Settembre 2022

A Cervarese Santa Croce il convegno regionale dei pensionati

In Veneto, secondo i dati Istat 2021, gli over 65 sono 1.142.745, pari al 22,8 per cento della popolazione regionale che conta 4.869.830 persone. Una percentuale che si rispecchia in provincia di Padova, dove gli over 65 sono 215.658 su una popolazione di 932.629. Un invecchiamento progressivo della popolazione che impone un nuovo welfare sulla non autosufficienza e nuove forme di socialità. Di questo si parlerà nel convegno regionale di Anpa, l’Associazione regionale pensionati di Confagricoltura, che si svolgerà sabato 1° ottobre alle 9.30 al ristorante Al Bosco a Cervarese Santa Croce e sarà incentrato sul tema dei “Percorsi culturali per migliorare la socialità dell’anziano”.

La giornata inizierà alle 9.30 con i saluti di Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, di Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, Mariano Gobbo, presidente provinciale di Anpa e Rodolfo Garbellini, presidente nazionale. Alle 10 il via al convegno introdotto dal padovano Sergio Nucibella, presidente regionale di Anpa. La storica dell’arte Elena Annovazzi parlerà delle meraviglie artistiche di Padova, mentre la studiosa Irene Crivellari si soffermerà sull’orto botanico. Lo psicologo Luca Flesia spiegherà, invece, come si possa migliorare la socialità dell’anziano con la cultura. Alle 11.30 le conclusioni, affidate ad Angelo Santori, segretario Anpa nazionale.

Prevista la presenza di oltre 200 agricoltori, provenienti da tutto il Veneto, per una mattinata che vuole affrontare il tema dell’invecchiamento, illustrando le iniziative che l’associazione dei pensionati agricoltori sta portando avanti. “Il nostro è un Paese di vecchi, ma non per vecchi – sottolinea Angelo Santori, segretario generale di Anpa – In Italia il 23 per cento della popolazione è over 65 e il 10 per cento non è autosufficiente. Nel 2030 un italiano su 12 sarà anziano e non autonomo. Diventa perciò sempre più urgente realizzare misure concrete, a partire dalla riforma sulla non autosufficienza che attendiamo da decenni e che deve andare incontro alle esigenze di circa 10 milioni di persone tra anziani, familiari e chi li assiste professionalmente. Un sistema organico di assistenza, che superi l’attuale frammentazione degli interventi e preveda un finanziamento pubblico mirato a garantire il diritto all’assistenza, assicurando adeguati livelli essenziali sanitari e sociali”.

In Veneto gli agricoltori pensionati di Confagricoltura sono circa 10.000. Metà degli agricoltori vive con pensioni inferiori ai 1.000 euro mensili, che in molti casi sono anche di 500 o 600 euro. “Ci sono molte problematiche da affrontare – anticipa Sergio Nucibella -, in primis l’assistenza sociale e sociosanitaria degli anziani che lavorano in agricoltura e che vivono in zone rurali isolate, con pochi o inesistenti mezzi di trasporto, lontani da ambulatori e ospedali. La legge sull’invecchiamento attivo 23/2017 della Regione Veneto dà la possibilità alle associazioni di affiancare gli enti pubblici nell’organizzare attività di aggregazione, trasporto dei malati, promozione dei corretti stili di vita, controlli mirati alla prevenzione. Noi in questa occasione vogliamo porre l’accento sull’importanza di organizzare percorsi culturali per favorire l’aggregazione degli anziani agricoltori. Ci soffermeremo sulle bellezze di Padova e sui possibili itinerari da seguire, anche a cadenza settimanale”.

