Agosto 2022

Mele estive, partita la raccolta

Partita la raccolta delle mele estive. Le piogge e le temperature più fresche hanno fatto sì che, negli ultimi giorni, le mele prendessero il caratteristico color rosso, che caratterizza le Gala e altre varietà tipiche del periodo.

“La qualità è ottima:– spiega Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Veneto -. Con le temperature alte che ci sono state, e senza la solita escursione termica notturna, hanno faticato a prendere colore. Per fortuna hanno recuperato, perché il colore è importante per rendere le meli più appetibili dal punto di vista commerciale. I prezzi però sono bassi e non soddisfacenti”.

La speranza è che il mercato premi il prodotto, che negli anni passati aveva riscosso un buon gradimento con i nuovi cloni come il Bacaj rosso, il Red Devil, il Red Gala e il Devil Gala. Nuovi gruppi varietali, dal colore vivo, che piacciono molto ai consumatori ed erano riusciti a spuntare un buon prezzo sul mercato. Il timore è che, a causa del ritardo della raccolta, si subisca maggiormente la concorrenza dei Paesi competitor. “Dopo il 20 agosto arriveranno le mele polacche, dove c’è più fresco ed è previsto un bel raccolto – avverte Piero Spellini, frutticoltore di Villafranca e presidente dei pensionati di Confagricoltura Verona -. Poi arriveranno le mele della Repubblica Ceca e verso il 20 agosto entrerà in campo anche l’Alto Adige”.

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Certificazione SQNBA: Sistema di qualità nazionale per il benessere animale

La Conferenza Stato-Regioni dello scorso 27 luglio ha sancito l’intesa sul decreto interministeriale che disciplina il “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale” (SQNBA) (istituito con D.L.19 maggio 2020 convertito nella legge 19 maggio 2020, n. 34) con cui sono definiti i requisiti di salute e benessere animale, superiori a quelli delle pertinenti norme europee e nazionali, volti a qualificare la gestione del processo di allevamento degli animali destinati alla produzione alimentare, distinti per specie, orientamento produttivo e metodo di allevamento, compresa la gestione delle emissioni nello stabilimento. L’adesione al SQNBA è su base volontaria ed è garantito il diritto di accesso a tutti gli operatori.

Il decreto disciplina il rilascio della certificazione del rispetto dei requisiti relativi al SQNBA, nonché le procedure e le modalità con cui i soggetti appartenenti alla filiera produttiva interessata possono commercializzare animali provenienti da un allevamento certificato.

Le norme si applicano agli operatori della produzione primaria e del settore alimentare.

Il SQNBA è disciplinato dalle disposizioni contenute nel decreto e dai requisiti di certificazione per specie, orientamento produttivo e metodo di allevamento, che verranno definiti da un apposito Comitato Tecnico Scientifico Benessere Animale (CTSBA).

La domanda di adesione al SQNBA è presentata dall’allevatore ovvero da un operatore del settore alimentare.

La domanda andrà presentata ad un Organismo di Certificazione scelto tra quelli iscritti nell’elenco disponibile sul sito istituzionale del Mipaaf.

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Nuovi interventi fondiari Ismea dedicati ai giovani

Ismea mette a disposizione nuovi interventi fondiari dedicati ai giovani. I nuovi strumenti fondiari sono diretti a favorire lo sviluppo e il consolidamento di superfici condotte nell’ambito di una attività imprenditoriale agricola o l’avvio di una nuova impresa agricola.

La misura, che finanzia l’acquisto di terreni agricoli, si rivolge a:

  • giovani imprenditori agricoli (età non superiore a 41 anni non compiuti) che intendono:
  1. a) ampliare la superficie della propria azienda mediante l’acquisto di un terreno, confinante o funzionalmente utile con la superficie già facente parte dell’azienda agricola condotta in proprietà, affitto o comodato, da almeno due anni alla data di presentazione della domanda;
  2. b) consolidare la superficie della propria azienda mediante l’acquisto di un terreno già condotto dal richiedente, con una forma contrattuale quale il comodato o l’affitto, da almeno due anni alla data di presentazione della domanda;
  • giovani startupper con esperienza (età non superiore a 41 anni non compiuti) che intendono avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell’ambito dell’agricoltura;
  • giovani startupper con titolo (età non superiore a 35 anni non compiuti) che intendono avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell’ambito dell’agricoltura.

