Ottobre 2023

BCAA 7 – Obbligo della rotazione dal 2023

La norma della Condizionalità BCAA7 (obbligo dalla rotazione delle colture) è entrata in vigore nel 2023 soltanto per le superfici impegnate nell’Ecoschema 4 (sistemi foraggeri) e/o negli impegni agro-climatico-ambientali delle azioni SRA03 (Lavorazioni ridotte).

L’obbligo della rotazione entrerà in vigore nel 2024 per tutte le aziende con più di 10 ettari di seminativo, esclusi i casi esenti riportati di seguito. Anche per le superfici impegnate con la misura 10.1.2. (ottimizzazione delle tecniche agronomiche e irrigue) della precedente programmazione l’obbligo entrerà in vigore il prossimo anno (in merito a questo punto avevamo fornito un’informazione non corretta).Continua il lavoro di Confagricoltura per ottenere il prolungamento della deroga al 2024, sollecitata nei giorni scorsi dallo stesso Masaf, ma che finora non ha trovato l’assenso della Commissione UE.

Ricordiamo che l’obbligo della rotazione consiste in un cambio di coltura almeno una volta all’anno a livello di parcella (eccetto nel caso di colture pluriennali, erbe e altre piante erbacee da foraggio e terreni lasciati a riposo).Tale cambio di coltura è inteso come cambio di genere botanico e, pertanto, non ammette la monosuccessione dei seguenti cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, farro.

La monosuccessione può essere interrotta anche con una coltura secondaria (es. soia di secondo raccolto, oppure senape o loietto), purché adeguatamente gestita, cioè portata a completamento del ciclo produttivo, il quale deve avere una durata di almeno 90 giorni. Come abbiamo scritto, il Masaf ha chiarito che tali colture non possono essere sovesciate, ma il prodotto deve essere raccolto.

Ricordiamo  che l’ambito di applicazione della rotazione obbligatoria comprende le superfici a seminativo e che sono però esenti le aziende:

  1. i cui seminativi sono utilizzati per più del 75 % per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio, costituiti da terreni lasciati a riposo, investiti a colture di leguminose o sottoposti a una combinazione di tali tipi di impieghi;
  2. la cui superficie agricola ammissibile è costituita per più del 75 % da prato permanente, utilizzata per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio o investita a colture sommerse per una parte significativa dell’anno o per una parte significativa del ciclo colturale o sottoposta a una combinazione di tali tipi di impieghi;
  3. con una superficie di seminativi fino ai 10 ettari;
  4. i cui seminativi sono costituiti da colture sommerse;
  5. relativamente alle superfici certificate come Biologiche (Regolamento (UE) 2018/848) e quelle condotte secondo i disciplinari della Produzione Integrata (SQNPI).

Deroghe alla norma sono consentite, qualora sussistano precise condizioni, nelle zone di montagna e nel caso di seminativi condotti in regime di arido coltura.

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Nuova comunicazione Cciaa, registro dei titolari effettivi

La normativa sull’antiriciclaggio prevede, tra le altre cose, l’istituzione del “Registro dei titolari effettivi”, la cui finalità è quella di registrare le persone fisiche che possiedono, direttamente o indirettamente, un’impresa, o la controllano o ne risultano beneficiari. Il Registro dei titolari effettivi è istituito presso il Registro delle Imprese della CCIAA.

Nella Gazzetta Ufficiale del 9 ottobre è stato pubblicato il decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy con cui scatta il termine di 60 giorni per l’adempimento di prima iscrizione nel Registro e pertanto entro il prossimo 11 dicembre 2023 devono essere comunicati i dati dei titolari effettivi (l’8 dicembre è festivo ed è seguito da un sabato e una domenica).

L’obbligo di effettuare la comunicazione riguarda:

– le imprese dotate di personalità giuridica (società a responsabilità limitata, società per azioni, società in accomandita per azioni e società cooperative);

– le persone giuridiche private (associazioni, fondazioni ed altre istituzioni di carattere privato che acquistano la personalità giuridica con l’iscrizione nel Registro delle persone giuridiche);

– i trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e gli istituti giuridici affini al trust.

Ne sono quindi escluse sia le ditte individuali che le società semplici, che costituiscono la maggior parte delle imprese nel settore agricolo.

La comunicazione dei dati e delle informazioni deve essere effettuata utilizzando l’apposito Modello TE, da firmare digitalmente attraverso la pratica “Comunicazione unica”, da trasmettere tramite un soggetto abilitato all’invio telematico.

