Settembre 2017

SPECIALE REFERENDUM

“Il referendum di domenica prossima non avrà un effetto diretto, ma permetterà alla Regione Veneto di instaurare una trattativa con il Governo per avere ulteriori risorse e competenze. Più grande sarà la partecipazione al voto, maggiore sarà la “forza contrattuale” che la Regione riuscirà a ottenere”.

Confagricoltura Veneto, per voce del presidente Lodovico Giustiniani, prende posizione a pochi giorni dal referendum consultivo, visto come un’opportunità per ottenere un efficientamento della macchina burocratica, che spesso appesantisce le attività d’impresa.  “Nota è l’insofferenza degli imprenditori agricoli verso l’inefficienza o malfunzionamento di alcuni settori della pubblica amministrazione, che penalizzano il nostro sistema economico e le imprese – spiega il presidente Giustiniani -. Il settore agricolo si confronta giornalmente con la vischiosità del sistema burocratico, che rallenta e in taluni casi scoraggia gli investimenti. Così come i nostri associati son ben consci dei diversi trattamenti economici che hanno da un lato le Province autonome di Trento e Bolzano, e dell’altro il Friuli Venezia Giulia. Con questo referendum abbiamo la possibilità di rafforzare il mandato alla nostra Regione di aprire una trattativa, che permetta di avere maggiori risorse e competenze da gestire direttamente. Risorse provenienti dal gettito fiscale dei contribuenti veneti”.

Il Consiglio direttivo di Confagricoltura Veneto ha incontrato nei giorni scorsi l’assessore regionale Giuseppe Pan, che ha illustrato la distribuzione finanziaria e della spesa fra le Regioni italiane. Il residuo fiscale del Veneto supera i 15 miliardi di euro. Questo significa che ogni cittadino ha 3.137 euro di residuo fiscale pro capite: diamo più di quanto riceviamo. “Avere a disposizione le nostre risorse significa non rinviare oltre investimenti in infrastrutture e ammodernare l’amministrazione pubblica – sottolinea Giustiniani -. Alcuni nodi, come le competenze fra Agea e Avepa, potrebbero sciogliersi. Tra le materie che saranno oggetto di trattativa con il Governo, importante sarà la possibilità della Regione di acquisire competenze nelle discipline dell’ambiente e governo del territorio, che sono molto legate e intrinseche con l’attività agricola”.

Confagricoltura Veneto elaborerà nei prossimi giorni un documento, che sarà consegnato all’assessore Giuseppe Pan, alla Giunta regionale e al presidente Luca Zaia, contenente le aspettative e indicazioni del mondo agricolo. Tra le proposte principali, la richiesta di destinare una quota del fondo di garanzia Ismea alle imprese agricole venete e la devoluzione di una quota del finanziamento statale di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ad Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), per favorire il sostegno e lo sviluppo della produzione agricola sul territorio.

Vogliamo fornire agli agricoltori e ai nostri lettori uno spazio dove meglio comprendere le ragioni referendarie, gli obiettivi e le possibili ricadute positive nella nostra Regione.

Di seguito troverete una serie di documenti e pubblicazioni utili per la vostra scelta per il Referendum del prossimo 22 Ottobre.

Gli Agricoltori Veneti – Speciale Referendum

Documenti utili

Clarissa GulottaSPECIALE REFERENDUM
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Attivazione di un sistema regionale di sorveglianza della Blue Tongue, di monitoraggio dell’influenza aviaria

Considerato il rischio che la Regione del Veneto ha di trovarsi di fronte a nuovi focolai di malattie infettive e trasmissibili, al fine di dotarsi di adeguanti strumenti di controllo e di monitoraggio, la Regione ha ritenuto indispensabile l'”Attivazione di un sistema regionale di sorveglianza epidemiologica per il controllo della Blue Tongue e il monitoraggio delle zoonosi”, che si pone i seguenti obiettivi:

  • controllo della Blue Tongue e il monitoraggio dell’attuazione, a livello regionale, di piani di controllo e di eradicazione delle malattie infettive e contagiose, in particolare quelle a carattere zoonosico, con lo scopo di tenere costantemente monitorata l’evoluzione della situazione epidemiologica e i fattori di rischio correlati alla loro insorgenza e diffusione.
  • aggiornamento di un apposito sito internet regionale (www.resolveveneto.it) dove raccogliere e pubblicare l’analisi, l’interpretazione e la diffusione sistematiche e continue di dati sanitari, compresi gli studi epidemiologici, a beneficio dell’autorità competente, degli operatori del settori e di tutti i cittadini, in modo da permettere la massima trasparenza del sistema.
  • definizione di nuovi livelli di biosicurezza, in particolare nelle aree ad elevata densità di allevamenti avicoli (DPPA);
  • predisposizione di specifiche esercitazioni di emergenza in tempo reale per l’influenza aviaria, come previsto dal Piano della Prevenzione approvato con DGR n. 749/2015.

L’attuazione del piano sarà affidata all’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro.

Clarissa GulottaAttivazione di un sistema regionale di sorveglianza della Blue Tongue, di monitoraggio dell’influenza aviaria
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Pac 2018: messa a riposo terreni ridotta a sei mesi

Con il regolamento 1155 del 15 febbraio 2017, la Commissione europea ha disciplinato alcuni aspetti concernenti la messa a riposo e l’utilizzo di prodotti fitosanitari sulle superfici utilizzate come aree a focus ecologico.  Il regolamento sarà applicato tramite un decreto ministeriale non ancora disponibile.

Il Mipaaf ha comunque precisato alcuni aspetti inerenti la gestione della messa a riposo che sono rilevanti per la gestione degli ordinamenti colturali. Tali elementi, importanti per la definizione dei piani colturali in quanto i terreni a riposo possono essere utilizzati come aree di interesse ecologico (EFA), sono i seguenti:

  • la messa a riposo prevede un periodo di assenza di qualsiasi produzione agricola;
  • rispetto al passato tale periodo, come consentito dal regolamento, sarà ridotto da otto mesi a sei mesi. Si rammenta che tale periodo deve essere consecutivo e collocato nell’ambito di un medesimo anno civile;
  • è intenzione del Mipaaf notificare alla Commissione europea, come data di inizio e di fine di tale periodo di set-aside le date del 1° gennaio e del 30 giugno.

Ricordiamo inoltre che il citato regolamento vieta l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree di interesse ecologico e quindi anche nelle colture azotofissatrici oltre che nei terreni a riposo.

Clarissa GulottaPac 2018: messa a riposo terreni ridotta a sei mesi
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Legge sulla concorrenza: nasce il deposito prezzo nella compravendita degli immobili

Arriva il conto di deposito per la tutela di chi acquista un immobile. La legge sulla concorrenza (la n. 124/2017 in vigore dal 29 agosto scorso) ha introdotto la facoltà di richiedere il deposito del prezzo al notaio rogante fino alla trascrizione del contratto di compravendita.

Si tratta di un’importante novità ovvero della facoltà (non l’obbligo) concessa alle parti di un atto notarile (o anche ad una sola di esse) di chiedere al Notaio, in occasione del trasferimento della proprietà di un bene immobile o di una azienda, che venga depositato, su di un conto dedicato, l’intero prezzo ovvero il saldo, oltre alle somme destinate all’estinzione di ipoteche o spese non pagate o di altri oneri, in attesa dell’esito positivo di controlli effettuati dal notaio stesso.

Il notaio, pertanto, potrebbe essere chiamato a svolgere una attività supplementare, attraverso un incarico ad hoc, che dovrà regolare, in modo chiaro, lo svincolo delle somme depositate; in mancanza di accordi specifici il notaio dovrà:

  • se non rileva formalità pregiudizievoli (ipoteche o pignoramenti) procedere senza indugio allo svincolo del prezzo o del corrispettivo;
  • se rileva, invece, formalità pregiudizievoli ulteriori rispetto a quelle risultanti dall’atto, ne dà avviso alle parti e trattiene in deposito il prezzo o il corrispettivo sul conto corrente dedicato. Lo svincolo, in tal caso, potrà avvenire in esecuzione di una intesa fra tutte le parti interessate, ovvero di un provvedimento esecutivo dell’autorità giudiziaria ordinaria, sebbene non definitivo. Questa nuova disposizione, che è entrata in vigore il 29 agosto, vale per tutte le vendite di fondi rustici ovvero di aziende agricole e costituisce un sistema a garanzia dell’acquirente, volto a chiedere al notaio di trattenere il prezzo fino a che il contratto non è trascritto nei Registri Immobiliari, per scongiurare il pericolo che, nelle more dell’adempimento di tale formalità, siano iscritti atti pregiudizievoli (ipoteche giudiziali, sequestri giudiziari o conservativi, pignoramenti), che non consentono la trasferibilità del diritto di proprietà del bene in capo all’acquirente stesso.

