Gennaio 2024

Agribi, prima app in Italia contro il caporalato

La lingua italiana è fondamentale per comprendere non solo direttive e regole, ma anche i comportamenti sicuri, dato che per un lavoratore straniero il rischio di incorrere in un infortunio è quattro volte maggiore rispetto ad un bracciante italiano. E nel 2023 gli infortuni in agricoltura nel Veronese sono stati 700, pari ad un terzo sui circa 2.000 in Veneto.

Numeri ancora alti, che hanno portato l’ente bilaterale dell’agricoltura veronese Agribi a lanciare un progetto all’avanguardia in Italia: si tratta della prima app pensata specificatamente per l’agricoltura e mirata a insegnare non solo una base di lingua italiana, ma anche la terminologia relativa al contratto di lavoro, ai diritti e doveri, alle regole sul lavoro e alla sicurezza. Uno strumento che può contribuire anche a contrastare il caporalato.

Il progetto, che si chiama “Impara la lingua con la sicurezza in agricoltura”, è stato presentato oggi in Prefettura a Verona alla presenza di sindacati di categoria e associazioni. Realizzato da Agribi in collaborazione con Busuu, app e piattaforma digitale che sta cambiando il modo di imparare le lingue, e agenzia 8 Wave di Verona per la componente comunicativa e grafica, l’iniziativa conta sul sostegno economico di Inail e Spisal-Aulss 9 Scaligera, che ne condividono le finalità.

Il pacchetto formativo, che verrà erogato tramite applicativo raggiungibile con qualsiasi dispositivo e collegamento Internet, fornirà il corso specifico per le lingue dei Paesi da cui proviene la maggior parte dei lavoratori: inglese, spagnolo, arabo, portoghese, francese, russo e polacco. Ogni anno verranno assegnati mille accessi alla app, della durata di dodici mesi, da sindacati, associazioni di categoria, aziende, consulenti del lavoro e associazioni di accoglienza dei migranti. La distribuzione, che partirà da gennaio, sarà effettuata a livello digitale da una piattaforma di gestione, che monitorerà l’andamento e l’utilizzo del programma. La app è già stata testata nelle scorse settimane da un target composto da una decina di lavoratori stranieri, che l’hanno sperimentata su uno smartphone, uno strumento di cui tutti dispongono.

Agribi, di cui fanno parte Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, si pone ancora una volta come capofila a livello nazionale nel campo delle buone pratiche dell’agricoltura: dalla prevenzione dello sfruttamento in agricoltura alla formazione mirata all’assunzione dei migranti vittime del caporalato; dal contratto di lavoro multilingue al portale nato per agevolare l’incontro trasparente tra la domanda e l’offerta di lavoro. Senza contare le numerose iniziative nel campo della sicurezza e della prevenzione, come le visite mediche stagionali, le visite specialistiche e la  distribuzione di cappelli e borracce per prevenire i colpi di calore, oltre alla possibilità di modificare gli orari di lavoro nelle giornate più calde.

Sottolinea Luigi Bassani, presidente di Agribi: “L’ente bilaterale è impegnato in diversi fronti, tra i quali figurano la sicurezza sul lavoro, la prevenzione delle malattie dei lavoratori e la lotta contro il caporalato. Uno dei pilastri dell’integrazione è sicuramente l’apprendimento della lingua del Paese in cui si è scelto di lavorare. Il programma di apprendimento che abbiamo chiesto a Busuu di realizzare su misura per Agribi è il primo customizzato per l’agricoltura, in quanto non si tratta di un insegnamento della lingua italiana, ma di una terminologia improntata sulla sicurezza e sui diritti: orari di lavoro, riposi, busta paga, ore straordinarie e notturne, Tfr. Per gli stranieri che arrivano per la prima volta nel nostro Paese saranno messi a disposizione anche corsi base di lingua italiana: raggiunto il livello ideale, accederanno al corso specifico per la sicurezza e i diritti”.

Il prefetto Demetrio Martino, nell’esprimere vivo apprezzamento per l’iniziativa assunta da Agribi a vantaggio dei cittadini stranieri presenti sul territorio provinciale, si è soffermato su “l’importanza della conoscenza della nostra lingua, indispensabile in ogni occasione della vita quotidiana ed in particolare all’interno di esperienze lavorative. La semplicità ed efficacia dell’uso dell’applicazione faciliterà l’apprendimento dei termini di maggior impiego nelle attività lavorative e produrrà certamente un importante contributo nel percorso di integrazione nella comunità veronese”.