Nel caso in cui, successivamente alla presentazione della comunicazione, si verifichino delle variazioni dei dati e delle informazioni, ricorre l’obbligo, entro i 30 giorni successivi, di comunicare le variazioni. Inoltre, i dati e le informazioni comunicati dovranno essere confermati annualmente. Le società di capitali potranno provvedere alla conferma dei dati contestualmente all’adempimento del deposito del bilancio.

I dati da comunicare sono:

  • i dati identificativi e la cittadinanza delle persone fisiche indicate come titolare effettivo;
  • l’entità della partecipazione al capitale della società da parte della persona fisica indicata come titolare effettivo o le modalità di esercizio del controllo;
  • qualora il titolare effettivo non sia individuabile secondo le metodologie precedenti, i poteri di rappresentanza legale, amministrazione o direzione dell’ente, esercitati dalla persona fisica indicata come titolare effettivo.

L’omessa comunicazione è punita con la sanzione amministrativa da 103 a 1.032 euroin capo a ciascun soggetto obbligato.

Gli Uffici di Confagricoltura sono a disposizione degli Associati per effettuare tutti gli adempimenti necessari.

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Bando innovazione Ismea, domande in novembre

Per lunedì 30 ottobre alle 15 Ismea ha organizzato un incontro tecnico sul Fondo per l’innovazione in agricoltura, che si svolgerà su piattaforma Zoom.  Durante il webinar verranno presentate le istruzioni operative del Fondo e le modalità di presentazione delle domande. Per partecipare al webinar sarà necessario iscriversi alla piattaforma zoom tramite questo link, al fine di ricevere per email, da ISMEA no-reply@zoom.us, il link per seguire l’evento (se non si dovesse trovare la mail nella posta in arrivo, verificare nelle caselle di posta indesiderata o nello spam).

Ismea informalmente ha anticipato che lo sportello per  la presentazione delle domande verrà aperto nei primi giorni di novembre. Oltre al modulo per la presentazione della domanda è probabile che venga richiesta la seguente documentazione:

  • tre preventivi per ogni macchinario/attrezzatura richiesta (è opportuno che i preventivi siano inviati dal rivenditore al beneficiario via pec);
  • visura centrale rischi;
  • autodichiarazione antimafia;
  • autodichiarazione casellario giudiziario e carichi pendenti.

Naturalmente si stratta di informazioni che dovrebbero trovare conferma nella riunione di lunedì 30 ottobre e poi nei documenti ufficiali di Ismea.

Ricordiamo che i beneficiari, gli interventi e le attrezzature ammesse all’intervento sono contenuti nel decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste del 9 agosto 2023 di attuazione del Fondo per l’innovazione in agricoltura e prevede l’erogazione di , la cui sintesi è riportata nell’inserto tecnico del “Gli Agricoltori Veneti” del mese di ottobre.

Il provvedimento definisce le modalità di accesso agli interventi volti a sostenere la realizzazione di progetti di innovazione finalizzati all’incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, di soluzioni robotiche, di sensoristica e di piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché per l’utilizzo di sottoprodotti.

Per la concessione delle agevolazioni sono destinati 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 con una quota destinata alle imprese ubicate nei territori colpiti dall’alluvione del maggio 2023 suddivisa come di seguito: 10 milioni di euro per l’anno 2023, 30 milioni di euro per l’anno 2024 e 35 milioni di euro per l’anno 2025.

Per ulteriori informazioni le aziende interessate possono rivolgersi agli uffici di Confagricoltura.

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Il vino contribuisce ad uno stile di vita sano

È stata firmata a Toledo la dichiarazione sui consumi moderati che libera il vino dallo stigma prodotto dannoso delle quantità assunte. Il gruppo di trenta scienziati da tutto il mondo che si è riunito in Spagna al congresso scientifico “Lifestyle, diet, wine& health” ha messo in evidenza che una dieta bilanciata come quella Mediterranea, che include moderazione in tutti gli aspetti della vita – inclusi i consumi di vino – è riconosciuta come contributo positivo ad uno stile di vita sostenibile e sano.

Il riferimento al consumo di vino in un parere scientifico di simile portata si contrappone ad un quadro di orientamento dallo stampo proibizionistico che l’Unione europea ha appoggiato con scelte politiche recenti, quali l’ipotesi di etichetta allarmistica per il consumo delle bevande alcoliche o con la proposta di penalizzare il comparto nell’accesso ai fondi di promozione. Confagricoltura resta aderente al parere più volte espresso ai diversi livelli istituzionali sul consumo moderato di vino nell’alveo di una dieta sana ed equilibrata, come la Dieta mediterranea.

