Aprile 2022

Rischio povertà e fame nei paesi in via di sviluppo

“È indispensabile fornire un sostegno urgente e coordinato ai Paesi in situazione di insicurezza alimentare”: è questa la richiesta congiunta, indirizzata alla comunità internazionale, dai leader della Banca mondiale, del Programma alimentare della FAO, del Fondo monetario internazionale (FMI) e dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

Il forte aumento dei prezzi delle materie prime agricole e la carenza di forniture – si sottolinea nel documento congiunto – “stanno spingendo milioni di persone verso la povertà e la denutrizione”.

Il Fondo monetario internazionale, in particolare, ha rivisto al ribasso le previsioni relative alla crescita economica su scala globale per quest’anno e per il 2023, sostenendo inoltre che, a causa della guerra in corso, sono attesi danni pesanti per i Paesi che più dipendono da Ucraina e Federazione Russa per le forniture di cereali e energia.  In un recente rapporto del WTO si rileva che in Africa e nel Medio Oriente le importazioni di grano da Ucraina e Federazione Russa coprono il 50% del fabbisogno di cereali.

In alcuni Paesi africani già si registrano aumenti dei prezzi per i cereali tra il 50 e l’80%. Quasi la metà del grano gestito dal Programma alimentare mondiale della FAO arrivava dall’Ucraina. Senza un programma straordinario di aiuti, c’è il rischio di una crisi alimentare su scala internazionale che avrebbe pesanti conseguenze di ordine sociale e sul fronte dell’immigrazione clandestina.

Alla luce di questi scenari, c’è da chiedersi se il nuovo corso della PAC sia adeguato alle sfide alle quali l’Unione europea è chiamata a rispondere. Il potenziale produttivo dell’agricoltura europea, che è tra i più avanzati al mondo, e la competitività delle imprese che producono per il mercato vanno salvaguardati.

Va anche ricordato che i capi di Stato e di governo della UE hanno preso posizione a favore della riduzione della dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli chiave e hanno chiesto alla Commissione di affrontare la questione della sicurezza alimentare globale. Non si tratta di rimettere in discussione gli obiettivi della transizione ambientale, ma di assicurare, come è possibile grazie alle innovazioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale dell’agricoltura europea con quella sociale ed economica.

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Cereali: la UE chiede all’Ungheria di ritirare il decreto che limita l’export

La Commissione europea ha formalmente chiesto al Governo ungherese di ritirare il provvedimento con il quale, all’inizio di marzo, sono state introdotte rigide limitazioni alle esportazioni di cereali a causa della guerra in Ucraina.

Nella lettera, firmata dai commissari UE all’Agricoltura e al Mercato Interno, si sottolinea che le misure varate, in sintesi la preventiva autorizzazione delle autorità statali, hanno l’effetto di un vero e proprio bando alle esportazioni. Secondo i dati della Commissione, l’Italia importa annualmente dall’Ungheria circa un milione di tonnellate di grano tenero e 1,5 milioni di tonnellate di mais.

Oltre a infrangere le regole del mercato unico, il decreto varato dall’Ungheria è immotivato anche sotto il profilo strettamente economico. Con una produzione di grano tenero e mais che ammonta a oltre 200 milioni di tonnellate, l’Unione è tra i principali esportatori di cereali a livello mondiale.

“Grazie a una Politica agricola comune (PAC) i rifornimenti per i cittadini europei continuano ad essere assicurati, anche se dobbiamo fare i conti con un aumento senza precedenti dei costi che, senza adeguati interventi da parte della UE e del governo, può limitare i cicli produttivi” è il commento di Confagricoltura.

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Il 5 maggio a Padova convegno sull’agricoltura biologica

Giovedì 5 maggio alle15 la Sezione di Prodotto Agricoltura Biologica di Confagricoltura Veneto organizza il convegno “L’agricoltura biologica nel Veneto e le opportunità di sviluppo” che si svolgerà sia in presenza nella sede di Confagricoltura Padova (via Strada Battaglia 71/c – Albignasego – PD), sia in modalità online tramite applicazione Zoom.

Oltre a proporre una fotografia della situazione nella regione si parlerà:

  • del bando PSR Veneto per le aziende in conversione
  • del Piano strategico nazionale presentato dall’Italia per la nuova Pac
  • della recente legge sull’agricoltura biologica

Sono previsti interventi di:

  • Laura Barduca – presidente della Sezione Agricoltura Biologica Confagricoltura Padova
  • Irene Martini e Giovanni Mancinelli- Regione Veneto
  • Samanta Rosi Belliere – Icea
  • Silvia Piconcelli – Confagricoltura

La sede del convegno, per chi è interessato a partecipare in presenza, è la sala riunioni di Confagricoltura Padova (via Strada Battaglia 71/c – Albignasego – PD).

