Giugno 2019

Indagine sulla gestione dei dati e approccio all’innovazione nell’agricoltura italiana

Nomisma nell’ambito del progetto europeo DataBio (www.databio.eu) che vede la partecipazione anche delle associazioni che riuniscono i produttori di macchine agricole, sta raccogliendo dati e informazioni per valutare l’approccio delle imprese italiane alla gestione e utilizzo delle nuove tecnologie applicate alle macchine agricole.

In questo contesto Confagricoltura intende fornire un supporto al progetto attraverso il coinvolgimento di aziende associate, con l’obiettivo di raccogliere utili informazioni aggiuntive circa l’utilizzo dei dati derivanti dalle nuove tecnologie applicate alle macchine agricole e, di conseguenza, sul fabbisogno di formazione degli operatori.

Partecipare all’indagine è semplice. L’intervista non durerà più di 10 minuti. Tutte le informazioni fornite saranno trattate con la massima riservatezza e diffuse esclusivamente in forma aggregata ed anonima.

Al termine del progetto, i partecipanti all’indagine riceveranno un documento con la sintesi dei risultati, che riteniamo potrà costituire un prezioso strumento conoscitivo.

Partecipa all’indagine

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Filiera del Luppolo: insediato un gruppo di lavoro presso il Mipaaft

Nei giorni scorsi presso il Mipaaft si è insediato il “Tavolo Tecnico di filiera del luppolo”, gruppo di lavoro per valutare tematiche tecniche e obiettivi da inserire nel futuro piano di settore.

La raccolta spontanea è invece regolata dalla D.l.vo 21 maggio 2018, n.75 che comprende coltivazione, raccolta e prima trasformazione del prodotto a fini officinali.

Il gruppo di lavoro – all’interno del quale Confagricoltura ha designato dei propri rappresentanti – analizzeranno le tematiche relative a: legislazione nazionale, comunitaria e dei Paesi terzi; certificazione, qualità e aspetti fitosanitari; ricerca e sperimentazione; osservatorio economico e statistico.

Il settore dei birrifici artigianali, negli ultimi anni, ha subito un rapido incremento ma la filiera e soprattutto la parte agricola, non è ancora organizzata. Le produzioni nazionali di luppolo sono ancora esigue, per quantità prodotte e per superfici (inferiori a 100 ha), ed è necessario uno sviluppo tecnologico della fase della trasformazione e anche di una commercializzazione organizzata.

Il Mipaaft auspica che, per fare fronte alla difficoltà di gestione della filiera produttiva del luppolo, si possano nel tempo realizzare specifici “Distretti produttivi”.

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Lavoro in condizioni di temperatura elevata: attenzione al rischio di colpo da calore

Il rischio da calore è un’emergenza che, in determinate condizioni di temperatura e umidità, può manifestarsi per i lavoratori del comparto agricolo. Per i datori di lavoro, in particolare, c’è l’obbligo di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da calore. Le diverse Ulss del Veneto hanno divulgato le schede che aiutano nell’individuare le condizioni di temperatura e umidità in cui c’è maggior probabilità che si verifichi il colpo di calore, i sintomi, con le relative conseguenze, e le misure di prevenzione e di soccorso.

Scheda sul colpo di calore

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Stati generali dell’agricoltura veneta: le priorità per il settore

Come sarà l’agricoltura veneta nel 2030? Più resiliente alle crisi climatiche, più attenta all’ambiente e al risparmio idrico ed energetico. Dovrà essere ancor più radicata nel territorio, investire sui giovani e su filiere verticali e orizzontali, migliorare il paesaggio e favorire l’inclusione sociale, garantendo il giusto reddito a chi la pratica. Le imprese del primario dovranno essere ‘multifunzionali’ e volano di ‘economia circolare’, sempre più capaci di integrare biologico e convenzionale.

Sono alcune delle indicazioni emerse dagli ‘stati generali’ dell’agricoltura veneta, conclusi nei giorni scorsi ad Agripolis (Legnaro) con la conferenza regionale dello sviluppo rurale “Insieme verso il 2030”, punto di arrivo di un percorso di studio, ascolto e consultazione partecipata promosso dalla Regione Veneto per delineare le priorità delle politiche regionali del prossimo decennio, in vista della nuova programmazione comunitaria. La consultazione, allargata a 310 sigle del mondo rurale (associazioni di categoria, enti ed e istituzioni, rappresentanze dei consumatori e mondo della ricerca, comprese le tre università venete), ha consentito di individuare le dieci priorità regionali che orienteranno le politiche per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Veneto fino al 2030.

