Novembre 2018

È tornata la Bluetongue in Veneto: confermati focolai in provincia di Belluno

Sono stati confermati nei giorni scorsi dai Servizi Veterinari regionali alcuni casi sospetti di BTV – 4 verificatasi in allevamenti in provincia di Belluno. I casi riguardano due capi ovini e tre capi bovini collocati in tre diversi allevamenti del bellunese.

Come previsto dalla normativa, sono stati creati i buffer di 20 km intorno alle positività confermate per permettere ai Servizi Veterinari di svolgere delle indagini cliniche negli allevamenti situati all’interno. Si riporta una mappa con i casi di Bluetongue confermati e sospetti.

L’ultimo focolaio di Bluetongue in Regione Veneto risaliva all’ aprile 2017.

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Agricoltura biologica: restrizioni sull’uso del rame

L’Unione Europea ha approvato lo scorso 27 novembre la proposta di rinnovo dell’autorizzazione all’uso dei composti rameici in agricoltura. Il nuovo regolamento riduce a circa 4kg, contro gli attuali 6kg, la quantità massima di prodotti fitosanitari a base di rame utilizzabili annualmente per ettaro, per un totale di massimo 28kg l’ettaro in sette anni, con la possibilità di ridurre o aumentare l’impiego secondo le annate. Il regolamento introduce inoltre per gli Stati membri la possibilità di vietare la flessibilità nei sette anni.

Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ha espresso parere contrario alla decisione dell’Unione Europea che non va nella direzione di una maggiore salubrità degli alimenti, ma costringe l’agricoltura, in particolare quella biologica e integrata, a una minore difesa delle colture. Si tratta infatti di una decisione estremamente dannosa per le colture mediterranee, come la vite e l’ortofrutta, per le quali l’uso dei composti rameici è centrale in funzione della lotta alle patologie fungine e batteriche.

Agrinsieme è intervenuto sul tema con numerose sollecitazioni richiedendo fra l’altro che la riduzione fosse modulata tenendo conto delle differenze a livello di fasce climatiche e ribadendo la propria disponibilità a collaborare con i ministeri competenti, il mondo scientifico e altri stakeholders, per lo sviluppo e la diffusione di soluzioni strutturali di medio periodo, come la ricerca di prodotti alternativi o integrativi al rame, e la costituzione e il rilascio di varietà tolleranti o resistenti alle malattie fungine.

Il regolamento entrerà in vigore e sarà applicabile a partire dal 1° febbraio 2019.

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Aumento degli aiuti de minimis per le aziende agricole

Sulla Gazzetta ufficiale europea del 26 novembre è stata pubblicata la modifica del regolamento 1408 del 2013 che regola il funzionamento del regime “de minimis” per l’agricoltura.

La Commissione europea ha infatti deciso di innalzare il tetto degli aiuti “de minimis” che uno Stato membro può concedere alle aziende agricole. Il massimale dell’aiuto concesso ad ogni singola impresa è elevato quindi da 15mila a 20mila euro, con un limite nazionale complessivo di aiuti che per l’Italia è di 679,7 milioni di euro. Inoltre, di fronte alle necessità espresse da alcuni Stati membri, la Commissione Ue, a determinate condizioni, consente un aumento sia dell’aiuto per azienda, che può essere portato fino a 25mila euro, sia del limite nazionale degli aiuti, che per l’Italia passa ad un totale di 815,6 milioni di euro. In questo caso però gli Stati membri non possono concedere più del 50% dell’importo ad un unico settore produttivo. Inoltre, dovrebbero creare un registro centrale degli aiuti concessi.

Il regime de minimis ha dimostrato di essere particolarmente utile in tempi di crisi in quanto permette una reazione veloce per aiutare gli agricoltori a superare emergenze. Inoltre, fissando gli importi massimi degli aiuti che uno Stato membro può concedere e i limiti dei contributi per settore, si eviteranno eventuali distorsioni di mercato.

