Ambiente, energia, sicurezza

Peste suina, allargate le zone di restrizione

Il 17 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento di esecuzione (Ue) 2024/1171 che ridetermina le zone di restrizione della peste suina africana a seguito dei recenti focolai riscontrati su cinghiali in Piemonte (nelle province di Asti, Alessandria, Vercelli e Cuneo) Lombardia (in provincia di Lodi, Milano e Pavia) ed Emilia-Romagna (Parma e Piacenza).

La modifica riflette l’espansione della malattia verso nord/nord-ovest nelle province di Pavia e Asti, con il passaggio da zona 1 a zona 2 di alcuni Comuni di dette province e delle province di Alessandria, Vercelli, e Cuneo, e il conseguente inserimento in zona 1 di ulteriori Comuni di queste province e anche nelle Province di Lodi, Milano, Vercelli, Alessandria, Cuneo.

Da tempo chiediamo  interventi concreti per la riduzione della popolazione dei cinghiali in tutta Italia, ma fino ad ora poco è stato fatto. Andrebbero inoltre modificate le norme che regolano gli interventi di abbattimento per differenziare il focolaio generato dal ritrovamento di un cinghiale infetto rispetto al focolaio riscontrato in un allevamento.

Va detto che i focolai nei cinghiali nella provincia di Parma hanno provocato il blocco delle importazioni di prosciutto di Parma da parte del Canada, con il rischio che altri paesi extra-Ue decidano di percorrere questa strada.

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Irrigazione sostenibile in Veneto: convegno del Consorzio Leb

La gestione idrica del Sistema LEB si fa 4.0. Il Consorzio di Bonifica L.E.B, che gestisce il principale canale irriguo artificiale del Veneto lungo 48 km e assicura l’irrigazione di un territorio che parte dalla provincia di Verona e arriva alla provincia veneziana, ha messo a punto un nuovo modello per ottimizzare la gestione dell’acqua prelevata dal fiume Adige. Attraverso il proprio Centro di Sperimentazione per l’Innovazione Irrigua (Ce.Sp.I.I.), il Consorzio ha sviluppato uno strumento informatico finalizzato a massimizzare l’efficacia della gestione irrigua nel Sistema. Il modello supporterà le scelte operative di distribuzione dell’acqua irrigua nel territorio, analizzando dati meteorologici e rilievi satellitari, e governando un sistema di paratoie “intelligenti”, in grado di modulare costantemente i rilasci desiderati dal canale LEB, al fine di razionalizzare ulteriormente l’utilizzo dell’acqua e favorire un’agricoltura più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici.

Questi, in sintesi, gli studi e sperimentazioni in atto da parte del Consorzio L.E.B per l’innovazione e la trasformazione digitale della gestione dell’acqua presentati alcuni giorni fa in occasione dell’incontro “Radici del Futuro. Acqua, suolo e clima: tecnologia e innovazione al servizio di un’agricoltura resiliente”, patrocinato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e organizzato dal Consorzio L.E.B. a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, con la presenza del senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione permanente del Senato “Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare”, il settore della bonifica e delle organizzazioni agricole.

Nel suo intervento di saluto, il presidente del Consorzio di Bonifica L.E.B Moreno Cavazza ha detto: “Stiamo andando verso un futuro difficile per l’ambiente e l’agricoltura. Gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti e intensi a causa dei cambiamenti climatici con rilevanti conseguenze non solo ambientali ma anche economiche. Allo stesso tempo, stanno aumentando i periodi siccitosi con scarsità di acqua e suoli sempre più aridi. Serve un cambio di passo per la gestione della risorsa idrica a supporto dell’agricoltura veneta di qualità e, per questo, abbiamo avviato un’attività di ricerca e sperimentazione”.