Le dieci priorità regionali, che dovranno orientare bandi, misure e strategie del prossimo decennio, sono:

  1. Resilienza e orientamento del settore primario;
  2. Integrazione di filiera e territoriale in chiave multifunzionale;
  3. Modello agroindustriale integrato e azioni di marketing;
  4. Approccio agroecologico per mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici;
  5. Economia circolare e innovazioni della bioeconomia;
  6. Servizi ecosistemici e resilienza territoriale;
  7. Sbocchi occupazionali attraverso diversificazione e multifunzionalità;
  8. Strategie innovative di sviluppo integrato per l’inclusione sociale;
  9. Salubrità dei prodotti e benessere animale valorizzando le risorse locali;
  10. Rete integrata del sistema della conoscenza e dell’innovazione.

I rappresentanti delle organizzazioni che partecipano al Tavolo di concertazione regionale sullo sviluppo rurale hanno dato voce alle loro priorità e agli obiettivi strategici del prossimo decennio. Ludovico Giustiniani, presidente regionale di Confagricoltura, ha individuato “nella razionalizzazione della risorsa idrica, nell’innovazione colturale verso varietà più resistenti allo stress idrico e nell’efficientamento della rete irrigua” le priorità da adottare nel prossimo decennio, con conseguenti investimenti, da parte del soggetto pubblico ma anche del partenariato associativo, in innovazione e ricerca. “Solo l’innovazione potrà sostenere la capacità competitiva del settore”, ha ricordato.

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Coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali: contributi INPS obbligatori dovuti per l’anno 2019

Con la Circolare 91 del 17 giugno 2019 l’INPS comunica gli importi della contribuzione obbligatoria dovuta dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali per l’anno corrente 2019.

In particolare vengono descritte le varie componenti che la costituiscono e il reddito medio convenzionale, determinato nella misura di € 58,62.

Gli estremi per il pagamento mediante modelli F24 saranno disponibili dal mese di luglio negli Uffici di Zona o consultabili dal sito web Inps: Cassetto previdenziale autonomi in agricoltura.

I termini di scadenza per il pagamento sono il 16 luglio 2019, il 16 settembre 2019, il 18 novembre 2019 e il 16 gennaio 2020.

Scarica la circolare completa

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Psr Veneto: arrivano i nuovi bandi

Sono stati approvati in via definitiva e saranno pubblicati nei prossimi giorni sul Bollettino Ufficiale Regionale, i nuovi bandi del Programma di Sviluppo Rurale riferiti a:

  • Intervento 4.4.3 – Strutture funzionali all’incremento e valorizzazione della biodiversità naturalistica – Dotazioni necessarie al miglioramento della coesistenza tra le attività agricolo/zootecniche e fauna selvatica
  • Intervento 6.4.1 – Creazione e sviluppo della diversificazione delle imprese agricole
  • Intervento 6.4.2 – Creazione e sviluppo di attività extra-agricole nelle aree rurali
  • Intervento 8.1.1 – Imboschimento di terreni agricoli e non agricoli
  • Intervento 8.4.1 – Risanamento e ripristino foreste danneggiate da calamità naturali, fitopatie, infestazioni parassitarie e eventi climatici
  • Intervento 8.5.1 – Investimenti per aumentare la resilienza, il pregio ambientale e il potenziale di mitigazione delle foreste
  • Intervento 8.6.1 – Investimenti in tecnologie forestali e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti forestali

Sono inoltre stati approvati i bandi per l’azione complementare del Psr nelle cosiddette “aree interne”. Le aree individuate in Veneto per questo tipo di sostegno sono: l’Unione montana Agordina, l’Unione Montana Comelico, l’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e il Contratto di foce Delta del Po. Per queste aree sono previsti finanziamenti per:

  • investimenti a sostegno delle prestazioni e della sostenibilità delle aziende;
  • investimenti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli;
  • infrastrutture viarie silvopastorali, ricomposizione e miglioramento fondiario e servizi in rete;
  • creazione e sviluppo della diversificazione delle imprese agricole;
  • creazione e sviluppo di attività extra-agricole nelle aree rurali;
  • investimenti in tecnologie forestali e nella trasformazione dei prodotti forestali.