Chi invece desidera partecipare online potrà collegarsi tramite l’applicazione Zoom utilizzando le seguenti credenziali:

ID riunione: 840 8639 5603

Passcode: 232473

Per informazioni padova@confagricoltura.it

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Russia-Ucraina. Il blocco dell’export del legname serva a valorizzare il patrimonio di pioppi e boschi veneti

Gli effetti del conflitto russo-ucraino avranno ripercussioni nel lungo periodo anche per quanto riguarda la filiera foresta-legno. A causa del blocco alle esportazioni di tronchi dalla Russia e Ucraina, si stanno infatti aggravando ulteriormente la crisi dei prezzi e lo squilibrio dei mercati internazionali. Ma è da qui che, secondo Confagricoltura Veneto, bisogna ripartire per valorizzare il patrimonio boschivo locale.

“Questo contesto, con i rapidi mutamenti del quadro geopolitico internazionale e gli ingenti aumenti energetici, è l’occasione per far tornare centrale la risorsa legno italiana nelle politiche di approvvigionamento di materie prime – sottolinea Gian Luigi Pippa, presidente del settore Risorse boschive e coltivazioni legnose di Confagricoltura Veneto -. La pioppicoltura nella pianura padana è la punta di diamante della produzione legnosa a uso industriale in Italia, vale a dire per compensati, imballaggi, carta e pannelli. Tuttavia occorre una programmazione seria per incrementare gli impianti e ridurre la dipendenza dall’estero. Ci vogliono, infatti, dieci anni per avere un pioppo maturo e perciò servirebbero contratti di filiera e politiche economiche orientate allo sviluppo del settore. In Veneto c’è stata una buona crescita di pioppeti, negli ultimi anni, dovuta alla forte richiesta di compensato in tutto il mondo e quindi di pioppi maturi. Abbiamo anche avviato un campo sperimentale per la selezione di piante resistenti, al fine di ottenere materiale resistente alle avversità e ai cambiamenti climatici. Da parte nostra, dunque, c’è il massimo sforzo per valorizzare la filiera. Ma l’attuale situazione d’incertezza richiede, anche da parte della politica, strategie capaci di ridurre la forte dipendenza di legname dall’estero”.

Oggi in Veneto ci sono circa 3.000 ettari di pioppi. La provincia di Rovigo è capofila con 700 ettari, seguita da Padova, Verona e Venezia che veleggiano a quota 600. Vicenza e Treviso sono fanalini di coda con numeri meno significativi. Il Veneto vanta però anche un grande patrimonio boschivo, che copre il 25 per cento del territorio regionale.

“Nel Bellunese noi siamo stati capofila di un progetto di certificazione del legname, arrivando a ottenere il marchio di Gestione forestale sostenibile per 23.000 ettari di bosco dal Comelico al Cadore e altrettanti nell’Altopiano di Asiago – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Un importante passo verso la creazione di filiere forestali d’eccellenza, che valorizzino il territorio montano e consentano di creare ricchezza. Ma bisogna fare di più per riequilibrare un mercato del legname caratterizzato da uno squilibrio tra domanda e offerta. Un problema strutturale della filiera foresta-legno che si conferma nel Veneto e in particolare nei boschi bellunesi, nonostante il settore industriale (legno-arredo) rimanga tra quelli di punta nell’economia regionale con 12.000 imprese, 70.000 addetti ed esportazioni per un valore superiore ai 2,2 miliardi di euro”.

 

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Vinitaly, il mercato del vino in Russia dopo le sanzioni Ue

La carenza di materie prime, di fertilizzanti e l’aumento dei costi energetici sono i principali effetti che il conflitto in Ucraina sta producendo sul sistema commerciale ed economico europeo. Senza dimenticare il rischio di possibili insolvenze relative ad acquisti concordati prima dell’inizio della guerra.

Ne ha parlato nello stand di Confagricoltura al Vinitaly il vicepresidente della Confederazione con delega all’internazionalizzazione, Giordano Emo Capodilista.

L’intero settore vitivinicolo nostrano vive un senso di grande incertezza assistendo al susseguirsi delle sanzioni Ue nei confronti della Federazione Russa. Un Paese che per il vino italiano rappresenta 350 milioni di euro l’anno.

Particolarmente critica è la situazione dei vini che rientrano nella categoria dei beni di lusso, il cui export è attualmente interrotto. Al danno economico si aggiunge la difficile interpretazione delle sanzioni: il regolamento blocca l’export solo per i prodotti di lusso dal valore superiore ai 300 euro “per articolo”.

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Tale regola verrebbe applicata all’articolo oggetto della spedizione-consegna, indipendentemente che si tratti di una bottiglia singola oppure di un cartone da 6 o 12 bottiglie. Confagricoltura è convinta che applicando una restrizione in base alle quantità acquistate, si rischia di discriminare alcuni formati di acquisto.