Alvise Fiume e lGiulia Sofia, ricercatori dell’Unità Tecnico-Scientifica del Consorzio L.E.B., hanno illustrato le attività di ricerca del Centro di Sperimentazione per l’Innovazione Irrigua (Ce.Sp.I.I.). “Il modello sviluppato dal Centro – hanno spiegato – calcola in tempo reale la disponibilità d’acqua nei suoli, con il supporto di immagini satellitari e delle conoscenze maturate su quattro aziende pilota venete, e permette di formulare previsioni a breve e medio termine delle necessità irrigue, anche in ragione delle colture effettivamente praticate. Dalle analisi dei dati, il nostro sistema è in grado di verificare quali distretti debbano essere impinguati, suggerendo la migliore distribuzione dell’acqua”. Per l’implementazione operativa del modello, il Consorzio intende migliorare anche i dispositivi di controllo delle opere idrauliche di regolazione e derivazione, con paratoie “intelligenti” capaci di distribuire con precisione le portate irrigue secondo le indicazioni fornite dal modello. “L’obiettivo – aggiungono i ricercatori – è lavorare in ottica di prevenzione e non di emergenza nella gestione delle crisi idriche”.

Al convegno è intervenuto Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Veneto: “Considerate le temperature in aumento e le estati siccitose degli ultimi anni, dovremo sempre di più utilizzare strumenti tecnologici all’avanguardia per il miglior utilizzo della fonte idrica disponibile. Metodologie avanzate, collegamenti con il satellite e software dedicati permetteranno di dosare al meglio l’acqua per le nostre colture, senza spreco di risorse. Per conseguire quest’obiettivo saranno necessari sia il massimo impegno dei consorzi irrigui, sia una migliore organizzazione delle risorse da parte delle aziende agricole, anche con investimenti di piccola entità che consentano di dotarsi di capannine meteo e di sonde da posizionare sul terreno per programmare le irrigazioni”.

 

 

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Il Green Deal europeo perde pezzi

Il piano della Commissione per il “Green Deal” dell’agricoltura europea ha perso per strada più di un pezzo.

Lo scorso febbraio, la presidente Von Der Leyen ha annunciato il ritiro della proposta di regolamento per ridurre del 50%, in media, entro il 2030, l’uso di fitofarmaci a seguito della “bocciatura” decretata dal Parlamento europeo e delle forti resistenze emerse in seno al Consiglio dei ministri. “La Commissione presenterà una nuova proposta più matura, con il coinvolgimento delle parti interessate” – ha detto la presidente della Commissione UE.

L’accordo provvisorio raggiunto sul progetto legislativo per il ripristino della natura non ha ottenuto il via libera finale del Consiglio, perché un gruppo di Stati membri, tra i quali l’Italia, ritiene che l’intesa potrebbe avere negative conseguenze sul settore agricolo. Al momento, quindi, l’accordo è ‘congelato’ in attesa delle iniziative che la presidenza di turno belga del Consiglio deciderà di assumere.

Le modifiche degli atti di base della PAC già approvate dal Consiglio, oltre a una riduzione degli adempimenti burocratici, hanno allentato i vincoli che erano stati posti all’attività delle imprese nell’ottica di una condizionalità ambientale rafforzata.

Diverse cause hanno concorso a determinare queste significative novità: l’eccessivo carico ideologico presente nelle proposte della Commissione, con il risultato di sacrificare la competitività; le manifestazioni di piazza degli agricoltori e le valutazioni dei gruppi politici in vista della tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo.

In ogni caso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità ambientale dell’agricoltura resta strategico, ma è indispensabile un cambio di visione e nuove prospettive.

Il mutato assetto della geopolitica globale impone che ogni proposta di regolamento sia supportata da una preventiva valutazione indipendente, che consenta di misurare con rigore l’impatto sul potenziale produttivo agricolo e sull’efficienza delle imprese.

Il processo di riduzione dei fitofarmaci, già in atto, deve continuare con il supporto della ricerca e degli investimenti. A ogni divieto, però, deve corrispondere la disponibilità di un’alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico, anche per contrastare le conseguenze del cambiamento climatico sulle produzioni. A questo riguardo, dovrà essere accelerato al massimo il processo per l’inquadramento delle tecniche di evoluzione assistita (TEA) nell’ordinamento della Unione europea. L’auspicio è che il Consiglio definisca la propria posizione entro la scadenza, a fine giugno, del semestre di presidenza belga.

