Aprile 2023

Grandine in Veneto, danni a orticole e piante da frutta

Dopo la siccità e le gelate, mancava solo la grandine. E la forte grandinata di stamattina, che ha colpito il Veneto, ha causato danni ingenti alle piante da frutto, alle orticole appena trapiantate e in parte anche ai seminativi. Il bilancio preciso si farà nei prossimi giorni, ma si parla di perdite importanti per tutte le colture in atto e in particolare nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Rovigo.

“Avevamo tirato un sospiro di sollievo, perché quest’anno non c’erano state gelate intense – dice amareggiata Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto -. Invece è arrivata questa forte grandinata che non ci voleva, nel post fioritura delle piante da frutto, e ha lasciato il segno sui frutti in formazione come albicocche e ciliegie, spezzando i rami dei kiwi, mentre sulle mele bisognerà aspettare per capire se ci sono stati danni o meno. Le reti antigrandine, purtroppo, erano ancora chiuse, impacchettate per l’inverno, e perciò dove la grandine ha colpito ha fatto male”.

“Siccità, gelate e ora la grandine: queste sono le condizioni climatiche con cui devono convivere ormai gli agricoltori – sottolinea amareggiato Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. È un altro pesantissimo colpo alla produzione, già in grave difficoltà a causa della siccità e degli aumenti dei costi di fertilizzanti e mangimi. Gli associati riferiscono di danni importanti a bietole, colza, grano, cipolle, patate, orticole trapiantate e poi fragole, vite e piante da frutto. Già la stagione 2022 era stata infausta, con la violenta grandinata di luglio che aveva causato perdite fino al 50% dei seminativi e poi il caldo anomalo e la penuria d’acqua, che avevano portato al dimezzamento del raccolto di mais. Il 2023 comincia male, con la siccità che ci dà grosse preoccupazioni in vista delle irrigazioni estive e questa prima tempesta che fa molto male. Di fronte a questi eventi climatici disastrosi è sempre più importante saper gestire i rischi con la difesa attiva, oltre che con le assicurazioni e i fondi di mutualità”.

Nel Rodigino si segnalano danni a Lusia, Rovigo, Arquà Polesine e Crespino, con danni alle strutture delle serre, oltre che alle orticole e ai seminativi, in particolar modo il frumento. Quale sia l’ammontare delle perdite sarà da verificare nei prossimi giorni.

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Earth day, l’agricoltura investe sul suolo

Tutela della natura e sviluppo sostenibile, educazione ambientale, partecipazione fattiva di imprese e cittadini ad iniziative che promuovano la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di preservare il pianeta da squilibri e abusi di un bene che non è inesauribile. E’ questa, per Confagricoltura, la mission della Giornata Mondiale della Terra, evento annuale che si celebra il 22 aprile per fare luce sulle questioni ecologiche più urgenti come la crisi climatica, il riscaldamento globale e il consumo di suolo. Il tema di quest’anno è “Invest in our Planet”. E gli agricoltori da sempre investono su questo bene vitale, sanno quale dono sia la Terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le generazioni future. Il loro impegno è produrre cibo sano per tutti preservando le risorse naturali.

I risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura, diffusi nel 2022 da Istat, registrano in Italia una Sau (Superficie agricola utilizzata) di 12,5 milioni di ettari e una Sat (Superficie agricola totale) di 16,4 milioni di ettari. Una ricchezza da preservare, dato che in Italia il consumo di suolo è in preoccupante ascesa. A causa del consumo di suolo tra il 2012 e il 2020 si è perso, annualmente, un quantitativo di oltre 4 milioni di quintali di prodotti agricoli non più prodotti. Il Veneto, in particolare, risulta la seconda regione sia per suolo consumato (11,87%), sia per incremento (+682 ettari nel 2021, dati Istat). Considerando le aree agricole, dal 2021 al 2020 sono stati persi 37.530 ettari in Italia, di cui 2.909 in Veneto. Nella nostra regione (dati 2022 di Veneto Agricoltura) le imprese agricole sono 60.061, di cui 1.710 nel territorio bellunese. La Sau, Superficie agricola utilizzata, è di oltre 800 mila ettari.

