mesi dalla data di adozione della determinazione di ammissione alle agevolazioni.

Il nuovo agricoltore si insedia in una ditta individuale o in una società agricola entro tre mesi dall’ammissione della domanda è tenuto a:

  • iscriversi al regime previdenziale agricolo,
  • assumere la responsabilità e la rappresentanza legale della società medesima – realizzando le condizioni di insediamento;
  • esercitare sulla stessa pieno potere decisionale per almeno cinque anni dalla data di stipula dell’atto di concessione delle agevolazioni.

La presentazione delle domande di accesso al bando possono essere presentate in forma telematica sul portale ISMEA fino alle ore 12 del 12 maggio 2017.
L’esame delle domande di partecipazione verrà effettuato secondo il criterio cronologico di presentazione e fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

Gli Uffici Confagricoltura sono a disposizione per supportare i giovani con informazioni dettagliate e, assisterli nella fase di presentazione delle domande

Clarissa GulottaPrimo Insediamento in agricoltura: pubblicato il bando di Ismea
Leggi tutto

Vinitaly, Veneto protagonista nello stand di Confagricoltura

Sostenibilità e boom del Prosecco saranno tra i temi principali degli eventi organizzati nello stand di Confagricoltura al Vinitaly, da domenica 9 a mercoledì 12 aprile. L’associazione sarà presente con un proprio stand (padiglione D, stand E2-E3) per tutta la durata della manifestazione, ospitando convegni e degustazioni.

Il giorno dell’inaugurazione, domenica 9 aprile, primattore sarà il Prosecco, insieme ai vini del Piemonte, nella degustazione Le grandi bollicine a cura di Andrea Soffiati, Ais Veneto, che accompagnerà la presentazione del nuovo presidente nazionale di Confagricoltura (sarà eletto domani a Roma), che incontrerà i vertici della Fiera di Verona.

Lunedì 10 aprile, alle 13, incontro tra le regioni Veneto e Piemonte con gli assessori all’Agricoltura delle due Regioni, Giuseppe Pan e Giorgio Ferrero, e i presidenti regionali di Confagricoltura, Lodovico Giustiniani e Paolo Coscia, con una panoramica a 360 gradi sui temi dell’agricoltura: dal Piano di sviluppo rurale ai pagamenti Pac, dalla promozione alla crisi che ancora attanaglia molti settori.

Martedì 11 aprile sarà di scena, alle 11, la tavola rotonda dal titolo La nuova frontiera del vino: la sostenibilità a 360° con il giornalista e scrittore Andrea Scanzi e la partecipazione di Innocente Nardi, presidente del consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene docg, Christian Marchesini, presidente del Consorzio vini Valpolicella e Diego Tomasi, direttore del Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano. Si parlerà delle iniziative che hanno posto il Veneto all’avanguardia nella viticoltura sostenibile, come il marchio “Rrr” apposto sulle bottiglie di Valpolicella dop prodotte in aziende che hanno abbracciato pratiche sostenibili e il protocollo vitivinicolo, introdotto nel 2011 dal Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene docg, per la gestione sempre più sostenibile del vigneto, anticipando la normativa Ue e sollecitando gli agricoltori ad abbandonare il diserbo chimico.

Mercoledì 12 aprile chiusura con l’evento Comunicare le colline del vino attraverso lo sport: dal riconoscimento Unesco – World Heritage sites a quello di AcesEurope – European community of sport. Due casi studio sul tavolo: Terre del Prosecco tra il Piave e l’Alto Livenza e Il paesaggio vitivinicolo del Monferrato – Unesco. Dopo i saluti di Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto e di Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte, interverranno Floriano Zambon, presidente dell’Associazione nazionale città del vino e sindaco di Conegliano Veneto; Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni Marca trevigiana e sindaco di Cappella Maggiore; Enrico Cimaschi, delegato AcesEurope; Maria Elena Rossi, amministratore delegato Dmo – Piemonte Marketing; Flavia Coccia, responsabile progetti Isnart-Unioncamere; Roberto Pella, vicepresidente nazionale Ancidelegato Sport, salute e politiche giovanili – sindaco di Valdengo; Antonio Ferrentino, presidente Associazione nazionale città del bio e consigliere Regione Piemonte; Andrea Cerrato, assessore al Turismo e agricoltura città di Asti e presidente Consorzio turistico Sistema Monferrato; Daria Carmi, assessore al Turismo città di Casale Monferrato.

