Marzo 2022

Progetto Gleres, il bilancio della Glera resistente in un convegno al Vinitaly

Sarà presentato al Vinitaly il bilancio del primo quinquennio del progetto Gleres, frutto di una convenzione siglata nel 2017 da Confagricoltura Treviso e il centro di ricerca Crea-Ve, che punta a ottenere un Prosecco ottenuto con vitigni resistenti a malattie come la peronospora e lo oidio, con un utilizzo drasticamente ridotto di prodotti fitosanitari. I risultati saranno illustrati lunedì 11 aprile alle 11 in un convegno promosso da Confagricoltura Veneto in collaborazione con Crédit Agricole FriulAdria, nella tensostruttura Hall area D, stand E2-E3, di Confagricoltura.

Il progetto “Gleres”, che coinvolge 16 tra le maggiori cantine delle terre del Prosecco, si propone di arrivare entro qualche anno a selezionare una decina di varietà figlie di Glera con caratteristiche di resistenza, qualità e forte somiglianza alla madre, nel segno di una vitivinicoltura rispettosa dell’ambiente e delle risorse naturali. Introdurranno i lavori Lodovico Giustiniani, presidente regionale di Confagricoltura e Carlo Piana, direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria. Quindi Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-Ve), presenterà numeri e risultati del primo quinquennio di lavoro effettuato in laboratorio e in campo con le piante figlie di Glera resistenti. Le conclusioni saranno affidate a Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura e Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole.

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Pannelli solari, arriva il decreto ma delude gli agricoltori

Alle prese con il caro energia, le aziende agricole venete sono pronte a investire in pannelli solari per la produzione di energia elettrica in ambito agricolo. Anche se con qualche riserva. È stato firmato, infatti, dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli il decreto che fornisce le direttive per l’attuazione della misura del Pnrr – “Parco Agrisolare”, a cui sono dedicate risorse pari a 1,5 miliardi di euro che saranno assegnate ai progetti nel periodo 2022-2024. La misura dispone l’erogazione di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici e fabbricati a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Sono previsti incrementi del 20% in caso di interventi realizzati da giovani agricoltori o per investimenti collettivi, cioè impianti a servizio di più agricoltori.

“Il decreto ha recepito alcune richieste di Confagricoltura presentate nel corso della consultazione che si è chiusa il 31 dicembre scorso e nelle successive interlocuzioni – sottolinea Giovanni Musini, presidente della sezione bioeconomia di Confagricoltura Veneto -, come l’innalzamento della potenza massima ammissibile fino a 500 kilowatt e la precisazione che la misura si applica agli agriturismi. Compresi nel finanziamento anche gli interventi di riqualificazione che prevedono la rimozione e lo smaltimento dell’amianto. Per quanto riguarda le serre, stiamo procedendo a un ulteriore approfondimento con il Mipaaf per confermarne la possibilità di applicazione, come più volte richiesto. Interessante anche la parte che prevede il finanziamento delle tecnologie di accumulo dell’energia prodotta, che potrà così essere utilizzata anche nelle ore notturne”.

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Gli agricoltori sono, tuttavia, delusi da alcuni paletti legati all’autoconsumo. “Gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l’obiettivo è quello di soddisfare il fabbisogno energetico delle aziende agricole – spiega Musini – e se la loro capacità produttiva non supera il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare. La vendita di energia elettrica, in sostanza, è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo annuale. Questo limiterà l’applicazione del decreto a poche aziende, cioè a quelle grandi, che consumano un’alta quantità di energia annua. Per quelle più piccole, che hanno consumi dai 30 ai 50 kilowatt, fare un investimento dai costi ingenti e dai tempi lunghi non ha convenienza. Siamo dispiaciuti, perché siamo di fronte a un’opportunità mancata alla luce del conflitto in Ucraina, che ha evidenziato la necessità di procedere verso un’autarchia energetica e di materie prime per non essere soggetti a restrizioni e speculazioni sui prezzi. Confagricoltura sarebbe ben disponibile a fare la propria parte per contribuire alla realizzazione di impianti con energie alternative, sia di agrisolare che di biogas o biometano, ma abbiamo bisogno di condizioni che rendano realmente applicabili le misure di sostegno”.

Il decreto sarà ora notificato a Bruxelles. Il bando con l’individuazione della data, a partire dalla quale sarà possibile presentare le domande fino a esaurimento delle risorse stanziate, sarà infatti emanato a seguito dell’approvazione da parte della Commissione europea del decreto ministeriale.