Per maggiori informazioni sui bandi è possibile contattare gli uffici di Confagricoltura.

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In Europa lo zucchero diventa sempre più “amaro”

Sono forti le preoccupazioni sul futuro dello zucchero europeo espresse dalla Confederazione internazionale dei bieticoltori europei (CIBE) e rilanciate da Confagricoltura.

In Italia, le superfici di barbabietole da zucchero in 11 anni si sono contratte del 62%, e per questo Confagricoltura aveva chiesto alle istituzioni comunitarie di attivare al più presto misure eccezionali. Negli ultimi due anni non sono state adottate misure per il settore scosso da forti turbolenze, trasferendo più di due miliardi di euro dai produttori e dalle industrie agli utilizzatori di zucchero.

Su richiesta del ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, alla fine dello scorso anno, si è insediato a Bruxelles un gruppo ad alto livello che finora, però, non ha fornito indicazioni e proposte per far uscire lo zucchero dalla crisi.

Il Cibe ha denunciato una perdita pari al 30% sul reddito dei produttori europei, nonostante il livello più alto di produzione e qualità delle loro barbabietole. Dopo l’Italia è ora l’intero settore dello zucchero europeo in profondo rosso. La crisi, innescata dai bassi prezzi, ha colpito i paesi principali produttori nella UE, tanto che il gruppo tedesco Sudzucker ha annunciato la chiusura di cinque zuccherifici in Europa, di cui due in Francia.

Le preoccupazioni del presidente di Confagricoltura sono condivise dal presidente dell’Associazione nazionale bieticoltori (ANB) Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi: “Da tempo prevedevamo la crisi del settore, che ora non è più solo un problema italiano, ma anche europeo, sul quale sia il Mipaaft sia le nostre Organizzazioni hanno gli occhi ben puntati, ma sul quale invece manca una risposta concreta e attiva delle Istituzioni europee”. Anche per questo ANB sta mettendo in campo nuove strategie, come il progetto per la valorizzazione dei sottoprodotti delle polpe a fini energetici.

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Fauna selvatica: il Veneto propone la modifica della legge nazionale

L’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, a nome della Regione Veneto, ha presentato alla Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni la richiesta di modificare la legge nazionale 157 che dal 1992 regola la fauna selvatica.

La proposta di modifica legislativa della legge, elaborata dalla Regione Veneto in sintonia con Confagricoltura e le altre associazioni di categoria del mondo agricolo, punta a sostituire il concetto di “protezione” con quello di gestione, a superare la frammentazione tra diversi ministeri in materia faunistico-venatoria e a distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria. La proposta punta inoltre al risarcimento integrale dei danni diretti e indiretti causati da grandi predatori, ungulati e rapaci e l’istituzione di una filiera delle attività di controllo della selvaggina, dai centri di raccolta dei capi uccisi a quelli di lavorazione delle carni e possibile commercializzazione.

I danni causati alle attività agricole, ma anche alla pubblica incolumità, da specie nocive come cinghiali, ungulati, cormorani sono purtroppo esperienza ormai comune, non solo in Veneto ma anche in molte altre regioni. Appare pertanto sempre più urgente modificare la legge nazionale che regola la fauna selvatica e passare dal concetto di protezione assoluta ad un approccio dinamico di gestione controllata. Sullo sfondo, nella richiesta della Regione Veneto di modificare la legge 157 varata 27 anni fa, ci sono le difficoltà del processo di regionalizzazione del personale provinciale dedicato alle attività di controllo e vigilanza in materia di caccia e pesca e il progressivo depotenziamento, innescato dalla riforma del Rio, dell’attività gestionale svolta dai corpi di polizia provinciale. Situazione che sta causando anche conflitti di attribuzione di competenze davanti alla Corte Costituzionale con ricadute negative sulla capacità di controllo della fauna selvatica, in particolare cinghiali, ma anche nutrie, volpi e corvidi.

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