Febbraio 2023

Ecoschema, inerbimento colture

Trattiamo in questo articolo il cosiddetto Eco-schema 2, previsto dalla Piano strategico nazionale per la Pac 2023-2027.

Il pagamento spetta agli agricoltori per il mantenimento dell’inerbimento -spontaneo o seminato – nell’interfilare delle colture arboree o, per le superfici non coltivate a filare, sulla superficie sulla superficie esterna alla proiezione verticale della chioma della pianta.

Sono previsti degli impegni aggiuntivi sull’interfilare o sulla superficie esterna alla proiezione della chioma:

  1. Mantenimento su almeno il 70% della superficie oggetto di impegno, che non può essere variata, tra il 15 settembre dell’anno di domanda e il 15 maggio dell’anno successivo, della copertura vegetale erbacea;
  2. Divieto di diserbo chimico;
  3. Divieto di lavorazioni del terreno durante tutto l’anno; è consentita la semina senza lavorazione del suolo;
  4. Gestione della copertura vegetale erbacea mediante operazioni meccaniche di sfalcio, trinciatura-sfibratura.

Pagamento annuale (stimato) per la superficie oggetto d’impegno: 120 (max 238,57) €/Ha nelle aree ordinarie e 144 (Max 340,28) €/Ha nelle aree Natura 200 e nelle zone vulnerabili. Il pagamento effettivo dipenderà dal numero di ettari ammessi.

Il pagamento è cumulabile con il pagamento per la salvaguardia olivi di valore paesaggistico.

AmministrazioneEcoschema, inerbimento colture
Leggi tutto

Frumento, in Veneto + 30% di semine a scapito del mais

Meno mais e più frumento. Gli agricoltori veneti quest’anno semineranno più grano, coltura che ha meno bisogno di acqua e che nel 2022 ha sofferto meno la siccità rispetto al granoturco. Si stima un 30% di semine in più, anche grazie alle ottime performance di mercato che nel 2022 hanno segnato un +43% del prezzo medio annuo per il frumento tenero e +34,8% per il frumento duro.

“C’è molta incertezza sulla semina del mais, a causa della siccità – sottolinea Chiara Dossi, presidente della sezione Cereali alimentari di Confagricoltura Veneto -. L’anno scorso le perdite di produzione, in Veneto, sono state superiori al 30% e i costi sono andati alle stelle tra concimi e agrofarmaci. Perciò molte aziende in autunno hanno seminato frumento, che dà più garanzie di produzione e soddisfazione economica, mentre per la primavera stanno valutando di seminare girasole al posto del mais, che richiede meno acqua, ma anche soia, che ha costi minori di coltivazione e soffre meno la sete. Probabilmente aumenteranno anche le superfici di orzo, che ha segnato un ottimo andamento dei prezzi.

L’anno scorso, secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a frumento tenero in Veneto è stata di 96.000 ettari (+1%), con Rovigo capofila (23.800 ettari) seguita da Padova (20.700 ettari). Quella di frumento duro è stata di 19.400 ettari (+34%), con Rovigo in testa (12.650 ettari), seguita da Verona (2.850 ettari) e Padova (2.450 ettari). Per la soia 148.000 ettari di superficie (+5,3%), con Venezia prima provincia (36.150 ettari) seguita da Padova (33.800) e Rovigo (32.700). Per il mais 143.200 ettari la superficie (-3%), con Padova in testa (30.900 ettari), seguita da Venezia (28.900) e Rovigo (26.100).

I dati nazionali per il mais sono anche peggiori: le superfici sono scese al minimo storico di 564.000 ettari e la produzione si attesta a 4,7 milioni di tonnellate, la stessa del 1972. Un andamento negativo che ha coinvolto tutti i produttori europei, con una diminuzione di 21 milioni di tonnellate (-29%). “La carenza di mais comporterà problemi per gli allevamenti – sottolinea Chiara Dossi -, in quanto la granella viene utilizzata per i mangimi in molte specie di animali da allevamento come pollame, bovini e suini. E la mancanza sarà sentita soprattutto dalle filiere che necessitano di prodotto italiano, come alcune grandi aziende e i consorzi. Del resto, se la siccità e le alte temperature del 2022 dovessero diventare una costante, gli agricoltori saranno obbligati a cambiare rotta. E dovranno farlo anche le aziende dotate di impianti di irrigazione, perché senza acqua sarà difficile farli funzionare. Ma restiamo con la speranza che già quest’anno ci sia qualche precipitazione in più e un clima meno torrido. Al momento la situazione è sotto controllo, perché tra autunno e inverno le piogge non sono mancate e i terreni sono meno in sofferenza rispetto ad un anno fa. Però le falde restano molto scariche”.