Per Spisal Aulss 9 Scaligera il direttore Mario Gobbi e il coordinatore del progetto per l’Aulss 9 scaligera, Pietro Mazzoccoli, precisano che “affrontare il tema della sicurezza sul lavoro in agricoltura costituisce da sempre una priorità per lo Spisal, considerato che nel nostro territorio è il settore con il maggior rischio di infortunio mortale sul lavoro, le cui cause si ripetono sin dagli anni Cinquanta: ribaltamento del trattore e schiacciamento. La maggior parte di questi infortuni mortali coinvolge direttamente i coltivatori diretti e i loro familiari. Anche nel 2023, purtroppo, si sono verificati quattro infortuni mortali, che si aggiungono ai cinque casi del 2022. Non va trascurata un’altra causa di infortunio grave e mortale, legata alle temperature elevate. Nel corso del 2023 abbiamo avuto un decesso per colpo di calore. Sul versante della salute si rileva, negli ultimi anni, un notevole aumento delle denunce di malattie professionali, dovute prevalentemente a sovraccarico per movimentazione manuale dei carichi e movimenti ripetuti, soprattutto per l’attività di raccolta di frutta e verdura. Affrontare il tema della sicurezza sul lavoro in agricoltura attraverso una app innovativa, sul proprio smartphone, è un valore aggiunto che consente di aumentare la cultura della sicurezza nei lavoratori stranieri”.

Conclude Franco Polosa, direttore provinciale di Inail: “Secondo i nostri dati, nel 2023, a tutto novembre, in Veneto si sono registrati oltre 2.000 infortuni in agricoltura. Nel territorio veronese si sono verificati quasi 700 infortuni nel settore primario, circa un terzo del totale. Purtroppo, le cause degli eventi lesivi in agricoltura sono molteplici, ma le più frequenti sono riconducibili ad un uso di attrezzature e macchinari non sicuri o non conformi alle norme, alla mancanza di formazione e informazione sui rischi e, va detto, anche a condizioni di lavoro talvolta precarie e caratterizzate da turni lunghi e pesanti. Da rilevare che nella manodopera non familiare è in forte crescita il peso dei lavoratori stranieri: la loro esposizione al rischio è sicuramente più elevata per una serie di fattori, tra cui la mancanza di conoscenza della lingua e delle norme italiane sia in tema di sicurezza ma anche, più semplicemente, di diritto del lavoro, coniugata quindi ad una notevole difficoltà di accesso alle informazioni e alla formazione. Da questi elementi discende una maggiore vulnerabilità economica e sociale, che può portare a condizioni di lavoro più incerte. Ecco perché uno strumento come questa app, che Inail ha deciso di cofinanziare, può contribuire in maniera significativa a ridurre lo svantaggio linguistico e, di conseguenza, a porre il lavoratore nella condizione di avere accesso a strumenti di formazione ed informazione, rendendolo quindi potenzialmente meno esposto ai rischi. La prevenzione degli infortuni in agricoltura è un problema serio, che deve essere affrontato con grande determinazione e in tutti i suoi aspetti”.

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Bando Pnrr macchinari agricoli: in corso modifiche

In seguito ad un confronto fra le Regioni ed il MASAF, la Regione del Veneto sta predisponendo una modifica del Bando PNRR macchinari agricoli. Per questa ragione Avepa ci ha informato che è momentaneamente sospesa  la presentazione delle domande. Pur non avendo indicazioni precise, le modifiche la bando dovrebbero riguardare i requisiti che devono possedere le attrezzature.

 

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In vigore il decreto sulle Comunità energetiche

Si segnala che è stato pubblicato, sul sito del MASE, il decreto sulle CER volto a stimolare la nascita e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia. Il provvedimento è in vigore dal 24 gennaio (testo in allegato).

Come previsto dal provvedimento, entro i prossimi 30 giorni saranno approvate dal Ministero, previa verifica da parte di ARERA e su proposta del GSE, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. Il GSE, soggetto gestore della misura, metterà in esercizio i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste, entro 45 giorni dall’approvazione delle regole operative sopra richiamate.

Il testo individua due benefici, cumulabili, per promuovere lo sviluppo nel Paese delle CER:

  • un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal PNRR e rivolto alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i 5.000 abitanti che supporterà lo sviluppo di 2 gigawatt complessivi;
  • una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale.

