Maggio 2018

Andamento dell’economia agricola: cresce il valore della multifunzionalità

E’ stato pubblicato dall’Istat il rapporto 2017 sull’andamento dell’economia agricola.

Secondo il rapporto nel 2017 il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha registrato una crescita del 3,9% a prezzi correnti e un forte calo in volume(-4,4%), dovuto in buona parte al crollo delle produzioni vinicole (-14,0%) e frutticole (-6,1%), in un contesto di rilevante incremento dei prezzi di vendita.

I prezzi dei prodotti agricoli venduti sono risultati in forte rialzo (+6,2%) mentre i prezzi dei prodotti acquistati hanno segnato una crescita molto meno marcata (+1,6%); ne è derivato un deciso recupero dei margini rispetto al 2016. Il valore aggiunto del comparto agroalimentare, che oltre al settore agricolo comprende quello dell’industria alimentare, è cresciuto dell’1,2% in termini correnti, ma è diminuito dell’1,5% in volume.

A causa dell’andamento negativo dell’output, condizionato dalle avverse condizioni climatiche, le Unità di lavoro sono diminuite complessivamente dell’1,2%. L’incremento delle Ula dipendenti (+1,5%) non è stato sufficiente a compensare la flessione di quelle indipendenti (-2,5%). Risultati positivi si sono registrati, invece, per l’industria alimentare, in cui le Unità di lavoro sono aumentate del 3,0%. Per il secondo anno consecutivo gli investimenti nel settore agricolo hanno registrato un recupero (+3,3% in valori correnti e +1,7% in volume) dopo la pronunciata contrazione degli anni precedenti il 2016.

Nel 2017 quasi tutte le componenti della produzione agricola hanno subito una marcata contrazione in volume. Il calo è stato più forte nelle coltivazioni legnose (-5,4%), foraggere (-5,4%) ed erbacee (-5,1%).

L’analisi evidenzia una crescita del 4,9% del valore aggiunto sull’anno precedente delle attività di trasformazione, vendita diretta, produzione di mangimi, energie rinnovabili, sistemazione di parchi e giardini, oltre che dell’agriturismo, delle fattorie didattiche e dell’agricoltura sociale.

Le attività che hanno allargato il perimetro dell’agricoltura, rappresentano, secondo i dati Istat, il 9% della produzione del settore e pongono l’Italia al primo posto nella Ue. La crescita maggiore l’hanno messa a segno l’agriturismo (+5,1%) e la produzione di energie rinnovabili (+5,2%), ma sono buone le performance anche delle vendite dirette e dell’agricoltura sociale.

Clarissa GulottaAndamento dell’economia agricola: cresce il valore della multifunzionalità
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Agricoltori vittime della truffa del codice iban

Confagricoltura denuncia una truffa informatica che ha colpito alcune aziende agricole e sta prendendo piede nella provincia di Verona e non solo. Si tratta della truffa del codice Iban, che consiste nell’intercettare una mail tra cliente e fornitore contenente i dati di una fattura, modificando il numero di conto corrente in modo che il pagamento non venga fatto al vero destinatario, ma al truffatore.

“Abbiamo avuto alcune aziende che sono state vittime di questo raggiro, con danni che ammontano a migliaia di euro”, spiega il presidente di Confagricoltura Verona Paolo Ferrarese, “e vogliamo far conoscere come funziona la truffa in modo che le aziende possano proteggersi. Dalla Polizia postale abbiamo saputo che, tecnicamente, il raggiro si chiama “man in the middle” e che in Veneto i danni conseguente a questa truffa ammontano a parecchi milioni di euro. I truffatori riescono a inserirsi nelle transazioni commerciali, che sempre più spesso vengono fatturate on line con la spedizione via Internet. Non appena vedono arrivare l’email con il codice iban del creditore, intervengono e lo sostituiscono con il proprio, certi che difficilmente la vittima si accorgerà della manomissione”.

