Confagricoltura Veneto e Agriturist Veneto hanno siglato un protocollo di intesa con la Fise – Federazione italiana sport equestre Veneto per lo sviluppo di collaborazioni legate al turismo equestre e alle attività con cavalli e equidi. L’obiettivo è quello di portare avanti idee e progetti volti all’integrazione tra il mondo agricolo allevatoriale e quello degli sport equestri.
“Abbiamo affrontato l’opportunità di una collaborazione in un incontro con i vertici della Fise a Fieracavalli – sottolineano Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Venetoe Roberto Toniatti Giacometti, presidente della Sezione allevamenti equini di Confagricoltura Veneto-. Il cavallo è sempre più importante sia nelle aziende agricole, sia negli agriturismi con le attività di turismo rurale, pet therapy e fattoria didattica, dove potrebbero trovare collocazione i cavalli alla fine della carriera agonistica. Attorno al cavallo, in Italia, lavorano tra le 40.000 e le 50.000persone, con una linea ascendente soprattutto nelle attività legate all’agricoltura, dato che oltre 35.000 aziende agricole allevano equidi, di cui circa 3.000 come attività prevalente. L’equiturismo sta diventando una delle forme di turismo esperienziale più richieste nei prossimi anni. Perciò crediamo che una maggiore collaborazione tra il mondo sportivo e quello agricolo possa giovare sia in termini di allevamento che di attività turistico-ricettiva”.
Aggiunge Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto: “Il protocollo intende anche ricercare, definire e coordinare gli ambiti applicativi delle disposizioni in vigore e stimolare il potere legislativo. Ad oggi ci sono parecchie discrasie normative e difficoltà attuative delle attività che coinvolgono gli equidi, che vanno assolutamente armonizzate per permetterci di lavorare con serenità e profitto in un settore in grande crescita. Confagricoltura sostiene infatti la proposta di legge sull’ippicoltura dell’onorevole Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in commissione Agricoltura alla Camera, per uniformare un quadro legislativo assai frammentato”.
Concorda Clara Campese, presidente regionale della Fise, che in Veneto conta 14.000 associati in Veneto su 170.000 in Italia. “Siamo la terza regione italiana per tesserati, con numeri in crescita – spiega –. Abbiamo associati di ogni età e ogni appartenenza, dal dilettante all’agonista di alto livello. Mettere in collegamento il nostro universo prettamente sportivo al mondo dell’agricoltura è fondamentale se vogliamo stare al passo con i Paesi d’Oltralpe, dove il cavallo ha un utilizzo diffuso e non è racchiuso in una nicchia come in Italia. Noi riteniamo che ci possa essere un’interazione concreta tra i due comparti e che la parte agonistica e sportiva, oggetto del nostro statuto, possa avere sbocchi nell’equitazione di campagna, in attività in ambito sociale come le fattorie didattiche, ma anche sul fronte turistico con attività promozionali per il nostro territorio quali possono essere le passeggiate a cavallo nelle ville venete. In un periodo come questo, con la pandemia che ha portato a lunghi periodi di lockdown e a ridurre i contatti, stare a contatto con la natura, fare passeggiate a cavallo o farlo pascolare, oppure emozionarsi nel vedere nascere un puledro, può essere molto terapeutico sia per i bambini che per gli adulti”.
In Veneto i cavalli sono oltre 23.000 sugli oltre 500.000 a livello nazionale e la regione, secondo i dati aggiornati a ottobre dell’Anagrafe Equidi, è la settima in Italia per equidi, con 31.258 esemplari tra cavalli, asini, muli, bardotti e zebre, dopo Lombardia (60.701), Lazio (56.459), Sicilia (49.073), Piemonte (39.992), Emilia Romagna (36.246) e Toscana (31.364). È la provincia di Padova la regina in ambito equestre, con 7.300 equidi di cui 5.834 cavalli e 1.417 asini. Seguono Verona con 6.273 equidi, Vicenza con 5.892, Treviso con 5.876, Belluno con 2.996 e Venezia con 2.921.