AmministrazioneFrumento, in Veneto + 30% di semine a scapito del mais
Leggi tutto

Gestione dei rischi, al via il fondo Agri-CAT

Con il Decreto Ministeriale n. 645911 dell’8 febbraio 2023, il Masaf ha aggiornato la disciplina relativa ai sostegni destinati alla “Gestione del rischio in agricoltura”.  Il Piano contiene le disposizioni relative alle assicurazioni agevolate, ai fondi di mutualizzazione e al nuovo Fondo Mutualistico Nazionale Agri-CAT, interventi previsti dalla nuova dal Piano Strategico della PAC 2023-2027.

Il nuovo Fondo Mutualistico Nazionale Agri-CAT rappresenta una copertura mutualistica contro i danni alle produzioni causati da eventi avversi di natura catastrofale (gelo, siccità, alluvione), per tutte le aziende agricole che percepiscono pagamenti diretti e sono iscritte al registro imprese. Il Fondo copre esclusivamente le perdite di resa che superano la soglia minima del 20% della produzione media dell’agricoltore, ovvero la produzione calcolata come media della produzione degli ultimi tre anni o degli ultimi cinque escludendo la produzione più alta e quella più bassa. Se per le assicurazioni per definire il valore medio per ettaro è utilizzato lo Standard Value, per il fondo AgriCat la produzione media annua è determinata tramite l’utilizzo di “indici di valore” che esprimono l’importo massimo ad ettaro risarcibile da parte del fondo in caso di sinistro. Di fatto il valore indice esprime la quota di ricavo che copre i costi variabili determinati statisticamente. Quindi il fondo AgriCat risarcisce parte dei potenziali ricavi e non il valore commerciale del prodotto.

Il Fondo nel 2023 opera con le seguenti condizioni:

  1. a) Colture permanenti (esclusi agrumi e olivicoltura), orticole e vivai:

– Franchigia: 30%

– Limite di indennizzo (lordo franchigia): 40%, elevato al 45% per gli agricoltori nuovi assicurati;

  1. b) Seminativi e altre colture (inclusi agrumi e olivicoltura):

– Franchigia: 20%

– Limite di indennizzo (lordo franchigia): 35%, elevato al 40% per gli agricoltori nuovi assicurati.

Al fine del riconoscimento formale del verificarsi di un evento catastrofale, il Fondo individua le aree colpite sulla base delle mappe elaborate attraverso gli indicatori agrometeorologici distinti per avversità stabiliti nel Regolamento del Fondo.  La denuncia di sinistro è presentata dagli agricoltori tramite le apposite funzionalità in ambito SIAN, secondo le tempistiche e le modalità indicate nel Regolamento del Fondo.

Le novità principali in merito alle polizze indicizzate sono l’incremento della percentuale massima di aiuto sui premi che passa dal 65% al 70% e l’introduzione di nuove fitopatie ed epizoozie tra quelle assicurabili o assoggettabili a copertura mutualistica.

Inoltre sono state semplificate le combinazioni degli eventi atmosferici assicurabili, o assoggettabili a copertura mutualistica, per le produzioni vegetali, riducendo la numerosità dei pacchetti di rischio, al fine di agevolare le scelte d

Per quanto riguarda la sottoscrizione delle polizze i termini sono: entro il 31 maggio per le colture a ciclo autunno primaverili e per le colture permanenti, entro il 30 giugno per le colture a ciclo primaverile e l’olivicoltura, entro il 15 luglio per le colture a ciclo estivo, secondo raccolto, trapiantate, vivai di piante arboree da frutto, piante di viti portainnesto, vivai di viti e pioppelle, entro il 31 ottobre per le colture a ciclo autunno invernale, colture vivaistiche, strutture aziendali e allevamenti.
AmministrazioneGestione dei rischi, al via il fondo Agri-CAT
Leggi tutto

Aviaria ancora presente negli uccelli selvatici

Il Ministero della Salute, nel proprio bollettino di monitoraggio della situazione, evidenzia che a partire da gennaio sono stati confermati 23 casi di HPAI da H5N1 in uccelli selvatici, in particolare nelle regioni: Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna. Di questi ben dieci riguardano i gabbiani. Oltre ai gabbiani sono colpiti anche rapaci e anatidi.