E questo è quanto è accaduto ad alcune aziende di Confagricoltura. Hanno ricevuto una fattura da un fornitore abituale e quindi, senza controllare i dettagli, sono andati in banca a pagare. Dopo qualche giorno, il fornitore li ha chiamati per informarli di non avere ancora ricevuto nulla. A quel punto, dopo aver fatto delle verifiche, si sono accorti che l’iban era stato modificato.

Confagricoltura consiglia alcuni accorgimenti per evitare il raggiro. In primo luogo, la fattura non va inviata in formato Excel ma in Pdf, perché non è più modificabile. In secondo luogo, va spedita tramite Pec, la posta elettronica certificata. Infine, le aziende devono sempre avere la premura di verificare che l’iban del fornitore sia quello corretto.

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Imu e Tasi di prossima scadenza

Entro il prossimo 18 giugno (il 16 cade di sabato) vanno effettuati i versamenti per IMU e TASI in acconto per il 2018.

Riepiloghiamo di seguito i caratteri principali delle imposte.

IMU: sono tenuti al versamento i titolari di diritto di proprietà, usufrutto o abitazione sui seguenti immobili: fabbricati, terreni agricoli, aree fabbricabili. L’abitazione principale e relative pertinenze è soggetta ad IMU solo se è di lusso, cioè rientra nelle categorie catastali A1, A8, A9.

Ricordiamo che i terreni agricoli situati nei Comuni considerati “di collina” ai sensi della circolare n. 9 del 1993 sono esenti dall’imposta; sono inoltre esenti da IMU i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti/IAP iscritti alla previdenza agricola, indipendentemente dalla loro ubicazione. E’ considerato terreno agricolo anche l’area fabbricabile posseduta e condotta da un coltivatore diretto/IAP iscritto alla previdenza agricola.

Sono esenti anche i fabbricati rurali strumentali. Sono invece tassati i fabbricati rurali ad uso abitativo (salvo le agevolazioni per abitazione principale). Per i fabbricati in corso di ristrutturazione/costruzione, l’imposta va calcolata sul valore dell’area edificabile, fino alla data di ultimazione dei lavori.

Per gli immobili locati con contratto a canone concordato l’IMU è ridotta del 25%.

I codici per il versamento con modello F24 sono: 3914 per i terreni agricoli, 3916 per le aree fabbricabili, 3918 per gli altri fabbricati.

TASI: gli immobili interessati sono i fabbricati, le aree edificabili (escluse quelle possedute e condotte da coltivatori diretti e IAP). L’abitazione principale è esente, tranne se di lusso. Per gli immobili concessi in locazione/comodato, sono tenuti al pagamento dell’imposta sia il proprietario che l’occupante (se il Comune non ha fissato una percentuale, il 10% dell’imposta è a carico dell’occupante e il 90% del proprietario). I codici di versamento sono: 3959 per i fabbricati rurali strumentali, 3960 per le aree fabbricabili e 3961 per gli altri fabbricati.

Per entrambe le imposte l’acconto si calcola in base alle aliquote e detrazioni deliberate dal Comune l’anno precedente. Il saldo, con le aliquote e detrazioni deliberate dal Comune per il 2017, sarà versato entro il 16 dicembre. L’importo minimo di versamento è di 12 euro, salvo diverso importo deliberato dal Comune.

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Infortuni sul lavoro: un morto a settimana

Ogni settimana il Veneto piange un morto sul lavoro: dai 52 nel 2015, si è passati a 48 nel 2017, ma dall’inizio del 2018 siamo già a quota 24 morti. Un vero è proprio bollettino di guerra con 170 vittime in tre anni e mezzo, metà dei quali nel settore agricolo ed edilizio.