Chiediamo al Governo italiano di farsi portavoce in Europa delle nostre richieste di precisazioni – ha detto Emo Capodilista –. Bisogna chiarire che le restrizioni per il vino riguardano le singole bottiglie di valore superiore ai 300 euro. È un aspetto fondamentale perché, per noi, i singoli articoli al di sotto di questa cifra non rientrano tra i beni di lusso, e quindi sono senz’altro esportabili”.

Altra questione su cui il vicepresidente della Confederazione chiede chiarimenti a Roma e Bruxelles, è il ricollocamento del milione di ettolitri di vino che l’Italia esporta in Russia ogni anno: “Se la difficile situazione di mercato e le sanzioni limitano l’esportazione di questa importante quantità, allora dobbiamo iniziare a discutere su quali canali commerciali dirottarla”.

Questioni che l’Italia condivide con un altro Paese leader nella produzione vitivinicola, la Francia. “Di recente abbiamo avuto un incontro con l’ambasciatore francese sul delicato tema della tutela delle produzioni DOP e IGP: le nostre preoccupazioni sono anche le loro – ha concluso Capodilista –. Preoccupazioni che coinvolgono anche l’indotto turistico. Non dimentichiamo che i visitatori russi in Italia sono tra i maggiori big spender con un volume di acquisti che raggiunge annualmente 1 miliardo di euro. La guerra è un fenomeno che mina le basi non solo economiche ma anche sociali, siamo convinti che tutelare il vino sia uno dei migliori modi per promuovere la pace”.

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Progetto Gleres: conto alla rovescia perle prime bottiglie di Prosecco sostenibile

Tra pochi anni in Veneto si potranno stappare le prime bottiglie di Prosecco ottenuto da vitigni resistenti a malattie come la peronospora e lo oidio, con un ridotto utilizzo di prodotti fitosanitari. Il progetto Gleres, frutto di una convenzione siglata da Confagricoltura Treviso e il Crea-Ve che coinvolge 16 tra le maggiori cantine delle terre del Prosecco, si avvia a raggiungere i suoi obiettivi dopo cinque anni di lavoro mirato a ottenere varietà di Glera con incrementate capacità di resistenza, nel segno di una maggiore attenzione all’impatto ambientale. Il bilancio è stato presentato a Vinitaly in un convegno promosso da Confagricoltura Veneto, in collaborazione con Crédit Agricole FriulAdria, alla quale ha preso parte il segretario del ministero per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio.

“Il lavoro che sta portando avanti Confagricoltura con le cantine e il Crea – ha detto in apertura Centinaio – non solo è in linea con l’Europa nella direzione della sostenibilità, ma è addirittura un apripista, dimostrando che l’Italia è all’avanguardia nel campo della scienza e delle nuove tecnologie. Lancio però un messaggio ai colleghi degli altri ministeri: bisogna andare a Bruxelles con le idee chiare, perché non si può sedere ai tavoli comunitari con le Politiche agricole che dicono una cosa, lo Sviluppo Economico un’altra e la Salute un’altra ancora. Ci vogliono momenti interministeriali dove ci si confronta con il territorio e con le voci autorevoli della scienza e dell’economia, in modo da andare in Europa con una voce unica e condivisa per poter contare”.

Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-Ve), ha illustrato i risultati del primo quinquennio. “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissi. Dal 2017 abbiamo selezionato, con una tecnica di incroci tra la varietà Glera e numerosi parentali resistenti alle malattie funginee, 10.000 piante da seme con un numero da tre a cinque geni multipli di resistenza alle malattie, che nel 2020 sono arrivate a produrre uva, consentendoci di fare le prime microvinificazioni. Nei prossimi anni procederemo con una selezione molto drastica per arrivare a poche decine di piante “figlie di Glera” con caratteristiche di resistenza, alta qualità e forte somiglianza alla vite madre. Contiamo nel 2027 di giungere alla fine del percorso, con l’iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite di una decina di varietà, che potranno essere utilizzate dai viticoltori per produrre un Prosecco altamente sostenibile, che porterà a ridurre in maniera esponenziale il numero di trattamenti. Sarà un grande risultato, senza precedenti, perché si potranno stappare le prime bottiglie ottenute da vitigni “figli di Glera”. A facilitare il percorso è il via libera dato in dicembre dall’Unione Europea, con il regolamento 2021/2117, all’utilizzo delle varietà ibride resistenti nei vini a denominazione d’origine. Ciò significa che le varietà potranno essere utilizzate sia nelle doc esistenti, sia nelle future doc specificatamente dedicate a linee di vini resistenti. La cosa importante è che le vigne “figlie di Glera” si potranno usare in zone sensibili, o in zone cuscinetto, in quanto non richiedono più di due trattamenti annui”.