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Salviamo lo zucchero italiano: incontri a sostegno della campagna 2019

Dopo una campagna bieticola difficile, in cui si sono incrociati gli effetti di un mercato dello zucchero ai minimi storici e un clima estivo avverso, Coprob, la cooperativa agricola che gestisce gli zuccherifici di Minerbio e Pontelongo, ha incontrato le organizzazioni agricole del Veneto per mettere in atto un’azione comune a sostegno della produzione. “Salviamo lo zucchero Italiano seminando bietole” rappresenta un impegno concreto di tutti per preservare ciò che resta dell’importante produzione agro-industriale. L’obiettivo di Coprob per il 2019 è raggiungere un investimento di 13 mila ettari nel Veneto e di 16 mila ettari in Emilia Romagna, traguardi ambiziosi ma necessari per garantire un futuro all’attività dei due zuccherifici. Il prezzo garantito partirebbe da 40 euro a tonnellata per raggiungere oltre 90 euro nel caso di produzione biologica. C’è da tener presente che l’aiuto accoppiato della Pac è stato aumentato e, se le superfici complessive a livello nazionale si attesteranno come previsto su 32 mila ettari, il prossimo anno sarà di circa 700 euro per ettaro.

Confagricoltura sostiene il progetto di Co.pro.B.. La barbabietola da zucchero rappresenta una coltivazione importante nell’avvicendamento dei seminativi, oltre che un’alternativa colturale utile per differenziare il rischio produttivo. Analogamente agli altri seminativi anche per la bietola non è garantita la redditività, ma con un’attenta scelta delle varietà e della tecnica colturale è stato dimostrato che è possibile ottenere buoni risultati produttivi. In ogni caso si chiede agli agricoltori un ulteriore atto di fiducia per una produzione importante che in Italia coinvolge 7 mila imprese agricole e una filiera agroindustriale di tutto rispetto.

Della coltivazione e della campagna bietole 2019 si discuterà con i dirigenti e tecnici di Coprob nel corso dei seguenti incontri a cui sono invitati a partecipare tutti gli agricoltori:

  • 6 dicembre ore 15 a Pontelongo presso lo Zuccherificio;
  • 10 dicembre ore 15 a Rovigo presso l’Interporto in Viale delle Industrie, 55;
  • 11 dicembre ore 15 a San Donà di Piave presso il Park Hotel Continental.

10 dicembre ore 10.30 ad Albignasego presso la sede di Confagricoltura Padova in Via Strada Battaglia 71/c.

Confagricoltura VenetoSalviamo lo zucchero italiano: incontri a sostegno della campagna 2019
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Progetto PVsensing: presentazione del progetto – 18 dicembre

Il Gruppo Operativo PVsensing vi invita alla presentazione dei risultati del primo anno del proprio progetto il giorno martedì 18 dicembre dalle ore 10.30 presso l’istituto agrario Domenico Sartor di Castelfranco Veneto (TV).

L’evento divulgativo è aperto a tutte le aziende del territorio.

PV Sensing è un progetto di sperimentazione di una tecnologia innovativa che si basa sulla comunicazione in tempo reale tra particolari sensori disposti in vigna e un software appositamente studiato per valutare la probabilità di sviluppo di Plasmopara viticola, parassita temuto dai viticoltori, agente della cosiddetta Peronospora della vite.

In base ai dati raccolti dai sensori in tempo reale, il sistema testato in PV Sensing è in grado di fornire tempestivamente indicazioni e misure da adottare per contrastare lo sviluppo del parassita, consentendo di razionalizzare gli interventi fitosanitari sulla base delle effettive necessità della coltura. I sensori utilizzati sono di nuova concenzione e forniscono alcune misure climatico-ambientali che per la prima volta vengono rilevate in campo.

Per avere più informazioni sul progetto PVsensing clicca qui.

Clicca qui per scaricare la locandina dell’evento.