Ulteriori casi sospetti sono in corso di conferma presso l’IZSV. Il numero di casi nei selvatici evidenzia purtroppo come persista la circolazione di H5N1 sul territorio nazionale, così come peraltro sta avvenendo nel resto di Europa e nei Paesi terzi. Aree in cui si registrano anche focolai nei domestici e nei mammiferi selvatici e domestici.

Tale situazione costituisce un rischio costante per gli allevamenti di volatili domestici. Pertanto il MinSalute sollecita le regioni citate ad innalzare il livello di allerta negli allevamenti, in particolare sollecitando l’adozione delle misure di biosicurezza previste ed in particolare la tempestiva segnalazione dei casi precoci di sospetto oltre al mantenimento del pollame al chiuso nelle regioni ad alto rischio.

AmministrazioneAviaria ancora presente negli uccelli selvatici
Leggi tutto

Bonus investimenti 4.0, nuove proroghe

Il Decreto Milleproroghe approvato al Senato -nei prossimi giorni verrà approvato alla Camera- interviene sulle scadenze che riguardano il credito d’imposta per investimenti in nuovi beni strumentali.

E’ prorogata al 30/11/2023 (era previsto dalla Legge di Bilancio il termine del 30/9/2023) la data entro la quale devono essere ultimati gli investimenti aventi le caratteristiche Industria 4.0 (tabella A) “prenotati” entro il 31/12/2022, cioè quelli per i quali entro l’anno scorso il relativo ordine risulta accettato dal venditore ed è avvenuto il pagamento dell’acconto in misura pari almeno al 20%, in modo da beneficiare del credito nella misura del 40%; dal 1/1/2023 invece, il credito spetta nella misura del 20%.

Un’altra proroga riguarda i beni “generici”: slitta al 30/11/2023 la scadenza per completare gli investimenti già “prenotati” entro il 31/12/2022 (ordine accettato e acconto pagato almeno del 20%) e beneficiare così del credito del 6%. Dal 2023 tale credito non è più previsto.

Di seguito riportiamo uno schema con le percentuali dei crediti e relative scadenze.

 

 

 

 

Beni Tabella A

DA 1/1/2022 A 31/12/2022 (entro 30/11/2023 con acconto di almeno il 20% entro 31/12/2022) DA 1/1/2023 A 31/12/2025 (entro 30/6/2026 con acconto di almeno il 20% entro 31/12/2025)
CREDITO 40% in 3 rate

dall’anno di interconnessione

CREDITO 20%  in 3 rate

dall’anno di interconnessione

 

 

 

Beni generici

DA 1/1/2022 A 31/12/2022 (entro 30/11/2023 con acconto di almeno il 20% entro 31/12/2022) DA 1/1/2023 NON PREVISTO

 

CREDITO 6% in 3 rate

dall’anno di entrata in funzione

 

 

 

 

AmministrazioneBonus investimenti 4.0, nuove proroghe
Leggi tutto

Psr, prossimi bandi e indennità per la montagna

Con Dgr n. 120 del 06 febbraio la Regione del Veneto ha approvato il piano pluriennale di attivazione dei bandi del PSR per il quinquennio 2023-2027. Abbiamo quindi ora un quadro preciso relativamente alle misure del nuovo PSR che verranno attivate nei prossimi mesi, nel corso del 2023 e poi negli anni successivi.

Tra gli interventi che verranno aperti nei prossimamente e che interesseranno le coltivazioni del 2023 ci sono alcune misure agro-climatico-ambientali e anche il sostegno per le zone con svantaggi naturali montagna (le cosiddette indennità compensative). Per quanto riguarda l’agroambiente si tratta in particolare delle seguenti misure:

  • SRA03 – Tecniche lavorazione ridotta dei suoli
  • SRA08 – Gestione prati e pascoli permanenti
  • SRA10 – Gestione attiva infrastrutture ecologiche
  • SRA 14 – Allevatori custodi dell’agro-biodiversità
  • SRA 29 – Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica

I bandi si rivolgeranno agli agricoltori che già negli anni passati aderivano a tali misure ma anche a nuovi soggetti che, naturalmente, devono possedere i requisiti richiesti.