Per far fronte a questa grave situazione, il governatore Luca Zaia ha convocato gli stati generali sulla sicurezza con l’obiettivo di redigere entro fine mese un piano strategico di prevenzione e contrasto degli infortuni professionali. Tra le proposte presentate quella dell’assunzione di almeno un centinaio di nuovi ispettori Spisal, oltre a controlli più frequenti attraverso interventi più educativi che repressivi, più formazione per i lavoratori e gli imprenditori e maggiori investimenti nella salute e nella sicurezza dei luoghi di lavoro. Confagricoltura Veneto, presente al tavolo di lavoro, ha auspicato non tanto sanzioni più pesanti per le imprese ma controlli più efficaci e frequenti.

Riportiamo lo schema riassuntivo dei dati degli incidenti sul lavoro nel periodo 2015-2018.

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PFAS: allargata la zona di monitoraggio

La Giunta Regionale ha apportato importanti modifiche al “Piano di sorveglianza sulla popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)” del 2016, in particolare, sono state ridefinitele varie aree di sorveglianza. Si riporta qui sotto una maggiore descrizione delle singole aree.

L’area a maggior impatto per la popolazione, prima dell’apposizione dei filtri anti-PFAS, è denominata Area Rossa ed è stata divisa in due aree, A e B, sulla base della maggiore la concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche in tutta la matrice acqua (potabile, acque sotterranee e superficiali) dell’area A rispetto all’area B.
Nella nuova “Area Rossa A – Area d’impatto”, sono compresi (in grassetto i nuovi comuni):

VICENZA: Alonte, Asigliano Veneto, Brendola, Lonigo, Noventa Vicentina, Orgiano, Poiana Maggiore, Sarego
VERONA: Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà, Zimella
PADOVA: Montagnana

Nella nuova “Area Rossa B – Area d’impatto” sono ricompresi (in grassetto i nuovi comuni):

VICENZA: Agugliaro (parte del comune), Val Liona (parte del comune)
VERONA: Albaredo d’Adige, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Legnaro, Minerbe, Terrazzo, Veronella
PADOVA: Borgo Veneto (parte del comune), Casale di Scodosia (parte del comune), Lozzo Atestino (parte del comune), Medaglino San Vitale (parte del comune), Merlara (parte del comune), Urbana

Il nuovo piano modifica anche i confini dell’Area Arancione, attraverso la ricostruzione aggiornata dell’area di inquinamento sotterraneo a cui si è aggiunta un’ulteriore fascia perimetrale cautelativa di 500 metri di ampiezza, in considerazione dell’incertezza nella misurazione e delle possibili variazioni geometriche dell’acquifero, in relazione a fattori idrochimici, idrologici e storici.
Pertanto, nella nuova “Area Arancione – captazioni autonome ad uso potabile” sono ricompresi i seguenti Comuni:

VICENZA: Altavilla Vicentina (parte del comune), Arcugnano (parte del comune), Arzignano (parte del comune), Creazzo (parte del comune), Gambellara (parte del comune), Montebello Vicentino (parte del comune), Montecchio Maggiore (parte del comune), Monteviale (parte del comune), Sovizzo (parte del comune), Trissino (parte del comune), Vicenza (parte del comune)

VERONA: San Bonifacio (parte del comune)

Da ultimo, è stata modificata “l’Area Gialla – Area di attenzione” in questo modo:

VICENZA: Agugliaro (parte del comune), Albettone, Arcugnano (parte del comune), Barbarano Mossano, Campiglia dei Berici, Castenegro, Longare, Montegaldella, Nanto, Sossano, Val Liona (parte del comune), Villaga
PADOVA: Agna, Anguillara Veneta, Arre, Bagnoli di Sopra, Baone, Battaglia Terme,  Casale di Scodosia (parte del comune), Castelbaldo, Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Conselve, Este, Granze, Lozzo Atestino (parte del comune), Masi, Medaglino San Vitale (parte del comune) Merlara (parte del comune), Monselice, Pernumia, Piacenza d’Adige, Pozzonovo, Rovolon, San Pietro Viminario, Sant’Elena, Sant’Urbano, Solesino, Tribano, Vescovana, Vighizzolo d’Este, Villa Estense, Vo’
VENEZIA: Cavarzere, Cona

Resta invariata la definizione di Area Verde.