“Noi abbiamo sempre creduto a una vitivinicoltura attenta alla tutela degli ecosistemi e delle risorse naturali – ha spiegato Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto – e siamo certi che le nuove varietà, resistenti alle principali malattie della vite, potranno ridurre le perdite produttive in modo sostenibile, diminuendo i costi di gestione del vigneto. In questi anni abbiamo spinto sull’attività di sperimentazione, perché i tempi per arrivare a piante con caratteristiche di resistenza sono molto lunghi. Il miglioramento genetico è indispensabile per un settore come la viticoltura e il nostro progetto permetterà di arrivare a un Prosecco sostenibile, con un abbattimento quasi totale di trattamenti. È fondamentale che a livello comunitario sia stato approvato il regolamento per l’utilizzo di piante resistenti all’interno delle denominazioni d’origine, che dovrà ora essere recepito dall’Italia con l’abrogazione del decreto legge 61/2010 e della legge 238/2016, secondo cui i vitigni ottenuti da incrocio tra la Vitis vinifera e altre specie del genere Vitis possono essere utilizzati solo per vini da tavola e Igt.  Solo così si potrà arrivare a modificare i disciplinari di produzione,utilizzando varietà di viti che si adattino meglio ai cambiamenti delle condizioni climatiche e che abbiano una resistenza maggiore alle malattie”.

“La nostra attenzione ai temi dell’innovazione e della sostenibilità negli ultimi anni ci ha fatto guardare con grande interesse allo sviluppo del progetto Gleres – ha dichiarato Carlo Piana, direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria –. Per questo, in occasione del ritorno in presenza di Vinitaly, abbiamo voluto essere ancora una volta al fianco di Confagricoltura Veneto nella divulgazione dei risultati di questa ricerca, che dopo cinque anni di studio sta dando il risultato sperato: quello di ottenere un Prosecco ecosostenibile da un vitigno resistente e con costi di produzione competitivi”.

Chiusura affidata al presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Ringrazio le aziende che, con questo progetto, hanno creduto nella scienza e nelle nuove tecnologie. Mai come oggi, con il conflitto in Ucraina che ha messo in evidenza la necessità di avere un’agricoltura forte e competitiva, la ricerca deve diventare fondamentale per il settore e non trovare ostacoli nel perseguire gli interessi non solo degli agricoltori, ma di tutta la comunità”.

Le cantine che partecipano al progetto, tutte della zona trevigiana di Valdobbiadene, sono Le Rive, Ruggeri & C, Foss Marai, Fratelli Bortolin, Le Contesse, Biancavigna, Masottina, Borgoluce, Luca Ricci, Adriano Adami, Le Colture, Fratelli Mercante, Abbazia di Busco, Tenuta San Giorgio, Marcello del Majno, Graziano Merotto.

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Confagricoltura al Vinitaly: stand ancora più ampio e diretta streaming degli eventi

Circa 4.400 espositori provenienti da oltre 19 nazioni, più di 700 top buyer da 50 Paesi. Sono alcuni dei numeri della 54esima edizione di Vinitaly, che torna a Verona dal 10 al 13 aprile dopo due anni di stop per la pandemia.

Confagricoltura si presenta all’evento fieristico con uno stand (G2/3/4-H2/3/4-I2/3/4 nel padiglione D) ancora più ampio: oltre 450 metri quadri che ospiteranno un fitto calendario organizzato anche in collaborazione con l’Ente Bilaterale Agricolo Nazionale (Eban) e Reale Mutua.

Confagricoltura ha in calendario momenti di approfondimento e incontri che coinvolgeranno istituzioni italiane e straniere, il mondo della ricerca, della cultura, ma anche della moda e della musica. Numerose le degustazioni guidate alla scoperta dei  vini più rappresentativi dei vari terroir abbinati alle specialità gastronomiche delle varie regioni.

La fortunata esperienza della Galleria delle Regioni sarà replicata con il suo percorso, lungo il quale saranno esposte le migliori produzioni territoriali e organizzati incontri con le aziende.

Per la prima volta Confagricoltura organizza la diretta streaming di tutti gli eventi dello stand, accessibile dalla homepage del sito Confagricoltura.it.

Grande attesa anche per i B2B con i buyer e le aziende, programmati nella specifica area dello spazio fieristico confederale, che hanno ottenuto il sold out in poche ore.

“Il contesto internazionale particolarmente difficile che stiamo vivendo richiede momenti di confronto specializzati – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – e l’impostazione con cui il Vinitaly torna quest’anno va in tal senso, con il grande spazio dedicato ai mercati internazionali. La pandemia prima, la guerra oggi, acuiscono i timori per il futuro e riducono le risorse a disposizione delle imprese, ma non manca la voglia di ripresa”.

