Tecnico-economico

Nuove tecniche genomiche, il Parlamento UE si esprime

Il Parlamento ha adottato la sua posizione per i negoziati con gli Stati membri sulla proposta della Commissione sulle nuove tecniche genomiche (NGT), con 307 voti favorevoli, 263 contrari e 41 astensioni.

L’obiettivo della regolamentazione è rendere il sistema alimentare più sostenibile e resiliente sviluppando varietà vegetali migliorate che siano resilienti ai cambiamenti climatici, resistenti ai parassiti e che diano rese più elevate o che richiedano meno fertilizzanti e pesticidi.

Attualmente, tutte le piante ottenute da NGT sono soggette alle stesse regole degli organismi geneticamente modificati (OGM). Il Parlamento concorda con la proposta della Commissione di avere due categorie di NGT in relazione al numero delle modifiche genetiche.

Impianti NGT 1 – Secondo il Parlamento per gli NGT 1, si dovrebbe ridurre il numero di modifiche genetiche necessarie affinché un impianto NGT sia considerato equivalente agli impianti convenzionali.

Impianti NGT 2 – Per gli impianti NGT 2 si dovrebbe mantenere la maggior parte dei requisiti della legislazione sugli OGM, che è tra le più severe al mondo, compresa la procedura di autorizzazione anche se si intende velocizzare la procedura di autorizzazione.

Gli impianti NGT considerati equivalenti a quelli convenzionali (impianti NGT 1) sarebbero esentati dai requisiti della legislazione sugli OGM, mentre gli altri impianti NGT (impianti NGT 2) dovrebbero comunque seguire requisiti più severi. Inoltre il Parlamento è favorevole all’etichettatura obbligatoria dei prodotti NGT.

Anche il Parlamento ritiene che i prodotti NGT dovrebbero rimanere vietati nella produzione biologica, poiché la loro compatibilità richiede ulteriori considerazione e vogliono che la Commissione riferisca su come si sta evolvendo la percezione delle nuove tecniche da parte dei consumatori e dei produttori, sette anni dopo la sua entrata in vigore.

Il Parlamento chiede un divieto totale di brevetti per tutte le piante NGT, il materiale vegetale, parti di esso, le informazioni genetiche e le caratteristiche di processo in essi contenute, per evitare incertezze legali, aumento dei costi e nuove dipendenze per agricoltori e allevatori. Confagricoltura haritiene che le NGT siano fondamentali per rafforzare la sicurezza alimentare dell’Europa e per rendere più verde la nostra produzione agricola. Le nuove norme consentiranno lo sviluppo di varietà vegetali migliorate in grado di garantire rese più elevate, di essere resistenti ai cambiamenti climatici o che richiedono meno fertilizzanti e antiparassitari. Si spera che gli Stati membri adottino presto la loro posizione in modo che la regolamentazione sulle NGT possa vedere la luce quanto prima.

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Importazioni dell’Ucraina, dazi sospesi fino a giugno 2025

In questi ultimi giorni di legislatura, prima delle elezioni europee fissate in Italia nei giorni 8 e 9 giugno, il Parlamento Europeo sta votando provvedimenti importanti sui mercati agricoli e sulla Pac (vedi articolo precedente) che erano stati oggetto di precedenti accordi tra gli Stati membri e la Commissione UE.

Nella votazione del 23 aprile è stato  ratificato l’accordo per la proroga di un anno, fino al 5 giugno 2025, della sospensione dei dazi alle produzioni agricole provenienti dall’Ucraina. Dopo le proteste degli agricoltori e la pressione delle associazioni è stata prevista la reintroduzione dei dazi nel caso di perturbazioni di mercato e, per alcuni prodotti, un meccanismo rapido di protezione chiamato “freno d’emergenza”.

Nell’ambito di misure di salvaguardia rafforzate per proteggere gli agricoltori dell’Ue, la Commissione può attivare il freno di emergenza per i prodotti agricoli particolarmente sensibili, vale a dire pollame, uova, zucchero, avena, semola, mais e miele. Con il termine “semola” si intendono semole e semolini di orzo e altri cereali lavorati. Se le importazioni di questi prodotti superano la media dei volumi delle importazioni registrate nella seconda metà del 2021 e in tutto il 2022 e il 2023, le tariffe potranno essere nuovamente imposte. La riattivazione delle tariffe, in questo caso, è molto veloce, mediante una procedura di Comitato Dazi e Dogane, che si svolge nel giro di 14 giorni.