Con la nuova delibera, inoltre, sulla base dei dati osservati dopo il primo anno di sorveglianza, si è ritenuto opportuno, a partire dal 2018, estendere il Piano di sorveglianza sanitaria anche alla popolazione pediatrica residente nell’area di massima esposizione, invitando attivamente i bambini di 9 e 10 anni (coorti 2009-2008) e gli adolescenti di 15 anni di età (coorte 2003).
Nell’arco di cinque anni si raggiungerà il saldo delle coorti coprendo tutti i nati dal 2014, anno di piena funzionalità dei filtri a carboni attivi, con conseguentemente significativo abbattimento delle sostanze PFAS presenti nelle acque potabili.
Se nell’ambito del biomonitoraggio si dovesse mantenere elevata la concentrazione di PFAS nel plasma dei soggetti testati, la chiamata attiva continuerà a regime con la coorte dei nati del 2015.

Nel frattempo, la centrale di produzione idrica di Madonna di Lonigo (Vicenza), gestita dalla società Acque Veronesi, ha potenziato il processo di trattamento dell’acqua potabile per l’abbattimento dei composti PFAS con ulteriori 10 filtri carbone attivo che vanno ad aggiungersi ai 5 filtri rapidi a sabbia (potenzialità 500 l/s) e ai 10 filtri carbone attivo già presenti.

La centrale di Madonna di Lonigo provvede all’approvvigionamento idrico di comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova.

 

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Allarme dazi: sale il rischio di una guerra commerciale tra UE e USA

Secondo le ultime notizie in arrivo dagli USA, potrebbe non essere confermata l’esenzione, in scadenza il prossimo 1 giugno, dai dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio in partenza dalla UE. Se le notizie saranno confermate, c’è il rischio di una pericolosa escalation di ritorsioni e contromisure che avrebbe pesanti contraccolpi sul  settore agroalimentare. L’agroalimentare italiano correrebbe gravi rischi, se partisse una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Per le esportazioni agroalimentari italiane, con oltre 4 miliardi di euro l’anno, quello statunitense rappresenta il primo mercato di sbocco fuori dalla UE e il terzo in assoluto. E i vini incidono per il 35% sul totale dell’export.
“Va fatto ogni sforzo nel poco tempo che resta a disposizione – ha auspicato il presidente di Confagricoltura – per trovare una soluzione condivisa sui dazi e avviare un negoziato bilaterale per regolare il contenzioso. Potrebbe essere proposta anche una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio, tenendo conto di tutti gli effetti determinati dalla globalizzazione”.
Si ricorda che tra le contestazioni mosse da tempo dagli Stati Uniti nei confronti della UE, spiccano le regole riguardanti gli organismi genericamente modificati, l’uso degli ormoni negli allevamenti e l’etichettatura dei vini.
Di recente sono finite sotto osservazione anche le misure varate da alcuni Stati membri sull’indicazione dell’origine. Secondo quanto evidenziato in un rapporto diffuso a metà aprile dall’Ufficio del Rappresentante commerciale dell’Amministrazione USA, le misure in questione possono costituire un ostacolo per le esportazioni statunitensi. Per quanto riguarda l’Italia, la contestazione è diretta in modo esplicito ai decreti ministeriali relativi all’indicazione dell’origine dei prodotti lattiero-caseari, della pasta e dei derivati del pomodoro. del 40-50% l’invaso dei bacini alpini e prealpini”.

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Confagricoltura Veneto incontra il governatore Zaia

“Al nuovo governo non faremo sconti, neppure se fosse amico. Anzi, in questo caso chiederemo risposte più celeri alle istanze del Veneto, a partire dall’autonomia. Siamo pronti per presentare il progetto finale e lo faremo nel giro di un mese”.