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Corso gratuito di formazione insetti impollinatori

LIFE 4 Pollinators intende migliorare la conservazione degli insetti impollinatori e delle piante entomofile nella regione mediterranea, attraverso la creazione di un circolo virtuoso che porti a cambiamenti progressivi nelle pratiche antropiche che rappresentano le principali minacce per gli impollinatori.

Per raggiungere questo obiettivo, in collaborazione con la Regione Veneto propone il corso di formazione su agricoltura e impollinatori, che sarà un’ottima occasione per chi ha un’azienda agricola, che si occupa di agricoltura e vuole saperne di più su api e farfalle.

Il corso è gratuito e online.

Per informazioni e iscrizione potete contattare Confagricoltura Veneto: tel. 041 987400 – fedvenet@confagricoltura.it

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Decreto flussi 2023, domande da precaricare entro il 26 novembre

Il Decreto del Presidente del Consiglio del 27 settembre, relativo alla programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2023-2025, riconosce per l’anno in corso 82.550 unità, per il lavoro subordinato stagionale dei settori agricolo e turistico-alberghiero e, all’interno di queste, una quota riservata di 40.000 unità per le istanze presentate dalle Organizzazioni di rappresentanza delle imprese agricole, tra cui Confagricoltura.

Il click-day per la presentazione delle istanze di nulla osta al lavoro stagionale per l’anno 2023 è previsto per il 12 dicembre p.v. a partire dalle ore 9.00 (settantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale). Da notizie apprese in via informale, la circolare interministeriale attuativa del citato DPCM è alla firma dei Ministri competenti e dovrebbe essere pubblicata a breve.

Nei prossimi giorni verrà pubblicata la circolare applicativa, dopo di chesarà possibile iniziare a precaricare le istanze. Il precaricamento dovrà avvenire entro il 26 novembre 2023, data in cui verrà chiuso il canale di trasmissione telematico al fine di stabilizzare la procedura in vista dei click day (il primo, che non riguarda gli stagionali, è fissato per il 2 dicembre 2023).

 

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Bandi agroambiente sviluppo rurale

E’ disponibile il materiale dell’incontro divulgativo della Regione dello scorso 9 ottobre. Nel sito della Regione Le opportunità dello Sviluppo rurale Veneto -Due Carrare (PD), 9 ottobre – Veneto Rurale è disponibile il video integrale della serata e le slide dei relatori.

Ricordiamo che nel Bollettino ufficiale della Regione del Veneto del 15 settembre è stata pubblicata a Delibera della Giunta Regionale contente i nuovi bandi per il sostegno di impegni agro-climatico-ambientali SRA 04, SRA 13 E SRA 19 previsti dal Complemento per lo sviluppo rurale 2023-2027. Si tratta di impegni quinquennali finalizzati all’impiego della sostanza organica (letame di allevamenti bovini e bufalini), al contenimento dell’ammoniaca nella distribuzione di effluenti palabili e alla riduzione dell’impiego di fitofarmaci.

SRA04 – Apporto di sostanza organica nei suoli. L’intervento prevede un pagamento per i beneficiari che si impegnano a migliorare le caratteristiche strutturali e chimico-fisiche dei suoli agricoli mediante l’apporto e il mantenimento diretto di sostanza organica proveniente da letame zootecnico.

SRA13 – Impegni specifici per la riduzione delle emissioni di ammoniaca di origine zootecnica e agricola – Azione 13.2 – Adozione di tecniche di distribuzione di effluenti di allevamento palabili e/o del digestatoagrozootecnico e agroindustriale (separato solido), così come definiti all’art. 22, comma 1 e comma 3 del DM 5046/2016. L’intervento prevede un pagamento annuale per ettaro di superficie agricola a favore dei beneficiari che si impegnano volontariamente ad adottare tecniche agronomiche di concimazione a bassa emissività per la distribuzione in campo di effluenti palabili di origine zootecnica, nel rispetto della specifica regolamentazione (Direttiva Nitrati), volte a salvaguardare le acque sotterranee e superficiali dall’inquinamento causato dai nitrati di origine agricola.

