Dicembre 2021

Aviaria, si riparta con l’accasamento dopo l’Epifania

Ripartire con l’accasamento, almeno nelle zone a bassa densità di allevamenti, per evitare che i danni conseguenti all’emergenza aviaria colpiscano a catena tutta la filiera. È la richiesta che Confagricoltura Veneto ha rivolto ad Anselmo Ferronato e Nerino Verza, rispettivamente direttore e responsabile dell’Unità operativa complessa servizio veterinario sanità animale dell’Ulss 6, in un incontro che si è svolto oggi a Padova sull’emergenza aviaria. Richiesta che il 29 dicembre verrà portata in una riunione tecnica a livello nazionale che si svolgerà al ministero della Salute, a Roma, con i servizi veterinari delle regioni colpite dall’epidemia.

“Ringraziamo il servizio veterinario per aver accolto la nostra richiesta di un incontro urgente e aver recepito le nostre istanze – sottolinea Michele Barbetta, presidente della sezione avicola di Confagricoltura Veneto – . La situazione è grave e richiede misure tempestive. Sono parecchie centinaia gli allevamenti avicoli fermi nel Veronese e nel Padovano a causa dell’influenza aviaria. Oltre a quelli colpiti dai focolai, tutti gli altri rientrano infatti nella zona considerata ad altissimo e alto rischio e sono quindi sottoposti al divieto di accasamento di pollame. Questo significa un danno enorme per l’indotto, che comprende, oltre agli imprenditori agricoli e ai loro familiari, anche i dipendenti, i trasportatori, gli stabilimenti che lavorano le uova, l’industria mangimistica e altre imprese collegate. È necessario quindi stabilire una linea per ripartire. I dirigenti dell’Ulss ci hanno assicurato che, per quanto riguarda il Padovano, chiederanno di ripartire cominciando dai broiler, cioè polli da carne, e dalle galline ovaiole e in particolare dalle zone con meno densità di popolazione avicola. L’importante è che dopo l’Epifania si possa ricominciare a lavorare e produrre, perché adesso siamo tutti bloccati”.

I veterinari hanno ribadito che a introdurre il virus sono stati ingressi da fauna selvatica e che ora sarà importante ripulire la zona da animali infetti. Domani al ministero si farà il punto sui protocolli da seguire e anche sul vaccino per il ceppo H5N1 che, stando alle ultime informazioni, non sarà pronto prima di parecchi mesi. Sperando che nel frattempo, comunque, l’epidemia inizi a mordere il freno. Secondo l’ultimo aggiornamento del 24 dicembre (dati dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie) sono 272 gli allevamenti colpiti, gran parte dei quali in Veneto, e 13 milioni di volatili eliminati tra polli, tacchini, galline ovaiole, quaglie, anatre e fagiani.

Diego Zoccante, vicepresidente della sezione avicola di Confagricoltura Veneto e presidente della sezione veronese, fa il punto sul territorio scaligero, il più colpito dall’epidemia: “Non sappiamo ancora niente su quando e come sarà la ripartenza, perché casi sul territorio ci sono stati anche ieri e l’altro ieri. Ma crediamo che dopo il 6 gennaio si comincerà ad accasare anche nel Veronese, partendo dalle zone aviaria free, come la Lessinia. Quest’area è stata inserita in quelle ad alto rischio solo per precauzione, nonostante non ci siano stati focolai. È importante, quindi, poter ripartire con la produzione, altrimenti si rischia di lasciare spazi all’importazione da altri Paesi. Passata la tempesta dobbiamo invece ottenere risarcimenti congrui e rapidi per le aziende più colpite e tornare rapidamente a produrre per mantenere le nostre quote di mercato. Nel medio termine dovremo, inoltre, battere sul tasto della ridistribuzione del valore del prodotto avicolo, ad oggi fortemente sbilanciato a favore della grande distribuzione”.

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Danni da fauna selvatica da uccelli ittiofagi: aperti due bandi

La Regione Veneto ha pubblicato la scorsa settimana due bandi con i quali, a partire dalla questa settimana è possibile, presentare la domanda di contributo per la prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura, e all’indennizzo di danni causati da fauna selvatica ittiofaga all’acquacoltura.