Sul piano generale, l’obiettivo è che con la nuova legislatura europea si affermi una visione aggiornata e più realistica. L’agricoltura è in grado di offrire una soluzione e un valido contributo per le grandi sfide che l’economia e la società hanno di fronte: sicurezza alimentare, cambiamento climatico, transizione energetica, conservazione delle risorse naturali.

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Raee fotovoltaici conto energia

Il Dl energia ha previsto che i Soggetti Responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia possano decidere se prestare la garanzia finanziaria, per le operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento, tramite il processo di trattenimento delle quote attuato dal GSE, o, in alternativa, mediante la partecipazione a un Sistema Collettivo.

L’opzione è una facoltà e non un obbligo e deve essere esercitata dal soggetto responsabile e non dal produttore dei pannelli.

Fino a poco tempo la garanzia versata nei fondi fiduciari “Trust” dei Consorzi e quella trattenuta dal GSE avevano lo stesso valore, ossia 10 euro a modulo da smaltire. Con la conversione in legge del DL Energia le cose sono cambiate. L’importo della quota da trattenere da parte del GSE è pari a 20 euro/modulo, ovvero il doppio rispetto al valore della garanzia da versare al Sistema Collettivo (10 euro/modulo) in caso di adesione allo stesso, ai sensi del D.lgs. 118/2020.

GSE vs Sistemi collettivi

Il Soggetto Responsabile può scegliere di farsi direttamente trattenere dal GSE la quota di garanzia finanziaria oppure può evitare la trattenuta aderendo ad un Sistema Collettivo riconosciuto e autorizzato dal MASE, versando la garanzia finanziaria direttamente nel fondo fiduciario (Trust) dello stesso. Dei 10 euro/modulo versati, il 20 % è trattenuto dal Consorzio mentre l’80% finisce nel Fondo Trust.

 

Nel caso il soggetto responsabile si sia avvalso del GSE e decida poi di aderire ad un sistema collettivo comunicherà, la sua scelta al GSE e riceverà il rimborso o direttamente o trasferendo i soldi al Trust del consorzio scelto.

Aspetto importante da sottolineare per comprendere le differenze tra GSE e Sistemi collettivi è che la trattenuta GSE ha titolo puramente cauzionale, non comprende alcun servizio tanto che spetta poi al Soggetto Responsabile fornire la documentazione completa circa l’avvenuto corretto smaltimento di tutti i pannelli FV dell’impianto. Le spese di smaltimento dei pannelli sono, pertanto, a carico del Soggetto Responsabile dell’impianto.

La quota da versare nel Trust del sistema collettivo viene, invece, fatturata e corrisponde all’acquisto di un servizio e per le aziende è fiscalmente deducibile (in fase di redazione del bilancio). Per gli impianti composti da almeno 100 pannelli FV è generalmente possibile rateizzare il versamento in 5 anni (2 euro/pannello FV all’anno). Come detto, la quota versata viene vincolata in un Trust appositamente costituito, monitorato da un garante terzo e non pignorabile né accessibile fino all’avvenuto smaltimento dei pannelli. La quota copre per legge i costi del servizio di ritiro in loco, trasporto, trattamento e recupero dei pannelli FV, inclusa la gestione amministrativa dell’operazione.

Inoltre, il Soggetto Responsabile potrà richiedere il servizio al Sistema Collettivo quando ne ha bisogno, senza limiti di tempo o di numero di ritiri (quindi il Consorzio generalmente interviene anche per ritiri parziali).

 

Come si aderisce a un Consorzio?