Il venditore alla richiesta dell’acquirente di provvedere alla securizzazione delle somme oggetto degli atti notarili di trasferimento della proprietà immobiliare o aziendale, in attesa delle verifiche notarili,  non si può opporre, per cui l’acquirente può esercitare unilateralmente tale prerogativa.

Si tratta di una norma di particolare importanza che va considerata per i risvolti che può avere nella contrattazione agraria.

Clarissa GulottaLegge sulla concorrenza: nasce il deposito prezzo nella compravendita degli immobili
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CONOE – Procedura transitoria pagamento contributo ambientale oli esausti

Il CONOE (Consorzio Nazionale di raccolta e trattamento degli oli e grassi vegetali ed animali esausti) prevede, dal 1 luglio 2017, l’applicazione del contributo ambientale per la raccolta e trattamento di oli e grassi esausti e le procedure di riscossione del contributo.

La norma prevede che il contributo ambientale sugli oli e sui grassi vegetali ed animali sia dovuto in occasione della prima immissione del prodotto, sfuso o confezionato, nel mercato nazionale e che debba essere versato al CONOE (o ad altri sistemi collettivi di raccolta riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente) con cadenza trimestrale, dandone evidenza nelle fatture di vendita mediante la dicitura: «Contributo ambientale sugli oli e grassi animali e vegetali per uso alimentare assolto», anche nelle fasi successive della commercializzazione.

I soggetti tenuti a pagare il contributo sono riassunti qui sotto:

Entità del contributo ambientale CONOE

  • oli di oliva vergini e olio di oliva, in confezioni di capacità superiore a cinque litri: euro 0,0102/kg;oli vegetali, diversi da quelli di cui alla lettera a), in confezioni di capacità superiore ad un litro: euro 0,0108/kg;
  • grassi animali e vegetali in confezioni di capacità superiore a 500 grammi: euro 0,0005/kg;
  • oli extravergini di oliva solo se suscettibili di divenire esausti: euro 0,0102/kg.
Esclusioni

  1. gli oli extravergini di oliva (fatta salva l’applicazione dello stesso quando sia dimostrato che il loro impiego o la loro gestione determinano la produzione di rifiuti oggetto dell’attività del CONOE);
  2. gli oli di oliva vergini e l’olio di oliva  in  confezioni  di capacità eguale o inferiore a cinque litri;
  3. gli oli vegetali diversi dai precedenti in confezioni di capacità eguale o inferiore a un litro;
  4. i grassi animali e vegetali in confezioni di capacità  eguale o inferiore a 500 grammi;
  5. gli oli e i grassi animali e vegetali a denominazione di origine e ad indicazione geografica protette nonché i prodotti alimentari con questi conservati;
  6. gli oli e i grassi animali e vegetali, nonché i prodotti alimentari con questi conservati, oggetto di vendita diretta effettuata dalle imprese agricole, di cui all’articolo 2135 del codice civile.

 

In considerazione delle segnalazioni pervenute al Consorzio da parte delle Associazioni di categoria in merito al non completo aggiornamento dei sistemi informatici e gestionali aziendali degli operatori interessati, le procedure transitorie sono integrate secondo quanto di seguito indicato.

In particolare la nuova procedura transitoria stabilisce che:

  • anche se la decorrenza di legge del contributo ambientale è a partire dal 1 luglio 2017, CONOE ha accordato la possibilità di applicare ed esporre il contributo in fattura dal 1 ottobre 2017

nel caso gli operatori scegliessero la semplificazione accordata con la procedura forfettaria e qualora adottino il contributo a partire dal 1 ottobre 2017, dovranno applicare la percentuale forfettaria del 35% in luogo di quella del 30% prevista nelle procedure forfettarie attualmente vigenti. In questo caso la riscossione del contributo non avviene più trimestralmente ma gli operatori procedono mensilmente a versare al CONOE la quota parte del contributo dovuto, a titolo di anticipazione sul totale trimestrale. A tal fine le prime scadenze per il versamento a CONOE sono il 10 novembre 2017 e il 10 dicembre 2017