SRA19 – Riduzione impiego fitofarmaci – Azione 19.1 – Riduzione del 50% della deriva dei prodotti fitosanitari. L’azione prevede il sostegno agli agricoltori che si impegnano a utilizzare sistemi di trattamento e/o macchine/attrezzature specifici finalizzati alla riduzione della deriva dei prodotti fitosanitari durante la loro distribuzione di almeno il 50% rispetto alla tecnica di irrorazione ordinaria. I richiedenti devono obbligatoriamente presentare domanda anche nell’Azione 19.2 o nell’Azione 19.3 del medesimo Intervento.

SRA19 – Riduzione impiego fitofarmaci – Azione 19.2 – Riduzione dell’impiego dei fitofarmaci contenenti sostanze attive individuate come più pericolose. L’azione prevede il sostegno agli agricoltori che si impegnano a ridurre l’utilizzo delle sostanze attive che richiedono particolare attenzione al fine di ridurre i rischi e l’impatto che il loro utilizzo può determinare sulla salute umana e sull’ambiente.

SRA19 – Riduzione impiego fitofarmaci – Azione 19.3 – Adozione di strategie avanzate di difesa delle colture basate sui metodi biotecnologici e biologici. L’azione contribuisce agli obiettivi di sviluppo sostenibile in quanto i beneficiari si impegnano a sostituire l’uso di prodotti fitosanitari di origine chimica con strategie di intervento alternative, sostanze a basso rischio ed agenti di biocontrollo, in applicazione dei principi generali di difesa integrata enunciati dalla Direttiva 2009/128/CE.

L’importo complessivo a bando disposto dal presente provvedimento risulta pari a 31.000.000,00 euro. La scadenza per la presentazione delle domande è il 14 dicembre 2023.

Accedi ai bandi: Bandi DGR n. 1100 del 12 settembre 2023 – Regione del Veneto

 

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Ortofrutta in grave sofferenza

La situazione del comparto ortofrutticolo è stata oggetto di approfondimento del Comitato direttivo di Confagricoltura, all’indomani del Tavolo convocato dal ministro Lollobrigida e alla luce delle gravi difficoltà del settore. Proprio a Bologna, due giorni fa, i frutticoltori erano scesi in piazza per sollecitare misure e garantire futuro ad uno dei più rilevanti comparti dell’agricoltura nazionale, che vale oltre 14 miliardi di euro e rappresenta il 25% dell’intero settore primario italiano.

Le priorità sono il ripristino della liquidità delle imprese, la realizzazione di un piano straordinario pluriennale di estirpazione e reimpianto per convertire la produzione frutticola verso specie e varietà più orientate al mercato e maggiormente adattate ai cambiamenti climatici, il miglioramento degli strumenti della gestione del rischio per tutelare il reddito degli agricoltori, aumentando i fondi per accrescere l’efficacia delle misure dedicate.

Il quadro è molto complesso. Dopo due anni consecutivi in cui le gelate primaverili hanno compromesso buona parte dei raccolti in diverse regioni d’Italia, a fronte della diffusione di fitopatie difficili da contrastare, nell’ultimo anno i produttori hanno dovuto fare i conti con le gelate di aprile, le alluvioni di maggio, le alte temperature che si sono eccezionalmente protratte nel tempo, situazioni che hanno portato pesanti riduzioni delle quantità raccolte e commercializzate.

Ai danni climatici si somma la dinamica dei costi di produzione che continua a mantenersi su livelli alti rispetto al passato e che in questi ultimi giorni, a causa dello scoppio del nuovo conflitto, sta portando a nuovi aumenti. C’è poi da evidenziare la carenza di manodopera, l’incremento dei tassi di interesse che riduce la propensione agli investimenti, una generale diminuzione del potere d’acquisto che sta ulteriormente riducendo i consumi delle famiglie, ormai su livelli preoccupanti da diverso tempo.

Le produzioni più in difficoltà sono pere, kiwi e agrumi. Nella sola Emilia-Romagna, negli ultimi 20 anni, la superficie frutticola è passata da 66mila a 44mila ettari. Soltanto le pere quest’anno hanno avuto una produzione inferiore del 60% rispetto al 2022. Anche nel Veneto abbiano registrato una riduzione delle superfici destinate alla frutticoltura, passate negli ultimi 10 anni da oltre 20 mila ettari e circa 15 mila e, purtroppo, costantemente in calo.

Confagricoltura apprezza lo sforzo del ministro Lollobrigida che ha annunciato di voler pianificare lo sviluppo della filiera, puntando in particolare su innovazione e ricerca, ma ribadisce l’urgenza di misure efficaci: “Nell’immediato, occorrono provvedimenti importanti, così come è successo con il decreto ministeriale per gli agrumi. Molte aziende oggi lavorano in perdita. Il settore sta diventando estremamente vulnerabile. È evidente l’urgenza di interventi per garantire un futuro all’agricoltura e all’economia di molte regioni”.