Il Soggetto Responsabile può aderire al Sistema Collettivo RAEE creando il proprio account sul portale prescelto, seguendo una procedura molto semplice che ricalca quella di un semplice account e-mail. Durante l’adesione è possibile scaricare copia del Contratto prima di accettarlo. La registrazione e garanzia dell’impianto invece può essere effettuata dopo il completamento di questa procedura di adesione.Terminata la registrazione e garanzia dell’impianto, il Consorzio produce la documentazione necessaria per compilare la pratica e comunica al GSE l’adesione al Sistema Collettivo. In questo modo si determina l’impossibilitàda parte del GSE di trattenere le quote o che quanto già trattenuto venga restituito.Per ogni impianto registrato viene rilasciato il Certificato di Garanzia – che conferma la presa in carico del futuro smaltimento dei pannelli FV. Inoltre, il Trustee (il Garante del Fondo Trust) rilascia un “Attestato di Versamento” nel quale conferma la ricevuta della quota e quanto è stato vincolato per ciascun pannello.

 

Criteri utili per la scelta del Consorzio

Quando si aderisce a un Consorzio si sottoscrive un contratto di servizio. Le condizioni economiche tra Consorzi sono sostanzialmente identiche e anche la copertura territoriale. Ecco perché è importante, a parità di queste condizioni, scegliere sistemi collettivi affidabili e con comprovata storia alle spalle.È importante vedere il volume di affari, iRAEE gestiti, quali sono i loro soci per capire se ci sono importanti aziende produttrici. Fondamentale infatti verificare che i consorzi non siano solo degli operatori finanziari. Fondamentale poi verificare anche che il loro trust sia slegato alle vicissitudini societarie e che abbiano sistemi di controllo anche esterni al Consorzio stesso.

Se il consorzio fallisse o uscisse dal mercato, infatti, anche se il trust non è pignorabile e dovrebbe restare indenne in caso di insolvenza del Consorzio, non è molto facile riacquisire le somme versate né tantomeno è così certo che il Trustee renderà disponibile le somme versate ad un altro Sistema Collettivo subentrante che si occuperà della gestione del fine-vita.

 

I consorzi per essere riconosciuti devono avere specifiche caratteristiche. In particolare devono essere:

  • consorzi no profit;
  • dotati di uno statuto conforme allo statuto-tipo ed approvato dal MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica);
  • iscritti al registro AEE:
  • iscritti al Centro di coordinamento RAEE (Cdc RAEE) se gestori anche di pannelli PV domestici;
  • dotati di un Trust conforme alle specifiche del Disciplinare tecnico del GSE del 2012 e gestito ed alimentato secondo i principi ivi riportati.

Tendenzialmente far riferimento a quelli del CdcRAEE assicura che siano operatori più solidi:

https://www.cdcraee.it/sistema-raee/attori-del-sistema-raee/sistemi-collettivi/

Nel caso di attivazione dell’Opzione Consorzio è bene valutare, inoltre, attentamente le clausole contrattuali proposte in tema di:

  • conferma del versamento complessivo della quota (10 €) nel Trust;
  • costi amministrativi per la gestione della pratica da parte del Consorzio, non compresi nella quota a garanzia;
  • attività operative incluse ed escluse. Solitamente raccolta trasporto e smaltimento sono coperto ma potrebbe non essere previsto lo smontaggio dei moduli);
  • manleve e responsabilità;
  • gestione finanziaria del Trust;
  • destinazione eventuali avanzi post gestione;
  • cosa succede in caso di non capienza del contributo o in caso di liquidazione del Consorzio;
  • eventuale restituzione del contributo a seguito di vendita dei moduli come AEE usate ed esportazione.
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Consiglio Ue: importanti e positive le decisioni assunte

Il Consiglio Europeo della scorsa settimana ha aperto la strada per una proroga del Temporary Framework (Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a seguito dell’aggressione della Russia all’Ucraina), sollecitata dall’Italia e cruciale per garantire liquidità alle imprese. Confagricoltura ha sostenuto con decisione questo orientamento pertanto auspica che si proceda celermente nella messa appunto degli strumenti necessari.