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Rincari, aziende agricole allo stremo: “Resisteremo pochi mesi”

Le aziende agricole del Veneto sono allo stremo: tra esorbitanti rincari energetici e incremento dei costi produttivi i conti non tornano e per molte si prospetta lo spettro della chiusura. Un quadro talmente drammatico che Confagricoltura Veneto ha convocato stamattina una riunione straordinaria, alla quale hanno preso parte i presidenti e i direttori di tutte le province. Da Verona a Vicenza, da Padova a Treviso, da Mestre a Belluno e Rovigo, il coro è stato unanime: le bollette esorbitanti, arrivate negli allevamenti a punte di 150.000 euro per il solo mese di agosto, oltre all’incremento dei costi produttivi e alla difficoltà di approvvigionamento di imballaggi e altri materiali, stanno portando molte aziende sull’orlo del crollo. Tanto che si sta pensando ad azioni incisive, come lettere ai prefetti o iniziative di piazza, per catturare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica.

“Ho convocato la riunione perché di questa situazione, che sta andando avanti da molti mesi, non si vede la fine  – sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. Stiamo monitorando le aziende ogni giorno, con le nostre associazioni regionali: non sono solo gli allevamenti a soffrire, con le bollette esorbitanti dell’energia elettrica dovute all’azionamento continuo dei condizionatori nelle stalle a causa del grande caldo. Ci sono i frutticoltori in difficoltà, gravati dai costi dell’utilizzo delle celle frigorifere. Ci sono i floricoltori, che devono mantenere le giuste temperature nelle serre. E ci sono anche le aziende vinicole, che pure utilizzano impianti di raffreddamento e sono, inoltre, alle prese con problemi di rincari di bottiglie e cartoni, oltre che in difficoltà nel loro approvvigionamento. Il credito d’imposta nel Decreto aiuti ter non aiuta, sia per l’esiguità in paragone al rialzo dei prezzi, sia perché è un sostegno troppo posticipato rispetto all’esborso che le aziende devono sostenere nell’immediato. E considerato che anche il nuovo governo impiegherà del tempo per insediarsi e disporre nuove misure, vogliamo che si sappia che qualsiasi ritardo potrebbe essere fatale. Le imprese agricole possono resistere ancora qualche mese, ma avanti di questo passo finiranno per soccombere. Con problemi di tenuta economica e sociale”.

Oltre ai rincari energetici, pesanti come macigni sui bilanci aziendali, si prospettano altre batoste autunnali, a cominciare dall’aumento dei tributi da parte dei Consorzi di bonifica. “Come amministratore del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, so che i costi di energia elettrica  incidono dal 20  al 30 per cento sui bilanci – spiega Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto -. Con i costi quadruplicati, i conti non tornano più, come i consorzi hanno scritto alla Regione e alle associazioni di categoria. Per cui chiederanno un tributo suppletivo agli agricoltori, che già faticano a onorare le bollette aziendali. Ma così la filiera agricola rischia di fermarsi. E se si ferma, dalle tavole spariranno tutti i prodotti d’eccellenza veneti: latte, uova, frutta, carne, salumi, verdura, olio, vino. E tutto questo mentre l’Unione Europea continua a porre paletti e obblighi, non accorgendosi che le importazioni di carni e uova da Paesi extraeuropei sono già in impennata, con tutto quello che ne consegue”.

Un quadro cupo, mentre si riaffaccia l’incubo aviaria con il focolaio scoperto l’altro ieri nel Trevigiano. “È vergognoso che, a distanza di oltre un anno dall’epidemia che ha messo in ginocchio gli allevamenti in Veneto, si rischi di tornare nelle stesse condizioni – tuona Barbetta -. Va messo in atto un sistema di monitoraggio molto più dinamico e tempestivo, in grado di evitare la diffusione del virus e una nuova epidemia, che stavolta per molte delle nostre aziende sarebbe mortale”.