In totale sono stati stanziati 200.000 euro a valere sul milione di euro di stanziamento complessivo sul Bilancio 2021 e trasferito nelle scorse settimane dalla Giunta regionale ad AVEPA. I restanti 800.000 euro saranno destinati all’indennizzo dei danni all’agricoltura nel territorio a gestione programmata della caccia.

I bandi approvati sono:

  • Bando regionale per l’erogazione di contributi “de minimis“ per interventi di prevenzione dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole
    Il bando è finalizzato all’erogazione di contributi alle imprese e ai proprietari e ai conduttori di fondi attivi nella produzione agricola primaria ricompresi nel territorio regionale a gestione programmata della caccia, al fine di prevenire danni alle produzioni agricole arrecati dalla fauna selvatica ivi presente in forma stanziale o temporanea appartenente sia a specie protette che a specie cacciabili.
    I richiedenti la misura di aiuto dovranno presentare domanda ad AVEPA con le modalità previste dal bando entro 45 giorni dall’apertura dei termini ad avvenuta pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
  • Bando regionale per l’erogazione di contributi “de minimis” a titolo di indennizzo forfettario dei danni da fauna selvatica ittiofaga alle produzioni dell’acquacoltura
    Possono beneficiare dei contributi previsti dal bando le imprese di acquacoltura che esercitano attività di piscicoltura di tipo estensivo nel territorio della regione Veneto, anche parzialmente ricadente all’interno di aree protette ai sensi della L. 394/1991 e in aree a divieto di caccia. I richiedenti la misura di aiuto dovranno presentare domanda ad AVEPA con le modalità previste dal bando entro 30 giorni dall’apertura dei termini ad avvenuta pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.

Fatto salvo il tetto massimo contributivo riconoscibile di 25.000 euro imposto dalla normativa comunitaria per gli aiuti di Stato in regime de minimis, le percentuali di contribuzione, rispetto al danno accertato, vanno dall’81% per i danni inferiori ai 2.500 euro (che costituiscono il 72% del totale dei casi accertati), a percentuali tra l’80% e il 56% (media 68%) per i danni di importo superiore ai 2.500 euro.

È invece pari al 100% della spesa ammissibile il contributo massimo previsto per gli interventi di prevenzione messi a bando, che vanno dalla realizzazione di recinzioni meccaniche o elettrificate, alle protezioni individuali per alberi da frutto di primo impianto, alle reti antiuccello e dissuasori di varia natura, con un tetto massimo della spesa ammissibile pari a 5.000 euro.

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Anno da dimenticare per frutta e olio, bene vino e agriturismi

Annata da dimenticare per l’ortofrutta e per l’olio, buona per la viticoltura e gli agriturismi. È il bilancio del 2021 per l’agricoltura veneta, che paga lo scotto delle gelate primaverili e delle violente grandinate estive. Ma a preoccupare, anche in previsione del 2022, sono gli aumenti generalizzati dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che non danno tregua.

“I rincari dell’energia e del gas hanno raggiunto quote pazzesche – sottolinea il presidente di Confagricoltura Veneto, Lodovico Giustiniani -, causando una reazione a catena, con  un incremento abnorme dei prezzi dei mangimi e dei concimi, che ha messo in crisi i produttori di latte, formaggi e carne, ma anche degli imballaggi, del riscaldamento delle serre, dell’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio. Perciò la priorità di Confagricoltura, anche nel 2022, sarà la salvaguardia dei redditi delle aziende agricole. L’accordo sulla nuova Pac, la Politica agricola comune, non ci fa dormire sonni tranquilli. Per il quinquennio 2023-2027 è prevista una svolta green sociale e ambientale che, però, non è supportata dall’aumento delle risorse in agricoltura, che invece verranno ridotte del 15%. Siamo i primi a sostenere pratiche sostenibili e compatibili con la tutela della biodiversità, ma occorre che le politiche riguardanti l’agricoltura garantiscano stabilità di mercato e giusta remunerazione di tutte le fasi della filiera”.

Entrando nel dettaglio dell’andamento dei settori, a sorridere ancora una volta è il vitivinicolo, che riprende quota dopo un 2020 segnato dalla pandemia. “La qualità è stata molto buona – sottolinea il presidente -, così come la produzione, con un export che ha ripreso a marciare superando nettamente i valori pre Covid di due anni fa e prezzi di mercato soddisfacenti. Il Prosecco ha fatto la parte del leone, con la doc che ha superato 500 milioni di bottiglie e il Conegliano Valdobbiadene a quota 100 milioni. Ottime performance anche per le altre punte di diamante regionali, dalla doc delle Venezie al Valpolicella”. Annata in ripresa per gli agriturismi, a partire dalla primavera, anche se ora le restrizioni causano nuovi rallentamenti soprattutto sul fronte della ristorazione e delle feste, e bene anche i seminativi e i cereali, che hanno segnato robusti rialzi dei prezzi.