Il provvedimento è suddiviso nelle seguenti parti:

  • il Titolo I (Finalità, ambito di applicazione e definizioni) (articoli 1 e 2), nel perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, disciplina le modalità di incentivazione per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile e definisce criteri e modalità per la concessione dei contributi previsti dal PNRR;
  • il Titolo II (Incentivi per la condivisione dell’energia) (articoli 3-6) reca disposizioni per la definizione degli incentivi sotto forma di tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa per gli impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile e si applica fino al trentesimo giorno successivo alla data del raggiungimento di un contingente di potenza incentivata pari a 5 GW, e comunque non oltre il 31 dicembre 2027;
  • il Titolo III (Concessione dei benefici PNRR) (articoli 7-10) reca disposizioni per l’erogazione di contributi in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili per lo sviluppo delle comunità energetiche e delle configurazioni di autoconsumo collettivo nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti attraverso la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. Le disposizioni del Titolo III si applicano fino al 30 giugno 2026 per la realizzazione di una potenza complessiva pari almeno a 2 GW, ed una produzione indicativa di almeno 2.500 GWh/anno e nel limite delle risorse finanziarie attribuite a valere sul PNRR.
  • il Titolo IV (Disposizioni finali) (articoli 11-16) reca disposizioni in materia di: regole operative per l’accesso ai benefici, verifica preliminare di ammissibilità, monitoraggio e pubblicazione semestrale, da parte del GSE, di un bollettino informativo sulla diffusione delle configurazioni.
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Energia fotovoltaica e connessione con l’attività agricola

La produzione di energia fotovoltaica effettuata da imprese agricole beneficia di un regime di tassazione agevolata: sino a 260.000 kWh/annui costituisce attività connessa e rientra nel reddito agrario; oltre tale limite, il reddito è determinato applicando ai corrispettivi registrati ai fini IVA, relativamente alla componente riconducibile all’energia ceduta, con esclusione dell’incentivo, il coefficiente di redditività del 25%, e su questo importo si calcola l’Irpef.

E’ quindi importante verificare la sussistenza delle condizioni perché l’attività di produzione di energia possa essere considerata connessa a quella agricola.

L’Agenzia delle Entrate (circolare n. 32/2009) ha chiarito che:

la produzione di energia fotovoltaica derivante dai primi 200 KWdi potenza nominale complessiva, si considera in ogni caso connessa; la produzione di energia eccedente è considerata connessa nel caso sussista uno dei seguenti requisiti:

– la produzione di energia derivi da impianti con integrazione architettonica o da impianti parzialmente integrati su strutture aziendali esistenti;

– il volume d’affari dell’attività agricola deve essere superiore al volume d’affari della produzione di energia eccedente i 200 KW;

– entro il limite di 1 MW per azienda, per ogni 10 KW di potenza eccedente 200 KW, l’impresa deve detenere almeno 1 ettaro di terreno utilizzato per l’attività agricola”.

Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha fornito risposte in merito a casi specifici di aziende che intendevano combinare le diverse ipotesi di impianto. In un caso, una società agricola, avendo già un impianto fotovoltaico a terra di 999 kW, chiedeva se la costruzione di un secondo impianto (999 kW), con i requisiti di connessione, inclusa l’integrazione architettonica parziale come tetto di copertura su capannoni, potesse costituire un’attività connessa. L’Agenzia delle Entrate ha risposto che la società agricola può beneficiare del coefficiente del 25% anche sulla produzione di energia del secondo impianto, purché siano rispettati i requisiti di connessione e prevalenza dell’attività agricola.

In un altro caso, è stato chiesto se, nell’ipotesi di un nuovo impianto fotovoltaico a terra di 5 MW, in presenza di altri due impianti (di 296 KwT e 44 KwT), per la tassazione al 25% fosse da considerare l’intero volume d’affari della produzione di energia (tre impianti) e raffrontarlo con quello complessivo dell’attività agricola (esclusa la componente della produzione di energia), o se fosse necessario un raffronto tra il volume d’affari prodotto da ogni singolo impianto con quello dell’attività agricola riconducibile al fondo sul quale lo stesso è installato. L’Agenzia delle Entrate ha ricordato che un impianto di potenza di 5 MW implica il superamento del limite di 1 MW e pertanto è possibile la connessione solo qualora si rispetti il criterio del volume d’affari. A questo proposito, occorre raffrontare il volume d’affari complessivo dell’attività agricola, esclusa la produzione di energia, con il volume d’affari relativo alla produzione di energia di tutti gli impianti fotovoltaici.