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Sostegni ad alcuni settori zootecnici per l’aumento dei costi

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  il Decreto Ministeriale inerente i sostegni per alcuni settori zootecnici in crisi ai sensi del «Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura». Il testo definitivo del DM conferma tutti gli elementi che erano stati anticipati e quindi prevede lo stanziamento di 80 milioni distribuiti alle seguenti filiere zootecniche:

  1. a) filiera suinicola: 40 milioni di euro, di cui 28 milioni per i suini (massimo 25 euro a capo nato, allevato e macellato in Italia) e 12 milioni per le scrofe (massimo 30 euro per capo);
  2. b) filiera delle carni bovine di età inferiore agli 8 mesi: 4 milioni di euro (massimo 110 euro per capo);
  3. c) filiera bovini di razze autoctone in contratti di filiera di tipo privatistico o in SQN o in Sistemi di qualità di denominazione di origine protetta (DOP) e/o di Indicazione geografica protetta (IGP): 5 milioni di euro (massimo 150 euro per capo);
  4. d) filiera ovicaprina: 11 milioni di euro (massimo 3 euro per ogni pecora o capra) ;
  5. e) filiera cunicola: 3 milioni di euro (massimo 1 euro per capo macellato);
  6. f) filiera galline ovaiole: 6 milioni di euro (massimo 0,3 euro a capo);
  7. g) filiera tacchini: 5 milioni di euro per gli allevamenti di tacchini con una capacità produttiva superiore a 250 capi (massimo 1 euro per ogni capo);
  8. h) filiera polli: 4 milioni di euro (massimo 0,3 euro a capo);
  9. i) filiera avicola imprese di trasformazione, incubatoi e centri di imballaggio uova: 2 milioni di euro.

In caso di rapporto di soccida gli aiuti sono concessi per il 25% al soccidario e per il 75% al soccidante.

Le risorse del presente decreto sono destinate alla concessione di contributi nel limite dei 62 mila euro per le imprese agricole e 500.000 per le imprese di trasformazione fissati dal “Quadro temporaneo di crisi per misure di aiuti di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Le risorse che dovessero risultare eccedenti rispetto alle richieste dei beneficiari per i singoli interventi possono essere utilizzate per integrare le risorse destinate agli altri interventi, in proporzione alle richieste rimaste insoddisfatte per superamento del limite di spesa, con priorità al settore ovicaprino. Gli interventi dovranno essere erogati da AGEA entro il 31 dicembre 2022.

Agea, con circolare operativa numero 78 ha fornito le istruzioni operative per richiedere gli aiuti che, in considerazione della particolare natura dell’intervento in questione ed al fine di agevolare al massimo gli adempimenti in carico alle imprese zootecniche, prevede la presentazione delle domande in modo precompilato sulla base dei dati aziendali presenti nel Fascicolo Aziendale del SIAN e nella Banca Dati Nazionale.

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Dl aiuti ter: è un primo passo

Il decreto “Aiuti ter” approvato dal Consiglio dei Ministri, riunitosi stamani, contempla alcune misure di interesse per il settore agricolo, sollecitate da Confagricoltura. In attesa del testo definitivo licenziato all’unanimità dal CdM, da una prima analisi emerge che il DL prevede l’estensione del credito di imposta al 20% per il carburante agricolo al quarto trimestre (il decreto Aiuti Bis era già intervenuto sul terzo trimestre), con l’importante estensione dell’utilizzo per il riscaldamento delle serre, dei fabbricati produttivi utilizzati per gli allevamenti animali e anche alle imprese agromeccaniche.

Si tratta di un provvedimento importante – commenta Confagricoltura – sebbene non copra il secondo trimestre 2022, quando le lavorazioni nei campi erano a pieno regime. Sul fronte energia, con il decreto Aiuti Ter si interviene anche sui mesi di ottobre e novembre, potenziando il supporto alle imprese, come richiesto da Confagricoltura. In particolare, il credito di imposta per i consumi elettrici viene portato al 30% ampliando la platea di beneficiari (impianti di potenza superiore a 4,5kW), e quello per i consumi di gas viene alzato al 40%.