 

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Due imprese venete premiate con il Premio Innovazione

Sono due le imprese venete premiate quest’anno nella terza edizione del Premio Innovazione. Il Premio Innovazione è una delle iniziative con cui Confagricoltura valorizza le avanguardie imprenditoriali: buone pratiche che hanno al centro prodotti, processi sostenibili, aspetti organizzativi e di marketing da raccontare e condividere.

Le varie innovazioni riguardano le tematiche più strategiche per il settore agricolo e agroalimentare: digitale, economia circolare e sostenibilità, novel food, turismo e territorio.

Per quanto concerne l’innovazione digitale, vince le realtà veneta de “Il Noceto”, un’Organizzazione di Produttori nata nel 1993. I noceti, della varietà “Lara”, si estendono per quasi 400 ettari tra le province di Venezia, Treviso e Udine (a Chiarano, in provincia di Treviso). Ha attuato, come innovazione, l’interconnessione dei processi di produzione e qualità.

Per la categoria economia circolare e sostenibilità, premiata invece l’azienda Fattorie Menesello, azienda agricola situata a Lozzo Atestino (PD), con uno dei più antichi allevamenti avicoli italiani. Nel 2018 l’azienda dà vita a Natura Organica, start up innovativa che mette a punto un sistema di produzione di fertilizzanti totalmente a base organica. Come innovazione si è contraddistinta appunto per questo tipo di produzione da materiale organico proveniente dagli allevamenti.

L’intraprendenza dei nostri imprenditori e lo spirito di innovazione che li anima sono orgoglio per la nostra associazione. E a loro vanno i nostri più sinceri complimenti.

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Decreto legge Ucraina: tutte le misure per l’agricoltura

Il decreto-legge 21 marzo 2022 n. 21 approvato dal Governo (pubblicato nella G.U. del 21.3.2022) ha lo scopo di contrastare gli effetti economici ed umanitari della crisi emersa con la guerra in Ucraina.

Sono numerosi gli interventi contenuti nel decreto a supporto delle imprese e dei privati, tra i quali spicca la riduzione delle accise sui carburanti per autotrazione che ha comportato la riduzione del prezzo alla pompa di 25 centesimi al litro.

Segnaliamo di seguito altre misure importanti per il settore, esprimendo comunque la speranza che le stesse possano essere migliorate e ampliate nel corso dell’iter parlamentare.

Credito d’imposta per l’acquisto di carburante per l’agricoltura e la pesca ma solo per la “trazione di mezzi”

Alle imprese esercenti attività agricola e della pesca è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di gasolio e benzina per la trazione dei mezzi utilizzati per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca, un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettuato nel primo trimestre solare dell’anno 2022, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto, al netto dell’imposta sul valore aggiunto.

Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione entro il 31 dicembre 2022 ed è prevista la cedibilità dello stesso. La formulazione dell’agevolazione non soddisfa Confagricoltura, che cercherà di far modificare la norma durante l’iter di conversione in sede parlamentare. Un problema è infatti rappresentato dalla limitazione ai carburanti utilizzati per la “trazione dei mezzi”, che di fatto esclude l’impiego per il riscaldamento delle serre o per il funzionamento di pompe, eccetera. Un altro limite è quello temporale, in quanto la norma comprende soltanto il primo trimestre 2022, quando le operazioni agricole, e quindi l’acquisto dei carburanti necessari, vengono effettuate nei mesi successivi.

Credito d’imposta per l’acquisto di gas naturale

Il D.L. ha esteso il credito l’imposta per sostenere il maggior costo del gas naturale anche alle imprese non qualificate come energivore, per cui rientrano tra i beneficia-ri anche le imprese agricole.

Il credito d’imposta ammonta al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto di gas consumato nel periodo compreso tra il 1° aprile 2 il 30 giugno 2022 per usi diversi da quelli termoelettrici (sembra escluso l’eventuale impiego tramite un co-generatore).

La condizione per beneficiare del credito d’imposta è che il prezzo di riferimento del gas naturale pubblicato nel sito del GSE, relativo al 1° trimestre 2022, abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al primo trimestre 2019.

Il credito sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione entro il 31 dicembre 2022 con possibilità di cederlo ad altri soggetti, comprese banche e intermediari finanziari.