PVsensing: breve descrizione del progetto

Plasmopara viticola è l’agente patogeno della peronospora della vite europea, una patologia fungina nota a tutti i viticoltori che, se non controllata, può essere distruttiva per il raccolto.

In Italia, fra le regioni predilette da questa malattia, si può affermare che il Veneto è tra quelle con le condizioni colturali-climatiche più predisponenti per le infezioni di P. viticola. In annate particolarmente sfortunate questa malattia ha arrecato danni anche rilevanti alla viticoltura veneta: si pensi all’ancora recente annata 2016, in cui l’andamento climatico caratterizzato da continue piogge e alti tassi di umidità nei mesi di maggio e giugno, ha creato condizioni favorevoli all’esplosione epidemica della malattia. In tali situazioni ciò ha causato un aumento dei trattamenti fitosanitari e ha reso difficile la produzione di molte aziende agricole, specie quelle in regime biologico, vincolate anche dai limiti sulle dosi di rame utilizzabile. Più del 90% dei prodotti fitosanitari utilizzati nella viticoltura veneta sono destinati alla difesa dalla peronospora (ISTAT, dati 2015), rappresentando, da una parte, un peso economico e gestionale non irrilevante per le aziende, e, dall’altra, un elemento che concorre all’impatto ambientale delle attività antropiche, come purtroppo riscontrato nei dati ISPRA (2013-2014) sui residui di fitosanitari nelle acque .

Come si può migliorare la lotta fitosanitaria al patogeno P. viticola?

Sulla base delle indicazioni in etichetta il viticoltore si trova a decidere comequando e con quali dosi di prodotto effettuare i trattamenti. Ciò può avvenire sulla base di una percezione soggettiva del rischio di infezione, senza il supporto oggettivo di parametri misurabili. In tali casi la scarsa conoscenza dei reali meccanismi di diffusione della malattia e delle precise condizioni climatiche che la favoriscono, unitamente all’impossibilità di prevedere con certezza l’evoluzione del meteo, può indurre ad azioni di prevenzione molto stretta, per timore di una perdita di raccolto.

L’utilizzo di bollettini agronomici zonali è recepito con grande interesse da molte aziende per avere una guida ai trattamenti fitosanitari, tuttavia i bollettini molto spesso non sono allineati con quanto accade nella singola azienda, non potendo tenere conto della variabilità del microclima da zona a zona (per es. a causa dei particolari terreni dell’azienda, del particolare stato vegetativo, o a causa di temporali locali di forte intensità, che dilavano i trattamenti eseguiti).

Anche per questi motivi. negli ultimi anni sta crescendo la consapevolezza della necessità di avere strumenti di misura in loco che tengano conto delle specifiche condizioni climatiche a cui è soggetta la coltura. Si sta quindi diffondendo, seppur lentamente, l’utilizzo di stazioni meteorologicheinstallate nei vigneti, che rilevano variabili climatiche come: precipitazioni, temperatura, umidità relativa e bagnatura fogliare, che possono avere un ruolo determinante nello sviluppo delle infezioni. Sulla base di questi dati rilevabili con sensori in campo, sono stati anche sviluppati modelli previsionali per il rischio di infezioni da P. viticola. Tecnicamente, un modello previsionale è un sistema (tipicamente un software) che elabora i dati misurati in campo unitamente a quelli delle previsioni meteo e all’andamento storico della malattia, e simula le fasi del ciclo di vita del patogeno, producendo delle previsioni circa la pressione infettiva cui è sottoposto il vigneto.

E’ evidente come questo tipo di strumenti possa essere di grande utilità al viticoltore, utilizzando criteri scientifici come supporto alla decisione sul “se” e “quando” effettuare un trattamento fitosanitario. Questo approccio si allinea inoltre alla direttiva europea (CE 128/2009) che mira a ridurre l’impiego di prodotti fitosanitari attraverso l’uso di nuove conoscenze e tecnologie trasversali.