Queste misure – precisa Confagricoltura – si aggiungono agli interventi già previsti dal decreto Aiuti Bis relativi all’azzeramento degli oneri di sistema per il quarto trimestre e al prolungamento del credito di imposta per il terzo trimestre sia sui consumi elettrici (impianti di potenza superiore a 16,5 kW e credito di imposta al 15%), sia sul gas naturale (credito di imposta al 25%).

 

“E’ un primo passo verso le richieste delle imprese – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Ulteriori misure saranno tuttavia necessarie per garantire la continuità del processo produttivo all’interno della filiera agroalimentare”.

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Uova, boom di acquisti ma pesano i rincari

Vola il mercato delle uova in Veneto, con consumi in crescita grazie a costi contenuti. Ma l’aumento dei costi energetici e il rincaro delle materie prime riescono comunque a mandare in negativo i bilanci: ci sono aziende avicole che, solo per il mese di agosto, hanno ricevuto bollette di 100.000 euro per l’energia elettrica.

“Il mercato delle uova è tonico: il costo al consumo contenuto, soprattutto in rapporto all’energia fornita e alla qualità delle produzioni, sta facendo crescere i consumi – sottolinea Michele Barbetta, presidente della sezione Avicoli di Confagricoltura Veneto –. Ogni italiano, mediamente, tra prodotto fresco e alimenti trasformati, consuma circa 219 uova all’anno e in Veneto il settore avicolo rappresenta una punta di diamante sul territorio italiano, con una produzione media annua di 2 miliardi di uova. I listini all’ingrosso sono aumentati, ma l’incremento dei costi produttivi e la situazione di incertezza per l’andamento degli approvvigionamenti energetici disincentiva gli allevatori, che guardano con timore al futuro. Quest’estate abbiamo ricevuto bollette esorbitanti, in quanto, con il caldo record, abbiamo dovuto ventilare molto sia durante il giorno che durante la notte. Ci sono aziende che non riescono a pagare le fatture e altre che si chiedono come faranno ad affrontare nuove impennate dei costi energetici, dato il peggiorare della crisi innescata dal conflitto russo-ucraino”.

A tutto questo vanno aggiunti i costi delle materie prime, a cominciare dai mangimi, che sono andate a influire sulle quotazioni: il primo trimestre 2022 segna un aumento del 14% rispetto al 2021, che in aprile è salito al 21%. “L’aumento delle quotazioni sta incidendo soprattutto sul mercato delle uova biologiche – precisa Barbetta -. In Germania l’uovo bio registra una profonda crisi, dovuta al fatto che le famiglie hanno sempre meno soldi e scelgono perciò i prodotti più a basso prezzo. Temiamo che questa recessione possa toccare anche il nostro mercato e sarebbe un problema, considerati gli investimenti che molte aziende venete hanno compiuto nel realizzare allevamenti di galline allevate a terra, senza antibiotici, con granelle biologiche, in capannoni ammodernati e con pannelli solari installati sui tetti. Chiediamo attenzione dalle istituzioni perché sostengano un comparto vitale per l’agricoltura veneta, che produce proteine di alta qualità a un costo contenuto per le famiglie”.

La filiera delle uova in Italia è costituita da circa 2.600 allevamenti, con 41 milioni di capi (75% al Nord), per una produzione annua di 12,6 miliardi di uova e un  valore della produzione all’origine di 1,4 miliardi di euro.

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“Cavalli in Villa” fa tappa a villa Caffo Navarrini

Saranno oltre 300 i cavalli che varcheranno la soglia di Villa Caffo Navarrini, nel Comune di Rossano Veneto (Vicenza), per dare il via alle ultime due tappe di “Cavalli in Villa” che concluderanno il primo anno di vita della start up, promossa dalla Federazione Italia Sport Equestri (FISE) del Veneto con la collaborazione di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, e altri partner istituzionali e privati.