“Torniamo finalmente al Vinitaly consapevoli di partecipare alla fiera più importante del settore, che da sempre ha una vera natura internazionale a cui tutti fanno riferimento – commenta Federico Castellucci, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Vitivinicola di Confagricoltura –. La situazione instabile a livello mondiale obbliga le imprese ad andare sempre alla ricerca di nuovi mercati”.

IL CALENDARIO DI CONFAGRICOLTURA AL VINITALY 2022

Domenica 10 aprile

Gli appuntamenti nello stand di Confagricoltura inizieranno domenica 10 aprile con la degustazione guidata “Verona e i suoi Vini”, a partire dalle 11.00 negli spazi della Galleria delle Regioni.

Inaugurazione ufficiale dello stand alle 12.30 con istituzioni e autorità.

La potenza simbolica ed evocativa del pane e del vino ha origini tanto antiche quanto è antica la loro invenzione. Questi due alimenti saranno al centro della tavola rotonda che inaugurerà il calendario degli eventi di Confagricoltura al Vinitaly 2022. Alle 14.30, proprio sul messaggio universale di pace e rinascita che il pane e il vino portano in dote, il Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, Carlo Maria Polvani, si confronterà con il Presidente della Confederazione, Massimiliano Giansanti e con Deborah Piovan, Presidente della FNP Proteoleaginose – Confagricoltura.

Sono passati poco più di due anni dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Come siano cambiati da allora i rapporti tra i mercati vitivinicoli italiano e britannico, è il tema dell’incontro delle 15.30“Vino e Post Ue Exit”, con Catriona Graham, Console Generale Britannico a Milano, Francesco Fortuna, capo Gabinetto Mipaaf, Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, il componente di Giunta Lamberto Frescobaldi e il Presidente della Federazione nazionale di Prodotto Vitivinicoltura dell’Organizzazione, Federico Castellucci. Il calendario di domenica proseguirà con gli appuntamenti B2B, organizzati a partire dalle 16.30 nell’Area Business dello stand della Confederazione.

Alle 17.00talk dedicato agli attuali scenari globali del settore vitivinicolo. Ne parlerà il Presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), Luigi Moio.

Lunedì 11 aprile

La maratona veronese di Confagricoltura riprende lunedì 11 aprile, a partire dalle 10, con ulteriori B2B per le imprese del settore. In contemporanea, a partire dalle 11, si svolgerà il convegno “Primi successi del Progetto Gleres, evoluzione naturale verso una viticoltura sostenibile”, organizzato da Confagricoltura Veneto in collaborazione con Crédit Agricole. Interverranno Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto; Carlo Piana, direttore generale di Crédit Agricole; Stefano Vaccari, direttore generale del Crea; Riccardo Velasco, direttore del centro di ricerca in viticoltura ed enologia del Crea; Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura e Gian Marco Centinaio, sottosegretario del Ministero delle Politiche agricole.

Appuntamento alle 12.30 con il mondo delle cantine indipendenti, un incontro a cui parteciperà Lorenzo Cesconi, Presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI). Alle 13.45, tocca all’evento dedicato alla Liguria, “Pesto e dintorni”. Lo chef stellato Ivano Ricchebono si esibirà in uno show cooking, durante il quale preparerà un pesto classico, a base di prodotti Dop e lavorato al mortaio. Il condimento tipico ligure verrà proposto con trofie e abbinato ai vini della cantina Ca’ Lunae. Alle 14.00 è previsto un brindisi con i rappresentanti dell’European Food Forum.

Pericolo scampato. Sulle etichette dei vini non verranno riportate delle avvertenze che segnalano il rischio di cancro derivante dal consumo di alcol. Del cambio di rotta del Cancer Plan europeo verso il (giusto) principio del consumo responsabile, si parlerà nell’incontro delle 14.30 “Consumo moderato e Consapevole”, insieme all’Europarlamentare e componente della Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare, Pietro Fiocchi, e Federico Castellucci, presidente della FNP Vitivinicoltura di Confagricoltura.

I vini autoctoni laziali sono i protagonisti di “Bellone e Cesanese, eccellenze pontine e ciociare”, evento previsto alle 15.30.

L’ultimo appuntamento della giornata è alle 17.00 con una degustazione di produzioni territoriali a cura dei Gal, i Gruppi di azione locale, con cui Confagricoltura ha ripreso recentemente il dialogo dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia, con un incontro sulle opportunità di finanziamento europee.

Martedì 12 aprile

Il calendario di martedì 12 aprile inizierà alle 10.00 nell’Area Business con i B2B, durante i quali Domenico Tappero Merlo (Università Cattolica del Sacro Cuore) presenterà la nuova offerta formativa del Master di comunicazione nel settore enologico.

