Gennaio 2023

Convegno su biometano e fotovoltaico a Fieragricola Tech

Veneto ed Emilia Romagna vedranno nei prossimi anni la costruzione di dieci nuovi impianti di produzione di biometano, dove si espande l’unico bacino bieticolo-saccarifero d’Italia. Di queste e altre iniziative che coinvolgono la filiera bieticola si parlerà nel convegno “Biometano e fotovoltaico: la sfida è adesso”, in programma a Fieragricola Tech di Verona giovedì 2 febbraio alle 9.30, nella sala Gialla del Padiglione Expo.

L’evento, voluto da Confagricoltura Veneto e Confederazione dei bieticoltori-CGBI – che rappresenta nel Paese 5.200 aziende agricole e si pone al vertice del comparto dell’energia rinnovabile con 23 impianti di biogas realizzati e oltre 200 gestiti in service -, ha l’obiettivo di accompagnare l’agricoltore in questo nuovo percorso di crescita e diversificazione aziendale, verso una maggiore circolarità del sistema produttivo.

Tra i relatori, il presidente della Confederazione dei bieticoltori-CGBI, Gabriele Lanfredi, a cui spetta il compito di entrare nel vivo delle problematiche legate alla produzione di biometano ottenuto esclusivamente da sottoproduzioni agricole, colture di secondo raccolto ed effluenti zootecnici oltre agli scarti della lavorazione agroindustriale. Si parlerà, nello specifico, delle iniziative che coinvolgono la filiera bieticola, del progetto lanciato da CGBI e Coprob-Italia Zuccheri, che prevede la costruzione in tre anni di 10 nuovi impianti di produzione di biometano tra Veneto ed Emilia-Romagna. Seguirà l’intervento di Tommaso Honorati, responsabile progetto Agrisolare di CGBI, che mira a fornire un quadro normativo aggiornato sugli incentivi per il fotovoltaico nel settore agricolo,con particolare riferimento all’agrisolare, all’agrivoltaico e alle comunità energetiche.

Sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: “Il biometano e il fotovoltaico sono di grande utilità in un momento come oggi, segnato dal forte aumento dei costi energetici, e possono godere della spinta data alle fonti rinnovabili dal Pnrr. Gli incentivi riguarderanno sia i nuovi impianti di biometano, sia il fotovoltaico con la copertura dei tetti delle stalle e dei ricoveri di attrezzi, sia l’agrifotovoltaico con l’utilizzo della superficie per installare pannelli solari con finalità agricola. Molti allevamenti e aziende agricole stanno guardando con favore a questi impianti, che spingono l’economia circolare e quindi uno sviluppo sostenibile, passando dal riciclo dei residui in campagna alla produzione di energia green”.

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Bovini e bufalini, indennità di abbattimento

Sulla Gazzetta ufficiale del 5 gennaio 2023 n. 4 ( è stato pubblicato il decreto relativo alla Determinazione dell’indennità di abbattimento di bovini e bufalini infetti da tubercolosi e da brucellosi, di ovini e caprini infetti da brucellosi e di bovini e bufalini infetti da leucosi bovina enzootica, per l’anno 2022.

Pertanto, gli indennizzi previsti per i bovini e bufalini sono così rimodulati.

– La misura massima dell’indennità di abbattimento, da corrispondere ai proprietari dei bovini abbattuti perché infetti da tubercolosi, da brucellosi e da leucosi enzootica dei bovini è stabilita in euro 473,81.

– La misura massima dell’indennità di abbattimento, da corrispondere per i bovini quando le carni ed i visceri debbono essere interamente distrutti è stabilita in euro 869,00.

– La misura massima dell’indennità di abbattimento, da corrispondere ai proprietari dei bufalini abbattuti perché infetti da tubercolosi, brucellosi e leucosi, è stabilita in euro 471,28.