Clarissa GulottaVinitaly, Veneto protagonista nello stand di Confagricoltura
Leggi tutto

Campagna assicurativa 2017 – Requisiti per ottenere il contributo pubblico

Con la Sottomisura 17.1 del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale viene regolamentato il sistema assicurativo agevolato. Gli interventi assicurativi sono attivabili su tutto il territorio nazionale con una contribuzione massima del 65% da calcolare sul premio assicurativo, nella fattispecie sullo specifico parametro determinato da ISMEA. I beneficiari del contributo pubblico devono: 1) essere imprenditori agricoli ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile ed iscritti nel registro delle imprese; 2) qualificarsi come “agricoltori attivi”; 3) essere titolari di “fascicolo aziendale” contenente il piano di coltivazione.

Prima della sottoscrizione dei certificati agevolati è obbligatorio procedere alla compilazione e al rilascio, da parte cel CAA, della “manifestazione di interesse” visto che il PAI, per ora, non può essere compilato.

Termini per la sottoscrizione dei certificati

I termini entro i quali devono essere sottoscritte le polizze/certificati assicurativi ai fini dell’ammissibilità ai contributi sono i seguenti:

  • 30 aprile per le colture a ciclo autunno primaverile e le colture permanenti;
  • 31 maggio per le colture a ciclo primaverile;
  • 15 luglio per le colture a ciclo estivo, di secondo raccolto e trapiantate;
  • 31 ottobre per le colture a ciclo autunno invernale e vivaistiche.

Rischi ammessi a contributo

  1. A) avversità catastrofali: alluvione, siccità, gelo e brina;
  2. B) avversità di frequenza: eccesso pioggia, grandine, vento forte;
  3. C) avversità accessorie: colpo di sole e vento caldo, sbalzi termici.

Viene confermato l’elenco delle strutture aziendali assicurabili, delle avversità a carico delle strutture, delle fitopatie e delle epizoozie assicurabili.

Resta eguale la classificazione delle tipologie di contratto assicurativo ammissibili all’agevolazioni (le cosiddette combinazioni dei rischi):

  • polizze che contengono i nove rischi: avversità catastrofali + avversità di frequenza + avversità accessorie);
  • polizze che contengono i rischi catastrofali e almeno una avversità di frequenza (fino ad un massio di sei garanzie);
  • polizze che contengono almeno tre rischi da scegliere fra le avversità di frequenza e/o accessorie;
  • polizze che contengono solo avversità catastrofali.

Contributo pubblico

La percentuale massima di contribuzione sulla spesa assicurativa agevolata, per tutte le combinazioni sopra elencate è pari al 65% della spesa ammessa a contributo. Qualora le risorse stanziate non fossero sufficienti a garantire il livello massimo di contribuzione il livello verrà riproporzionato.

Clarissa GulottaCampagna assicurativa 2017 – Requisiti per ottenere il contributo pubblico
Leggi tutto

Sbarca in Veneto la Vespa velutina, l’incubo degli apicoltori

Dopo la cimice, dall’Asia è in arrivo una nuova minaccia per gli agricoltori veneti. Stavolta sono gli apicoltori ad essere sotto attacco, perché nelle campagne di Bergantino, in provincia di Rovigo, è appena sbarcata la temutissima Vespa velutina e il timore è che si diffonda velocemente nelle province vicine.

La Vespa velutina, nota anche come calabrone a zampe gialle, è un animale originario dell’Asia sud-orientale, comparso in Europa nel 2004, probabilmente introdotto con merci di origine cinese. Dopo il primo rilevamento in Francia, si è diffusa in pochi anni in Europa, penetrando in Belgio, Spagna, Portogallo, Germania e infine in Italia, dove è sbarcata in Liguria dal confine francese. In Francia, a causa della Vespa velutina, sono state segnalate perdite degli alveari che arrivano fino al 50%. Il calabrone asiatico è infatti un efficientissimo cacciatore di api. Le cattura davanti agli alveari e le uccide per nutrire le numerose larve presenti nei suoi nidi. A differenza dell’ape asiatica (Apis cerana), la nostra ape (Apis mellifera ligustica) non riesce a difendersi adeguatamente. Quando questo predatore tiene sotto assedio gli alveari, le api smettono di uscire per raccogliere il cibo (nettare e polline) necessario per nutrire la famiglia. Di conseguenza la colonia si indebolisce pericolosamente.

Per evitare la diffusione dell’insetto, la Regione Veneto distribuirà entro breve tempo un massiccio numero di trappole in tutto il territorio regionale. In Veneto si stima la presenza di 60.000 alveari, con una produzione di oltre 2.000 tonnellate di miele di cui il 50% di acacia, il 20% di millefiori, il 15% di castagno e il 15% di altri mieli come il tiglio, il tarassaco, la melata di abete, la barena e piccolissime quantità di rododendro. Alta la produzione di polline, propoli, pappa reale e cera d’api.