Purtroppo restano fuori dal “freno d’emergenza” il grano e i semi oleosi. Tali prodotti potranno essere tutelati con misure di salvaguardia da adottarsi con un regolamento di esecuzione su proposta di uno Stato membro o della stessa Commissione: una procedura più lenta e dagli effetti non immediati.

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Fondo per le filiere frutticole in crisi: pere e kiwi

Fino al 19 aprile si possono presentare le domande di accesso al fondo per il sostegno delle filiere delle Pere e del Kiwi, che dispone di una dotazione complessiva di 23 milioni di euro: 18 per la filiera delle pere e 5 per quella del Kiwi.

Ricordiamo che possono accedere all’aiuto le imprese agricole che risultano iscritte all’anagrafe delle aziende (alla data del 14 marzo 2024), che hanno coltivato pere e/o kiwi negli anni 2022 e 2023, così come risultante ai Piani colturali presentati in quelle annate e che possono dimostrare un decremento superiore al 30% del valore della produzione dell’anno 2023 rispetto a quella del 2022.

Agea ha messo a disposizione delle aziende un modulo precompilato con le informazioni acquisite dal Fascicolo Aziendale (ettari coltivati nel 2022 e nel 2023), mentre l’azienda dovrà documentare le produzioni (quintali) ottenute nel 2022 e nel 2023, distinguendo pere precoci e pere tardive, kiwi verde e kiwi giallo. Inoltre dovranno essere dichiarati gli importi di altri aiuti e dei risarcimenti assicurativi ricevuti per il 2023. La domanda di aiuto può essere presentata fino al 19 aprile 2024. Il pagamento sarà concesso ai beneficiari al termine dei controlli istruttori di ammissibilità. Per la verifica relativa al decremento di produzione dell’anno 2023 saranno effettuati i controlli oggettivi, estratti a campione per una percentuale minima del 10%.

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Sviluppo rurale: recinzioni e dissuasori per la difesa degli animali

Sviluppo rurale: recinzioni e dissuasori per la difesa degli animali e delle api nelle aree montane. Bando per investimenti con scadenza il 15 giugno.

L’intervento, previsto dalla misura 4.4.3. del PSR 2017-2022, è finalizzato alla prevenzione dei danni recati alle produzioni zootecniche dalla fauna selvatica ed in particolare dai grandi carnivori (es. lupi).

Possono avanzare la richiesta di intervento gli agricoltori che dispongono di superficie destinata a pascolamento situata nelle zone montane del Veneto. Essi devono possedere specifico codice identificativo dell’allevamento rilasciato dall’ASL competente della Regione del Veneto e detenere almeno 1 UBA di una delle seguenti categorie: ovini; caprini; bovini; equidi (l’azienda deve essere registrata presso l’anagrafe equina nazionale); o camelidi; o apidi (l’Uba non rappresenta un limite).

Sono ammessi a finanziamento i seguenti investimenti: a) recinzioni elettrificate semipermanenti, a rete o a filo, per la protezione del bestiame al pascolo; b) recinzioni elettrificate mobili, a rete, con supporti in materiale sintetico, per la protezione del bestiame al pascolo; c) recinzioni metalliche fisse, con o senza elettrificazione, per la protezione del bestiame al pascolo in aree limitate; d) dissuasori acustici e/o luminosi. L’intensità dell’aiuto è pari al 100% della spesa ammissibile.

La disponibilità finanziaria ammonta a 500 mila euro ed il termine per la presentazione delle domande è fissato al 15 giugno 2024.

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Pac e condizionalità sociale

L’Unione Europea, al fine di contribuire allo sviluppo di un’agricoltura socialmente sostenibile, ha inserito nella Pac 2023-2027 la condizionalità sociale. Di fatto la concessione dei pagamenti della Pac viene vincolata anche al rispetto di norme sull’occupazione e sulla salute e sicurezza dei lavoratori sulla base delle norme riportate in alcune Direttive dell’Unione Europea.