 

Credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica

Alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza superiore a 16,5 KW è riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, pari al 12% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica nel secondo trimestre del 2022, qualora il prezzo della stessa abbia subito un incremento del costo per kwh superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre del 2019. Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione entro il 31 dicembre 2022 ed è cedibile.

 

Rateizzazione delle bollette per consumi energetici

Le imprese clienti finali di energia elettrica e di gas naturale possono richiedere ai propri fornitori la rateizzazione per un numero massimo di 24 rate mensili degli importi dovuti per i consumi energetici relativi ai mesi di maggio e giugno 2022.

 

Rinegoziazione dei mutui e garanzia Ismea

Le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura hanno la possibilità di rinegoziare e ristrutturare i mutui in essere e allungare fino a 25 anni il relativo periodo residuo di rimborso. Inoltre, nel rispetto del regime de minimis, ISMEA è autorizzata a prestare una garanzia gratuita a favore di agricoltori e pescatori. A tal fine il Governo ha rafforzato il fondo di garanzia pubblica prevedendo la possibilità di estendere le garanzie fino a 5 milioni di euro per il singolo beneficiario.

 

Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole

Il DL prevede un incremento di ulteriori 35 milioni di euro il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura già previsto dalla Legge di bilancio 2022. È un primo passo per affrontare l’emergenza delle filiere e sul quale occorrerà deliberare con urgenza.

 

Digestato equiparato al fertilizzante chimico

Un’altra disposizione amplia la possibilità di utilizzare il digestato come fertilizzante per terreni. La norma prevede la sostituzione dei fertilizzanti chimici con il cosiddetto “digestato equiparato” come definito dalla stessa disposizione. Per comprendere la portata della norma è necessario attendere la pubblicazione di un apposito decreto attuativo che definirà le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparato.

 

Credito d’imposta IMU per il comparto turistico

Al comparto turistico-ricettivo (comprendente anche gli agriturismi) viene riconosciuto per l’anno 2022 un credito d’imposta nella misura del 50% dell’IMU dell’anno 2021 versata a saldo per gli immobili rientranti nella categoria D/2, a condizione che i proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate e che abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel pe-riodo indicato di almeno il 50% rispetto al corrispondente periodo del 2019.

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Mais, semine al via spinte dall’arrivo delle piogge

Le previsioni dell’arrivo delle piogge spingono gli agricoltori a prepararsi per le semine del mais. È confermata la probabilità di precipitazioni sul territorio veneto già tra domani e giovedì, con maltempo e abbassamento delle temperature che dovrebbero protrarsi fino al fine settimana. Dopo mesi di siccità, potrebbero esserci finalmente le condizioni favorevoli per procedere alla semina dell’”oro giallo” della Pianura Padana.

“Stiamo aspettando la pioggia per partire – conferma Chiara Dossi, presidente della sezione cereali alimentari di Confagricoltura Veneto e titolare di un’azienda prevalentemente cerealicola ad Adria, in provincia di Rovigo -. Le previsioni sono di un aumento delle semine, anche in virtù dello sblocco da parte dell’Ue delle cosiddette aree ecologiche previste dal greening, ovvero il 5 per cento della superficie a seminativi. La tendenza degli agricoltori sarà, dunque, quella di procedere con una produzione più sostenuta di cereali, scongiurando la carenza di offerta sui mercati internazionali. Restano però tante incognite, a partire dai costi elevatissimi sia energetici che di concimi e prodotti per la semina, per finire con l’incertezza del mercato. Non sappiamo quanto ci verrà pagato il mais e se lavoreremo o meno in perdita. Certo è che i prezzi alti come sono oggi non possono rimanere, perché sono insostenibili per le filiere zootecniche”.

Di sicuro gli allevamenti hanno urgente necessità di mais per l’alimentazione animale. Secondo l’ultimo report del Copa-Cogeca, il sindacato degli agricoltori europei, nell’Europa meridionale (Portogallo, Italia e Spagna) i mangimi sono disponibili solo per poche settimane e, sulla scia dell’Ungheria e della Bulgaria, altri Stati membri Ue stanno prendendo in considerazione azioni analoghe di protezionismo interno che potrebbero creare ulteriori strozzature al mercato. Inoltre l’Ucraina probabilmente non sarà in grado di raccogliere quest’estate, né pianterà il suo mais e i girasoli per il raccolto del prossimo anno. Ciò renderebbe difficile la situazione fino alla campagna agricola 2023.