Note dolenti sugli altri fronti, a partire da quello olivicolo. “L’annata olearia 2021-2022 ha avuto una produzione sostanzialmente azzerata – annota Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto -. Le gelate dei primi giorni di aprile hanno provocato una fioritura ritardata, alla quale si sono aggiunte le grandinate estive, che hanno ulteriormente compromesso la produzione. I mutamenti del clima, che stanno pesantemente condizionando l’agricoltura, sono senz’altro tra i responsabili di queste annate disastrose, cui concorrono le nuove fitopatie dell’olivo”.

Anche per l’ortofrutta a incidere pesantemente sono stati gli eventi meteo avversi: “Archiviamo l’ennesima annata difficile – rimarca Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo -. Intere colture sono state decimate da grandine e tempeste. Le gelate hanno quasi azzerato la produzione di albicocche, susine, pere e kiwi, riducendo drasticamente quella delle pesche e delle ciliegie. Le piante sopravvissute al gelo hanno riportato danni ai fiori, pregiudicando la pezzatura dei frutti. Per difenderci dagli insetti abbiamo sostenuto maggiori spese, a fronte di prezzi sempre più bassi pagati ai produttori”.

Il settore lattiero caseario vive ancora una profonda crisi nonostante l’accordo dello scorso novembre, che ha riconosciuto agli allevatori un premio emergenza stalle pari a 3 centesimi al litro, oltre a un ulteriore centesimo dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si raggiungesse la soglia massimi di 41 centesimi al litro. I costi di produzione, aumentati vertiginosamente tra mais, soia, foraggi ed energia, hanno portato molte stalle a un punto di non ritorno a causa della mancanza di redditività e dei debiti sostenuti per tenere in piedi l’attività.

Ma il 2021 sarà da dimenticare soprattutto per il settore avicolo, colpito da una terribile epidemia aviaria che, secondo l’ultimo aggiornamento del 24 dicembre (dati dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie), conta 272 allevamenti colpiti e 13 milioni di volatili eliminati tra polli, tacchini, galline ovaiole, quaglie, anatre e fagiani.

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Seminario su arboricoltura da legno e produzione di biomasse legnose a scopo energetico

Erapra del Veneto, l’ente di formazione di Confagricoltura Veneto, sta organizzando il SEMINARIO GRATUITO “Arboricoltura da legno – opportunità per le aziende agricole: produzione di biomasse legnose a scopo energetico”. Il seminario, della durata di 9 ore, si terrà online via Zoom e si terrà tra gennaio e febbraio 2022.

 

I principali argomenti trattati saranno: Tecniche di coltivazione e gestione degli impianti di latifoglie pregiate allo scopo di produrre fusti da lavoro per l’industria del legno per la produzione di biomasse legnose a scopo energetico.

Possono aderire ai corsi finanziati gli imprenditori agricoli ai sensi dell’articolo 2135 del Codice Civile, relativi coadiuvanti, partecipi familiari di cui all’articolo 230 bis del Codice Civile e dipendenti agricoli di aziende agricole, detentori di aree forestali e dipendenti. L’azienda agricola deve possedere P.IVA, iscrizione in CCIAA (se necessaria) e avere almeno una UTE nel territorio regionale del Veneto. L’azione sarà attivata previo il raggiungimento del numero minimo degli utenti richiesti dal bando. Per maggiori informazioni si prega di esprimere il proprio interesse alla seguente mail: erapra@confagricolturaveneto.it.

Telefono 041/5040460 – 987400.

AmministrazioneSeminario su arboricoltura da legno e produzione di biomasse legnose a scopo energetico
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Scende a 1.000 euro il limite per l’uso del contante

Dal prossimo 1° gennaio 2022 il limite per il trasferimento di denaro contante scende a 1.000 euro (attualmente è di 2.000 euro). Per importi pari o superiori a detto limite sarà quindi necessario effettuare i pagamenti tramite intermediari abilitati, quali banche e poste, e cioè con bonifico bancario, carta di credito, assegno non trasferibile.