Già dal 2023, in caso di violazioni riscontrate, le aziende agricole saranno sottoposte a delle sanzioni, previste dal DM 31 gennaio 2024, che si traducono in penalità sugli aiuti della Pac, variabili da un 3 ad un 10%, in base alla gravità, alla portata e alla ripetizione dell’infrazione constatata.

Ricordiamo di seguito le norme comprese nella citata Direttiva dell’Unione Europea.

Le norme relative all’Occupazione (Direttiva 2019/1152/UE) comprendono:

  • la forma scritta delle condizioni di impiego;
  • la comunicazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro (identità delle parti, luogo di lavoro, descrizione del lavoro, data di inizio, natura del rapporto, durata e condizioni del periodo di prova, diritto alla formazione, durata dei congedi retribuiti, preavviso, retribuzione, durata normale della giornata e della settimana di lavoro, CCNL applicabile, le istituzioni di sicurezza sociale cui sono versati i contributi sociali);
  • la consegna del contratto di lavoro entro le prime sette giornate di lavoro;
  • le modifiche del rapporto di lavoro devono essere fornite in forma scritta;
  • la congruità del periodo di prova;
  • la prevedibilità minima del lavoro;
  • la formazione obbligatoria.

Le norme relative alla Promozione del miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori derivano dalla Direttiva 1989/391/CEE e comprendono:

  • la garanzia della sicurezza e della salute dei lavoratori in tutti gli aspetti connessi con il lavoro;
  • l’adozione delle misure necessarie per la protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori, comprese le attività di prevenzione dei rischi professionali, d’informazione e di formazione, nonché l’approntamento di un’organizzazione e dei mezzi necessari;
  • la designazione del/dei lavoratore/i che si occupano delle attività di protezione e di prevenzione dei rischi professionali;
  • l’adozione delle misure in materia di pronto soccorso, lotta antincendio ed evacuazione dei lavoratori;
  • la valutazione dei rischi;
  • l’adozione delle misure protettive e dei dispositivi di protezione;
  • la redazione dell’elenco degli infortuni sul lavoro;
  • la redazione della relazione sugli infortuni sul lavoro;
  • l’informazione ai lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute, le misure e le attività di protezione e prevenzione;
  • la consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti;
  • la partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti nei processi decisionali relativi alla sicurezza e alla protezione della salute durante il lavoro;
  • la garanzia di una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e di salute.

Le norme relative ai Requisiti minimi per l’utilizzo delle attrezzature di lavoro da parte dei dipendentiderivano dalla Direttiva 2009/104/CE e comprendono:

  • l’adeguatezza delle attrezzature al lavoro da svolgere (senza compromettere salute e sicurezza);
  • la conformità delle attrezzature alle direttive comunitarie;
  • la verifica e manutenzione periodica delle attrezzature;
  • la verifica iniziale e dopo ogni montaggio in un nuovo cantiere;
  • utilizzo di attrezzature con rischio specifico riservato ai soli lavoratori incaricati e debitamente formati;
  • ergonomia e salute sul posto di lavoro;
  • informazioni adeguate ed istruzioni comprensibili per l’uso delle attrezzature;
  • formazione obbligatoria ed adeguata.
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Ucraina, non ancora approvata la proroga della sospensione dei dazi

Il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso la Ue (Coreper), non ha ancora assunto una decisione sulla proposta di regolamento per la proroga, fino a giugno 2025, della sospensione dei dazi e dei contingenti sui prodotti agroalimentari dell’Ucraina destinati al mercato dell’Unione.

L’intesa provvisoria raggiunta nei giorni scorsi, a conclusione del trilogo con il Parlamento europeo, non è stata ratificata dal Coreper per la mancanza della maggioranza. L’intesa prevede il freno di emergenza (cioè il ripristino dei dazi ordinari) in presenza di un quantitativo di importazioni superiore alla media del periodo 2022-2023 per una lista di prodotti sensibili composta da pollame, uova, zucchero, avena, mais, semole e miele.

L’accordo è stato ritenuto insufficiente da alcuni Stati membri (Polonia e Francia per primi)che hanno chiesto di inserire il grano tra i prodotti sensibili e di includere il 2021 nel periodo di riferimento. In tale anno le importazioni dall’Ucraina erano infatti ordinarie e non soggette alla crescita dei flussi dovuti alla guerra.