“Le deroghe al greening sui terreni a riposo possono essere un’opportunità per recuperare produzioni – dice Chiara Dossi -, dato che il Veneto nell’ultimo decennio ha visto dimezzare la superficie di mais. Con il conflitto in Ucraina ora abbiamo raggiunto la consapevolezza di quanto sia importante preservare la filiera cerealicola e possiamo accorciare le distanze da quel livello di autosufficienza nazionale che resta, però, un traguardo lontano. Occorre tuttavia contenere il forte impatto economico derivato dall’impennata dei costi delle materie prime, dell’energia e del carburante, aggravata dal conflitto. Il decreto legge Ucraina, con 195 milioni destinati all’agricoltura, è stato un passo importante, ma non basta. Bisogna proseguire su questa strada potenziandole misure di supporto, così da permettere concretamente alle imprese agricole di poter contare su sostegni che le accompagnino verso l’uscita dalla crisi”.

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Lavoratori extracomunitari stagionali e non stagionali: proroga dei termini per le istanze

Sono stati prorogati i termini per la presentazione delle istanze a valere sulle quote previste dal Decreto flussi – D.P.C.M. 21 dicembre 2021 (“Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato per l’anno 2021”) – relativamente:

  • alla quota di 100 ingressi per i cittadini formati all’estero ai sensi dell’articolo 23 T.U. immigrazione (art. 4, comma 1 del DPCM):
  • alla quota riguardante le conversioni dei permessi di soggiorno per lavoro subordinato e autonomo (art. 4, co. 3 e 4 del DPCM).

Con circolare ministeriale congiunta (Interno, Lavoro, Agricoltura) il termine utile per la presentazione delle relative istanze è stato prorogato al 30 settembre 2022 (la scadenza inizialmente prevista sarebbe stata nella giornata odierna, 17 marzo 2022).

In tal modo viene concessa la possibilità di utilizzare la totalità delle predette quote ancora disponibili, che – come si legge nel provvedimento ministeriale – non sono state completamente utilizzate.

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Contratti di filiera: pubblicato il decreto con le istruzioni per erogare 1,2 mld

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Decreto del Mipaaf del 22 dicembre 2021 definisce le procedure e i criteri per l’attuazione dei Contratti di filiera previsti dal fondo complementare al PNRR.

Con questo provvedimento sono a disposizione delle aziende agricole, agroalimentari, ittiche, forestali finanziamenti per 1,2 miliardi di euro per investimenti materiali e immateriali realizzabili nella produzione primaria, nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, nella partecipazione dei produttori ai regimi di qualità, nella promozione dei prodotti agricoli e nella ricerca e sviluppo nel settore agricolo.

Il contratto di filiera deve favorire processi di riorganizzazione dei rapporti tra i differenti soggetti della filiera al fine di promuovere la collaborazione e l’integrazione fra di essi, stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire prioritariamente ricadute positive sulla produzione agricola. Esso si fonda su un accordo sottoscritto tra i diversi soggetti della filiera, operanti in un ambito territoriale multiregionale. L’accordo di filiera individua il soggetto proponente, gli obiettivi, le azioni, incluso il programma, i tempi di realizzazione, i risultati e gli obblighi reciproci dei soggetti beneficiari.

Per gli investimenti nelle aziende agricole connessi alla produzione primaria i finanziamenti sono:

1) nella forma di contributo in conto capitale, fino al 50% degli investimenti ammissibili nelle regioni meno sviluppate e nelle regioni in transizione e fino al 40% degli investimenti

ammissibili nelle altre regioni;

2) nella forma del finanziamento, fino al 100% degli investimenti ammissibili, articolato nelle due componenti di finanziamento agevolato e finanziamento bancario.

Possono essere ammessi alle agevolazioni i contratti di filiera che prevedono programmi con un ammontare delle spese ammissibili compreso tra 4 milioni e 50 milioni di euro.

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Con l’assegno unico universale da marzo busta paga più leggera

Con la Legge di Bilancio 2022 e il Decreto Legislativo 29 dicembre 2021 n. 230, a partire dal 1° marzo importanti novità cambiano la busta paga mensile dei lavoratori dipendenti.

