Novembre 2019

Vola l’export agroalimentare grazie all’accordo UE – Giappone

Grazie all’accordo commerciale tra Ue e Giappone in vigore dal 1° febbraio scorso, le esportazioni del “Made in Italy” agroalimentare hanno fatto registrare un vistoso aumento.

Secondo i dati elaborati dall’Istituto per il commercio estero (Ice), da febbraio ad agosto l’export di prodotti alimentari e bevande è ammontato a 1,12 miliardi di euro, con una crescita di quasi l’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Aumentano anche del 18% le esportazioni di prodotti agricoli. “I dati dimostrano, ancora una volta, che gli accordi commerciali bilaterali della Ue sono di fondamentale importanza per il sistema agroalimentare italiano, tenuto conto della perdurante stagnazione dei consumi interni” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Al riguardo, secondo i dati della Commissione Ue, il 34,4% delle esportazioni agroalimentari degli Stati membri è destinato ai mercati dei Paesi con i quali sono state sottoscritte intese commerciali.

“Ogni accordo – prosegue Giansanti – va valutato in termini di equilibrata reciprocità commerciale, sicurezza alimentare e tutela delle risorse naturali. Non siamo, ad esempio, favorevoli all’intesa raggiunta con il Mercosur. In generale, però, va sottolineato che gli accordi sottoscritti dall’Unione hanno favorito negli ultimi anni la crescita del sistema agroalimentare”.

L’accordo Ue–Giappone prevede la progressiva eliminazione delle tariffe doganali sul 97% dei prodotti europei destinati al mercato nipponico. Per vini e spumanti, i dazi sono stati soppressi dalla data di entrata in vigore dell’accordo. Stando alle stime della Commissione europea, l’export agroalimentare dell’Unione, una volta completata la soppressione dei dazi, potrebbe aumentare di 36 miliardi.

Il Giappone si è impegnato a riconoscere e tutelare 219 prodotti agroalimentari della Ue, vini compresi, a indicazione geografica protetta (Igp). La lista, inoltre, può essere ampliata.

“Il riconoscimento e la tutela – indica il presidente della Confagricoltura – riguarda 45 eccellenze italiane che coprono circa il 90% delle esportazioni totali di prodotti Igp”.

L’accordo Ue – Giappone prevede anche la semplificazione delle procedure per l’importazione e lo sdoganamento dei prodotti in arrivo dagli Stati membri dell’Unione.

“E’ un impegno – conclude Giansanti – che ci auguriamo servirà ad aprire finalmente le porte del mercato giapponese ad alcune nostre produzioni ortofrutticole, chiudendo un contenzioso di natura fitosanitaria che si trascina da anni”.

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Nel 2020 la prima vendemmia del “Glera resistente”

Il

Glera resistente è pronto per la vendemmia. Nel 2020 saranno pronti i primi grappoli e si potrà procedere alle prime microvinificazioni dalle piantine di “figli di Glera” resistenti a malattie come la peronospera e lo oidio, ottenute dagli incroci con parentali resistenti nell’ambito del progetto Gleres, frutto di una convenzione siglata da Confagricoltura Treviso e il Crea-Ve – Centro di ricerca, viticoltura ed enologia.

Il punto verrà fatto domani pomeriggio nella sede di Susegana del Crea a tre anni al via dal progetto, che coinvolge 17 tra le maggiori cantine delle terre del Prosecco. Si cominciano dunque a vedere i primi frutti del grande lavoro svolto dai ricercatori del Crea di Conegliano, che recentemente ha preso in affitto 8 ettari di terreno dalla Fondazione Cerletti, a Susegana, per mettere a dimora le migliaia di piantine sottoposte a miglioramento genetico con la speranza di arrivare, in un futuro prossimo, a un prosecco davvero biosostenibile. Entro febbraio saranno circa 4.000 piantine quelle messe a dimora.