Luca Zaia, governatore del Veneto, ha parlato a ruota libera nell’incontro promosso da Confagricoltura Veneto al Relais Villabella di San Bonifacio, in provincia di Verona, davanti a una platea composta dalle maggiori aziende agricole del territorio. Un incontro voluto per affrontare una serie di questioni cruciali per l’agricoltura in un momento politicamente ed economicamente incerto, con le aziende agricole in grande sofferenza, schiacciate tra i Paesi dell’Est che uccidono il mercato con prezzi bassissimi e quelli dell’Europa del Nord che sono più strutturati. “Abbiamo la necessità di avere una burocrazia più snella, una Pac che sostenga gli investimenti per le nuove tecnologie indispensabili per sopravvivere sul mercato globale – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Verona Paolo Ferrarese – e di una salvaguardia delle produzioni tipiche e anche meno forti, come la frutta e il tabacco”.

Incalzato da Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, e da Luigi Bassani, direttore di Confagricoltura Veneto, Zaia si è espresso su referendum, voucher, burocrazia, produzioni tipiche, mercato globale, concorrenza dei Paesi emergenti.

REFERENDUM. Zaia ha annunciato la volontà di accelerare sulla strada dell’autonomia. “Presenteremo il progetto finale sull’autonomia, con le competenze da negoziare sulle 23 materie, nel giro di un mese. Il governo di prima non ci credeva. Nel programma del nuovo esecutivo si parla espressamente dell’autonomia. Entrambi i partiti che lo sostengono, Lega e 5 stelle, si sono espressi a favore. Se davvero il governo è amico, dovrà dare risposte più celeri alle istanze del Veneto”.

VOUCHER. A proposito dell’intenzione del nuovo governo di reintrodurre i voucher, il governatore si è espresso a favore: “Ho fatto parte del governo che li varò e sono convinto che i voucher abbiano dato una risposta ai microlavori in agricoltura. In questo Paese, dove i grandi evasori la passano liscia, non si può andare a rompere le scatole ai pensionati. Chi li usa in maniera distorta va punito. I flussi di chi si comporta male sono verificabili, e non si tratta certo delle piccole aziende agricole”.

FUTURO E SOSTENIBILITÁ. Il direttore Bassani ha interrogato il governatore sugli scenari dell’agricoltura veneta tra 10 anni. Secondo Zaia “il Veneto sarà sempre più smart e tecnologico, ma per entrare appieno nel futuro l’agricoltura dovrà porrà una maggiore attenzione al consumatore, che nei decenni passati è mancata. Il consumatore chiederà sempre più attenzioni all’agricoltura, dalle certificazioni al processo di produzione, dalle regole sulla sicurezza del lavoro alle emissioni in atmosfera. Le aziende agricole venete dovranno adeguarsi o altri occuperanno i nostri spazi sul mercato. Ma attenzione: nella ricerca della sostenibilità e salubrità, dobbiamo tenere la barra dritta rispetto alla produzione identitaria, proseguendo sulla strada della tracciabilità e dell’etichettatura e investendo nell’educazione del consumatore”.

TURISMO E AGRICOLTURA. Alcune aziende agricole hanno lamentato vincoli legati all’uso di dimore storiche per l’attività turistica e agrituristica. Zaia ha annunciato l’approvazione di una delibera sull’attività turistica nelle ville venete e l’arrivo di pacchetti legge per il turismo emozionale: “Siamo la prima Regione turistica in Italia, con 70 milioni di presenze turistiche, pari a un fatturato di 17 miliardi di euro. Puntiamo quindi a sostenere tutto il nuovo mondo del turismo, che va dal glamping (camping di lusso) alle case sull’albero. Per quanto riguarda le 4.400 ville venete ci sono stati molti problemi, in passato, legati ai vincoli architettonici sugli edifici. Con la nuova norma approvata l’altro ieri ci saranno deroghe che ne faciliteranno l’utilizzo a uso turistico, in modo da agevolare anche le nuove startup di giovani che recuperano casolari e dimore storiche”.