Ma quanto sono affidabili questi sistemi? Naturalmente sono diverse le tecnologie e i modelli previsionali attualmente disponibili, formulati con diversi gradi di professionalità e di validazione scientifica, aspetti molto spesso non noti al viticoltore. E’ fondamentale realizzare progetti dimostrativi in cui testare sul campo questo tipo di tecnologie e creare nel viticoltore un senso di fiducia, che gli permetta di riconoscere l’utilità dell’adozione di questi strumenti. La diffusione di questo tipo di tecnologia, una volta che essa sia recepita come affidabile dal mondo viticolo, potrà comportare una razionalizzazione dell’uso di prodotti fitosanitari in vigneto, venendo incontro alle direttive europee, con ricadute positive per l’ecosistema da un lato, e risparmio economico da parte delle aziende dall’altro.

PVSensing è un Gruppo Operativo del PEI AGRI di cui Confagricoltura Veneto è partner, con capofila la Cantina Sociale Montelliana e dei Colli Asolani. Il Gruppo Operativo,  grazie ad un finanziamento della Regione Veneto (Misure 16.1 e 16.2 del PSR), sta sperimentando questo tipo di tecnologia con un approccio innovativo. La grande novità del progetto consiste nell’utilizzo in campo di alcuni sensori elettronici di nuova concezione, che permettono di rilevare in maniera automatica alcune variabili climatico-ambientali normalmente non misurabili e non considerate negli attuali modelli previsionali:

Volume e superficie fogliare:

Una misura precisa di questi parametri della chioma è un’informazione importantissima per la previsione di infezioni, in quanto P.viticola è parassita obbligato della vegetazione della vite, la quale può essere più o meno suscettibile all’infezione a seconda di quanta superficie fogliare con stomi aperti è presente e non protetta. La valutazione dell’accrescimento fogliare giornaliero permette quindi di quantificare la nuova vegetazione potenzialmente scoperta da prodotti e maggiormente esposta al rischio di infezione. La conoscenza di quest’ultimo aspetto, di fondamentale importanza per adattare il modello previsionale alle specificità colturali, è utile anche per ottimizzare i dosaggi dei prodotti fitosanitari, adattandoli alla crescita della vegetazione. Queste misure della chioma fogliare, in termini di volume e superficie, sono ottenute grazie ad una particolare telecamera adatta all’installazione permanente in campo, che sfrutta sofisticate tecniche di analisi automatica delle immagini per il riconoscimento automatico della chioma e la sua ricostruzione tridimensionale.

Umidità superficiale del suolo:

L’umidità della superficie è un parametro fondamentale per valutare la maturazione e la germinabilità delle oospore di P.viticola, che svernano nel suolo, e dalle quali possono partire nuovi cicli di infezione in seguito alle piogge primaverili. La correlazione delle infezioni primarie con l’umidità superficiale del suolo viene per la prima volta approfindita in questo progetto: si tratta di un dato determinante per quantificare la “pressione” di infezioni a cui è soggetto il vigneto nel corso della stagione. La misura è ottenuta grazie ad un particolare sensore di umidità del suolo, che si differenzia dai comuni sensori grazie ad un meccanismo di misura che coinvolge solo i primi millimetri del terreno, ovvero quelli in cui le oospore di P. viticola effettivamente svernano e possono germinare.

Bagnatura fogliare e gocciolamento da rugiada

La durata della bagnatura fogliare dovuta alle piogge o alla rugiada notturna è un fattore essenziale per l’instaurarsi dell’infezione, in quanto permette lo spostamento (nuotando) delle spore verso gli stomi in cui penetrano. Questo parametro, che viene già misurato dalla sensoristica comunemente in uso, è importante che sia rappresentativo e rilevato all’interno della chioma fogliare, soprattutto nelle fasi di maggiore sviluppo vegetativo. Il nuovo sensore di bagnatura fogliare testato in PVsensing permette anche l’innovativa misura di “gocciolamento”, rilevando quando l’accumulo notturno di rugiada sulle foglie è tale da provocare il ruscellamento d’acqua da una foglia all’altra. L’acqua gocciolante ingloba e trascina con sé le spore del patogeno, trasportandole di foglia in foglia e sui frutti, potendo provocare l’innescarsi a cascata di nuove infezioni, anche in assenza di piogge.