Il limite riguarda il valore complessivo di un’operazione, ed il frazionamento della stessa in più importi è ammesso solo se previsto dalla prassi commerciale o da accordi contrattuali. Ad esempio, nel caso in cui il prezzo complessivamente dovuto per un acquisto sia di importo pari o superiore a 1.000 euro, lo stesso può essere pagato a rate in contanti solo se:

  • l’importo di ciascuna rata / acconto è inferiore a 1.000 euro;
  • la rateizzazione è prevista dal contratto sottoscritto dalle parti dal quale deve risultare:
  • l’importo complessivo da pagare;
  • l’indicazione delle singole rate e delle relative scadenze.

L’Amministrazione finanziaria può valutare, caso per caso, se il frazionamento sia stato realizzato con lo specifico scopo di eludere detta norma.

Alle violazioni è applicabile la sanzione amministrativa da 3.000 a 5.000 euro.

Si ricorda che gli assegni bancari e circolari possono essere emessi per importi pari o superiori a 1.000 euro solo indicando il nome del beneficiario e la clausola di non trasferibilità

AmministrazioneScende a 1.000 euro il limite per l’uso del contante
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Contributo Decreto Sostegni Bis: domande fino al 28 dicembre

Ci sarà tempo fino al 28 dicembre  per inviare l’istanza per richiedere il contributo perequativo, il contributo a fondo perduto riconosciuto “Al fine di sostenere gli operatori economici maggiormente colpiti dall’emergenza epidemiologica “Covid-19” a favore di tutti i soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione o che producono reddito agrario, titolari di partita IVA residenti o stabiliti nel territorio dello Stato.

L’istanza può essere inviata direttamente o tramite intermediari, sia utilizzando Entratel o Fisconline sia il servizio web del portale Fatture e corrispettivi.

Dopo il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 4 settembre, che ha definito i campi delle dichiarazioni dei redditi dei periodi d’imposta 2019 e 2020 necessari a determinare l’ammontare dei risultati economici d’esercizio, e dopo il decreto MEF 12 novembre 2021 con cui sono state definite le modalità di determinazione del contributo, è arrivato l’ultimo tassello: il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate con cui viene approvato il modello di istanza e, soprattutto, si apre il canale per la trasmissione, reperibile sul sito internet della stessa Agenzia.

L’istanza può essere presentata solo se la dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020 è stata presentata entro il 30 settembre 2021 e quella relativa al periodo in corso al 31 dicembre 2019 entro i 90 giorni successivi al termine di presentazione, comunque non oltre il 30 settembre 2021.

L’aiuto spetta a condizione che vi sia un peggioramento del risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, rispetto a quello relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, dedotti i contributi già ricevuti dall’Agenzia, in misura pari o superiore alla percentuale definita con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Nella compilazione dell’istanza occorre fare particolare attenzione alla disciplina UE sugli aiuti di Stato.

In particolare, occorre attestare, in autocertificazione, l’eventuale superamento dei limiti degli aiuti di Stato rispetto a quelli ricevuti fino al momento della presentazione dell’istanza dal soggetto richiedente nonché la sussistenza degli ulteriori requisiti definiti dalle sezioni 3.1 e 3.12 della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19”, come modificata dalla Comunicazione del 28 gennaio 2021 C(2021) 564.

L’erogazione del contributo, sempre che il fruitore non abbia scelto di percepirlo come credito d’imposta da compensare nel modello F24, è effettuata, dall’Agenzia delle Entrate, mediante accredito sul conto corrente identificato dall’IBAN indicato nell’istanza, intestato al codice fiscale del soggetto, persona fisica ovvero persona diversa dalla persona fisica, che ha richiesto il contributo.

I nostri uffici sono a disposizione per ogni chiarimento.

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PSR veneto: aperti i nuovi bandi 152,5 milioni di euro per giovani e investimenti

Sono stati aperti i termini per undici nuovi bandi del Programma di Sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020. A seguito della pubblicazione sul BUR n. 166 del 10 dicembre 2021 delle DGR n. 1687 e n. 1688 del 29 novembre 2021, è ora possibile presentare le domande di finanziamento. L’aiuto complessivo ammonta a 152,5 milioni di euro.