L’intervento finanziario massimo è di:

  • 1.500.000 euro, in caso di giovani imprenditori agricoli e giovani startupper con esperienza;
  • 500.000 euro, in caso di giovani startupper con titolo.

La durata del finanziamento è prevista fino a 30 anni di cui al massimo 2 di preammortamento con le seguenti condizioni:

  • tasso fisso o variabile, ancorato ai valori di mercato e dipendente dal rischio rilevato;
  • 50% degli oneri notarili;
  • 500 euro rimborso spese istruttoria.

Le domande potranno essere presentate attraverso il portale STRUMENTI ISMEA non appena la Commissione UE rilascerà la decisione sul regime di aiuto, in corso di notifica.

La decisione è attesa per settembre.

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Le scadenze fiscali di agosto

Per il mese di agosto le scadenze fiscali seguono regole particolari, definite “Proroga di Ferragosto”, in base alla quale gli adempimenti e i versamenti da effettuarsi con il Modello F24 con scadenza dal 1 al 20 agosto, possono essere eseguiti entro il giorno 20 dello stesso mese, senza nessuna maggiorazione. Quest’anno il 20 agosto cade di sabato e quindi le scadenze sono rinviate a lunedì 22.

Sono in scadenza il 22 agosto:

  • IVA: liquidazione e versamento del mese di luglio
  • IVA: liquidazione e versamento del secondo trimestre
  • IVA: presentazione dell’istanza di rimborso / compensazione del credito IVA del secondo trimestre
  • Irpef: versamento delle ritenute operate a luglio relative a redditi di lavoro dipendente e assimilati e di lavoro autonomo
  • INPS: versamento della seconda rata fissa 2022 dei contributi sul reddito minimale da parte dei soggetti iscritti alla gestione commercianti – artigiani
  • INPS: versamento dei contributi relativi al personale dipendente, per le retribuzioni maturate nel periodo di luglio e del contributo, da parte dei committenti, alla gestione separata
  • Irap: versamento, con la maggiorazione dello 0,40%, del saldo 2021 e primo acconto 2022 (per le persone fisiche è dovuto soltanto il saldo 2021 e non l’acconto 2022)
  • Modello Redditi: versamenti, con la maggiorazione dello 0,40%, relativi al saldo 2021 e al primo acconto 2022 di: Irpef, addizionale regionale, comunale, imposta sostitutiva contribuenti forfetari, cedolare secca, INPS artigiani e commercianti e gestione separata.
  • Diritto annuale CCIAA: versamento, con la maggiorazione dello 0,40%, del diritto CCIAA dovuto per il 2022
  • Esterometro: invio della comunicazione relativa al secondo trimestre dei dati fatture emesse / ricevute a / da soggetti UE ed extraUE. L’obbligo non interessa le operazioni documentate da fattura elettronica o bolletta doganale.

Sono in scadenza il 31 agosto:

  • INPS: invio telematico del mod. UNI-EMENS contenente sia i dati contributivi che quelli retributivi relativi a luglio.

Modelli INTRA: in base al “Decreto Semplificazioni” i modelli INTRA del mese di giugno devono essere presentati entro il 31.7.2022. Considerato che tale data cade di domenica, il termine è differito all’1.8.2022. Dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate si evince che i modelli INTRA riferiti a giugno devono essere presentati entro l’1.8.2022 e pertanto non beneficiano della proroga. Si segnala tuttavia che nell’iter di conversione in legge del Decreto Semplificazioni è stato approvato un emendamento che ripristina la scadenza dei modelli INTRA al giorno 25 del mese successivo. Per l’operatività del nuovo termine è necessario attendere la conversione in legge (entro il 20.8) e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma è presumibile che i modelli INTRA del mese di luglio dovranno essere presentati entro il 25.8.2022.

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Dl aiuti bis: primo segnale, ma servono aiuti strutturali

Confagricoltura esprime un generale apprezzamento per le misure relative al contenimento dei costi energetici inseriti nel DL “Aiuti Bis”, insieme a quelle riguardanti l’emergenza siccità e la riduzione del cuneo fiscale. Gli interventi, tuttavia, non sono sufficienti a rispondere alle esigenze delle imprese, vista l’attuale congiuntura. E’ questo il commento a caldo della Confederazione al decreto legge licenziato in queste ore dal Consiglio dei Ministri.