– La misura massima dell’indennità di abbattimento da corrispondere per i bufalini quando le carni ed i visceri debbono essere interamente distrutti, è stabilita in euro 863,70

Le misure sopra indicate sono aumentate del 50% per capo negli allevamenti bovini e bufalini che non superano i dieci capi. Nelle tabelle allegate al decreto sono fissate le indennità per categoria, età e sesso dei capi della specie bovina e bufalina infetti e abbattuti o abbattuti e distrutti. Le suelencate misure sono applicate a decorre dal 1° gennaio 2022 per gli animali abbattuti nel corso dell’anno 2022.

Indennizzi previsti per ovini

L’ indennità di abbattimento, da corrispondere ai proprietari degli ovini abbattuti perché infetti da brucellosi, è pari ad euro 111,72 per i capi iscritti ed è di euro 90,60 per i capi non iscritti ai libri genealogici, con decorrenza dal 1° gennaio 2022 per gli animali abbattuti nel corso dell’anno 2022.

Indennizzi previsti per caprini

L’ indennità di abbattimento prevista per i proprietari di caprini abbattuti perché infetti da brucellosi è stabilita in euro 147,75 a capo per i capi iscritti ai libri genealogici e in euro 101,74 a capo per i capi non iscritti, con decorrenza dal 1° gennaio 2022 per gli animali abbattuti nel corso dell’anno 2022. Sia per gli ovini sia per i caprini le indennità di abbattimento sono pari al 35% del relativo valore nel caso di ovini e caprini con età maggiore o uguale a sei anni, con decorrenza dal 1° gennaio 2022 per gli animali abbattuti nel corso dell’anno 2022.

Si ricorda infine che le maggiorazioni dell’indennità di abbattimento, si applicano anche ai casi di reinfezione negli allevamenti ufficialmente indenni a condizione che venga accertato il rispetto delle disposizioni vigenti in materia di profilassi della tubercolosi, brucellosi e leucosi.

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Nuova Sabatini, 18 mesi per l’ultimazione dei lavori

La Sabatini per investimenti green non è l’unica novità del 2023. In questi giorni è stata resa operativa la nuova piattaforma web per richiedere l’agevolazione a cui è possibile accedere solamente utilizzando lo Spid.

Slittamento dei termini – per gli investimenti con contratto di finanziamento stipulato dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023, la legge di bilancio ha disposto la proroga del termine per l’ultimazione degli investimenti, che si allunga di ulteriori 6 mesi, arrivando così a 18 mesi complessivi. Per tali iniziative è conseguentemente prorogato di 6 mesi anche il termine per la trasmissione della richiesta di erogazione, da effettuarsi entro 120 giorni dal termine ultimo previsto per la conclusione dell’investimento.

Diciture in fattura – Per le domande presentate anteriormente al 1° gennaio 2023, indipendentemente dalla data di trasmissione della richiesta di erogazione del contributo, continuano ad applicarsi le disposizioni previste dal decreto interministeriale 25 gennaio 2016. Con riferimento a tali domande, pertanto, deve essere apposta sull’originale di ogni fattura, sia di acconto che di saldo, riguardante gli investimenti per i quali sono state ottenute le agevolazioni, la dicitura «Spesa di euro … realizzata con il concorso delle provvidenze previste dall’articolo 2, comma 4, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69». Con riferimento alle fatture elettroniche, la predetta dicitura deve essere apposta sui titoli di spesa inserendola nell’oggetto o nel campo note a cura dell’emittente, oppure inserendo la medesima dicitura, anche in formato sintetico, nella causale di pagamento del relativo bonifico.

Nel caso della fattura elettronica, come da Faq dello stesso ministero, qualora la predetta dicitura non sia stata apposta secondo le modalità sopra descritte, è possibile procedere alla regolarizzazione, mediante l’emissione di una nota di credito volta ad annullare il titolo di spesa errato e la successiva emissione di un nuovo titolo di spesa corretto.