Si tratta di uno degli interventi più consistenti degli ultimi anni, reso possibile dall’estensione agli anni 2021 e 2022 della programmazione relativa allo sviluppo rurale. Le risorse provengono in parte dal nuovo bilancio pluriennale dell’Unione europea per il fondo FEASR e in parte dalla quota di risorse previste dall’European Union Recovery Instrument – EURI, conosciuto anche come “Recovery fund” – “Next Generation EU”.

Investimenti nelle aziende con priorità ambientale (Tipo d’intervento 4.1.1.)

Parte delle risorse è destinata al sostegno di interventi che contribuiscono alle priorità ambientali previste dal PSR: in particolare sono aperti i termini per il bando per gli investimenti in “strutture” (copertura vasche di liquami) finalizzato alla riduzione delle emissioni di ammoniaca negli allevamenti zootecnici (21 milioni di euro) e un bando dedicato al sostegno degli investimenti delle aziende agricole per l’ammodernamento e la riconversione degli impianti irrigui per il risparmio dell’acqua (8 milioni di euro).

Investimenti nelle aziende agricole e nelle aziende di trasformazione (Tipo d’intervento 4.1.1 e 4.2.1)

Con un altro bando sono messi a disposizione 26 milioni di euro per il sostegno degli investimenti strutturali e dotazionali nelle aziende agricole.

I provvedimenti della Giunta comprendono anche un bando di 45 milioni di euro per  le imprese agroalimentari finalizzato agli investimenti materiali finalizzati alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli.

I

Insediamento dei giovani (Tipo di intervento 6.1.1)

Un bando atteso è dedicato al cosiddetto “Pacchetto giovani”: per favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo sono destinati 34,5 milioni di euro, di cui 13 milioni di euro per i premi di primo insediamento, 20 milioni di euro per gli investimenti aziendali (tipo intervento 4.1.1) e 1,5 milioni di euro per interventi di diversificazione (tipo intervento 6.4.1).

Investimenti per la promozione (Tipo di intervento 3.2.1)

Per l’informazione e la promozione dei prodotti soggetti ai regimi di qualità è previsto un bando di 6,5 milioni di euro, destinato ai consorzi di tutela e alle organizzazioni di produttori.

Attrezzature per ridurre le emissioni

Al bando citato per la copertura delle vasche di liquami zootecnici si aggiunge anche l’attivazione, con DGR n. 1688 del 29 novembre 2021, del sostegno per investimenti in attrezzature per la distribuzione dei liquami, sempre volti alla riduzione delle emissioni gassose in atmosfera generate dall’allevamento di animali. Sono a disposizione 2 milioni di euro a valere sulle risorse messe a disposizione dal Ministero della Transizione Ecologica per le regioni del “Bacino Padano”.

Energie rinnovabili e diversificazione (Tipo di intervento 6.4.1)

Vengono messi a bando 500 mila euro a sostegno della multifunzionalità delle imprese agricole venete per la produzione, finalizzata alla vendita, di energia o di biometano derivante da fonti rinnovabili, ottenuta impiegando reflui zootecnici.

Sempre per il tipo di intervento 6.4.1, che sostiene gli investimenti finalizzati alla diversificazione in attività extra-agricole, sono destinati 9 milioni di euro a valere sulle risorse previste dall’European Union Recovery Instrument – EURI, allo  scopo di finanziare le attività rivolte alla creazione e all’ampliamento di funzioni sociali, turistiche, produttive  e ambientali.

 

I bandi, suddivisi per tipi d’intervento, sono scaricabili nell’area dedicata del portale regionale.

Per ulteriori informazioni sui nuovi bandi del PSR e per la presentazione delle domande, è possibile rivolgersi agli uffici di Confagricoltur

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Aviaria, stanziamento di 30 milioni per far fronte all’emergenza

Sale da 20 a 30 milioni lo stanziamento previsto per far fronte all’emergenza aviaria. La modifica è contenuta nell’emendamento alla Legge di bilancio, firmato tra gli altri dai senatori veneti Giampaolo Vallardi, Paolo Tosato e Cristiano Zuliani, per andare incontro alle richieste di Confagricoltura, che riteneva insufficienti 20 milioni di euro spalmati tra il 2022 e il 2023.