In questo quadro, si aggiunge in termini positivi la decisione di sospendere le procedure di approvazione della Legge sul Ripristino della natura. È un segnale che evidenzia come le scelte debbano essere ponderate e prese sulla base del reale impatto che avranno sull’ambiente e sui settori.

Il testo concordato, infatti, secondo Confagricoltura, avrebbe comportato tagli al potenziale produttivo e aumento dei vincoli alle opere di adeguamento al cambiamento climatico. Infine un plauso va anche ai dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia.

Un vertice più che positivo per l’agricoltura. Per questo Confagricoltura ha ringraziato la Premier Giorgia Meloni, il ministro Francesco Lollobrigida e il ministro Raffaele Fitto per l’attenzione data alle richieste degli agricoltori e il contributo concreto dimostrato.

Massimiliano Giansanti, nella sua veste di primo vicepresidente del Copa, insieme alla presidente del Copa-Cogeca, Christiane Lambert, ha incontrato il Commissario UE all’agricoltura Wojciechowski. Il Commissario hai illustrato le proposte presentate dalla Commissione il 15 marzo.

Ad esempio, la trasformazione della BCAA 7 (obbligo di rotazione che diventerebbe diversificazione) e la destinazione del 4% della superficie a seminativo a elementi non produttivi (obbligo A della BCAA8) che dovrebbe tradursi in un eco-schema. Ulteriori novità possono emergere in relazione alla riduzione dei controlli e delle sanzioni anche per le imprese con una dimensione superiore ai 10 ettari. Una decisione in questa direzione rafforzerebbe ulteriormente il messaggio positivo per tutti gli agricoltori, italiani ed europei.

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Duezerocinquezero: forum dell’energia e della sostenibilità a Padova

Il 10, 11 e 12 aprile, al Centro Culturale Altinate-San Gaetano di Padova, si terrà la terza edizione di “Duezerocinquezero – Forum dell’Energia e della Sostenibilità”.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di fare informazione e promuovere il dibattito sulla cosiddetta transizione energetica, un tema in continua evoluzione e di sempre maggiore interesse per imprese, istituzioni e cittadini.

CONVEGNI DEL 10 APRILE

ore 10: Veneto, Italia, Europa: la via della sostenibilità’

ore 11:45: Le città italiane pioniere della neutralità climatica: progetti e azioni innovative verso l’obiettivo delle zero emissioni

ore 14.30: Sostenibilità e compliance nel mondo della salute

ore 16: il Futuro sostenibile del sistema salute in Italia

CONVEGNI DELL’11 APRILE

ore 9.45: Agricoltura, economia circolare, sostenibilità, rinnovabili: una combinazione vincente?

Moderatore

Maurizio Melis, Radio 24

Relatori

Marina Montedoro, Direttrice Coldiretti Veneto

Massimo Chiarelli, Direttore Confagricoltura Veneto

Alessandra Scognamiglio, Presidente Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS)

Piero Gattoni, Presidente Consorzio Italiano Biogas (CIB)

Giuseppe Zizzo, Professore ordinario di Diritto Tributario (LIUC), Studio WST

Paolo Arrigoni, Presidente Gestore dei Servizi Energetici (GSE)

Gianni Barcaccia, Professore ordinario Università degli Studi di Padova

Andrea Moro, Coordinatore Industrial CommiteeEuropeanAlgaeBiomass Association (EABA)

Il direttore Massimo Chiarelli interverrà in tema di Agricoltura 5.0: vincoli (condizionalità) e opportunità (AI e crediti carbonio)

ore 11.30: Energie diffuse: best practice per le Comunità Energetiche

ore 14: Il recupero dei rifiuti nell’industria: domanda e offerta, tra bisogno di certezza e progresso

ore 1: La revisione del PNIEC: opportunità della transizione energetica

 

CONVEGNI DEL 12 APRILE

ore 10: Le nuove frontiere dell’approvvigionamento e lo sviluppo delle reti per la transizione energetica

ore 14: Le filiere nello sviluppo delle reti e nell’autoconsumo: industria, immobiliare, logistica

ore 15: Community-CER: un network a supporto delle comunità energetiche per cittadini, imprese e Pubbliche Amministrazioni

 

LINK AL PROGRAMMA

Forum nazionale sull’energia e la sostenibilità – duezerocinquezero

 

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Sviluppo rurale veneto, aperti molti bandi

L’attuazione della Politica di Sviluppo Rurale in Veneto continua, sia sul fronte della nuova programmazione 2023-2027, che del programma 2014-2022 che si avvicina alla sua chiusura.