La proposta di compromesso sarà discussa dalla commissione per il Commercio internazionale dell’Europarlamento che si riunirà per l’ultima volta il 9 aprile. Successivamente dovrà esprimersi il Parlamento europeo, il quale concluderà la propria attività il 21 e 22 aprile. Senza un accordo sulla proroga ritornerebbero i dazi ordinari sulle importazioni dall’Ucraina verso la Ue.

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Pac, cancellato l’obbligo del 4% di incolto

Il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura della Ue, riunitosi il 26 marzo, ha accolto le proposte di semplificazione della Pac avanzate dalla Commissione lo scorso 15 marzo per la modifica dei regolamenti (UE) 2021/2115 e (UE) 2021/2116.

Il compromesso raggiunto, sottolinea il Consiglio, «raggiunge un attento equilibrio tra la necessità di mantenere l’elevato livello di ambizione in materia di ambiente e clima nell’attuale Pac e la garanzia che le preoccupazioni degli agricoltori siano prese in considerazione». A nostro avviso si tratta di modiche apprezzabili ma non sufficienti. La Pac va profondamente rivista.

Riportiamo quindi le norme più rilevanti, che dovrebbero entrare in vigore retroattivamente (quindi già per la campagna 2024):

BCAA6 – copertura del suolo nei periodi sensibili – L’attuazione della norma sarà per lo più affidata agli Stati membri.

BCAA7 – rotazione delle colture–La rotazione viene mantenuta, ma gli Stati membri possono aggiungere la possibilità di soddisfare tale requisito mediante la diversificazione delle colture (2 o 3 coltivazioni come nel vecchio greening).

BCAA8 – aree ed elementi non produttivi – Viene eliminato l’obbligo di destinare il 4% dei seminativi a superfici non produttive. Viene conservato l’obbligo di mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio presenti. Sarà possibile istituire un nuovo regime ecologico (Eco schema) per sostenere la volontaria messa a riposo di una parte dei seminativi o la creazione di nuovi elementi caratteristici del paesaggio.

Controlli condizionalità –Verranno esentati dai controlli della condizionalità i piccoli agricoltori con meno 10 ettari di superfici agricola. Una misura che riguarda il 65% dei beneficiari della Pac, ma rappresenta solo il 10% circa dei terreni agricoli, e ridurrà di conseguenza significativamente gli oneri amministrativi relativi ai controlli sia per gli agricoltori che per le amministrazioni nazionali, pur mantenendo – almeno formalmente – gli obiettivi ambientali.

La proposta prevedere inoltre esenzioni dalle norme 5, 6, 7 e 9 delle buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA)a causa di situazioni agronomiche particolari per determinate colture in tipi di suolo e condizioni pedoclimatiche specifici o a causa di danni ai prati permanenti, dovuti ad esempio a predatori o specie invasive. Oppure deroghe temporanee e mirate a determinati requisiti di condizionalità motivate da condizioni meteorologiche.

Il Parlamento dovrebbe approvare le proposte di revisione della Pac nella sessione plenaria del 22-25 aprile 2024, seguendo la procedura d’urgenza,per arrivare all’approvazione definitiva delle modifiche entro l’imminente scadenza della legislatura europea. Dopo le elezioni, si penserà al nuovo indirizzo da dare alla Pac come richiesto da Confagricoltura e da molti agricoltori europei.

 

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Via libera ai dazi Ue sull’import di cereali dalla Russia

La Commissione UE ha presentato al Consiglio la proposta di introdurre dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia.

A riguardo, il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha dichiarato: “La Federazione Russa utilizza i prodotti agricoli come un’arma. Le vendite di grano russo all’estero ammontano ormai a 50 milioni di tonnellate, che corrispondono al 25% delle esportazioni su scala globale. Alla luce di queste cifre, le decisioni assunte a Mosca possono avere un effetto fortemente destabilizzante. Quindi, dobbiamo tutelarci”.

L’andamento e le prospettive del mercato mondiale delle commodities agricole risentono anche della competizione geopolitica ed economica tra Stati Uniti e Cina. All’inizio del 2020 fu sottoscritto un accordo bilaterale con cui la Cina assunse l’impegno di aumentare le importazioni di prodotti agricoli Usa per un ammontare di 200 miliardi di dollari in due anni. L’export di mais USA sul mercato cinese salì fino a 17 milioni di tonnellate. L’intesa non è stata rinnovata e attualmente, sulla base degli ultimi dati diffusi dal dipartimento di Stato all’Agricoltura (USDA), le vendite si sono ridotte a 1,7 milioni di tonnellate.