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Idoneità Prosecco: comunicazione impianto di vigneti

Con decreto n. 195 la Direzione Agroalimentare della Regione Veneto, integrando il DDR 125 del 19 luglio 2023, ha previsto l’obbligo di comunicare, entro e non oltre il 30/11/2023, l’avvenuto impianto di vigneti di Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay realizzati entro il 31/07/2023 per l’iscrizione allo schedario viticolo veneto ai fini dell’idoneità alla Doc Prosecco per le campagne viticole 2023/24 – 2025/26.

Il DDR n. 125 del 19 luglio 2023 aveva previsto la “Sospensione temporanea iscrizione vigneti allo schedario viticoloveneto ai fini dell’idoneità alla rivendicazione delle uve Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay da destinarealla Doc Prosecco per le campagne vitivinicole 2023/24 – 2025/26”.  La sospensione temporanea dell’iscrizione dei vigneti Pinot bianco, Pinot grigio eChardonnay allo schedario viticolo veneto ai fini dell’idoneità alla Doc Prosecco per le campagne viticole2023/24 – 2025/26 per essere pienamente efficace deve infatti prevedere anche un termine ultimo di comunicazione.

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Aglio in rimonta: aumento di superfici e prodotto di qualità

Consistente aumento di superfici e prodotto di qualità. Il 2023 si chiude con un ottimo bilancio per l’aglio veneto, concentrato per il 90% in provincia di Rovigo, decisamente in rimonta rispetto al siccitoso 2022 che causò sofferenza alle produzioni.

Secondo i dati 2022 di Veneto Agricoltura, in tutto il Veneto la superficie ad aglio è aumentata, portandosi a 550 ettari con un aumento del 14,5% rispetto all’anno precedente. Rovigo resta la regina regionale, con 490 ettari di oro bianco polesano, e un incremento del 21,3%, con l’aglio bianco polesano dop a recitare una parte importante sul mercato, con circa 140 ettari di coltivazione, 600 tonnellate di produzione certificata annua e 3,3 milioni di euro di valore alla produzione. In Polesine si coltivano anche altre tipologie: dall’aglio precoce di maggio, che ha bisogno di una lavorazione particolare per evitare l’ossidazione, all’aglio rosa francese, pure precoce.

A tracciare un bilancio è Sandro Targa, che segue il settore come tecnico di Confagricoltura Rovigo: “Rispetto all’anno scorso, quando le altissime temperature e la siccità portarono alla crescita di calibri piccoli, la stagione 2023 si può definire soddisfacente sia come produzione, sia come qualità. Qualche problema c’è stato nel periodo primaverile, con piogge persistenti che hanno reso difficoltosa la lavorazione in campo. Ma in generale le aziende sono riuscite a portare il prodotto a maturazione e ad ottenere un buon raccolto per quantità, con pezzature di qualità”.

 

Aggiunge Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo: “Si prefigura una buona annata con un prezzo buono, dato che per l’aglio a mazzo, raccolto e seccato, si viaggia mediamente attorno ai 180 euro a quintale. La richiesta dei commercianti è però sempre di più di prodotto semilavorato, che viene pagato oltre 250 euro a quintale, in modo che gli scarti di lavorazione restino in capo al produttore. La panoramica positiva del settore porta a pensare che ci sarà un aumento delle superfici coltivate ad aglio anche nel 2024, anche perché pare che in Francia, nostro principale competitor, siano in diminuzione”.

 

L’aglio è una coltura meccanizzata nella raccolta, che necessita però di manodopera nella fase di lavorazione, immagazzinamento, stoccaggio e confezionamento in trecce, grappoli, canestrini e mazzi. E questo è il tasto dolente. “Le aziende più grosse hanno personale formato per le varie fasi – spiega Targa -, mentre altre faticano soprattutto nel periodo estivo a reperire persone con fisico e voglia di lavorare in luglio, quando si raccoglie e si lavora l’aglio dop polesano, sotto il sole cocente nelle campagne di Pontecchio, Grignano, Lusia, Guarda Veneta e altri luoghi di produzione polesani. Una volta c’erano molti studenti e gente del posto, mentre oggi bisogna affidarsi sempre di più alle cooperative. E i braccianti sono quasi tutti stranieri”.

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