In attesa del testo definitivo, da una prima analisi emerge che, per l’emergenza siccità, il Decreto legge prevede un sostegno alle aziende agricole danneggiate dalla carenza idrica con un incremento di 200 milioni alla dotazione per gli indennizzi. Per Confagricoltura la misura è un primo segnale, al quale, tuttavia, dovrà necessariamente seguire una pianificazione per affrontare in modo strutturato l’emergenza siccità sul territorio nazionale.

Apprezzabile la riattivazione del credito d’imposta del 20% sull’acquisto del carburante agricolo per il terzo trimestre 2022, previsto attualmente soltanto per il primo. Ad avviso di Confagricoltura, si è tuttavia persa l’occasione per estendere la misura anche al secondo trimestre, quando le lavorazioni agricole sono a pieno regime. Bene anche il taglio del cuneo fiscale per sostenere lavoratori e imprese, anche se l’intervento, vista la dotazione, non riuscirà ad incidere in modo efficace sulla ripresa dei consumi. Confagricoltura auspica che sul tema lavoro si elabori una strategia condivisa, capace di rilanciare concretamente l’occupazione e quindi incoraggiare la ripresa economica.

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Allevamenti: bolletta da 38.000 euro per l’energia elettrica

“Sono arrivate le bollette dell’energia elettrica e sono la mazzata di Ferragosto, tanto per non farci mancare niente quest’anno – dice Michele Barbetta, presidente degli allevamenti avicoli di Confagricoltura Veneto  -. Io ho un conto di 38.000 euro da pagare per un mese, e la cosa incredibile è che la mia azienda è coperta pure da fotovoltaico. Con il caldo africano di questi mesi noi allevatori abbiamo dovuto far andare al massimo i ventilatori nelle stalle per garantire il benessere agli animali. Nell’estate 2021 la quota energia, in bolletta, si pagava 8-10 centesimi a kilowatt, adesso stiamo parlando di 53. Un aumento del 500%. Non ce la facciamo più ad andare avanti, le spese stanno superando in maniera abnorme i guadagni. Il gasolio è andato alle stelle. Il prezzo dei fertilizzanti è aumentato del 130%, i mangimi pure. E i nostri consulenti prevedono ulteriori aumenti in autunno e inverno per la crisi delle materie prime, l’inflazione e la guerra”.

A fronte di simili rincari, anche i prezzi dovrebbero essere ritoccati di parecchio per riequilibrare le retribuzioni lungo la filiera. Il latte, che alla fine del 2021 era stato portato a 42 centesimi al litro, dovrebbe essere pagato 80 centesimi agli allevatori per coprire le spese. Così sugli scaffali un brik potrebbe arrivare a costare 2,50 euro. E la carne? Oggi in media un chilo costa 8 euro, ma servirebbe un ritocco in su almeno del 50% per ristabilire gli equilibri. La frutta? Dovrebbe costare da 8 a 10 euro al chilo.

“In realtà non si può rincarare così i prezzi, perché va garantito il potere d’acquisto delle famiglie – dice Barbetta -. A rimetterci, però, è il primo anello della catena produttiva, cioè gli agricoltori, che non riescono a scaricare in alcun modo gli aumenti che stanno subendo. La grande distribuzione, invece, riesce a fare sempre benissimo i propri conti, perché mantiene bassa la nostra remunerazione, ma sugli scaffali ritocca i cartellini. Quindi alla grande distribuzione diciamo: dateci 10 centesimi in più, basterebbero a noi per avere un minimo guadagno e per voi sarebbe un esborso ininfluente. Se così non sarà, l’inverno prossimo assisteremo a un bagno di sangue: tante aziende si fermeranno per mancanza di remunerazione”.

Il conflitto in Ucraina ha aggravato la situazione relativa ai prezzi dei cereali, degli oli vegetali, dei fertilizzanti e dei carburanti. La siccità e il caldo di questa torrida estate 2022 hanno aggiunto sofferenza a sofferenza,  riducendo in maniera pesante le produzioni (-30% di grano, -50% di mais) e appesantendo i costi dell’energia elettrica e dell’acqua per irrigare i campi. “Alcuni distributori ci chiedono fidejussioni per fare i contratti, tanto è instabile il mercato. È una situazione esplosiva, ormai insostenibile”, chiude Barbetta.