«Siamo molto preoccupati per questa nuova minaccia», dice Francesco Bortot, portavoce degli apicoltori di Confagricoltura Veneto, «perché in Francia i nostri colleghi hanno visto distrutti, in pochi anni, tutti gli alveari e sono stati costretti ad andarsene in cerca di posti indenni dalle vespe. Solo nel Montello, nel periodo di fioritura dell’acacia, abbiamo 20.000 alveari, con una produzione di 30 chili di miele per alveare, ma tutto il territorio veneto, dall’Altopiano di Asiago alle Dolomiti bellunesi, dalla Lessinia veronese ai Colli Euganei nel Padovano, pullula di alveari. È importantissimo, dunque, fermare subito questo dannosissimo insetto prima che metta a repentaglio un’importante fonte di reddito per gli agricoltori. Noi abbiamo già iniziato a mettere un po’ di esche in maniera preventiva».

Nel Padovano, a Conselve, l’Apat, l’associazione che raccoglie gli apicoltori del Veneto, ha organizzato il 19 marzo un convegno proprio sul temibile calabrone asiatico: «A Bergantino, verso il centro abitato, è stata trovata un’enorme colonia, su un carpino, a circa otto metri di altezza», spiega il presidente Stefano Dal Colle. «Nel nido, che ha dimensioni eccezionali (70 per 40 centimetri circa), sono state trovate molte larve di calabrone non sfarfallate. Le regine fuoriuscite molto probabilmente stanno svernando nell’area. In aprile cominceranno a creare i nidi e ad allevare le operaie. In poco tempo le famiglie si ingrandiranno e prolifereranno su tutto il territorio. È fondamentale, perciò, che la Regione Veneto distribuisca entro aprile le trappole su tutto il territorio, perché dopo può essere tardi».

L’ape non è importante solo per il miele, ma anche perché è il principale insetto impollinatore. Dalla sua sopravvivenza dipende la capacità riproduttiva di almeno 130.000 specie di piante. Oltre alle api – che rappresentano l’80% della dieta proteica delle larve di Vespa velutina in ambiente urbano e il 45-50% in ambiente rurale – il calabrone preda anche altri importanti impollinatori (come bombi, megachilidi e farfalle). Danni secondari, ma non trascurabili, sono quelli ai frutti maturi, prediletti dagli esemplari adulti di velutina. Infine, il calabrone è pericoloso anche per l’uomo. In prossimità dei nidi il suo attacco può essere violento: 8-12 punture possono provocare un avvelenamento che richiede il ricovero in ospedale.

Clarissa GulottaSbarca in Veneto la Vespa velutina, l’incubo degli apicoltori
Leggi tutto

Il decreto sulla zootecnia è intempestivo e inefficace

Il primo marzo, dopo sette mesi di attesa, è arrivato il decreto del ministero per le Politiche agricole con il via libera all’impiego dei fondi che erano mirati ad aiutare la zootecnia. I fondi, con l’integrazione nazionale, sono saliti da 21 milioni a 42 milioni. Il provvedimento, tuttavia, risulta intempestivo e poco mirato ad aiutare il settore, essendosi trasformato in una sorta di «omnibus» che disperde le risorse in più direzioni.

«È un provvedimento di stampo sociale più che un sostegno per il settore zootecnico – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -, in quando le risorse sono indirizzate principalmente agli allevatori colpiti dal terremoto e alle aziende di montagna».

Il settore zootecnico avrebbe bisogno, invece, di un impegno politico forte, per arrivare a un accordo sostenibile sui prezzi del latte, che dopo alcuni mesi di risalita sono tornati a scendere, tornando sotto i 40 centesimi al litro. «Gli allevatori non hanno più forza contrattuale e sono in balia di Lactalis che continua a dettare prezzi al ribasso – rimarca Ferrarese -. In Veneto gli allevamenti continuano a chiudere, soprattutto quelli medi e piccoli con meno di 100 capi, anche a causa dei debiti contratti negli anni di crisi, che impediscono di risollevarsi senza un miglioramento effettivo e costante della situazione».