Clarissa GulottaCONOE – Procedura transitoria pagamento contributo ambientale oli esausti
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Obbligo dello stabilimento in etichetta

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che reintroduce l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento in etichetta. Il provvedimento prevede un periodo transitorio di 180 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, per lo smaltimento delle etichette già stampate, e fino a esaurimento dei prodotti etichettati prima dell’entrata in vigore del decreto ma già immessi in commercio.
L’obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma è stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. L’Italia ha stabilito la sua reintroduzione al fine di garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.
La legge di delega affida la competenza per il controllo del rispetto della norma e l’applicazione delle eventuali sanzioni all’Ispettorato repressione frodi (ICQRF).

Clarissa GulottaObbligo dello stabilimento in etichetta
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Cinghiali: “Il governo intervenga con un piano di emergenza”

Le Regioni non hanno sufficienti strumenti normativi per affrontare l’emergenza cinghiali. Di fronte al crescendo di danni provocati alle culture agricole, ai frequenti incidenti e al pericolo per la pubblica incolumità, gli assessori alle politiche agricole delle Regioni italiane fanno appello al Governo perché adotti un piano “specifico e urgente” per affrontare su scala nazionale un problema ormai fuori controllo. Ne dà notizia l’assessore regionale all’agricoltura del Veneto, che ha partecipato alla riunione della Commissione politiche agricole delle Regioni e delle Province Autonome. La Commissione ha affrontato il delicato tema, non più rinviabile, dell’emergenza fauna selvatica, che non si limita più ai danni causati alle colture agricole, ma che ormai si è trasformata in una problematica di sicurezza pubblica. “Il proliferare delle popolazioni di alcune specie, in particolare del cinghiale, rappresenta un pericolo concreto per l’incolumità pubblica e, in molti casi, ha avuto risvolti drammatici in altre aree della penisola – riassume l’assessore del Veneto – Le Regioni e le Province autonome hanno più volte sollecitato il Governo su questa tematica, ma ad oggi non hanno ottenuto risposte. Eppure, è in gioco la pubblica incolumità, con il rischio di ulteriori perdite di vite umane”. “Non disponendo di strumenti normativi idonei per affrontare l’emergenza – conclude l’assessore veneto – le Regioni hanno chiesto al Governo l’adozione di uno strumento specifico ed urgente che, tenuto conto dell’eccezionalità della situazione, permetta di affrontare la questione con misure adeguate”.

Clarissa GulottaCinghiali: “Il governo intervenga con un piano di emergenza”
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Turismo, serve un salto qualitativo sulla promozione

“Abbiamo perso troppo tempo e gli altri Paesi stanno correndo. Dobbiamo destinare una parte della tassa di soggiorno alla promozione, incentivare le forme di collaborazione tra le diverse realtà turistiche e unire tutti i sindaci del lago e dell’entroterra in strategie di miglioramento dell’accoglienza turistica. Altrimenti, tra qualche anno, gli altri Paesi ci porteranno via i turisti”.

Non ha usato mezzi termini Paolo Artelio, vicepresidente di Confcommercio Verona e presidente del consorzio Garda Veneto, nel suo intervento al convegno “L’accoglienza del territorio: esperienze a confronto” promosso da Agriturist Veneto, nell’ambito della manifestazione “L’agriturismo racconta” che si è svolta ieri all’agriturismo Della Pieve a Bardolino. La giornata ha messo a confronto numerose realtà turistiche del territorio veronese – dagli agriturismi ai ristoratori, dalle guide turistiche ad altri fornitori di servizi -, con la presenza anche di alcuni sindaci e amministratori del territorio per superare le vecchie divisioni e cominciare a collaborare per offrire un’accoglienza condivisa e integrata sul territorio.