Riassumiamo di seguito le misure citate, rimandando alla lettura del Complemento regionale per lo sviluppo rurale del Veneto 2023-2027 e alla consulenza degli uffici di Confagricoltura per ulteriori approfondimenti.

Tecniche lavorazione ridotta dei suoli

OBIETTIVO Favorire la conservazione del suolo attraverso la diffusione di tecniche di coltivazione che ne minimizzano il disturbo e favoriscono il miglioramento della sua fertilità.

IMPEGNI Sono previsti 5 anni di impegno. Il pagamento sarà a favore dei beneficiari che si impegnano ad adottare la tecnica di semina su sodo/no tillage (NT).

Divieto di effettuare arature, ripuntature e ogni altra lavorazione che inverta gli strati del suolo (ivi

comprese le vangature), divieto di impiego di attrezzature dotate di organi lavoranti attivi, ovvero

mossi dalla presa di potenza o da altre fonti di forza motrice.

Bisogna garantire la copertura del suolo attraverso il mantenimento in loco di stoppie e residui colturali, eventualmente trinciati, in modo da formare uno strato protettivo pacciamante di materiale vegetale (mulching).

CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ

– Superficie minima di 1 ha;

– L’intervento è applicabile sulle superfici a seminativo;

– Sono ammissibili le sole colture annuali (anche erba medica).

SOSTEGNO Il pagamento sarà annuale pari a 500 Euro/ha per l’introduzione delle tecniche di agricoltura conservativa e di 450 Euro/ha per il mantenimento delle stesse.

Sarà obbligatorio aderire ad una iniziativa formativa o di consulenza.

 

Gestione prati e pascoli permanenti

OBIETTIVO La misura, che si articola in tre azioni, è volta alla salvaguardia della biodiversità, fornitura di servizi eco-sistemici ed alla tutela delle risorse naturali, come suolo e acqua; nonché alla mitigazione dei cambiamenti climatici ed all’adattamento agli stessi.

I prati e pascoli permanenti sono considerati aree agricole ad alto valore naturalistico (AVN), aumentano il sequestro di carbonio e migliorano la resilienza agli eventi metereologici estremi.

-Azione 8.1: Gestione sostenibile dei prati permanenti

-Azione 8.2: Gestione sostenibile dei prati-pascoli permanenti

-Azione 8.3: Gestione sostenibile dei pascoli permanenti incluse le pratiche locali tradizionali.

 

IMPEGNI

– L’intervento si applica ad appezzamenti fissi

– Gestione delle superfici per tutto il periodo dell’impegno (5 anni)

– Altri impegni diversi a seconda dell’azione (vedi pag. 146 del complemento)

 

SOSTEGNO

  • Azione 8.1: 190 €/ha/anno
  • Azione 8.2: 100 €/ha/anno
  • Azione 8.3: 100 €/ha/anno

 

Gestione attiva infrastrutture ecologiche

OBIETTIVO: migliorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee; potenziare le connessioni ecologiche; sostenere la biodiversità in aree agricole, nonché riqualificare i paesaggi agrari semplificati; aumentare la capacità di fissazione della CO2 atmosferica.

L’intervento ha lo scopo di conservare le seguenti infrastrutture ecologiche qualora esistenti, identificate dalle azioni:

– Azione 10.1: formazioni arboreo/arbustive (10.1.1 fasce tampone, 10.1.2 siepi o filari)

– Azione 10.2: formazioni lineari erbacee

– Azione 10.3: boschetti nei campi

– Azione 10.4: prati umidi e zone umide

– Azione 10.6: rete idraulica minore

CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ

Esistenza dell’infrastruttura ecologica all’atto della presentazione della domanda di sostegno nell’ambito della SAT aziendale. L’intervento si applica alle zone non classificate montane dal PSN PAC 2023-2027.Altre condizioni specifiche per ciascuna azione sono specificate nel Complemento regionale. Di seguito riportiamo la tabella con i sostegni previsti.