Per le domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023, si applicano le disposizioni introdotte dal decreto interministeriale 22 aprile 2022. Le fatture elettroniche, sia di acconto che di saldo, riguardanti i beni per i quali sono state ottenute le agevolazioni, devono quindi riportare nell’apposito campo il “Codice unico di progetto – Cup”, reso disponibile in sede di perfezionamento della domanda di accesso al contributo, unitamente al riferimento alla norma istitutiva dell’intervento «art. 2, c. 4, D.L. n. 69/2013” da riportare in maniera separata nelle medesime fatture.

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Etichetta vino: il caso Irlanda grave precedente

Siamo preoccupati per la deriva proibizionistica che il settore vitivinicolo europeo sta affrontando. La Commissione non ha ascoltato le riserve che l’Italia, con altri numerosi Stati membri, ha manifestato per opporsi alle misure introdotte dalla normativa irlandese creando un grave precedente e un potenziale ostacolo al commercio interno.

La Commissione Europea non si è opposta allo schema di regolamento irlandese inerente l’etichettatura delle bevande alcoliche che era stata notificato alla Commissione lo scorso mese di giugno. La regolamentazione irlandese introduce l’obbligo di riportare messaggi sanitari relativi al cancro, alle malattie del fegato, alle donne in gravidanza nell’etichettatura e presentazione di tutte le bevande alcoliche, vini inclusi, immesse nel mercato domestico.

Il Governo italiano è stato il primo a trasmettere un parere circostanziato alla Commissione europea per manifestare la propria contrarietà a questa misura, che costituisce un pericoloso precedente per altre iniziative simili che potrebbero eventualmente essere presentate da altri Paesi.

Occorre contrapporre a queste decisioni l’evidenza che è solo l’abuso di alcol, e non il consumo moderato, a poter determinare effetti nocivi sulla salute. Soltanto con strumenti di prevenzione ed educazione al consumo consapevole è possibile evitare i fenomeni dell’alcolismo.

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Crediti 4.0: investimenti ultimati entro il 30 settembre

La Legge di Bilancio 2023 è intervenuta su una scadenza che riguarda il credito d’imposta per investimenti in nuovi beni strumentali aventi le caratteristiche Industria 4.0.

E’ infatti prorogato al 30 settembre il termine entro il quale devono essere ultimati gli investimenti che sono stati “prenotati” entro il 31 dicembre 2022, cioè quelli per i quali entro l’anno scorso il relativo ordine risulta accettato dal venditore ed è avvenuto il pagamento dell’acconto almeno pari al 20%. Questo permette di beneficiare del credito nella misura del 40%; dal 1 gennaio 2023, invece, il credito spetta nella misura del 20%.

Per i beni “generici”, invece, rimane confermata la scadenza del 30 giugno 2023 per effettuare gli investimenti già “prenotati” entro il 31 dicembre 2022 e beneficiare del credito del 6%. Dal 2023 tale credito non è più previsto.

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Comunicazione giacenze cereali semi oleosi e riso

Il Masaf ha stabilito che la data di scadenza per la comunicazione delle giacenze di cereali e semi oleosi e riso, destinati alla commercializzazione, detenute dagli operatori delle filiere interessate è il 31 gennaio e non il 20 gennaio come previsto dal decreto 8 agosto 2022.

I prodotti oggetto di registrazione sono i seguenti:

  • frumento duro codice NC 1001 19 00, escluso quello destinato alla semina;
  • frumento tenero e frumento segalato codice NC 1001 99 00, esclusi le sementi per la semina;
  • orzo codice NC 1003 diverso da quello destinato alla semina;
  • granturco cod. NC 1005 90 00 diverso da quello destinato alla semina;
  • riso codice NC 1006, escluso quello destinato alla semina;
  • semi di soia anche frantumati codice NC 1201 90 00, esclusi i semi per la semina;
  • girasole codice NC 1206 00, escluso quello destinato alla semina;
  • ravizzone e/o colza codice NC 1205, escluso quello destinato alla semina;
  • farina di semi di colza codice NC 23.06.41.00, 23.06.49.00;
  • farina di semi di girasole codice NC 23.06.30.00;
  • farina di semi di soia codice NC 23.04.00.00;
  • olio di colza codice NC 1514; • olio di girasole codice NC 1512;
  • olio di soia codice NC 1507.