Le autorità di Pechino hanno deciso di dirottare gli acquisti verso il Brasile che fa parte dei BRICS, il gruppo delle economie emergenti a cui aderiscono, tra gli altri, Federazione Russa, India e Sud Africa, oltre alla stessa Cina. In dettaglio, più del 30% delle esportazioni di mais del Brasile sono state destinate lo scorso anno al mercato cinese. Una situazione sostanzialmente analoga si è registrata per gli acquisti di soia. La perdita del mercato cinese è stata compensata con un forte aumento – oltre il 30% – delle esportazioni USA verso l’Unione europea.

A seguito dell’aggressione russa all’Ucraina e delle tensioni in Medio Oriente, l’ordine globale si è deteriorato. L’andamento del commercio internazionale è influenzato in misura crescente dagli interessi geopolitici piuttosto che dalle convenienze economiche.

Il 26 marzo il Consiglio Agricoltura della UE ha approvato le proposte di riforma della PAC presentate dalla Commissione per dare una concreta risposta alle proteste degli agricoltori. Il progetto legislativo dell’Esecutivo prevede modifiche positive nell’ottica della semplificazione burocratica, ma resta sullo sfondo l’assoluta inadeguatezza della PAC rispetto alle condizioni di instabilità sullo scenario internazionale.

Restano aperte le questioni legate alla stabilità dei mercati, all’aumento del bilancio agricolo, alla tutela del potenziale produttivo e del reddito degli agricoltori. E ancora: la diffusione delle innovazioni tecnologiche per una maggiore sostenibilità ambientale e la gestione del rischio in funzione del cambiamento climatico.

Serve, insomma, ed è urgente, la messa a punto di una nuova strategia per l’agricoltura e per il sistema agroalimentare. E’ questa la priorità da affrontare subito dopo le elezioni al Parlamento europeo e l’insediamento della nuova Commissione.

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PAC, semplificazioni per rotazioni e superfici non produttive

La Commissione europea nei giorni scorsi ha presentato delle proposte per la semplificazione delle norme della Pac. Le modifiche sono concentrate su aspetti che riducono il carico amministrativo e garantiscono flessibilità agli Stati membri nella gestione delle misure.

Le principali novità riguardano le “Buone condizioni agronomiche e ambientali” previste dalla condizionalità. Gli Stati membri possono infatti concedere deroghe temporanee e mirate per adattare gli obblighi di condizionalità alle condizioni climatiche che impediscono di rispettare gli impegni. Inoltre sarà consentito agli Stati membri di prevedere “specifiche esenzioni” per le BCAA 5 (lavorazione minima del suolo per prevenire erosioni), 6 (copertura minima del suolo nei periodi “sensibili”), 7 (rotazione annuale dei seminativi) e 9 (divieto di conversione o aratura dei prati sensibili nelle aree Natura 2000) sulla base di criteri oggettivi e non discriminatori come le coltivazioni, le tipologie di suolo e di sistemi agricoli o i danni ai prati permanenti dovuti ad esempio a predatori o specie invasive. Le esenzioni dovranno essere limitate in termini di superficie interessata.

Di particolare rilievo la proposta di modifica della BCAA 8 (minima superficie da destinare a usi improduttivi compreso il set-aside) rispetto alla quale si propone di: 1) ridurre la BCAA 8 unicamente all’obbligo di mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio esistenti; 2) convertire l’obbligo di destinare una percentuale minima ad aree non produttive (terreni a riposo ed altri elementi come alberature, siepi etc.) in uno specifico “ecoschema” in maniera quindi che tale impegno permarrebbe ma sarebbe remunerato con dei pagamenti diretti.

Due ulteriori modifiche riguarderanno la BCAA 7 (obbligo di rotazione annuale dei seminativi), che viene confermata concedendo però agli Stati membri la possibilità di autorizzare ai fini del rispetto dell‘impegno anche la sola “diversificazione” già adottata sino al 2023 e cioè la compresenza di due o tre colture minimo in azienda con percentuali prefissate.