Come abbinare a tavola carne e vino? La risposta a questa domanda verrà data alle 11.00 con la degustazione guidata “Chianina & Piemontese incontro diVino”, dedicata alle migliori carni del territorio e alle DOCG rosse di Siena e Cuneo. L’appuntamento è organizzato da Confagricoltura Cuneo e dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, in collaborazione con il Consorzio Cascine Piemontesi, Regione Piemonte e il Fondo UE FEASR. Alle 11.30 poi riprenderanno i B2B, sempre nell’Area Business.

Molte firme dell’alta moda da tempo stanno investendo nel mondo del vino. Ne è un esempio Ferragamo, il cui debutto da produttore risale al 1993 con l’avvio di una cantina in Toscana. Il brand made in Italy sarà il protagonista dell’appuntamento delle 12.00, “Il Vino e la Moda”.

Il futuro non è mai stato imprevedibile come oggi. Le ragioni sono tante, a partire dalla pandemia, per finire con la guerra. “Le tensioni internazionali e il mercato del vino in Russia” è il titolo dell’approfondimento organizzato alle 12.30 dalla FNP Vitivinicoltura di Confagricoltura. Saranno presenti il presidente della FNP, Federico Castellucci e il vicepresidente di Confagricoltura, Giordano Emo Capodilista. La Federazione di prodotto proseguirà la giornata con un secondo seminario alle 14.00, dedicato alla sostenibilità applicata alle produzioni.

Di vino e biostimolanti si parlerà sempre alle 14.00 con la tavola rotonda tra l’azienda di produzione e commercializzazione di concimi, Cifo, e le imprese del comparto vitivinicolo, il componente di Giunta di Confagricoltura Marco Caprai, insieme al Presidente della FNP Vitivinicoltura, Federico Castellucci.

Lo storico direttore d’orchestra di Sanremo, Beppe Vessicchio, è invece l’ospite d’onore di un appuntamento dedicato al rapporto tra vino e musica, previsto alle 15.00.

Le degustazioni guidate tornano nel pomeriggio alle 15.30 con “Vini Bresciani tra storie e gusto”.

Mercoledì 13 aprile

La mattina di mercoledì si apre alle 10.30 con un evento, organizzato dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, dedicato al valore culturale e alle potenzialità turistiche che le antiche residenze possono esprimere.

Confagricoltura saluterà il Vinitaly alle 12.30, con un’ultima degustazione, “Unione Golosa di Produttori autentici”, dedicata ai vini dell’Oltrepò Pavese e a cui parteciperà lo chef Damiano Dorati.

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Agriturismi verso il tutto esaurito per il ponte pasquale

C’è grande attesa per gli agriturismi veneti per la Pasqua 2022, che sarà la prima all’insegna dell’apertura dopo due anni di fermo e lockdown. Le prenotazioni stanno fioccando e si prevede il pienone nel ponte del 17 aprile.

“Per gli agriturismi il periodo pasquale costituisce lo start della stagione – commenta Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon (Padova ) –  e siamo perciò contenti che, dopo due anni difficili a causa della pandemia, gli operatori possano veder premiato il loro lavoro. L’alleggerimento delle misure adottate per il Covid ha contribuito a ridare entusiasmo e voglia di ripartire al settore. Stiamo facendo un grande sforzo per tenere i prezzi contenuti, ma qualche aumento è prevedibile in quanto i costi energetici e delle materie prime hanno pesato non poco sui nostri bilanci. Le stime sono di un aumento dei costi, solo per energia elettrica e riscaldamento, di circa 5 euro a stanza”.

La crisi internazionale, conseguente alla guerra in Ucraina, si fa sentire anche sulle strutture agrituristiche. “Al momento sia il pernottamento che la ristorazione nel periodo pasquale riguardano soprattutto turisti italiani e locali – spiega Granata -. Per quanto riguarda le vacanze estive c’è molta più incertezza. Pochissime le prenotazioni straniere, segno che ci sono molti timori legati all’evolversi del conflitto e quindi si attendono gli sviluppi prima di decidere il da farsi. Cerchiamo comunque di essere fiduciosi, nella speranza di tornare a una situazione stabile che restituisca a tutti la fiducia e la voglia di muoversi”.

Gli oltre 1.400 agriturismi del Veneto, prima regione turistica italiana con 19.563.348 arrivi e 69.229.092 presenze, hanno bisogno di ripartire dopo aver sofferto le chiusure e le restrizioni causate dalla pandemia Covid 19 in modo particolarmente rilevante. “La perdita dell’indotto è stata del 70 per cento rispetto al 2019 – registra Granata -. A soffrire maggiormente sono state le piccole strutture che fanno solo ospitalità. Gli interventi di ristoro sono stati insufficienti a coprire le perdite e pure i bandi di sostegno attesi dal Pnrr sono di poco aiuto, a causa degli adempimenti burocratici sempre più complessi e farraginosi. I recenti bandi in favore del settore turistico, nel quale sono comprese anche le aziende agrituristiche, sembrano infatti costruiti ad hoc per le grandi aziende del settore, escludendo realtà più piccole come le nostre, ma non meno importanti. Vogliamo infatti ricordare che siamo una forma di ospitalità rurale, con una specificità tutta italiana, che riscuote un crescente successo in tutto il mondo”.