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Casellati sul Po: “Immagine che fa male”

“Questa terra è sempre stata fertile e ha sempre costituito una sorta di granaio del Veneto. Oggi mi ha restituito un’immagine molto dolorosa. Vedere il Po in secca, con tre metri e mezzo di acqua in meno rispetto all’anno scorso, come ci hanno riferito i direttori dei consorzi e vedere il mais bruciato dal sole sono colpi che feriscono il cuore”.

 

Così si è espressa Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, oggi durante la visita in Polesine, sulla scia della richiesta di Confagricoltura Veneto di toccare con mano le conseguenze del grande caldo e della siccità che stanno causando gravissimi danni alle colture lungo il Po. A Crespino, dove la presidente è arrivata in tarda mattinata, erano presenti i vertici nazionali, regionali e provinciali di Confagricoltura oltre a Giorgio Uccellatori, vicepresidente del Consorzio di bonifica Delta del Po e Giancarlo Mantovani, direttore dei consorzi di bonifica del Polesine, che hanno condotto la seconda carica dello Stato sugli argini del fiume illustrando le problematiche causate da questa rovente estate. Presenti tutte le autorità locali, dai sindaci del territorio (Angela Zambelli, sindaco di Crespino; Sondra Coizzi, sindaco di Occhiobello ed Edoardo Gaffeo, sindaco di Rovigo) all’assessore regionale al Territorio, caccia e pesca Cristiano Corazzari; dal prefetto Clemente Di Nuzzo al questore di Rovigo Giovanni Battista Scali; da Enrico Ferrarese, presidente della Provincia a Emilio Mazza, comandante dei carabinieri di Rovigo e Ferdinando Mazzacuva, tenente colonnello della Guardia di Finanza di Rovigo.

Dopo la visita sul Po, la presidente Casellati è stata accompagnata in un campo di mais ingiallito dall’arsura. Infine, il confronto con istituzioni e rappresentanti agricoli alla Romanina Eventi, sempre in territorio di Crespino. “Ormai siamo consapevoli che la siccità e le temperature eccezionali sono fenomeni che si ripetono nel tempo e sono sempre più gravi – ha detto -.  L’emergenza deve perciò entrare nell’agenda politica, con soluzioni che servano ad arginare problemi e criticità che si ripeteranno negli anni a venire. Ci siamo resi conto, anche con l’esplosione della guerra in Ucraina, quanto siano importanti le materie prime: i prodotti agricoli sono il petrolio nero dell’Italia e rappresentano una delle maggiori risorse. La prossima settimana arriverà al Senato un decreto aiuti bis, che approderà alla Camera il 5 settembre. Ci sono 200 milioni di euro che dovranno servire, anche se la coperta è corta, a far fronte ai riflessi drammatici della siccità sugli agricoltori e sulle famiglie, che stanno subendo rincari enormi sulla spesa”.

“Ringraziamo il presidente Casellati per avere accolto il nostro invito – ha sottolineato Giordano Emo Capodilista, vicepresidente nazionale di Confagricoltura -. L’ondata di calore non accenna a placarsi e la conta dei danni in Veneto continua ad aumentare soprattutto in zone, come in Polesine, dove da parecchie settimane non è più possibile irrigare, con perdite enormi per il riso, il mais e la soia. Rischiamo di perdere produzioni, reddito e posti di lavoro, oltre ad assistere a questioni gravi come incendi e ripercussioni per la salute pubblica. Oltre ad affrontare l’emergenza contingente, con un sostegno immediato agli agricoltori, bisogna far partire gli interventi infrastrutturali già finanziati con un piano di opere irrigue, nuovi invasi, manutenzione degli impianti esistenti e riduzione dello spreco d’acqua degli acquedotti”.

Francesco Longhi, vicepresidente nazionale dei Giovani di Confagricoltura, ha ricordato che “non tutte le aziende sono riuscite a irrigare e chi lo ha fatto ha dovuto affrontare enormi esborsi, con sette irrigazioni contro le due-tre degli altri anni. L’appello che facciamo come giovani è che si aprano dei tavoli per studiare le migliori strategie che consentano alle aziende agricole di affrontare investimenti in chiave di risparmio idrico e di efficientamento della distribuzione della risorsa idrica”.

Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo, ha mostrato gli effetti della siccità sul mais nei campi della giovane Sofia Michieli, che con l’azienda agricola di famiglia coltiva 200 ettari di mais a Crespino: “La spiga media dovrebbe avere ottocento cariossidi, invece quest’anno ne contiene sì e no cento. La qualità del trinciato è bassa e la zootecnia ne risente. Le quotazioni dei cereali stanno precipitando: quindi produciamo poco, prendiamo meno e spendiamo tanto. Le nostre aziende agricole sono in ginocchio. Bene lo stato d’emergenza, ma di fronte a scenari sempre più torridi e siccitosi dobbiamo capire come intervenire e cosa fare in futuro. Passata l’estate, non si può girarsi dall’altra parte e fare come se niente fosse successo. Ci vuole un’autorità che, di fronte a situazioni d’emergenza idrica, decida di rilasciare l’acqua con pari criteri e pari diritti, senza trattamenti di favore a regioni o province”. Ha aggiunto Michieli: “Nonostante l’irrigazione, le spighe sono un terzo rispetto alle dimensioni normali e abbiamo dovuto mandarle al digestore, che ne farà biogas – ha detto alla presidente -. Il mais ci è stato pagato cinque volte in meno, nonostante i costi della produzione siano andati alle stelle, a cominciare dal gasolio. La situazione è disperata”.

Infine Nicola Dell’Acqua, attuatore per il coordinamento e la gestione dell’emergenza idrica: “Il presidente Luca Zaia ha preso atto che sul Po il problema siccità è ormai cronica e serviranno perciò soluzioni radicali per garantire l’acqua al fiume e non essere più in balia di queste emergenze idriche. Le criticità che sta vivendo l’agricoltura sono ancora più grandi. Stiamo facendo di tutto per far sì che i consorzi ricevano l’acqua, perché la diminuzione del 70 per cento generale e soprattutto quella sul Delta del Po non sono più accettabili. I 4,8 milioni stanziati per l’emergenza li abbiamo destinati a problematiche idropotabili, compresi i bypass realizzati d’urgenza per arrivare al potabilizzatore di Caorle”.

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Parco Agrisolare: autoconsumo comprenderà energia termica

Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione sulla misura Parco Agrisolare del Pnrr, organizzata dal Mipaaf per informare le organizzazioni agricole su alcune novità legate al parere espresso dalla Commissione UE ad inizio luglio e sulla tempistica con cui si potrà procedere alla presentazione delle domande di aiuto (450 milioni di euro le risorse previste sul 2022).

Partendo dal primo punto, la Commissione UE nel formulare il suo parere positivo (in allegato il documento disponibile solo in lingua francese) ha disposto che ai fini della verifica del vincolo di autoconsumo – che rimane per i soggetti della produzione primaria – il beneficiario dell’aiuto possa fare riferimento al fabbisogno di energia termica oltre che di energia elettrica. La Commissione ha poi esteso il vincolo di autoconsumo agli investimenti della tabella 2A (per imprese della trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agricoli). In relazione a tali modifiche, il ministero ha predisposto un decreto di aggiornamento del DM 25 marzo 2022 che è stato già firmato e registrato e di cui si attende a breve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il Ministero ha poi informato che sta formalizzando l’assegnazione della gestione operativa della misura al GSE che comunque sta già lavorando alla piattaforma informatica ed alle regole operative per la presentazione delle domande.

La tempistica individuata dal Ministero prevede, entro la metà di agosto, la pubblicazione del decreto direttoriale (avviso) con cui saranno approvate le regole operative GSE che definiscono più in dettaglio requisiti ed investimenti ammissibili, la data di apertura della piattaforma informatica. Rispetto a quest’ultimo aspetto il Mipaaf intende mettere on line la piattaforma ad inizio settembre, e da quanto comunicato, sarà possibile presentare le domande di accesso all’intervento per almeno 30 giorni.