La BCAA 6 rispetto alla quale si propone di affidare maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione degli impegni in particolare per quanto riguarda la durata delle coltivazioni e la rigidità del periodo invernale.

Relativamente ai controlli di propone di esentare i piccoli agricoltori (aziende con meno di 10 ettari di superficie agricola) dai controlli e dalle sanzioni per la condizionalità. In particolare, come ha precisato la Commissione, i piccoli agricoltori non sono esentati dal rispetto dei requisiti di condizionalità, ma dai controlli su di essi e dalle relative sanzioni. Verrebbero esentati dai controlli e dalle sanzioni per la condizionalità anche i beneficiari che ricevono pagamenti di superficie sia nell’ambito del Piano strategico che a valere dei Piani di sviluppo rurale ai sensi del regolamento 1305/2013 implementati sino a tutto il 2025.

Un elemento di attenzione riguarda infine la tempistica di attuazione di queste novità. La proposta di regolamento, se approvata, consentirebbe di applicare retroattivamente, dal primo gennaio 2024, le modifiche alle BCAA 6, 7  nonché l’esenzione dalle sanzioni per gli agricoltori con meno di 10 ettari. A tal fine si prevedono misure transitorie per il 2024 per assicurare che gli Stati membri possano applicare le modifiche ai Piani strategici anche prima della approvazione delle modifiche da parte della Commissione.

Per la BCAA 8, in particolare, dalle prime interlocuzioni con il Ministero sembrerebbe che la Commissione sia orientata a far entrare in vigore le proposte di semplificazione relative all’abolizione dell’obbligo del primo requisito della BCAA (4% della superficie destinata a terreni e elementi non produttivi) a partire dal 1° gennaio 2025 (nel 2024 si dovrebbe quindi aderire alla BCAA 8 in base a quanto previsto dal Regolamento 2024/587 contenente le deroghe con l’utilizzo di azotofissatrici e di intercalari. Va comunque considerato che queste possibilità di applicazione retroattiva sono in ogni caso legate alla tempistica di approvazione del regolamento da parte dell’Unione Europea.

La proposta della Commissione è all’ordine del giorno del Consiglio Agricoltura del prossimo 26 marzo. L’obiettivo della presidenza di turno belga è di arrivare rapidamente ad una decisione condivisa con il Parlamento europeo, nella sostanza approvare il testo della Commissione senza modifiche entro fine aprile.

Secondo la valutazione di Confagricoltura dalle misure proposte emerge che l’atteggiamento della Commissione appare decisamente conservativo, come era apparso chiaramente dalle prime indicazioni uscite il 26 febbraio scorso.Questa Commissione UE nella sostanza sta difendendo l’attuale assetto della PAC.

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Dazi sui cereali dalla Russia: bene la proposta Ue

La Commissione UE ha ufficialmente presentato al Consiglio la proposta di introdurre dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia.

Confagricoltura accoglie con favore una decisione che aveva fortemente sollecitato per evitare la destabilizzazione del mercato europeo e fermare la corsa al ribasso dei prezzi. La Federazione Russa, infatti, è arrivata a controllare il 25% delle esportazioni di cereali a livello globale.

Nel periodo gennaio-novembre 2023 – ricorda la Confederazione – le sole importazioni di grano duro dalla Russia sono ammontate a 400mila tonnellate rispetto alle 32mila dello stesso periodo dell’anno precedente. Per quando riguarda cereali, semi oleosi e prodotti derivati, con i dazi si potrebbe aprire un recupero, per le produzioni europee, di 4,3 milioni di tonnellate per un controvalore di 1,3 miliardi di euro.

Confagricoltura evidenzia che la proposta della Commissione, non essendo riferita a sanzioni ma dazi, deve essere approvata a maggioranza qualificata. La misura, dunque, oltre a tutelare gli agricoltori europei, non ostacola il movimento e la circolazione dei prodotti russi verso Paesi terzi.

L’effetto sul mercato europeo dell’introduzione dei dazi straordinari sarebbe certamente tonificante e utile a fermare il crollo dei prezzi agricoli all’origine. Confagricoltura auspica quindi che il provvedimento possa essere approvato il più rapidamente possibile in sede di Consiglio.

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