Dopo i bandi aperti lo scorso fine dicembre relativi agli investimenti nelle aziende agricole e forestali, i cui termini scadranno tra aprile e maggio, la Giunta regionale ne ha approvati di nuovi per mettere in campo ulteriori sostegni, seguendo e aggiornando le tempistiche di uscita previste già ad inizio programmazione, per dare risposta ai molteplici fabbisogni del settore.

Per quanto riguarda il CSR Veneto 2023-2027 va segnalata l’apertura del bando per la conversione all’agricoltura biologica delle aziende agricole, con uno stanziamento di 2 milioni di euro.

In marzo sono stati aperti anche i termini per la presentazione delle domande di conferma degli impegni pluriennali di natura agro climatico ambientale, finanziati con le misure della nuova programmazione e pure quelli che chiudono la precedente programmazione.

Un altro bando del CSR 2023-2027 è in corso di approvazione e sarà pubblicato nelle prossime settimane: si tratta dell’intervento SRD06 che sostiene gli investimenti negli allevamenti suinicoli per prevenire gli effetti del virus della peste suina, per un importo complessivo di 5 milioni di euro.

Per quanto riguarda le misure del PSR Veneto 2014-2022, vanno segnalati due distinti bandi: uno approvato per finanziare nel 2024 le indennità compensative a favore delle aziende agricole che operano in zona montana, con uno stanziamento di 20 milioni di euro; l’altro per finanziare sistemi di protezione per prevenire i danni alle produzioni da parte dei grandi carnivori, che conta su un sostegno di 500mila euro.

Per tutti i dettagli dei bandi è possibile rivolgersi agli uffici di Confagricoltura.

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Raee fotovoltaici conto energia: aggiornamento Gse

In relazione alle novità sui RAEE fotovoltaici, introdotte dalla Legge 2 febbraio 2024, n. 11, di conversione del decreto Energia (si veda circolare confederale N. 17041dell’11 marzo 2024), il GSE ha reso noto che gli impianti fotovoltaici professionali (impianti di potenza oltre i 10 KW) incentivati ai sensi del Conto Energia, entrati in esercizio dal 2006 al 2012 e già interessati dalla trattenuta delle quote a garanzia della gestione dei RAEE fotovoltaici prevista dal D.lgs. 49/2014, che le trattenute  relative ai pagamenti dei mesi di marzo e aprile, saranno calcolate applicando ancora il valore di 10€/modulo (secondo le modalità indicate nel documento GSE Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati“). Per i mesi successivi il valore della quota della trattenuta dal GSE sarà di 20€/modulo così come previsto dalla L. 11/2024; il GSE procederà pertanto alla pubblicazione di una nuova versione delle Istruzioni Operative.

I soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia possono decidere, in alternativa al processo di trattenimento delle quote da parte del GSE, di prestare la garanzia finanziaria, per le operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento dei propri impianti,mediante la partecipazione, ai sensi del D.lgs. 118/2020, ad un Sistema Collettivo iscritto al Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE e consultabile al link https://www.registroaee.it/RicercaSCF.

In caso di adesione al sistema collettivo il valore della garanzia che dovrà essere versata dal Soggetto responsabile è di 10€/modulo; la metà quindi del valore che sarà trattenuto dal GSEa partire dai pagamenti di maggio.

