Giugno 2020

Vespa Samurai: finalmente arriva il via libera del Ministero dell’Ambiente

Il decreto del Ministero dell’Ambiente che sblocca la lotta biologica contro la cimice asiatica mediante la vespa samurai è stato firmato il 9 giugno. Viene così formalmente autorizzata l’immissione dell’insetto nelle Regioni Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e nelle province autonome di Trento e Bolzano. L’iter burocratico era partito due anni fa e ora finalmente si passa alla fase operativa. Gli esperti prevedono che serviranno alcuni anni per l’affrancamento e la diffusione del parassita naturale della cimice asiatica nel nostro ambiente, perciò in questo periodo transitorio è necessario che le aziende possano impiegare mezzi di difesa con reti di protezione e mezzi chimici efficaci. Inoltre è necessario che lo Stato affianchi i settori più vulnerabili, come la frutticoltura, con adeguati sostegni economici. Sono infatti già arrivate le prime segnalazioni di danni alle coltivazioni pero. Relativamente agli indennizzi ricordiamo che fino al prossimo 18 luglio sono aperti i termini per la presentazione delle domande per i danni subiti dalle aziende nel 2019.

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Viticoltura: Regione Veneto rimodula misure di sostegno

Più fondi per promuovere i vini veneti sui mercati esteri ed aiutare le bottiglie ad etichetta ‘made in Italy’ a recuperare quota e competitività dopo l’imprevedibile crisi creata dalla pandemia. E più risorse per le cantine venete, per sostenere investimenti in attrezzature, migliorie, innovazioni di processo, sempre più strategiche per il futuro della viticoltura. Questa la filosofia che ha guidato la rimodulazione dei fondi regionali messi a disposizione dal Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo per la campagna 2020-21.

“L’emergenza economica creata dalla pandemia sta causando una stagnazione alle esportazioni dei nostri vini in tutto il mondo- ha dichiarato l’assessore Giuseppe Pan – Il vino è la prima voce dell’export agroalimentare del ‘’made in Italy’ e per oltre un terzo è prodotto in Veneto: un primato di qualità e di competitività che non vogliamo disperdere. Da qui la scelta di rivedere i criteri di attribuzione dei fondi 2021, che per la Regione Veneto valgono 40,3 milioni”.

La rimodulazione, approvata dalla Giunta regionale nei giorni scorsi, rafforza il ‘portafoglio’ della promozione sui mercati dei paesi extraUe, destinando 16,5 milioni di euro (quasi 3 milioni in più rispetto a quanto previsto a inizio anno) a interventi di sostegno alla diffusione e alla commercializzazione dei vini veneti fuori dai confini dell’Unione Europea. Inoltre saranno messi a bando 5 milioni in più di risorse pubbliche (per un  totale di 12,9 milioni di euro)  per finanziare investimenti per migliorare le cantine e i loro impianti.

In totale l’intervento di rimodulazione sposta poco più di 8 milioni di euro, pari al 20 per cento delle risorse disponibili. Si tratta di una scelta valutata e condivisa con i produttori. L’aiuto pubblico per la prossima campagna vitivinicola vedrà, quindi, meno risorse disponibili per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti, in considerazione della giovane età media del vigneto veneto e delle tecniche adottate di efficienza e sostenibilità ambientale che ne consentono una buona redditività, e più risorse per migliorare le metodiche produttive e sostenere le esportazioni.

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PAC 2021-2027: la Commissione UE aumenta il budget

Per la politica agricola comune la Commissione UE ha proposto all’Europarlamento l’importo di 391,44 miliardi di euro per i prossimi sette anni (2021-2027) da destinare ad aiuti diretti e allo sviluppo rurale. Si tratta di un 2,8% (26,5 miliardi) in più -a prezzi correnti- rispetto alla programmazione precedente.

Nonostante il deciso miglioramento delle proposte relative al quadro finanziario pluriennale, le risorse per il settore saranno inferiori a quelle attuali. A prezzi costanti, cioè a valori reali, la dotazione complessiva resterebbe comunque al di sotto (del 10% circa) di quella assegnata alla Pac per il periodo 2014-2020. Inoltre l’agricoltura Italiana corre un serio rischio di subire un drastico taglio degli aiuti per effetto della cosiddetta “convergenza esterna”, vale a dire la riduzione del divario esistente tra gli importi erogati nei diversi Stati membri.

Va inoltre detto che il peso della politica agricola sul bilancio europeo, dagli oltre due terzi degli esordi e del 39% attuale, nei prossimi anni è destinato a scendere intorno al 30% e ciò proprio quando l’emergenza sanitaria sta riportando alla luce il valore strategico della sicurezza alimentare e della certezza degli approvvigionamenti.

Dei 26,5 miliardi aggiuntivi, 16,5 vanno a rafforzare il fondo per lo sviluppo rurale, finanziando in parte anche gli obiettivi del nuovo green deal. Altri 5,5 miliardi supplementari sono destinati sempre allo sviluppo rurale per supportare la ripresa post-Covid e saranno in parte già disponibili nel 2021. Infine 4,5 miliardi in più andranno ai pagamenti diretti agli agricoltori e alle misure di gestione dei mercati.

Resta poi aperta la discussione su alcuni interventi sulla politica agricola, proposti dalla precedente Commissione. Il primo riguarda la graduale riduzione dei pagamenti a partire dagli importi superiori a 60mila euro con un tetto agli aiuti diretti per azienda fissato a 100mila euro.

Le proposte della Commissione sul bilancio 2021-2027 passano ora al vaglio del Consiglio europeo del 19 giugno. Il Parlamento europeo, dal canto suo, sarà chiamato ad accettare o respingere l’intesa ma non potrà proporre modifiche. Dopo l’approvazione del bilancio pluriennale potrà ripartire il negoziato sulla riforma della Pac che comunque, sulla base della proposta di proroga in discussione, probabilmente entrerà in vigore l’1 gennaio 2023, con ben due anni di ritardo.

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