L’utilizzo di queste nuove variabili, in aggiunta a quelle “standard” (piovosità, temperatura, umidità dell’aria) mira alla costruzione di un innovativo modello previsionale, con caratteristiche avanzate: grazie alla presenza di nuovi input ci si augura di poter contribuire a colmare alcune lacune dei precedenti modelli, raggiungendo un grado di precisione e affidabilità delle previsioni potenzialmente molto superiore a quanto attualmente disponibile.

La sperimentazione in campo coinvolge 11 siti nel trevigiano, in aziende sia convenzionali che biologiche, e prevede una fitta raccolta dati relativi alla comparsa dei sintomi di infezione ed alle loro caratteristiche. L’annata 2018 ha visto la messa a punto iniziale della tecnologia installata presso le aziende e, da inizio stagione, il rilievo di dati sulle infezioni con cadenza bisettimanale. I rilievi sono stati eseguiti presso le varie aziende dal CREA-VE di Conegliano, dall’Istituto Agrario “D. Sartor” di Castelfranco e dal gruppo di agronomi di “Extenda Vitis”, secondo un protocollo particolare e molto complesso, studiato appositamente per il progetto, che ha permesso la costruzione di un database dettagliato circa le caratteristiche delle infezioni e le tempistiche di comparsa. Questi dati, correlati alle misure dei nuovi sensori, che per la prima volta vengono testati sul campo, costituiscono una fonte di conoscenza molto importante e utile per integrare  le conoscenze su alcuni aspetti  dello sviluppo  infettivo di P.viticola. E’ attualmente in corso l’analisi molto complessa di questi dati, da cui prenderà forma il nuovo modello previsionale, tarato sul campo. Nella prossima stagione, 2019, il modello verrà validato con una nuova raccolta dati nelle diverse aziende, che permetterà di mettere a confronto le infezioni previste con quelle reali osservate. Oltre alla valutazione agronomica sull’affidabilità del modello, verrà effettuata un’analisi di impatto ambientale e di costi-benefici per l’azienda, con il contributo del CIRVE (Università di Padova).

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Zootecnia: Mipaaft e Assocarni lanciano una controffensiva alle fake news

La filiera delle carni bovine italiane lancia la propria controffensiva nei confronti delle fake news. Assocarni, sostenuta dal ministero delle Politiche agricole, ha messo a punta una campagna che prevede spot tv, radio e contenuti web.

Una vera e propria controffensiva quindi dopo la molteplicità di fake news che hanno coinvolto il settore negli ultimi anni. La campagna infatti vuole raccontare la filiera e informare i consumatori sul valore e sull’importanza della carne bovina nell’alimentazione.

Per quanto riguarda le carni bovine a filiera italiana conta circa 6 milioni di capi (il 70% al Nord ma anche il 22% al Sud) distribuiti in circa 110mila allevamenti e un fatturato complessivo di 10 miliardi di euro di cui 4 di parte agricola

Certo, va anche detto che proprio relativamente alle carni alcune fake news sono partite da ambiti insospettabili come Fao e Oms più che dall’universo dei consumatori ma molti degli allarmi lanciati negli scorsi anni poi sono stati ridimensionati. Adesso la Fao sostiene che gli allevamenti bovini svolgono un ruolo importante per la sostenibilità.

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Fatturazione elettronica: ulteriori chiarimenti

Recentemente, l’Agenzia delle Entrate, nell’ambito di un incontro con la stampa specializzata, ha fornito una serie di utili chiarimenti in merito all’obbligo di fatturazione elettronica – che, ricordiamo, decorre dall’1.1.2019 per tutti gli operatori, ad eccezione dei contribuenti minimi / forfetari e degli agricoltori in regime di esonero IVA.