Avevamo fortemente voluto l’emendamento alla manovra economica, approvato in Commissione Bilancio del Senato, che prevede un apposito Fondo per l’emergenza avicola con una dotazione di 30 milioni di euro –  spiega il presidente della Federazione nazionale di prodotto dell’Avicoltura di Confagricoltura, il padovano Simone Menesello, che ieri ha preso al tavolo tecnico nazionale sull’emergenza aviaria. -. Si tratta di un primo significativo segnale nei confronti di un comparto in sofferenza acuta per il diffondersi della malattia. L’attivazione delle procedure per i ristori dei danni diretti, tramite il ministero della Salute e dei danni indiretti, gestita dal Mipaaf, con risorse europee autorizzate dai Bruxelles, è senz’altro una notizia positiva e auspichiamo di dare un contributo in tal senso. La situazione è drammatica e richiede interventi congrui e rapidi”.

Simone Menesello

Ora il timore è che i ristori non riescano ad andare in porto in tempi solleciti. Ma le aziende colpite non possono aspettare, in quanto sono sull’orlo del collasso per il blocco totale dell’attività. Da ciò la richiesta di Confagricoltura che vengano avviate da subito forme di ristoro tramite rinvio dei pagamenti fiscali e previdenziali nonché con agevolazioni creditizie (in particolare la moratoria sui mutui in essere) e poi anche con forme di anticipazione degli importi spettanti come ristoro per danni indiretti alle imprese toccate dalla epidemia. Il tutto anche impiegando i 30 milioni di euro dedicati al settore con l’emendamento, approvato in sede di varo della legge di bilancio 2021. Confagricoltura ha chiesto esplicitamente di concedere anticipazioni con meccanismi di aiuti di stato attivati in maniera automatica e rapida per rendere immediatamente possibile la messa a disposizione di liquidità per i beneficiari.

Il settore avicunicolo conta oltre 18 mila allevamenti, di cui 6 mila professionali, con l’impiego di circa 38 mila addetti, per una produzione di carni bianche pari a 1,3 tonnellate annue. I focolai di influenza aviaria aumentano rapidamente e già se ne contano – secondo i dati ufficiali diffusi oggi – 260 che riguardano gli allevamenti; sono invece 13 i focolai accertati che hanno investito la fauna selvatica.

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Confagricoltura agli stati generali della pesca a Chioggia

Lunedi 13 dicembre a Chioggia  sono iniziati gli stati generali della pesca della Regione Veneto. Presente il direttore di Confagricoltura Rovigo, Massimo Chiarelli, in rappresentanza di Federvalli, la sezione valli da pesca e allevamenti ittici regionale. Molti gli interventi da parte dei rappresentanti politici regionali, nazionali e comunitari, di amministratori locali, di rappresentanti del settore ittico.

Confagricoltura Veneto rappresenta le 37 valli da pesca presenti sul territorio veneto nelle provincie di Venezia e Rovigo. Circa 18.000 ettari di valli ai margini della laguna veneta e del mare Adriatico nel Delta del Po. Si tratta di zone Natura 2000, ad altissimo valore ecologico. In valle vengono prodotte orate, branzini, cefali, mazzancolle e  ormai un numero limitato di anguille. É la prima forma di allevamento ittico della storia ideata dai veneziani circa 500 anni fa. si tratta di una struttura organizzativa unica al mondo. I vallicoltori gestiscono un territorio unico, investendo risorse nella manutenzione ordinaria e lo sviluppo, per quanto possibile, della produzione ittica e il mantenimento sostenibile della valle.

La vallicoltura sta vivendo da anni alcuni problemi importanti: sì é passati da una produttività di circa 100 chilogrammi per ettaro di pesce agli attuali 50 chilogrammi, dovuta principalmente all’aumento dei predatori ittiofagi. A questi fattori si aggiunge il generale calo del prezzo di vendita del pesce locale, a causa della globalizzazione economica dei mercati.

Confagricoltura Vento parteciperà con interesse agli stati generali della pesca della Regione Veneto, con l’obiettivo di contribuire ad arrivare ad una proposta concreta da attuare nel nuovo programma operativo previsto dal FEAMPA per i prossimi anni. E’ indispensabile, infatti, garantire la sopravvivenza economica delle valli da pesca e la salvaguardia del territorio vallivo partecipando a tutti gli incontri previsti entro maggio 2022 e portando proposte concrete sostenute da studi economici da parte di professori universitari.

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