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Prosecco sostenibile, i risultati della ricerca al Vinitaly

Tra pochi anni in Veneto si potranno stappare le prime bottiglie di Prosecco sostenibile, ottenuto con il contributo di vitigni resistenti a malattie come la peronospora e lo oidio. Il progetto Gleres, frutto di una convenzione siglata nel 2017 da Confagricoltura Treviso e il centro di ricerca Crea-Ve, procede  a passo spedito verso l’obiettivo. I risultati saranno illustrati al Vinitaly lunedì 11 aprile alle 11 in un convegno promosso da Confagricoltura Veneto in collaborazione con Crédit Agricole FriulAdria, nella tensostruttura Hall area D, stand E2-E3, di Confagricoltura.

Il progetto “Gleres”, che coinvolge 16 tra le maggiori cantine delle terre del Prosecco, si propone di arrivare entro qualche anno a selezionare una decina di varietà figlie di Glera con caratteristiche di resistenza, qualità e forte somiglianza alla madre, nel segno di una vitivinicoltura rispettosa dell’ambiente e delle risorse naturali. Le nuove varietà consentiranno, infatti, di ridurre le perdite produttive con un abbattimento quasi totale di trattamenti. Introdurranno i lavori Lodovico Giustiniani, presidente regionale di Confagricoltura e Carlo Piana, direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria. Quindi Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-Ve), presenterà numeri e risultati del primo quinquennio di lavoro effettuato in laboratorio e in campo con le piante figlie di Glera resistenti. Le conclusioni saranno affidate a Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura e Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole.

Le cantine che partecipano al progetto, tutte della zona trevigiana di Valdobbiadene, sono Le Rive, Ruggeri & C, Foss Marai, Fratelli Bortolin, Le Contesse, Biancavigna, Masottina, Borgoluce, Luca Ricci, Adriano Adami, Le Colture, Fratelli Mercante, Abbazia di Busco, Tenuta San Giorgio, Marcello del Majno, Graziano Merotto.

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Ad Abano Terme il via a “Cavalli in villa” in collaborazione con Agriturist

Ai nastri di partenza l’evento itinerante “Cavalli in villa”, al suo debutto il week end da venerdì 8 a domenica 10 aprile, nella prima delle cinque dimore storiche del Veneto che ne ospiteranno il corso durante tutto il 2022: Villa Bassi, nel comune di Abano Terme (Padova), che vedrà il taglio del nastro, alla presenza della autorità, venerdì alle 15.45.

“Cavalli in villa”, progetto che vuole donare al cavallo il ruolo di alfiere della cultura e di sano promotore delle eccellenze e peculiarità del territorio, segue un format che si replicherà dal venerdì alla domenica per ognuno dei cinque eventi tutti gratuiti e aperti al pubblico, da aprile a ottobre prossimo, dove i cittadini, di ogni età, potranno assistere o partecipare attivamente a una serie di iniziative: da concorsi di salto ostacoli A*, che vedranno ogni giorno oltre 200 binomi confrontarsi in una delle discipline equestri olimpiche massimamente adrenaliniche, fino a inediti “dietro le quinte” che sveleranno i segreti di chi lavora con i cavalli nei grandi fil. E ancora spettacoli di teatro equestre, con emozionanti acrobazie con cavalli in libertà, mostre all’interno delle ville ogni volta con temi diversi, e appuntamenti, calendarizzati man mano, per scoprirne le meraviglie artistiche con guide d’eccezione come il critico d’arte Vittorio Sgarbi che porterà il pubblico in viaggio dentro le bellezze nascoste non solo nelle architetture e negli affreschi delle dimore, ma anche nelle principali opere d’arte custodite al loro interno.

Non mancheranno, poi, le aree dedicate a famiglie e bambini, per conoscere i pony prima da terra e poi in sella, grazie ad approcci educativi all’avanguardia volti non solo al divertimento e alla conoscenza del cavallo, ma anche a insegnare le regole di una corretta relazione, sulla base della fiducia e del rispetto reciproco. Altro fiore all’occhiello di “Cavalli in Villa” sarà il turismo equestre e il viaggiare lento e sostenibile, che porterà ad assaporare realmente, al ritmo degli zoccoli sulla terra, le meraviglie che costellano il territorio. Con la collaborazione con Agriturist Veneto cavalli e cavalieri partiranno ogni mattina dal parco di ogni villa per raggiungere in sella diverse tappe di rilievo culturale, artistico, storico o naturalistico intorno alle cinque dimore, fermandosi man mano in diversi agriturismi tipici della zona per soste enogastronomiche con prodotti del territorio.