Clarissa GulottaIl decreto sulla zootecnia è intempestivo e inefficace
Leggi tutto

Voucher: i buoni acquistati prima del 17 marzo si possono usare entro la fine dell’anno

Con il decreto legge 17 marzo 2017, n.25, recante “Disposizioni urgenti per l’abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti”, sono stati abrogati gli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo n.81/2015 relativi alla disciplina del lavoro accessorio.
Il decreto legge citato, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 64 del 17 marzo 2017, è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione.
A seguito di tale previsione non è più possibile utilizzare i voucher per prestazioni di lavoro accessorio ne’ nel settore agricolo ne’ negli altri settori produttivi.
La radicale decisione del Governo di abrogare tale strumento contrattuale sembra direttamente collegata al programmato referendum abrogativo dei voucher promosso dalla CGIL.
Il decreto legge n.25/2017 ha previsto un periodo transitorio (art.1, c.2) per i buoni acquistati entro il 17 marzo compreso che potranno essere utilizzati per prestazioni di lavoro accessorio entro la fine dell’anno in corso (2017).
A tal proposito si segnala che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con un comunicato pubblicato in data odierna sul proprio sito internet, ha chiarito che l’utilizzo dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio, nel periodo transitorio sopra ricordato, dovrà essere effettuato “nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione da parte del decreto”. In sostanza nel periodo transitorio i buoni già acquistati continueranno ad essere usati (fino alla fine dell’anno) con le previgenti regole.
Tale chiarimento si è reso necessario per colmare il vuoto normativo derivato dall’abrogazione totale delle norme in materia di lavoro accessorio (art. 48, 49 e 50 del d.lgs. n.81/2015) in merito ai requisiti, ai limiti, alle modalità di utilizzo, alle sanzioni da applicare ai voucher ancora in circolazione.
Ferme restando le precisazioni ministeriali rimane, a nostro avviso, la necessità che tale aspetto venga meglio disciplinato in sede di conversione del decreto legge.
Da ultimo si segnala che l’Inps ha ripristinato il servizio on-line per l’attivazione, la riscossione e il rimborso dei voucher acquistati entro il 17 marzo, che era stato sospeso dall’Istituto nei giorni scorsi per consentire l’adeguamento delle procedure informatiche alle novità normative in parola.

Clarissa GulottaVoucher: i buoni acquistati prima del 17 marzo si possono usare entro la fine dell’anno
Leggi tutto

Voucher indispensabili per vendemmia e raccolte

«I voucher sono stati uno strumento importantissimo per le prestazioni accessorie in campagna, rivelandosi utile anche per le categorie deboli come quelle dei pensionati e dei disoccupati. Eliminarli o stravolgerli significa vanificare un’importante forma contrattuale».

Così si esprime Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, sul voto espresso dalla commissione Lavoro della Camera a favore dell’emendamento che abroga gli articoli dedicati al lavoro accessorio.

“L’accelerazione sui voucher, impressa per scongiurare il referendum, non deve cancellare uno strumento nato per inquadrare i rapporti occasionali di lavoro – sottolinea Giustiniani -. Il problema vero è quello di eliminare gli abusi, ma non riguarda l’agricoltura, che impiega meno del 2 % dei voucher complessivi. Nel nostro settore sono, infatti, gravati da limitazioni che ne garantiscono l’uso corretto. Possono essere usati solo per pensionati, giovani studenti e in attività stagionali, come raccolte e vendemmia. Parliamo quindi di prestazioni meramente occasionali e accessorie, da svolgere nei momenti di maggiore necessità, che non penalizzano assolutamente il lavoro agricolo subordinato, che non può e non deve essere retribuito con i voucher. Grazie a questo strumento i giovani e i pensionati possono arrotondare e i cassintegrati e i disoccupati usufruire di una piccola fonte di reddito nei momenti di difficoltà».

I dati dell’Inps relativi al Veneto parlano chiaro. Nei primi otto mesi del 2016 sono stati 223.840 mila i voucher complessivi venduti in regione. Treviso ne ha totalizzati 77.825, seguito da Verona con 72.601, quindi Venezia con 33.646, Vicenza con 16.856; Padova con 13.567; Rovigo con 6.672 e Belluno con 2.673. L’utilizzo dei voucher è risultato fortemente in calo rispetto ai 615.305 del 2015 (dati dal 1 gennaio al 31 dicembre), mentre hanno registrato un forte aumento le assunzioni a tempo determinato.

“È evidente, anche dai dati, che lo strumento dei voucher è utilizzato in modo corretto in agricoltura», conclude Giustiniani. «Per questo chiediamo che venga conservato e non vanificato da tetti aziendali e individuali troppo bassi, che lo renderebbero di fatto inapplicabile. Non è pensabile, per un’azienda che deve raccogliere la frutta o vendemmiare, avere un tetto soggettivo di 2.000 euro all’anno e complessivo di 3.000 euro, come previsto dal ddl all’esame del Parlamento. Come non è socialmente utile escludere dall’utilizzo dei voucher in campagna cassa integrati e disoccupati».

Clarissa GulottaVoucher indispensabili per vendemmia e raccolte
Leggi tutto