 

Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica

Azione SRA 29.1: Conversione all’agricoltura biologica

Azione SRA 29.2: Mantenimento dell’agricoltura biologica

Per l’azione 29.1 le superfici devono essere state notificate per la prima volta precedentemente al periodo di impegno

Per l’azione 29.2 le superfici devono essere presenti in una notifica nello stato di “pubblicata” precedentemente all’avvio del periodo di impegno

Adesione all’intervento con tutta la superficie aziendale, pari ad almeno una UTE completa

Non sono ammessi i produttori che risultano precedentemente ritirati dall’applicazione dei disciplinari biologici dopo aver ricevuto aiuti a valere del regolamento UE 1305/2013 (PSR2014/2020).

L’intervento non è cumulabile con altri interventi agroambientali

 

IMPEGNI: Applicazione del metodo di produzione biologica su tutta la SAU oggetto di impegno

Le superfici accertate con la domanda di impegno devono essere mantenute per tutta la durata del periodo di impegno

Aderire a misure specifiche di formazione consulenza resi disponibili dai pertinenti interventi di sviluppo rurale

Sono ammessi esclusivamente sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa prodotti con metodi di produzione biologico

Divieto di assoggettare ad impegno le superfici aziendali per lo spandimento agronomico degli effluenti

Superficie minima per aderire pari ad 1 ettaro.

 

AmministrazionePsr, prossimi bandi e indennità per la montagna
Leggi tutto

Patentini fitosanitari scaduti, proroga validità

Il Decreto mille proroghe, approvato nei giorni scorsi, tra le varie cose, ha prorogato la validità dei patentini fitosanitari scaduti nel 2022.

In particolare i certificati di abilitazione all’acquisto, all’utilizzo, alla vendita e all’attività di consulente in materia di prodotti fitosanitari, nonché degli attestati di funzionalità delle macchine irroratrici, scaduti nel 2022, avranno validità fino al 30 giugno 2023.

Confagricoltura, tramite il proprio ente di formazione ERAPRA, prosegue comunque l’attività di organizzazione dei corsi per il  rinnovo dei certificati di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, al fine di consentire agli agricoltori di proseguire correttamente la  propria attività.

AmministrazionePatentini fitosanitari scaduti, proroga validità
Leggi tutto

Bonus risparmio energetico, attivo il portale Enea

Dall’1 febbraio è stato attivato sul sito internet di ENEA il portale https://bonusfiscali.enea.it, tramite il quale è possibile compilare e inviare la comunicazione degli interventi edilizi del 2023 che comportano:

la detrazione Irpef del 65% per risparmio energetico (“ecobonus”)

la detrazione Irpef per spese di ristrutturazione o manutenzione straordinaria su abitazioni (“bonus casa”). Per questa tipologia, la comunicazione è da effettuarsi solo se l’intervento comporta anche un risparmio energetico e/o l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ad esempio:

Strutture edilizie – Riduzione della trasmittanza delle pareti verticali;

– riduzione delle trasmittanze coperture;

– riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti.

Infissi Riduzione della trasmittanza dei serramenti.
Impianti tecnologici Installazione di solare termico per produzione di acqua calda sanitaria e/o riscaldamento;

– sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione;

-sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione;

– pompe di calore per climatizzazione degli ambienti;

-generatori di calore a biomassa;

-installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo

 

Per l’ecobonus, l’invio dei dati all’ENEA è un presupposto indispensabile per beneficiare della detrazione Irpef. Per il bonus casa invece, l’invio è obbligatorio, ma, in caso di omissione, non  comporta la perdita del diritto alla detrazione, anche se è comunque sanzionabile.

Il termine per effettuare la trasmissione all’ENEA è di 90 giorni dalla data di fine lavori. Nel comunicato stampa dell’1.2.2023, ENEA ha specificato che per gli interventi con data fine lavori compresa tra l’1.1 e il 31.1.2023, i 90 giorni decorrono dall’1.2.2023 e quindi il termine di invio della Comunicazione scade l’1.5.2023.

In alcuni casi di mancato invio nei termini, prima di un eventuale controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, è possibile sanare l’irregolarità pagando una sanzione di 250 euro.