“Faremo già dal prossimo anno le prime microvinificazioni da ogni piantina, che frutteranno l’equivalente di una lattina, circa 33 centilitri, di vino – spiega Riccardo Velasco, direttore del Crea di Conegliano -. Potremo quindi già cominciare a capire se, oltre a essere resistenti, i nuovi vitigni producono anche uva di qualità idonea per fare Prosecco. Nei successivi due anni metteremo a dimora altre 6.000 piantine resistenti, per un totale di 15.000 nel quinquennio. Su queste eseguiremo un’ulteriore selezione arrivando mediamente a 300 microvinificazioni ogni anno, dalle quali mi aspetto dalle 5 alle 10 piantine ottimali su cui puntare per arrivare alla registrazione dei nuovi vitigni. Il processo è lungo, ma proprio per questo è garanzia di solidità. La Glera non è nata ieri, ma è frutto di anni di sperimentazioni. Così sarà anche per i nostri nuovi vitigni resistenti”.

“Il progetto sta proseguendo molto bene – sottolinea il presidente Giustiniani – e dimostra che abbiamo intrapreso la strada giusta per una vitivinicoltura sempre più attenta alla tutela degli ecosistemi e delle risorse naturali. Le nuove varietà, resistenti alle principali malattie della vite, potranno ridurre le perdite produttive in modo sostenibile e diminuire i costi di gestione del vigneto. Il miglioramento genetico è indispensabile per un settore come la viticoltura e il nostro progetto permetterà di arrivare a un Prosecco davvero biosostenibile, con l’utilizzo di minori trattamenti”.

Finora le varietà di viti resistenti alle malattie registrate in Europa sono 370 e anche l’Italia comincia a compiere grandi passi in avanti. Le viti resistenti si stanno moltiplicando nei vigneti sperimentali, nei vivai e anche nelle aziende, che commercializzano i primi vini prodotti da viti resistenti (e quindi senza trattamenti) con un ottimo successo, soprattutto all’estero.

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Il Veneto chiede certezze su fondi UE e sulle emergenze cimice asiatica, acquacoltura e quote latte

Fondi europei, cimice asiatica, quote latte ed emergenza maltempo, in particolare per il mondo della pesca e della molluschicoltura, sono stati i temi portati dall’assessore veneto Giuseppe Pan al centro dell’incontro tra le Regioni e il ministro all’agricoltura Teresa Bellanova.

“Ho espresso alla ministra e al governo, insieme ai colleghi delle altre Regioni – ricapitola Pan –  la forte preoccupazione per la riduzione sensibile del budget a disposizione della prossima programmazione comunitaria sia sul primo che sul secondo pilastro: si parla di un taglio del 15%. Ho chiesto al governo di attivarsi in tutte le sedi possibili in Europa per scongiurare la decurtazione delle risorse a disposizione dell’Italia: l’agricoltura tricolore non potrebbe reggere la sfida della competitività in uno scenario di forte contrazione della leva comunitaria”.

L’assessore veneto ha difeso la gestione su base regionale dei fondi, dichiarandosi contrario ad un’autorità di gestione nazionale: “Il Veneto ha dimostrato di essere in grado di gestire al meglio le risorse, sia per velocità di erogazione dei pagamenti grazie all’agenzia regionale Avepa, sia per capacità di investire e innovazione da parte delle aziende. Il Veneto è primo per avanzamento di spesa e non rischia affatto il disimpegno. Anzi, avremmo bisogno del doppio dei fondi per soddisfare tutte le richieste del mondo agricolo”.

Quanto alle emergenze degli ultimi mesi, l’assessore del Veneto ha sollecitato il governo a stanziare maggiori risorse per la cimice asiatica: “La cifra stanziata dal governo di 80 milioni di tre anni è assolutamente insufficiente, contiamo su maggiori risorse dalla manovra di fine anno”, ha detto Pan.

Inoltre, per l’acquacoltura e le imprese della filiera ittica, “messe in ginocchio dal maltempo che ha flagellato le coste venete e che ha semidistrutto cavane, imbarcazioni e impianti” – ha aggiunto Pan – “urgono fondi e misure di emergenza, per garantire la ripresa dell’attività produttiva”.

Infine sulle quote latte l’assessore ha sollecitato il ministro, visto l’annullamento da parte del governo Conte 2 del decreto di blocco delle multe del ministro Centinaio: “Ora la parola passa al ministro Bellanova, ma non c’è più tempo per rinvii o per ulteriori tergiversamenti”.