L’adesione da parte del soggetto responsabile ad uno dei Sistemi Collettivi qualificati va effettuata utilizzando l’apposita funzionalità “RAEE – Modello di adesione a un Sistema Collettivo”, disponibile nell’Area Clienti GSEIn tal caso, il GSE provvederà a interrompere (o non avviare) il processo di trattenimento delle quote a garanzia e a restituire gli importi precedentemente trattenuti.

A partire dal 2 aprile 2024 il GSE renderà disponibile sul proprio sito, nella sezione “Fotovoltaico/Conto Energia“, un cruscotto dedicato al monitoraggio degli impianti e dei moduli fotovoltaici che hanno aderito ai Sistemi Collettivi ed i principali risultati del processo di trattenimento delle quote a garanzia attuato dal GSE.

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Obbligo del 4% di superficie non produttiva: cosa fare

In attesa delle modifiche che l’Unione Europea apporterà alle norme della Condizionalità, e in particolare alla BCAA8, per il 2024, sulla base della deroga prevista dal Regolamento UE 2024/58, l’obbligo del 4% dei seminativi a superficie non produttiva può essere assolto con:

  1. a) superfici ed elementi non produttivi, inclusi i terreni a riposo e/o;
  2. b) colture azotofissatrici e/o;
  3. c) colture intercalari.

Relativamente alle azotofissatrici il decreto riporta un elenco, non esaustivo, delle colture che possono essere praticate (vedi tabella in fondo all’articolo) e precisa che sono possibili anche i miscugli con altre specie a condizione che le azotofissatrici siano predominanti. Può trattarsi anche di azotofissatrici (es. soia) praticate come secondo raccolto.

Le “colture intercalari” sono quelle che si coltivano fra due colture a scopo produttivo; lo scopo principale delle colture intercalari non è la raccolta ma la protezione del suolo nel periodo intercorrente tra la raccolta e la semina di due colture a scopo produttivo. Nella sostanza, per il 2024, l’obbligo del 4% di superfici non produttive può essere assolto coltivando, prima della semina oppure dopo la raccolta della coltura produttiva (es. mais) un’intercalare da sovesciare (es. senape o loietto).

L’azotofissatrice in secondo raccolto e l’intercalare, se praticate per almeno 90 giorni, possono essere considerate utili anche ai fini dell’assolvimento, limitatamente alla superficie interessata, dell’obbligo della rotazione (BCAA7).

Ricordiamo che entrambe le soluzioni (azotofissatrici ed intercalari) devono essere coltivate senza l’uso di prodotti fitosanitari.

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Imballaggi e rifiuti di imballaggio, nuovo regolamento UE

Il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. L’intesa migliora molto le condizioni per le filiere italiane rispetto l’iniziale proposta della Commissione, anche se non raccoglie tutti gli elementi positivi del testo che aveva approvato dal Parlamento Ue.

L’intesa, alla quale hanno concorso in modo coeso Governo e parlamentari UE italiani, conferma la richiesta di un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040. Saranno vietati dal 1° gennaio 2030 (la Commissione prevedeva prima) alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata sotto 1,5 kg (anche se potrebbero essere ammessi per motivi di deperibilità del prodotto), imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero), e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi e la pellicola per le valigie negli aeroporti. I divieti vengono limitati ai soli imballaggi in plastica, non valgono se questa è compostabile e viene raccolta e smaltita come avviene in Italia, e per gli imballaggi compositi, in plastica e carta, per esempio.

Si potranno perciò continuare a utilizzare i cartoni del latte, gli imballaggi monouso compostabili e anche quelli di plastica per frutta e verdura, sotto al chilo e mezzo, se un Paese li riconosce come necessari per preservare il prodotto.

Per gli imballaggi di bevande alcoliche e analcoliche è fissato un target di riutilizzo di almeno il 10%. Vini e superalcolici sono però esentati. Ma sono esentati anche i Paesi che superino il target minimi di riciclo fissati dalla UE. E su questo aspetto l’Italia è sulla buona strada.

Le norme per la definizione delle regole nazionali dovranno essere definite entro due anni dall’entrata in vigore del provvedimento.

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