Per le sementi certificate il Crea-DC effettua la comunicazione della superficie entro il 10 novembre di ogni anno mentre per la comunicazione della produzione il termine è fissato entro il 10 gennaio di ogni anno.

Il decreto prevede anche l’istituzione presso il Mipaaf di un comitato tecnico che deve monitorare l’andamento dei mercati e della politica
agricola comune relativamente ai prodotti indicati dal decreto e approvare le stime mensili delle giacenze dei prodotti.

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Innovazione nella meccanizzazione, bando Pnrr

Nei giorni scorsi  la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il riparto dei 500 milioni di euro  del PNRR destinati all’innovazione della meccanizzazione agricola. E un altro capitolo della missione  rivoluzione verde e transizione ecologica gestito dal Ministero dell’agricoltura insieme allo sviluppo della logistica per l’agroalimentare a cui sono stati destinati 800 milioni, del parco agrisolare con 1,5 miliardi, e all’irrigazione con 880 milioni).

L’intervento comprende investimenti a favore della meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare e, per la quota parte da 100 milioni di euro, l’ammodernamento dei frantoi oleari. Con i 400 milioni destinati alla meccanizzazione del settore agricolo si punta al miglioramento del parco macchine agricole con l’introduzione di sistemi per l’agricoltura di precisione. Nel 2023 è prevista la pubblicazione del secondo bando che include anche trattori agricoli e forestali oltre che  tecnologie per l’agricoltura di precisione. Il primo bando ha avuto poco successo in quanto era limitato alle trattrici elettriche ed alimentate a biometano.

 

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Pac 2023, i pagamenti accoppiati

Un capitolo molto importante della Pac 2023-2027 è costituito dai pagamenti accoppiati, detti anche sostegni accoppiati al reddito. A tale intervento è destinato un importo consistente, di oltre 524 milioni di euro, corrispondente al 15% dell’ammontare complessivo degli aiuti diretti.

Non sono molte le novità rispetto ai pagamenti accoppiati erogati fino allo scorso anno. Le produzioni sostenute sono sostanzialmente le stesse (Latte, Carni bovine, Carni ovine e caprine, Frumento duro, Semi oleosi: colza e girasole (esclusa la coltivazione di semi di girasole da tavola), Riso, Barbabietola da zucchero, Pomodoro destinato alla trasformazione, Olio d’oliva, Colture proteiche comprese le leguminose) con la sola aggiunta degli agrumi e qualche modifica relativa alle vacche nutrici e all’olio d’oliva.

Tra le principali novità annotiamo che, dal 2024, in linea generale, è obbligatorio l’utilizzo di sementi/materiali vegetativi certificati, tranne che per il premio accoppiato proteiche/leguminose. Le aziende biologiche possono utilizzare sementi convenzionali qualora quelle biologiche non fossero presenti sul mercato.

Riguardo alla zootecnia (bovini da carne e da latte) si evidenzia invece la necessità dell’adesione a Classyfarm nell’anno di presentazione della domanda. Sono esclusi dall’obbligo gli allevamenti delle zone di montagna.

 

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Florovivaismo, estensione del contributo ambientale

Con circolare del 14 dicembre, il CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi – ha deciso, in modo alquanto discutibile, di estendere l’applicazione del CAC – Contributo Ambientale Conai – sui vasi in plastica per fiori e piante, considerandolo alla stegua di un imballaggio, con alcune esenzioni.

L’obbligo diverrà operativo dal 1° luglio, data sino alla quale sarà operativo un semestre di tolleranza.