L’accoglienza delle strutture territoriali, come ha spiegato in apertura Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura Veneto, ha fatto un grande salto qualitativo, ma ci sono ancora ampi margini di miglioramento che possono dipanarsi da un’offerta turistica integrata, che scaturisce da una sinergia e un’interazione tra le attività. “La presenza degli agriturismi è cresciuta in qualità e quantità, contribuendo a valorizzare il territorio, sia con il recupero e la tutela di bellissimi angoli rurali, sia facendo conoscere i nostri prodotti tipici – ha detto Granata -. Si può e si deve però collaborare di più tra le diverse realtà, dagli alberghi agli agriturismi, per migliorare l’accoglienza e la promozione”.

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Corte di Giustizia Europea: “nel 2013 l’Italia non poteva vietare gli OGM”

“Secondo il diritto Ue, qualora non sia accertato che un prodotto geneticamente modificato possa comportare un grave rischio per la salute umana, degli animali o per l’ambiente, né la Commissione né gli Stati membri hanno la facoltà di adottare misure di emergenza quali il divieto della coltivazione, come fatto dall’Italia nel 2013”. È quanto indicato dalla Corte di giustizia europea nella sentenza emessa lo scorso 13 settembre sul caso di Giorgio Fidenato, l’agricoltore friulano che aveva sfidato i divieti seminando mais Ogm nei suoi campi.

Secondo la Corte UE il decreto interministeriale che quattro anni fa aveva proibito in tutta Italia le colture OGM basandosi sul cosiddetto principio di precauzione, non sarebbe legittimo in quanto il principio di precauzione avrebbe dovuto basarsi sull’esistenza certa di un rischio.

Il pronunciamento della Corte rischia però di non avere alcun effetto pratico. sulle linee generali adottate dall’Italia. I fatti compresi in esame riguardato un periodo compreso tra il 2013 e il 2014. Ma dal 2015 è scattato un nuovo regolamento comunitario che in pratica dà carta bianca ai singoli stati in materia di Ogm i quali conservano il diritto di vietare i prodotti geneticamente modificati.

Sull’argomento si è comunque pronunciato il Governatore Luca Zaia che si è dichiarato indignato della sentenza. “Non è possibile – ha detto Luca Zaia – non indignarsi e non temere quando rappresentiamo la seconda agricoltura d’Italia. Dico semplicemente che dobbiamo attrezzarci perché questa sentenza non crei giurisprudenza, con il rischio di trovarci il nemico sull’uscio di casa senza rendercene conto. E non è certo un caso che i pro ogm italiani in queste ore stiano esultando”.

“Rischiamo di essere tutti schiavi delle multinazionali, ed è purtroppo reale – aggiunge il presidente del Veneto – la prospettiva che, per coltivare uva senza semi non potremo più acquistare e coltivare il seme che la produce, ma dovremo comperare la piantina dalla multinazionale di turno. Questo – conclude il governatore – è un lampante esempio di quell’Europa che non ci piace”.

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Aviaria: nuovo caso nel padovano

Il 12 settembre scorso l’IZS delle Venezie ha segnalato un novo caso di positività virologica al sottotipo H5 ad alta patogenicità dell’influenza aviaria in un allevamento sito nel Comune di Sant’Urbano in provincia di Padova. Il nuovo focolaio ha colpito un allevamento di 1202 oche e 223 anatre. A seguito della segnalazione la Regione Veneto ha emanato una nuova ordinanza che istituisce nuove misure di restrizione.

Il provvedimento prevede in particolare:

  1. L’istituzione di una zona di protezione con un raggio di 3 Km dall’allevamento sede di focolaio che comprende i seguenti comuni: Comune di Barbona (PD), Comune di Sant’Urbano (PD); Comune di Vescovana (PD
  2. L’istituzione di una zona di sorveglianza con un raggio di 10 Km dall’allevamento.
    (che comprende: Comune di Barbona (PD); Comune di Carceri (PD); Comune di Lendinara (RO); Comune di Este (PD); Comune di Granze (PD); Comune di Villanova del Ghebbo (RO); Comune di Monselice (PD); Comune di Ospedaletto Euganeo (PD); Comune di Piacenza d’Adige (PD); Comune di Ponso (PD); Comune di Sant’Elena (PD); Comune di Sant’Urbano (PD); Comune di Solesino (PD); Comune di Stanghella (PD); Comune di Vescovana (PD); Comune di Vighizzolo d’Este (PD); Comune di Villa Estense (PD).

Per conoscere le misure previste scarica l’ordinanza regionale.

Clarissa GulottaAviaria: nuovo caso nel padovano
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