Sono stati inoltre chiesti chiarimenti nell’ipotesi in cui, per ragioni straordinarie, il raccolto dell’attività agricola non fosse in linea con le attese (ad esempio a causa della siccità) e pertanto, a consuntivo, non fosse rispettato criterio della prevalenza del volume d’affari. L’Agenzia delle Entrate ha ribadito che tale verifica va effettuata al termine di ogni anno, e non rileva l’eventuale sussistenza di ragioni eccezionali che abbiano comportato una riduzione del volume d’affari da attività agricola.

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Nuova detrazione per eliminazione barriere architettoniche

La Legge di Bilancio 2022 aveva introdotto la detrazione Irpef del 75% ripartita in 5 anni, per le spese relative a interventi di superamento ed eliminazione di barriere architettoniche, sostenute fino al 31 dicembre 2025. Gli immobili interessati sono gli edifici già esistenti, sia ad uso residenziale che diverso.

Recentemente, con il Decreto “Salva Superbonus” n. 212 del 2023, è stato ristretto l’ambito degli interventi agevolabili: non sono più quelli direttamente finalizzati al superamento / eliminazione delle barriere, intesi in senso generico, ma solo quelli aventi ad oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici; sono inoltre adesso esclusi quelli di automazione degli impianti funzionali ad abbattere le barriere architettoniche (esempio: sistemi di apertura/chiusura porte o pulsantiere per citofoni per renderli fruibili alle persone con disabilità) che invece prima rientravano nella detrazione.

Le nuove norme decorrono dal 30/12/2023. La disciplina previgente si applica ancora agli interventi per i quali alla data del 29/12/2023 risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo o, qualora non necessaria, siano già iniziati gli interventi o sia stato stipulato un accordo vincolante tra le parti e sia stato versato un acconto.

Inoltre, per avvalersi della detrazione del 75% sulle spese sostenute a partire dal 30/12/2023, è necessario acquisire un’asseverazione rilasciata da tecnici abilitati che attesti la rispondenza ai requisiti tecnici stabiliti.

Si ricorda che è necessario sostenere le spese utilizzando il bonifico “parlante” già previsto per le spese di recupero del patrimonio edilizio.

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PAC 2024: rotazioni con secondo raccolto

A seguito delle continue richieste di Confagricoltura, nei giorni scorsi il MASAF ha diramato una propria nota di chiarimento sull’anno “zero” e sull’impiego della coltura secondaria ai fini del rispetto della BCAA 7 (“Rotazione delle colture nei seminativi, ad eccezione delle colture sommerse”).

La nota del Masaf  chiarisce (speriamo in via definitiva) due aspetti dell’applicazione dell’obbligo di avvicendamento previsto dalla Condizionalità rafforzata (Bcaa7). In particolare viene chiarito che: 1) l’anno “zero” per la decorrenza dell’avvicendamento è il 2024, perciò i controlli inizieranno con le colture del 2025; 2) che le colture intercalari (secondo raccolto) devono  rimanere in campo  per 90 giorni senza di fatto più essere assoggettate alla raccolta.

 

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Produttività, reddito e sostenibilità: aumenta la rabbia degli agricoltori europei

Gli agricoltori hanno deciso di scendere in piazza. Diverse sono le cause che hanno dato il via alle contestazioni che stiamo osservando in vari Paesi europei.

In Germania il Governo ha presentato una manovra straordinaria di correzione dei conti pubblici che prevede la soppressione delle agevolazioni fiscali al gasolio agricolo.

In Francia gli agricoltori contestano le proposte governative di aumentare il prelievo fiscale sull’acquisto di fitofarmaci, sul gasolio agricolo e sull’acqua destinata all’irrigazione.

In Polonia, Ungheria e Romania, i produttori sono scesi in piazza per i contraccolpi economici provocati dall’aumento delle importazioni di prodotti agroalimentari dall’Ucraina.

In Spagna la tensione è salita dopo l’aumento deciso dal governo del salario minimo interprofessionale del 5% a partire dal 1° gennaio.

Vanno anche ricordate le proteste degli allevatori nei Paesi Bassi nella primavera dello scorso anno, per le misure del governo tese a ridurre la dimensione degli allevamenti, allo scopo di tagliare il rilascio di azoto.

Resta sullo sfondo il disagio di tutti gli agricoltori dell’Unione europea nei confronti dell’ecologia punitiva del “Green Deal”, che ha posto, di fatto, il settore primario sul banco degli accusati con una serie di proposte normative insostenibili per gli agricoltori. Un cambio di rotta è indispensabile nelle politiche Bruxelles. Il tema sarà senz’altro al centro della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo.