Da ultimo il ministero ha evidenziato che per i bandi successivi a quello del 2022 potrebbero esserci novità in relazione alla situazione contingente che potrebbe portare a maggiori aperture da parte della Commissione che oggi non ha accolto la richiesta di deroga dall’autoconsumo di cui all’articolo 8 del DL Aiuti.

Ricordiamo che sono beneficiari gli imprenditori agricoli (art. 2135 del c.c.); le imprese agroindustriali, in possesso di codice ATECO da emanarsi; le cooperative agricole.

Sono ammesse a contributo le spese per l’acquisto e la posa di moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione, ulteriori componenti di impianto; sistemi di accumulo; fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi; costi di connessione alla rete.

Il limite massimo della spesa è di euro 1.500,00/Kwp per l’installazione dei pannelli fotovoltaici e fino ad ulteriori euro 1.000,00/Kwh ove siano installati anche sistemi di accumulo. In ogni caso, il contributo complessivo corrisposto per i sistemi di accumulo non può eccedere euro 50.000,00. Per l’eventuale rimozione e smaltimento dell’amianto e l’esecuzione di interventi di realizzazione o miglioramento dell’isolamento termico e della coibentazione dei tetti e/o di realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto è stabilito un limite massimo ammissibile di euro 700,00/Kwp .

Il contributo per le aree ordinarie del Centro-Nord Italia è pari al 40% della spessa ammessa (50% per le regioni del Sud). Inoltre potranno beneficiare della maggiorazione del 20% i giovani agricoltori o gli agricoltori che si sono insediati nei cinque anni precedenti la data della domanda di aiuto

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Pac 2023: deroghe alla rotazione obbligatoria

Con lo scopo di aumentare le produzioni la Commissione europea ha dato il via libera alla sospensione della rotazione annuale obbligatoria dei seminativi prevista dalla nuova PAC 2023 – 2027 e alla possibilità di coltivare i terreni lasciati a riposo (4% della superficie per le aziende che hanno più di 10 ettari di SAU. La deroga è limitata alla prossima campagna e, per quanto riguarda le superfici a riposo, sono escluse dalla coltivazione mais e soia, in quanto produzioni con destinazione zootecnica.

Una scelta richiesta e quindi attesa, anche se non condividiamo le limitazioni introdotte. In una fase storica segnata dall’incremento dei prezzi energetici e dei fertilizzanti, gli agricoltori potranno mettere a coltura almeno tre milioni di ettari aggiuntivi negli Stati membri dell’Unione Europea, di cui circa 200 mila solo in Italia, compensando la dipendenza dalle importazioni cerealicole per la copertura del fabbisogno interno, aumentata sensibilmente con il periodo di siccità in atto (circa il 30% delle produzioni nazionali).

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Sviluppo rurale del Veneto punta su giovani, sostenibilità, innovazione

Il Consiglio regionale approva il Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 per il Veneto, documento di sintesi della programmazione 2023-2027 che punta molto sui i giovani, la sostenibilità, l’innovazione. Si tratta di 45 interventi finanziati con circa 824 milioni di euro, provenienti dall’UE (40,7%, fondo europeo FEASR), dallo Stato (41,5%) e dalla Regione (17,8%), sulla base del riparto approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 21 giugno scorso. Il Veneto ha definito le proprie priorità, quelle che tracceranno lo sviluppo rurale dei prossimi cinque anni.

L’Assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, esprime soddisfazione per l’approvazione del provvedimento inserito nel quadro del Piano strategico nazionale della Politica agricola comune 2023-2027, che descrive esaustivamente l’attuazione in Veneto della strategia per lo sviluppo rurale approvata con la Decisione della Commissione europea sul PSN PAC per l’Italia.

Il PSN PAC per l’Italia stabilisce che siano le Regioni a programmare e a gestire gli interventi di sviluppo rurale, ad eccezione di quelli relativi alla gestione del rischio (avversità climatiche e fitosanitarie), che restano a programmazione e gestione nazionale. Il Complemento non assume nuove scelte rispetto al PSN, ma riporta con maggior dettaglio la strategia del Veneto e contiene gli ulteriori elementi necessari per assicurare l’attuazione efficace ed efficiente degli interventi, le priorità territoriali e settoriali, le specifiche tecniche dei criteri di ammissibilità e dei principi di selezione, le modalità attuative, gli indicatori di output e di risultato

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