Il cavallo, eletto dal progetto ad alfiere della cultura e sano promotore delle eccellenze di queste terre, sarà protagonista negli spazi della villa vicentina progettata dall’architetto bassanese Giovanni Miazzi – seguace del Palladio, del Serlio e del Vignola – nei week end del 23-25 settembre e 1-2 ottobre, e sarà fulcro di un ricchissimo carnet di iniziative e appuntamenti gratuiti e aperti a tutti, che uniscono sport, natura e territorio a cultura, arte e spettacolo, con uno sguardo concreto alla solidarietà.

Per quanto riguarda lo sport e l’intrattenimento, ogni giorno di entrambi i week end si terrà il concorso ippico di salto ostacoli, A5* e B*, nel campo gara allestito nel parco della villa, le cui tribune potranno accogliere tutto il pubblico in arrivo.  Spettacoli di arte equestre, performance mozzafiato di stuntman a cavallo, ma anche dimostrazioni di come si lavora con questi affascinanti animali sui grandi set cinematografici, si alterneranno nelle pause del concorso e a chiusura delle diverse giornate. Farà il suo ingresso in villa, poi, il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido (CAI TPR) che, grazie a numerose prove e spettacoli, mostrerà al pubblico la sua enorme versatilità, intelligenza e bontà. Per i più piccoli e per le famiglie ci saranno le attività quotidiane del Villaggio del Bambino, con il battesimo della sella sui pony, percorsi ludico-educativi in sella per conoscere il cavallo e concorsi di disegno dedicati alle scuole del territorio.

E ancora lezioni di biodiversità con l’Arma dei Carabinieri, test e gite gratuite in E-Bike fino a musiche a 432 MHZ con Paolo Zanarella, il noto “Pianista Fuori Posto”, che apparirà in luoghi inconsueti per allietare con le sue note uomini e animali, fino alla presenza delle auto d’epoca e di uno speciale concorso aperto al pubblico organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano (ASI).

Per quanto riguarda la cultura e l’arte, il critico Vittorio Sgarbi, patron di “Cavalli in villa” 2022, porterà il pubblico dentro le meraviglie artistiche delle ville venete e di Villa Caffo Navarrini, presentando uno dei suoi ultimi libri, fino a convegni a cura dell’Istituto Regionale Ville Venete (IRVV) e cene di beneficenza che, entrambi i sabati, sosterranno con i relativi proventi associazioni charity locali.

Le numerose iniziative e incontri di rilievo delle ultime di due tappe di “Cavalli in Villa” saranno, arricchiti da una data extra, il week end 8-9 ottobre sempre a Villa Caffo Navarrini, dedicata alla prestigiosa Milan International Cup, con 80 cavalli Purosangue Arabi al via in sfilate di morfologia. Per tutti i dettagli consultare il sito https://www.cavalliinvilla.it.

L’iniziativa “Cavalli in Villa” è un format ideato dalla società Cavalli in Villa, promossa da FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) Veneto con la collaborazione di FISE Nazionale e il sostegno dell’Istituto Regionale Ville Venete (IRVV). Gode inoltre del patrocinio di Sport e Salute, sotto l’egida del Governo Italiano, del CONI Veneto e della Regione e dei quattro Comuni che ospitano gli eventi lungo l’anno. Il progetto, che ha debuttato ad aprile 2022 a Villa Bassi ad Abano Terme (PD), si sviluppa su cinque appuntamenti in prestigiose ville del Veneto eleggendo il cavallo ad alfiere della cultura capace di aggregare intorno a sé numerose eccellenze del territorio, unendo sport, tradizione e intrattenimento ad arte, cultura, natura.

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Agriturismi, la legge regionale è equilibrata e ci soddisfa

Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, esprime soddisfazione per la legge sull’agriturismo approvata dal consiglio regionale, frutto di un iter legislativo molto lungo e complesso.