SICCITÁ. Secondo il governatore “dobbiamo prendere atto che il clima sta cambiando e andare verso una riduzione degli sprechi: da un lato migliorare la nostra rete idrica, che è un colabrodo; dall’altro diffondere il sistema di irrigazione a goccia. Chiederemo al governo un investimento in quella direzione, mentre l’Europa non ha dato disponibilità finanziaria. L’ideale sarebbe di aumentare del 40-50% l’invaso dei bacini alpini e prealpini”.

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Rodolfo Garbellini nuovo presidente ANPA

Rodolfo Garbellini è il nuovo presidente dell’ANPA, Associazione nazionale pensionati di Confagricoltura. Eletto all’unanimità dall’assemblea il 9 maggio scorso, sostituisce Bruno Allegretti. Nato in provincia di Rovigo, 75 anni, Rodolfo Garbellini è presidente dal 2000 del sindacato pensionati di Rovigo e componente del Cupla provinciale. Dal 2005 consigliere nazionale dell’Anpa e poi presidente della Onlus Senior, è componente del Consiglio direttivo di Confagricoltura Rovigo. “Molti sono i problemi – ha sottolineato in assemblea Garbellini – che riguardano i pensionati del settore agricolo del nostro Paese, primo fra tutti quello di definire un sistema stabile di perequazione delle pensioni e in grado di garantire un potere di acquisto adeguato nel tempo per assicurare un reddito dignitoso. In questo senso occorre adeguare gli attuali importi minimi di pensione agli standard europei indicati nella Carta Sociale Europea. Come associazione continueremo a muoverci in tal senso”. “Il ruolo e l’importanza dell’associazione Pensionati all’interno di Confagricoltura – ha ricordato Angelo Santori, segretario nazionale – è cresciuto sia al centro sia sul territorio. Il nostro impegno è forte per far applicare le politiche a favore degli anziani e dei pensionati elaborate a livello europeo e praticamente a costo zero per il Paese; come la non discriminazione nei confronti delle persona anziane, l’esclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la solidarietà intergenerazionale. Serve una maggiore attenzione per l’efficacia del sistema sanitario nazionale che, tra liste d’attesa, limitazione di esenzioni e altre criticità, è sempre meno fruibile per anziani e pensionati”.

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Vigneti: nuovo bando per la ristrutturazione

La Giunta regionale ha approvato il bando che assegna, per il 2019, 16 milioni e mezzo di euro per riconversione e reimpianto di vigneti in Veneto. Il bando passa ora al vaglio della terza commissione consiliare e sarà successivamente pubblicato sul Bollettino ufficiale della regione: le imprese interessate avranno tempo sino al 30 giugno per presentare domanda ad Avepa per accedere al sostegno pubblico.

Il programma di sostegno prevede la corresponsione di un contributo in conto capitale per la copertura (sino al 40 %) dei costi sostenuti dagli imprenditori agricoli per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti al fine di aumentare la competitività delle aziende viticole. Gli interventi sono destinate a vigneti atti a produrre vini di qualità (DOC e IGT) e i richiedenti devono essere in possesso delle specifiche autorizzazioni per l’impianto dei vigneti.

Il bando 2019 rappresenta l’ultima possibilità data dalla normativa europea di finanziare impianti effettuati con autorizzazioni derivate dalla conversione dei diritti d’impianto antecedenti il 2015.

Al fine di agevolare l’esecuzione delle opere agli agricoltori è concesso un anticipo dell’80% del contributo previa presentazione di fideiussione.

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Boom del vino veneto all’estero, nonostante il calo della produzione

Veneto Agricoltura ha fotografato la passata stagione vitivinicola regionale.