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Dalla Regione 3 milioni per agevolare l’accesso al credito delle imprese agricole

Con il provvedimento approvato nei gironi scorsi dalla Giunta regionale del Veneto si completa il quadro degli strumenti finanziari messi a punto dal governo regionale per il sostegno all’accesso al credito delle aziende agricole. La delibera implementa con 3 milioni un ulteriore strumento, presso Veneto Sviluppo, che, mediante emissione di garanzie dirette, consentirà la copertura fino all’80% del rischio impresa riconducibile a finanziamenti accordati da banche alle aziende agricole e agroalimentari. Questi finanziamenti potranno sostenere impegni di taglio più limitato sia per le spese di investimento, che in capitale circolante.

Potranno essere concessi sia nella forma di affidamenti bancari con durata massima 12 mesi, sia nella forma di veri e propri finanziamenti bancari ordinari senza ulteriori garanzie da parte dell’impresa.

I finanziamenti possono arrivare al massimo di 180 mila euro nel caso delle imprese agricole, fino a 250mila per quelle agroalimentari. La Regione aveva già attivato una misura per la riassicurazione delle garanzie rilasciate dal sistema dei Confidi. In questo modo, andando a ridurre l’esposizione al rischio del patrimonio di garanzia dei Confidi, la Regione Veneto consente a questi ultimi di ampliare il portafoglio di garanzie emesse a sostegno dei finanziamenti alle Pmi agricole e agroalimentari concessi dal sistema bancario.

Inoltre, utilizzando 15 milioni della misura 4.2 del Programma di sviluppo rurale la Regione ha attivato la piattaforma Agriplatform Italy con il Fondo europeo per gli Investimenti (Fei). Tale strumento, in fase di lancio operativo, consentirà di coprire mediante garanzie di portafoglio gestite dal Fei fino a 90 milioni di euro di finanziamenti a medio lungo termine di rilevante portata.

In tempi estremante brevi – ha assicurata l’Assessore Pan – si procederà a siglare con Veneto Sviluppo la convenzione operativa e a quel punto Veneto Sviluppo procederà a lanciare quella che in gergo tecnico viene detta la “call” alle banche, per individuare gli istituti di credito che vorranno convenzionarsi per l’utilizzo della garanzia per i finanziamenti che andranno a concedere. A fronte di 3 milioni di fondi regionali stanziati, ci si aspetta di generare 30 milioni di euro di finanziamento.

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Il Consiglio UE riapre la partita sulle nuove biotecnologie in agricoltura

Si riapre, a Bruxelles, il dossier relativo sulle nuove biotecnologie in agricoltura.

Con una decisione approvata nei giorni scorsi il Consiglio dell’Unione europea ha formalmente invitato la Commissione a presentare una relazione, corredata da eventuali proposte legislative, sulle conseguenze della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione pubblicata nel luglio dello scorso anno. In particolare, il Consiglio ha chiesto di approfondire la possibile disparità di trattamento dei prodotti europei rispetto a quelli importati.

È una decisione di grande rilievo che consente di riaprire la discussione su una questione che ha un impatto diretto sulle condizioni di sostenibilità ambientale ed economica delle imprese agricole.

Secondo la Corte di Giustizia della Ue, gli organismi ottenuti con le nuove tecniche di mutagenesi rientrano nella sfera di applicazione della direttiva 18/2001 riguardante gli Ogm (organismi geneticamente modificati). Inoltre, la Corte non considera come prodotti Ogm quelli ottenuti da mutagenesi mediante tecniche utilizzate convenzionalmente e con una lunga tradizione di sicurezza. Viene, però, affidata agli Stati membri la facoltà di includerli ugualmente tra gli Ogm. In questo modo la Corte di Giustizia ha aperto la strada verso possibili disparità a livello di Stati membri.

“L’agricoltura ha bisogno di innovazioni per far fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici – commenta il presidente di Confagricoltura – Le nuove tecniche di mutagenesi consentono di produrre con una minore pressione sulle risorse naturali, riducendo anche gli sprechi alimentari. Inoltre, è possibile aumentare la tutela per le nostre produzioni tipiche minacciate da malattie in continua evoluzione e difficile controllo”.

Il tema delle nuove tecniche di miglioramento genetico per un’agricoltura più sostenibile e competitiva, saranno approfonditi da Confagricoltura Veneto nel convegno “New Plant Breeding Techniques” che si terrà il prossimo 9 dicembre alle ore 10.00 a Padova e a cui interverranno esponenti del mondo della ricerca e della politica per chiedere insieme la revisione della normativa sulle nuove tecniche di selezione vegetale.