Ringraziamo l’assessore Federico Caner, la presidente della sesta commissione Francesca Scatto, il presidente della terza commissione Marco Andreoli e il relatore Giuseppe Pan  – sottolinea Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto – per aver contribuito, con la loro mediazione, a giungere a una legge ben fatta, che tiene conto dei diversi equilibri e delle esigenze degli agriturismi in relazione a una domanda che è notevolmente cambiata. Dispiace che ci siano state delle polemiche, che non ci appartengono e alle quali non vogliamo prendere parte, dato che questa legge è stata il frutto di un confronto congiunto, lungo e serrato, tra i sindacati agricoli e le altre categorie del turismo. Perché al di là della disputa sui posti letto e sull’asporto dei pasti, che peraltro riguardava poche aziende, il cuore innovativo è che il testo licenziato aggrega finalmente le attività dell’agriturismo a quelle del turismo rurale, senza considerarli due mondi separati. In sostanza, mentre prima l’ambito degli agriturismi era considerato esclusivamente quello relativo all’ospitalità e somministrazione di pasti, bevande e spuntini, ora si allarga dal punto di vista normativo e operativo ad attività come l’ippoturismo, il cicloturismo, le passeggiate tra le vigne e altre forme di turismo rurale sempre più richieste dai nostri ospiti. Potremo, insomma, promuovere il nostro territorio con esperienze a 360 gradi, coniugando prodotti tipici e spunti culturali, storia e tradizione. Una sinergia con gli altri attori che non potrà che far accrescere la conoscenza e il prestigio della nostra splendida realtà regionale”.

Una legge che può essere un sostegno per i circa 1.500 agriturismi veneti in un momento segnato dalla ripresa del turismo, come emerge dal rapporto 2022 di Assoturismo, che segna una crescita delle presenze da giugno ad agosto del 15,5% rispetto al 2021, con un ritorno degli stranieri. “Anche per le nostre strutture regionali l’estate è stata soddisfacente – conferma Granata – seppure il caro carburanti, l’impennata dell’inflazione e il ritorno dei contagi abbiano rallentato il passo, non consentendoci di arrivare ai risultati pre-pandemia del 2019. È comunque la prima estate positiva dopo due anni, con il ritorno degli stranieri dal Nord Europa come tedeschi, austriaci, belgi e perfino inglesi. Un trend positivo che sta continuando anche in settembre, dato che ancora molte sono le prenotazioni e, tempo permettendo, potremmo avere ospiti fino a fine mese. Nota ancor più lieta, abbiamo già prenotazioni per l’anno venturo”.

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Energia, urgenti misure europee

Agrinsieme, il Coordinamento che riunisce Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, rilancia le proposte del Copa-Cogeca (Comitato delle organizzazioni professionali agricole-Confederazione Generale delle Cooperative agricole) in occasione del Consiglio straordinario Energia, convocato oggi (venerdì 9 settembre)  per cercare una risposta comune tra gli Stati membri all’aggravarsi della crisi energetica e all’impennata dei prezzi.

L’aumento dei costi di gas, elettricità, carburante, fertilizzanti e imballaggi sta strozzando la filiera e in particolare le imprese agricole, ulteriormente penalizzate dall’andamento del clima, con siccità e nubifragi che hanno ridotto i volumi produttivi in Italia e in Europa.

 

Il Coordinamento chiede che  l’agroalimentare sia riconosciuto tra questi anche per la rilevanza che la spesa alimentare ha sul bilancio delle famiglie, specialmente sui nuclei meno abbienti. Sono già evidenti, proprio per la crescita dei prezzi, segnali di contrazione dei consumi. La voce “alimentazione” è quella che ha fatto registrare, dopo l’energia, la crescita più sostenuta in termini di inflazione. Contenere i costi di produzione è il modo più immediato e diretto per frenare la crescita dei prezzi al consumo.

Per Agrinsieme è fondamentale  che siano messe in campo nel più breve tempo possibile tutte le misure affinché la filiera agroalimentare continui ad operare, garantendo la fornitura di prodotti di alta qualità al miglior prezzo possibile.

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