Autofatture per omaggi: vanno emesse in formato elettronico ed inviate al Sistema di Interscambio.

Autofatture per passaggi interni (es.: da azienda agricola ad agriturismo): vanno emesse in formato elettronico ed inviate al Sistema di Interscambio SdI.

Fatture emesse per conto terzi: In caso di fattura emessa dall’acquirente per conto del cedente (ad esempio, cooperative agricole che emettono la fattura per conto dei propri soci produttori agricoli conferenti) il Sistema di Interscambio consegna la fattura all’indirizzo telematico del socio conferente, ad eccezione del caso in cui la cooperativa abbia utilizzato il servizio di registrazione presente sul sito Internet dell’Agenzia (Fatture e Corrispettivi).

Fattura 2018 ricevuta nel 2019: L’obbligo della modalità elettronica decorre dalle fatture emesse dall’1.1.2019. Rileva pertanto la data di emissione della fattura. Di conseguenza, le fatture emesse e trasmesse nel 2018 in modalità cartacea e ricevute dall’acquirente nel 2019 non sono interessate dal nuovo obbligo. Tuttavia, nel 2019 una nota di variazione di una fattura ricevuta nel 2018 va emessa in modalità elettronica.

Fattura emessa in modalità cartacea: Il mancato utilizzo della fatturazione elettronica dall’1.1.2019 da parte del venditore determina l’impossibilità per l’acquirente, di detrarre l’IVA. Infatti, la fattura emessa con altre modalità è considerata fiscalmente inesistente. L’acquirente deve pertanto attivarsi richiedendo al fornitore l’emissione della fattura elettronica tramite lo SdI e, qualora non la riceva, è tenuto a regolarizzare l’operazione, con l’emissione di un’autofattura.

Fattura cartacea e detrazione IVA: L’acquirente che riceve una fattura in formato cartaceo, anziché elettronico, e che detrae la relativa IVA, non è soggetto a sanzione se, entro il termine di liquidazione:

  • riceve la fattura in formato elettronico;
  • provvede allo storno della registrazione precedente e all’annotazione della fattura nel registro IVA degli acquisti.

Qualora la fattura elettronica sia ricevuta tramite SdI successivamente alla liquidazione periodica nella quale è stata detratta, è applicabile la sanzione per indebita detrazione, per documento “irregolare”.

Fattura differita: rimane la possibilità di emetterle, purché in formato elettronico.

Fattura a condomini: Il condominio, in quanto non titolare di partita IVA, va considerato quale “soggetto privato” e pertanto l’azienda che emette una fattura elettronica nei confronti dello stesso deve:

  • indicare il codice fiscale del condominio;
  • riportare quale “Codice destinatario” il codice convenzionale “0000000”;
  • inviare la fattura tramite SdI;
  • consegnare al condominio, in formato analogico o elettronico, una copia della fattura elettronica trasmessa, nella quale va evidenziato che:
  • trattasi di “copia”;
  • il documento fiscalmente valido è (esclusivamente) quello disponibile nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate.

Fattura a soggetti privati/contribuenti minimi/forfetari: Qualora la fattura elettronica sia emessa a soggetti non titolari di partita IVA (persone fisiche, condomini), enti non commerciali, contribuenti minimi / forfettari, si deve rilasciare una copia in formato analogico / elettronico. A tal fine il cliente può comunicare al fornitore il proprio indirizzo PEC per ricevere, tramite SdI, copia della fattura elettronica. Il cliente può comunque rinunciare alla copia della fattura e consultare la fattura elettronica nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate.

Fattura emessa a Partita IVA inesistente/cessata: Qualora la fattura elettronica sia emessa:

  • con l’indicazione della partita IVA / codice fiscale inesistente per l’Anagrafe tributaria, il SdI scarta la fattura;
  • con l’indicazione di una partita IVA cessata ovvero del codice fiscale di un deceduto, la fattura è considerata emessa e non è scartata dall’SdI.