Sposando un’interpretazione criticabile del Codice dell’Ambiente, il Consiglio di Amministrazione del CONAI ha ritenuto costituiscano imballaggio, con conseguente applicazione del CAC, i vasi in plastica per fiori/piante, destinati alla vendita a consumatori o utenti finali, con spessore parete, da misurare a metà altezza del vaso, sino a 0,8 mm. Ciò a prescindere dal diametro e dalle caratteristiche strutturali del vaso.

Rimangono, invece, esclusi dall’applicazione del CAC:

  • i vasi con spessore parete, a metà altezza del vaso, oltre 0,8 mm;
  • i vasi con spessore parete, fino a 0,8 mm, venduti al consumatore, quando siano vuoti;
  • i vasi con spessore parete, sino a 0,8 mm, quando siano utilizzati nelle vendite tra professionisti, purché impiegati nelle fasi di coltivazione/crescita delle piante. In questo caso, però, è previsto che l’azienda, che impiega il vaso vuoto, debba inviare al fornitore e, per conoscenza, al CONAI un’apposita attestazione.

La decisione del CONAI è stata contestata da Confagricoltura perché i vasi costituiscono elementi imprescindibili per lo svilippo e la crescita delle piante, quindi mezzi di produzione esentati dal CAC. Inopportuna ed errata è stata la loro classificazione come imballaggio, proprio perché non sono destinati in via esclusiva né al trasporto né alla commercializzazione dei prodotti.

Confagricoltura proseguirà la sua azione perché la decisione del CONAI sia modificata.

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Biometano, primo bando per gli incentivi

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha emanato il decreto che approva le regole applicative per l’accesso agli incentivi sul biometano immesso nella rete del gas naturale.

Gli allegati del decreto contengono gli schemi di avviso pubblico per ciascuna delle procedure previste, i modelli per le istanze di partecipazione, la documentazione da inviare per la verifica del rispetto dei requisiti, i contratti-tipo da stipulare tra il GSE ed i soggetti richiedenti.

Come indicato dal GSE sul proprio sito internet, le richieste di partecipazione alla prima procedura competitiva pubblica potranno essere presentate, esclusivamente per via telematica, mediante il nuovo applicativo “Sviluppo del biometano” a disposizione sul sito del GSE e accessibile dall’Area Clienti, dalle ore 12:00 del 30 gennaio 2023 e fino alle ore 12:00 del 31 marzo 2023.

Il provvedimento, predisposto con il supporto del GSE, rientra tra le azioni previste per dare attuazione alla misura del PNRR “Sviluppo Biometano” che sostiene la produzione di biometano, sia attraverso nuovi impianti che mediante riconversione di strutture esistenti di biogas.

Si dà quindi attuazione al Decreto Biometano del 15 settembre 2022, che regolamenta gli incentivi per il biometano immesso nella rete del gas naturale e prodotto nel rispetto dei requisiti di sostenibilità e di riduzione delle emissioni. Ricordiamo che il PNRR mette a disposizione per la produzione di biometano (agricolo e dalla frazione organica di rifiuti urbani -FORSU) risorse per un ammontare complessivo pari a 1.730,4 milioni di euro da assegnare entro il 2024 ad impianti che dovranno entrare in esercizio entro giugno 2026.

Vengono incentivati nuovi impianti (biometano da matrici agrozootecniche/agroindustriali/FORSU) che gli impianti a biogas riconvertiti a biometano laddove alimentati da matrici agricole. L’incentivo, così come previsto dal PNRR, è composto da due componenti:

  1. a) un contributo in conto capitale (fino al 40% del costo ammissibile);
  2. b) una tariffa incentivante applicata alla produzione netta di biometano, per 15 anni.

L’accesso agli incentivi avviene tramite procedure competitive pubbliche in cui, periodicamente, sono messi a disposizione dal GSE dei contingenti di capacità produttiva.

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