Le nuove norme hanno modificato le aliquote dell’Irpef e le detrazioni a decorrere dal 1° gennaio 2022. Ora parte l’applicazione della normativa relativa agli assegni familiari.

La Circolare INPS n. 4/E del 18 febbraio 2022 fornisce dei chiarimenti sull’assegno unico e universale.

Il decreto sull’assegno unico universale ha abrogato le detrazioni fiscali previste dall’art. 12 del TUIR per i figli di età inferiore a 21 anni, nonché le maggiorazioni delle detrazioni per figli minori di tre anni e per figli con disabilità e la detrazione per famiglie numerose, cioè quelle con almeno quattro figli.

Perciò da marzo 2022, i datori di lavoro (sostituti d’imposta) applicheranno esclusivamente le detrazioni da lavoro dipendente o per famigliari a carico (coniuge, altri famigliari e per figli di età pari o superiore a 21 anni). Nella busta paga del mese di marzo non ci saranno le detrazioni per figli a carico di età inferiore a 21 anni oltre all’erogazione degli assegni nucleo familiare.

L’assegno unico universale verrà corrisposto direttamente dall’INPS sull’IBAN indicato dal contribuente a fronte di specifica richiesta telematica.

È stata inoltre abrogata l’ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati, in caso di reddito complessivo superiore a 28.000 euro e fino a 40.000 euro, mentre viene riconosciuto un esonero contributivo parziale a favore dei dipendenti con reddito inferiore a 34.996 euro.

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Cittadini ucraini, disposizioni in materia di lavoro

L’Ordinanza del Capo della Protezione civile n. 872 del 4 marzo 2022 (pubblicata sulla G.U. n. 60 del 12 marzo 2022), recante “Disposizioni urgenti di protezione civile per assicurare, sul territorio nazionale, l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina”, ha introdotto una specifica disposizione in materia di lavoro per i cittadini ucraini che arrivano in Italia a seguito della guerra in atto.

Ed infatti l’articolo 7 (Disposizioni in materia di lavoro) ha previsto che “lo svolgimento di attività lavorativa sia in forma subordinata, anche stagionale, sia autonoma è consentita alle persone provenienti dall’Ucraina a seguito della crisi in atto, sulla base della sola richiesta di permesso di soggiorno presentata alla competente Questura, in deroga alle quote massime definite dalla programmazione annuale adottata con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi di quanto previsto dall’art. 3, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, e successive modifiche e integrazioni”.

Tale disposizione consente, in sostanza, lo svolgimento di attività lavorativa subordinata, anche stagionale, e autonoma ai predetti soggetti, dietro richiesta del permesso di soggiorno presentata alla competente Questura.

Come precisato dalla circolare n. 14100/160 dell’8 marzo inviata dal Ministro dell’Interno ai Prefetti, la previsione in commento si connette alla decisione del Consiglio UE dei Ministri degli Affari Interni e Giustizia del 4 marzo 2022 n. 2022/382 che ha disposto l’attivazione, per la prima volta, della direttiva UE 2001/55/CE la quale prevede, in caso di massiccio afflusso nell’Unione di sfollati, il riconoscimento di una protezione temporanea in loro favore.

Sulla base della citata normativa europea, nei prossimi giorni è prevista l’emanazione di unDecreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la definizione delle conseguenti misure di protezione temporanea che troveranno applicazione nel nostro Paese.

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Zootecnica a rischio abbattimenti per il costo delle materie prime

Per scongiurare il rischio di dover abbattere parte del patrimonio zootecnico italiano, Assalzoo (l’associazione dei mangimisti) ha chiesto al Governo di aprire alle importazioni di Ogm non autorizzati da Stati Uniti e Argentina.

C’è forte preoccupazione per le condizioni in cui versa il comparto mangimistico e, conseguentemente, le filiere zootecniche.

Gli aumenti record delle quotazioni di cereali e delle farine di semi oleosi hanno fatto sì che i costi di produzione dei mangimi siano più che raddoppiati. Altro grave problema è la carenza degli approvvigionamenti. Il mercato europeo è in forte fibrillazione: oltre al blocco di Russia e Ucraina, anche Bulgaria, Serbia e Moldavia stanno valutando la chiusura delle esportazioni, mentre l’Ungheria non stipula nuovi contratti di fornitura. Molti commercianti avrebbero cominciato a razionare le consegne e si parla di una disponibilità di mangimi limitata nel tempo.

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