L’Agenzia delle Entrate potrà effettuare controlli successivi al fine di verificare la veridicità dell’operazione.

Fattura per merce non ricevuta: Qualora un soggetto riceva una fattura elettronica per merce che non ha acquistato può rifiutarla / contestarla comunicando direttamente con il cedente (a mezzo mail, telefono, ecc.). Il rifiuto / contestazione non può essere effettuato tramite l’SdI.

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PSR Veneto: bilancio sui fondi e prossime azioni. Finanziamenti anche per il rimboschimento

Il Veneto è prima in Italia nella gestione e nell’uso dei fondi europei per lo sviluppo rurale con una spesa programmata di oltre 1 miliardo di euro, 896 milioni impegnati e 450 milioni già liquidati per 27 mila domande di aiuto finanziate e oltre 50 mila domande di pagamento evase. Lo stato di avanzamento della spesa al 30 settembre è del 38,5 per cento contro il 13% a livello nazionale. Sono 67 i bandi attivati e 45 i giorni medi di attesa per ricevere i pagamenti. Poco più di un mese di attesa che sono una sicurezza importante di liquidità per le attività agricole che puntano sull’innovazione, sul biologico, sulla agricoltura sostenibile. Le risorse vengono per il 17% da fondi della Regione, per il 43% dall’Unione europea e per il 40 per cento dallo stato italiano per un progetto che mira a garantire 76 mila ettari di colture a basse emissioni di anidride carbonica; 2.100 nuovi giovani agricoltori avviati al lavoro; formazione per 73 mila agricoltori; la diffusione della banda larga per 320 mila cittadini; il rinnovamento di 2.200 aziende; lo sviluppo di 80 mila ettari di coltivazioni eco-sostenibili e 84 mila ettari di suolo sottoposto a messa in sicurezza. Per un settore che rappresenta 15 miliardi di Pil e che fa spesso i conti con i danni causati dal maltempo e dai cambiamenti climatici, i finanziamenti del programma europeo hanno permesso di intervenire là dove ora si vive l’emergenza. Infatti 240 milioni di euro, circa il 37,4% va ad azioni di sostegno alle comunità montane e tra i progetti ci sono anche piani di rimboschimento. I prossimi bandi, quelli del quarto trimestre 2018, vedono 3,25 milioni di investimenti per l’inserimento di giovani in montagna; altri 6 milioni di euro per migliorare nella montagna veneta la sostenibilità delle aziende agricole e 26 milioni e mezzo per il risparmio della risorsa idrica in agricoltura. 97 milioni vanno a progetti per le filiere corse, l’utilizzo di biomasse; le fattorie didattiche e la formazione.

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Allevamenti ed obblighi ambientali: i risultati del convegno

Si è tenuto ieri a Confagricoltura un convegno regionale riguardante le nuove norme ambientali finalizzate alla riduzione delle emissioni, riguardanti in particolare il settore zootecnico.

L’agricoltura italiana, responsabile secondo i dati ufficiali della maggior parte delle emissioni di ammoniaca in atmosfera, sarà chiamata a ridurre, entro il 2030, le emissioni di ammoniaca del 16% rispetto i livelli del 2005. L’Italia ha già raggiunto l’obiettivo al 2020 di riduzione delle proprie emissioni di ammoniaca, raggiungendo, nel periodo 2005-2015, la riduzione del 7% delle emissioni, facendo ben sperare quindi nella capacità del settore di raggiungere gli obiettivi ambientali richiesti al 2030.

All’incontro hanno partecipato Barbara Lazzaro, direttore dell’ufficio Agroambiente della Regione Veneto, Alessandro Pantano funzionario di Confagricoltura dell’area Sviluppo Sostenibile e innovazione, e Roberto Salvò, funzionario dell’ufficio Agroambiente regionale, i quali hanno discusso di queste novità di fronte ad una sala gremita di allevatori interessati.