Ma la rabbia sta salendo anche tra gli agricoltori italiani  e anche all’interno della nostra base associativa per la scarsa remunerazione delle produzioni, i vincoli incomprensibili della Pac che non rappresenta più un sostegno al reddito degli agricoltori, la pesante burocrazia che ostacola l’attività d’impresa su tutti i fronti e la lentezza con cui l’Unione europea si sta aprendo all’innovazione.

La nostra Associazione per il momento ha deciso di non scendere in piazza. E’  stato aperto un confronto serrato con le istituzioni europee e con il Governo Italiano su questioni specifiche e, più in generale, sul futuro della politica agricola.

Il Ministro Lollobrigida, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi insieme alle altre associazioni agricole e alla cooperazione, ha aperto  un confronto  sui temi più caldi come i sostegni Pac, la concorrenza sleale derivante dalle importazioni, la gestione del rischio, la crisi di alcuni settori, la tassazione del settore.

Sul fronte europeo, la presidente della Commissione Ue ha aperto il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura. A questi appuntamenti chiederemo un radicale cambio di rotta e una chiara è inequivocabile politica che deve rimettere al centro della propria azione la produttività e il reddito delle imprese agricole.

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Fieragricola 2024: I convegni di Confagricoltura

Dal 31 gennaio al 3 febbraio prossimi, alla Fiera di Verona, si terrà la 116a edizione di “Fieragricola”, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura.  La manifestazione rappresenta un punto di riferimento per innovazione, formazione, contenuti, business e passione.

Anche quest’anno Confagricoltura sarà presente, con uno stand nel Pad2, uno spazio nel Pad. 11 e nell’area esterna con un intenso programma di appuntamenti e convegni volti ad affrontare molti temi di attualità per il settore.

Programma dei convegni nel Padiglione 2 – Stand B2

31 GENNAIO

Ore 12: Alla scoperta dell’Agritech Italiano

Ore 14: Hubfarm: il supporto alla digitalizzazione delle imprese agricole

Ore 16: 2030: quali motorizzazioni per l’agricoltura?’

1 FEBBRAIO

10:30: L’Agricoltura in provincia di Verona: report dati 2023

12: Risicoltura è … innovazione. Le sfide del comparto

14:30

Tecniche genomiche (NGT): un nuovo strumento per l’agricoltura

16: Carbon Farming: lo stato dell’arte

2 FEBBRAIO

Ore 11: Un’agricoltura sostenibile: quanto ne sai? News e fake news

Ore 12: PNRR: le misure per l’agrivoltaico e le comunità energetiche

Ore 14:30: Dal biogas al biometano, dal fotovoltaico all’agrivoltaico

Ore 16: Irrigazione di precisione: una risposta alla minore disponibilità dell’acqua

3 FEBBRAIO

Ore 10: Cambiamenti climatici, tra mitigazione e adattamento: che cosa insegnano gli eventi meteo estremi

 

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Pnrr Frantoi oleari: proroga presentazione domande

La Regione del Veneto ha prorogato il termine di presentazione delle domande per il Bando PNRR Ammodernamento frantoi oleari.

La proroga del termine di presentazione delle domande di aiuto, di cui alla DGR n. 1234 del 10/10/2023 e s.m.i., slitta al 15 febbraio 2024. La finanziabilità delle domande pervenute è prorogata al 30 maggio 2024 e avverrà sulla base della graduatoria di ammissibilità.

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Obbligo di assicurazione per trattori fermi

È stato pubblicato il Decreto Legislativo n. 184/2023, che recepisce la Direttiva (UE) 2021/2118 relativa all’assicurazione della responsabilità civile per i veicoli a motore. Questa normativa, già in vigore, impone l’obbligo di assicurare la generalità dei veicoli a motore, inclusi quelli custoditi o in circolazione in aree private. Il nuovo obbligo riguarda perciò anche ai trattori agricoli utilizzati per le lavorazioni nei fondi rustici e a quelli presenti in aree private non aperte al pubblico.

L’obbligo è stato introdotto al fine di garantire la sicurezza e la tutela assicurativa in qualsiasi contesto di utilizzo dei veicoli a motore. Sono interessati i veicoli a motore mossi esclusivamente da forza meccanica con una velocità massima progettuale superiore a 25 km orari o un peso netto massimo superiore a 25 kg e una velocità massima progettuale superiore a 14 km orari. Inoltre, l’obbligo di stipulare un’assicurazione per la responsabilità civile riguarda qualsiasi rimorchio destinato all’uso con i veicoli sopra menzionati, indipendentemente dal fatto che sia collegato o meno a essi.

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