Il Report dell’Agenzia regionale indica che la scorsa vendemmia ha prodotto nel Veneto 8,5 milioni di hl di vino (-16,5% rispetto 2016), quantità che conferma comunque la nostra regione in cima alla graduatoria nazionale. Secondo i dati di AVEPA elaborati dalla Statistica Regionale, nel 2017 la superficie del vigneto veneto è cresciuta del +4,8%raggiungendo i 91.350 ettari di cui 80.255 ettari già in produzione. Andando nel dettaglio provinciale, sale rispetto al 2016 il vigneto di Padova (+7,1%), Venezia (+11,2%) e Treviso(+10,8), con il vitigno Glera, quello del Prosecco, a fare da traino (+14,3%).

Dall’analisi delle dichiarazioni di produzione 2017 risulta che la vendemmia 2017 nel Veneto ha prodotto 11 milioni di quintali di uve (-15,5%). Oltre i tre quarti del raccolto si concentra nelle province di Verona e Treviso, con la prima che totalizza il 33,2% e la seconda il 45,1% del totale. A seguito del boom del Prosecco, la quota regionale dei vitigni a bacca bianca è arrivata al 76% del totale delle uve prodotte. Continuano ad aumentare, rispetto al 2016, i quantitativi di uve Doc-Docg, che rappresentano oggi l’80% del totale(+11%), mentre scendono le Igt che coprono il 16% del totale.

Considerato il calo dei livelli produttivi di uve e di vino, i tecnici di Veneto Agricoltura rilevano un aumento generalizzato delle quotazioni delle uve delle diverse tipologie. Dall’analisi dei dati statistici registrati presso le Borse Merci delle Camere di Commercio di Verona, Treviso e Padova, si calcola un rialzo medio del prezzo delle uve venete pari al +22,6% per tutte le varietà presenti in Veneto. Considerando le singole province, Verona evidenzia un aumento del 12% netto, mentre sono più consistenti quelli rilevati per Treviso (+27,5%) e Padova (+28,5%). Verona presenta un prezzo medio per l’uva di 0,77 euro/kg, con Padova che si mantiene anch’essa intorno agli 0,69 euro/kg, mentre Treviso si attesta a 1,06 euro/kg, mantenendo così la leadership regionale del prezzo delle uve. Di conseguenza, anche il prezzo medio per l’intera regione viene sospinto verso l’alto a 0,84 euro/kg.

Passando all’export del vino, rispetto ai quasi 6 miliardi di euro registrati a livello nazionale, il Veneto nei primi nove mesi del 2017 ha esportato per un valore di 2,12 miliardi di euro (+6,4% rispetto allo stesso periodo del 2016). Si tenga conto che la Regione dei Dogi esporta vino per una quota pari al 35,5% del totale italiano(distanziando Piemonte e Toscana di circa un 20%) e all’8% di quello internazionale, risultando di fatto la quarta potenza a livello mondiale.

Un discorso a parte merita di essere fatto per i vini spumanti, che anche nel 2017 hanno confermato l’exploit registrato negli anni passati. Il Prosecco in particolare vede schizzare il suo fatturato (+59,6% rispetto al 2016), confermandosi così come la punta di diamante italiana per il settore delle bollicine.

Nel 2017, addirittura, per la prima volta in Italia il valore totale dello spumante esportato ha superato quello dei vini bianchi, attestandosi a un quarto del fatturato globale dei vini in bottiglia. Grande protagonista, come si è detto, il Prosecco che da solo rappresenta il 60% del totale degli spumanti, raggiungendo in valore gli 806 milioni di euro e oltre 2,1 milioni di ettolitri. Regno Unito (40% del totale in valore e 44% in volume), Stati Uniti (22%) e Germania (5%) rappresentano le principali destinazioni con la Russia principale acquirente di vino Prosecco.

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