L’assessore Pan, presente all’incontro, ha ricordato che il settore agricolo sta facendo da anni sforzi per migliorare le proprie prestazioni, ma non deve essere lasciato solo dalle istituzioni, ed ha concluso dicendo che a livello regionale verranno stanziati, con la prossima legge di bilancio, 4 milioni di euro, di cui 2 di cofinanziamento regionale, per aiutare il settore zootecnico nel ridurre le emissioni in atmosfera.

Il presidente di Confagricoltura Padova Michele Barbetta ha ricordato che gli allevamenti in questi anni hanno fatto molto per la riduzione degli impatti, sia sul piano tecnico che su quello gestionale. Con queste nuove norme gli allevatori sono ora chiamati a fare ulteriori sforzi per l’innovazione del settore, ed ha precisato che gli allevatori sono i primi a ritenere fondamentale il loro continuo impegno nella protezione ambientale, ma ha anche ricordato che gli allevatori italiani subiscono la concorrenza sleale da parte dei paesi esteri che importano in Italia prodotti di qualità inferiore ottenuti tramite cicli produttivi che non rispettano le performance ambientali delle aziende italiane.

E’ possibile scaricare le presentazioni del convegno qui.

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PSR: a dicembre nuovi bandi per 97 milioni

Nei giorni scorsi la Giunta Regionale ha adottato il bando per la presentazione delle domande di aiuto relative al Programma di Sviluppo Rurale per un importo complessivo di 97 milioni di euro. Il provvedimento passa ora all’esame della terza Commissione consigliare (agricoltura) per l’approvazione definitiva e quindi verrà pubblicato nel prossimo mese di dicembre. Come abbiamo già scritto, le novità più significative riguardano l’attivazione del sostegno agli investimenti per il risparmio irriguo e ai servizi di consulenza aziendale. Tornerà anche il “Pacchetto giovani” per l’insediamento dei giovani agricoltori e il sostegno degli investimenti in aree di montagna. Inoltre verranno attivati gli interventi destinati all’attuazione di progetti di cooperazione finalizzati alle filiere corte, alle filiere per l’approvvigionamento di biomasse e per la diffusione dell’agricoltura sociale.

Nella tabella che segue sono riportati gli interventi che verranno aperti, i finanziamenti disponibili e i termini per la presentazione delle domande.

Per informazioni sui bandi le aziende agricole interessate possono rivolgersi agli uffici delle associazioni provinciali di Confagricoltura.

 

TIPO DI INTERVENTO

TOTALE
(milioni di euro)
TERMINE PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE (dalla pubblicazione)

2.1.1 Utilizzo dei servizi di consulenza da parte delle aziende

10,00

90gg

4.1.1 Investimenti per migliorare le prestazioni e la sostenibilità globali dell’azienda – risparmio risorsa idrica

26,5 105gg

4.1.1 Investimenti per migliorare le prestazioni e la sostenibilità globali dell’azienda – montagna

6,00

105gg

4.1.1 Investimenti per migliorare le prestazioni e la sostenibilità globali dell’azienda

18,00

90gg

4.2.1 Investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli

20,00

90gg

6.1.1 Insediamenti di giovani agricoltori

13,00

90gg

6.4.1 Creazione e sviluppo della diversificazione delle imprese agricole

1,5

90gg

16.4.1 Cooperazione per lo sviluppo delle filiere corte

0,5

120gg

16.6.1 Sostegno alle filiere per l’approvigionamento di biomasse nel settore alimentare, energetico e per i processi industriali

0,5

120gg

16.9.1 Creazione e sviluppo di pratiche e reti per la diffusione dell’agricoltura sociale e delle fattorie didattiche 1,00

120gg

TOTALE 97

 

Confagricoltura VenetoPSR: a dicembre nuovi bandi per 97 milioni
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