AmministrazioneBonus risparmio energetico, attivo il portale Enea
Leggi tutto

Confagricoltura al Vinitaly dal 2 al 5 aprile

Confagricoltura sarà presente, come di consueto, al Vinitaly dal 2 al 5 aprile.

Lo stand sarà a disposizione degli associati e offre l’opportunità di organizzare minieventi, appuntamenti e degustazioni, a calendario, a fronte di una quota di partecipazione e sarà così
organizzato:
– Personalizzazione con il logo di Confagricoltura per assicurare la massima visibilità;
– Galleria delle Regione, spazi di accoglienza per rendere piacevole il percorso Regionale con
i vini del territorio;
– Bar, dedicato agli assaggi dei vini presenti in galleria;
– Sala Eventi con 35 posti;
– Saletta VIP riservata a 15 persone.

Per le cantine, offriamo la possibilità di esporre una bottiglia del proprio vino nella Galleria delle Regioni. E’ inoltre possibile inoltre accompagnare le degustazioni con prodotti tipici.
Per dettagli sui costi di partecipazione e/o richiesta di biglietti ingresso a tariffa scontata, potete contattare gli uffici di Confagricoltura Veneto al 041/987400, chiedendo di Ilenia Bettin.

AmministrazioneConfagricoltura al Vinitaly dal 2 al 5 aprile
Leggi tutto

Riso, nel Delta del Po previsto calo delle semine

Lieve calo in Veneto nel 2022 per le superfici coltivate a riso, ma buone previsioni di semina nel Veronese per il 2023. In provincia di Rovigo, però, si stima un calo a causa della siccità, che ha condizionato fortemente la stagione 2022. Le due province assommano  il 90% degli investimenti regionali: 2.100 ettari di coltivazioni nel territorio scaligero e 600 ettari in Polesine. L’anno scorso, a causa della carenza di piogge e delle alte temperature, la produzione finale si è attestata su 14.100 tonnellate di riso, con una perdita di quasi il 20% rispetto al 2021. I prezzi, invece, si sono mantenuti su livelli superiori rispetto all’anno precedente, con una media di 632,3 euro a tonnellata.

Spiega Filippo Sussi, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Veneto: “Il 2022 è stato un anno difficile a causa dei problemi legati alla siccità. La carenza d’acqua e le temperature alte hanno condizionato pesantemente i raccolti. Nel Veronese sono stati riscontrati meno problemi di acqua, mentre nel Delta del Po le risaie si sono trovate completamente a secco per settimane, senza mancanza di piogge e con la risalita del cuneo salino. Ci auguriamo che per la prossima stagione si torni alla normalità. Le previsioni di semina sono abbastanza stabili, soprattutto in provincia di Verona, ma restano le preoccupazioni a causa della carenza idrica, che persiste. La straordinaria siccità del 2022 ha penalizzato fortemente gli invasi, che rimangono scarichi”.

Più pessimista per la zona del Delta del Po Antonio Bezzi, componente della sezione risicoltori di Confagricoltura Veneto  e presidente del Consorzio risicoltori polesani, che conta una decina di grandi aziende di seminativi tra Porto Tolle, Taglio di Po e Porto Viro: “La situazione è addirittura peggiore dell’anno scorso. I bacini d’acqua, a cominciare da laghi e laghetti, hanno un livello molto basso e anche le riserve di neve in montagna non fanno ben sperare. Arriviamo da un’annata disastrosa, con le risaie in asciutta, rimaste senza una goccia d’acqua per parecchie settimane. I risicoltori vicino al mare si sono ritrovati con le piante annerite e hanno detto addio al raccolto, perché la portata del fiume Po era talmente bassa che il mare è entrato e ha salato tutto. Nel 2022 la superficie coltivata a riso, in provincia di Rovigo, è diminuita del 11,3%. Prevediamo anche per l’annata 2023 un ennesimo calo, perché in questa situazione di gravissima siccità molti agricoltori non se la sentono di spendere risorse senza la certezza di raccolto. Il dramma è che non sappiamo cosa seminare in alternativa, dato che senza la possibilità di irrigare anche il mais va in sofferenza, come si è visto l’estate scorsa”.

AmministrazioneRiso, nel Delta del Po previsto calo delle semine
Leggi tutto