«L’agriturismo rappresenta il perfetto connubio tra natura, turismo slow, valorizzazione del paesaggio ed enogastronomia”, sottolinea infatti Leonardo Granata, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura. Una cornice ideale per attività come l’equitazione e l’ippoterapia, che stanno diventando alcune tra le forme di turismo esperienziale più richieste. “Cavalli in Villa” è il format idoneo per far conoscere le aziende agrituristiche dislocate lungo il percorso delle escursioni a cavallo, con la possibilità di degustare specialità enogastronomiche di propria produzione. Nella prima tappa dell’iniziativa ad Abano Terme sarà l’agriturismo Terre Bianche di Teolo ad aprire le porte ai cavalieri, con la possibilità di ammirare un vero e proprio giardino pensile sul Veneto».

La mobilità slow e green, poi, sarà rappresentata non solo dal cavallo ma anche dal turismo elettrico: durante ogni tappa di “Cavalli in Villa”, infatti, sarà possibile affittare gratuitamente le E-bike (per adulti e ragazzi) messe a disposizione da Askoll per esplorare, in sella questa volta a bici elettriche di ultima generazione, le bellezze del territorio anche con bambini e ragazzi, facendo attività fisica senza faticare troppo. Il fascino retrò, poi, prenderà il sopravvento per gli amanti della tradizione e dell’eleganza legata ai motori, con esposizioni e sfilate di auto d’epoca che hanno fatto la storia d’Italia. Non mancherà il focus economico del progetto, che vedrà man mano forum e appuntamenti legati a temi di attualità organizzati dal Salone d’Impresa, realtà che da oltre 20 anni è leader nel nord est per eventi e legati al business e cultura d’azienda. Infine gli aperitivi e le cene charity, aperte ai cittadini, organizzate da produttori del territorio e che porteranno in tavola non solo cibi e vini della zona ma anche sostegno ad associazioni del Veneto particolarmente bisognose. Inoltre l’atmosfera e la musica sarà speciale e uscirà da un pianoforte a coda alla frequenza di 432 MH, posizionato al centro del campo gara, mentre l’osteopatia, per cavalli e cani, sarà un’altra peculiarità dell’evento, che vuole portare al centro il reale benessere degli animali.

L’evento è stato ideato e realizzato da FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) Veneto e supportata da FISE Nazionale, ha al proprio fianco l’Istituto Regionale Ville Venete. Gode inoltre del patrocinio di Sport e Salute, sotto l’egida del Governo Italiano, della Regione e dei cinque Comuni che ospiteranno gli eventi lungo l’anno: dopo Villa Bassi ad Abano terme Villa Farsetti, a Santa Maria di Sala in provincia di Venezia (6-8 maggio), Villa Pisani a Bonetti a Lonigo in provincia di Vicenza (11-12 giugno) come anche Villa Caffo Navarrini, a Rossano Veneto (23-25 settembre), e infine Villa Corner a Cavasagra di Vedelago in provincia di Treviso (1-2 ottobre).

«È necessario riconoscere il ruolo fondamentale della cultura nello sviluppo della persona», argomenta la presidente di FISE Veneto Clara Campese, tra gli ideatori dell’iniziativa, che continua: «La storia, l’arte, la tradizione, i fatti accaduti, sono memorie preziosissime che vanno condivise, conosciute e nutrite. “Cavalli in villa” erge il cavallo ad essere alfiere d’eccellenza per promuovere questa nostra condivisa ed enorme cultura, dove lo sport ne è un fulcro, all’interno di contesti che già di per sè hanno tanto da raccontare. Questo progetto vuole portarci, insieme, a rivivere e consolidare un’antica e profonda alleanza tra uomini, animali e territorio per valorizzarne e viverne l’unicità».

Il primo appuntamento di “Cavalli in villa” 2022 ad Abano Terme vedrà alle 9 del primo giorno il via del concorso ippico A*, l’apertura del Villaggio del Bambino, con il battesimo della sella e i percorsi ludico-educativi in sella ai pony, la mostra degli elaborati artistici delle scuole del territorio, il forum d’attualità tenuto dal Salone d’Impresa sulla sostenibilità in Veneto, quale strumento di crescita e un’area espositiva visitabile, la possibilità di prenotare gratuitamente test e gite in E-Bike, interventi della sezione Biodiversità dell’Arma dei Carabinieri, mostra e sfilata di auto d’epoca a cura di ASI (Automotoclub Storico Italiano), e molto altro ancora.

AmministrazioneAd Abano Terme il via a “Cavalli in villa” in collaborazione con Agriturist
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