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Super e iper ammortamento: possibile estensione a tutte le imprese agricole

Il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha annunciato di voler estendere la platea dei beneficiari del super e iper ammortamento alle imprese che godono di un regime fiscale forfettario. Questa apertura sembrerebbe includere tutte le imprese agricole, e accoglierebbe di fatto quanto abbiamo richiesto apertamente da tempo.

L’accesso al super e iper ammortamento per tutte le aziende agricole per l’acquisto di beni strumentali materiali nuovi significherebbe, se confermato, dare continuità agli sforzi già compiuti dal Governo per favorire l’innovazione nel settore primario e permetterebbe di dare impulso all’agricoltura italiana a favore della sostenibilità ambientale, della sicurezza sul lavoro e alimentare, favorendo lo sviluppo agricolo ed economico del Paese.

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PAC e PSR: 2021 con le stesse regole

La Commissione europea ha ufficializzato la proposta di regolamento transitorio per la gestione dei “fondi agricoli” nell’anno 2021 che prevede sinteticamente i seguenti punti.

  • La transizione di un anno dalla attuale PAC a quella riformata. In pratica i nuovi regolamenti agricoli entrerebbero in vigore non già dal primo gennaio 2021 ma dal primo gennaio 2022. Sino al 31 dicembre 2021 si applicherebbero le attuali regole dei pagamenti diretti e dei PSR nonché dalle attuali misure previste dalle OCM di settore pur con alcune novità.
  • Nel 2021, se i regolamenti attuali rimangono sostanzialmente in vigore, le dotazioni finanziarie saranno invece quelle decise con la applicazione del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 che sarà approvato solo il prossimo anno. Da notare che la proposta di regolamento di transizione riporta le dotazioni finanziarie per l’Italia e gli altri Paesi membri già ridotte del 12% in coerenza con la proposta di bilancio 2021-2027 presentata nel 2018. Si tratta di una indicazione provvisoria in attesa dell’esito finale della trattativa sul dossier finanziario dell’UE.
  • Per i pagamenti diretti il regolamento transitorio prevede che le regole rimangano immutate nel 2021 e così i titoli disaccoppiati ed il loro valore che rimarrebbe quello previsto al 31 dicembre 2020 a meno degli adattamenti derivanti dalle diverse dotazioni finanziarie. È comunque prevista la possibilità per gli Stati membri di proseguire per il 2021 il processo di convergenza verso il valore medio nazionale.

Gli Stati membri che rischiano, per mancanza di risorse, di non assumere impegni finanziari a valere dei Piani di Sviluppo Rurale attualmente in vigore, potranno estendere il periodo di validità dei PSR di un anno, dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021.

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Allarme inquinamento, non solo Pfas nella falda: attenti a GenX e Pbde

Nuovo allarme per le sostanze che inquinano. La commissione Ambiente e salute ha richiesto all’Arpav una relazione. «Ciò che interessa principalmente – spiega il direttore Nicola Dell’Acqua – è la presenza ambientale di sostanze chimiche persistenti, tra cui i Pfas, e affrontare le difficoltà di tipo analitico e di messa a punto di sistemi e metodi di trattamento. La Regione ha disposto una serie approfondimenti tecnici, che saranno condotti da Arpav, per monitorare la presenza di diversi microinquinanti, in particolare fitofarmaci e sostanze organiche persistenti, tra i quali: nuove sostanze perfluorurate (oltre a c6O4 e GenX), in particolare il nuovo Adona (sostituto del PFOA); diversi fitofarmaci (Cipermetrina, Chinossixifen, Aclonifen, Bifenox, e Eptacloro, Etofumesate, Flufenacet, Penconazolo, ecc.); glifosato; la DACT un metabolita degli erbicidi triazinici; residui di prodotti ritardanti di fiamma (Polibromo difenileteri o Difenileteri bromurati, meglio noti come PbdE). “Tra gli approfondimenti richiesti, per esempio, vi è uno studio preliminare relativo ai Pbde. – prosegue Dell’Acqua – Si tratta di sostanze sottoposte da tempo a restrizione d’uso, la maggior parte delle quali vietate, ma ancora ampiamente diffuse in tutta Europa. Noi riteniamo che ne vada studiata la diffusione nell’ambiente, anche se i dati preliminari sono in linea con quelli europei e mondiali. Il monitoraggio di questi composti rientra, tra l’altro, nell’ambito della direttiva comunitaria per definire gli standard di qualità ambientale nelle acque».

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Cimice asiatica: la Regione definisce criteri per danni ai frutticoltori

Prende forma l’azione di risarcimento disposta dalla Regione Veneto nei confronti dei frutticoltori la cui colture sono state gravemente danneggiate dalla cimice asiatica: la Giunta regionale del Veneto ha stabilito le modalità di calcolo e assegnazione del fondo di emergenza di 3 milioni e 48 mila euro stanziato nel bilancio 2019.

“I danni denunciati dagli agricoltori veneti – premette l’assessore Pan – sono stimati tra gli 80 e i 100 milioni di euro per l’intero comparto frutticolo. Siamo in presenza di una vera e propria calamità, diffusa in tutta la pianura veneta, che richiede un piano organico di contenimento e prevenzione, a valenza nazionale, dotato di adeguate risorse, mezzi e finanze. In attesa che il ministero competente e il governo adotti un intervento incisivo di contrasto e di indennizzo, la regione Veneto, per parte propria, ha messo in campo un primo aiuto emergenziale per soccorrere i frutticoltori che hanno subito, a causa della cimice marmorata, danni superiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile ordinaria dell’azienda. I risarcimenti saranno ripartiti in misura proporzionale tra tutti gli eventi diritti, sino ad un massimo dell’80 per cento del danno subito”. La definizione del valore del parametro risarcitorio per le singole colture (melo, pero, pesco, actinidia, noce da frutto e altri fruttiferi) sarà individuata con prossimo decreto del direttore della Direzione regionale agroalimentare in collaborazione con il servizio fitosanitario regionale e con Avepa, sentite le organizzazioni dei produttori agricoli e le organizzazioni professionali agricole che aderiscono al tavolo verde.

Con il medesimo provvedimento, per la cui emanazione sarà necessario attendere i dati delle colture ancora in atto, verranno aperti i termini per la presentazione delle domande al fine della quantificazione del contributo regionale.

“Nel contempo la Regione Veneto continuerà a fare pressione su Mipaaft, governo, parlamento ed organismi comunitari – conclude Pan – perché questa emergenza sia affrontata su scala nazionale, con investimenti adeguati nella ricerca e nello studio di piani di contrasto con insetti antagonisti, e con un congruo intervento risarcitorio o compensativo nei confronti di chi ha visto interamente distrutta o pesantemente deprezzata la propria produzione frutticola”.

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Legge di bilancio 2020: Irpef agricola, contributi Inps giovani agricoltori e cimice asiatica tra le misure

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato la legge di bilancio per il 2020, la cui approvazione definitiva spetta ora al Parlamento. Tra le misure contenute nel decreto di bilancio approvato dal Governo confermiamo la proroga per un anno dell’esenzione IRPEF per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Per il 2021 è prevista invece la riduzione del 50% della base imponibile. Come noto, la Legge di Bilancio 2017 aveva stabilito che, per gli anni 2017, 2018 e 2019, i redditi dominicali e agrari non avrebbero concorso alla formazione della base imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche dei CD e degli IAP iscritti nella previdenza agricola. Inoltre coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali con meno di 40 anni, che si sono iscritti alla previdenza agricola nel 2020, saranno esonerati dal versamento contributivo presso l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti per un periodo di due anni.

Il disegno di legge di bilancio prevede poi uno stanziamento ad hoc per fronteggiare l’emergenza cimice asiatica e compensare le imprese agricole dei danni subiti. Si tratta di una dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per 80 milioni nei prossimi 3 anni (40 milioni per il 2020, 20 per il 2021 e 20 per il 2022).

E’ inoltre prevista la concessione di mutui a tasso zero per lo sviluppo o il consolidamento di aziende agricole condotte da donne, fino a un massimo di 300 mila euro in 15 anni. La misura sarà finanziata attraverso un fondo rotativo con una dotazione iniziale di 15 milioni per il 2020.

Tra le misure per il settore il la bozza del Ddl bilancio uno stanziamento complessivo da 29,5 milioni per favorire la competitività del settore agricolo attraverso lo sviluppo delle filiere agroalimentari nei prossimi 2 anni.

Nel decreto non è presente la proroga del “bonus verde” per gli interventi nei giardini.

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