“Gli agricoltori sono i principali custodi della terra, dato che svolgono un indispensabile ruolo nella salvaguardia del territorio e del paesaggio – sottolinea Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Veneto -.  L’attività agricola crea e mantiene il paesaggio rurale, oltre ad habitat naturali di pregio. Si pensi al territorio veneto, dove il periodico sfalcio dei prati,  il regolare taglio dei boschi e il pascolamento degli animali nelle malghe sono vitali per  la valorizzazione delle risorse paesaggistiche e le produzioni locali di qualità, oltre che per il turismo. Oltre a produrre cibo, l’agricoltura può disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e contribuire alla sopravvivenza socio-economica delle aree rurali. Basti pensare al ruolo degli agriturismi veneti, che rivitalizzano luoghi, tradizioni e prodotti della regione, o alla bellezza dei vigneti e dei frutteti, o al lavoro degli allevatori in alta quota con la manutenzione dei boschi. Per proteggere la terra occorre perciò difendere il patrimonio agricolo, garante di una sicurezza alimentare e ambientale da contrapporre alla cementificazione eccessiva, al degrado e al rischio idrogeologico”.

Confagricoltura Veneto da tempo è impegnata sul fronte della sostenibilità: basti pensare al progetto di certificazione di cui è capofila, con il marchio di Gestione forestale sostenibile Pefc assegnato a enti e privati che garantiscono la gestione delle foreste mantenendone la biodiversità e la capacità di rinnovamento. La pianificazione dei boschi e la loro gestione sostenibile sono fondamentali per la sopravvivenza del pianeta, dato che assorbono il carbonio e rilasciano l’ossigeno nell’atmosfera, riducendo i gas a effetto serra responsabili del riscaldamento climatico. L’agricoltura, dunque, fa della sostenibilità il suo più grande investimento: attraverso l’economia circolare ricicla di più per produrre meno scarti inutili, riduce il consumo di acqua attraverso i sistemi di irrigazione a goccia per conservare questa risorsa in futuro, preserva la biodiversità avendo cura dei suoli e del paesaggio, custodendo i boschi e le foreste.

“L’innovazione digitale e quella genetica, rappresentata  dalle Tea, Tecniche di evoluzione assistita, sono il supporto concreto per rendere i sistemi produttivi sempre più sostenibili – ricorda il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Sono un valido aiuto nella lotta ai mutamenti climatici e consentono di ridurre il consumo di acqua, di produrre di più, e meglio, per una popolazione in continua crescita. Occorre perciò investire di più in ricerca e innovazione: solo così sarà possibile un sistema economico globale equo e sostenibile”.

 

Sono infatti – sottolinea Confagricoltura – oltre 700 mila le imprese agricole attive sul territorio nazionale a garantire, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità colturali attraverso pratiche benefiche per l’ambiente e modelli di produzione sempre più evoluti. Lo dimostra il report di AGRIcoltura100, il progetto che Confagricoltura e Reale Mutua portano avanti da anni per la misurazione del livello di sostenibilità del settore primario. Attraverso parametri specifici di valutazione e i risultati ottenuti, il report testimonia come sostenibilità ambientale e sociale siano centrali per più della metà delle oltre 2.800 imprese coinvolte nell’indagine.

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Progetto Venice Promex per l’export

Sei un’azienda che NON esporta e vorresti iniziare ad approcciare i mercati esteri oppure operi solo occasionalmente nel mercato estero?

Se la risposta a questa domanda è sì, il Progetto SEI è quello che fa per te.

Il Progetto SEI – realizzato da Venicepromex, in collaborazione con le Camere di Commercio di Padova, di Venezia Rovigo e di Treviso-Belluno Dolomiti in collaborazione con Unioncamere del Veneto – ha l’obiettivo di incentivare la presenza sui mercati esteri delle imprese che ancora non esportano pur avendone potenzialità o che esportano solo occasionalmente.

Il progetto consente:

  • Export check-up: sarà svolta un’analisi dei fabbisogni per valutare le potenzialità della vostra azienda nei mercati esteri;
  • Primo orientamento ai mercati esteri: attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma Go2Market, verrà effettuata un’analisi dei mercati che potrebbero offrire maggiori opportunità di business per la vostra impresa (Market Selection) e successiva individuazione di un mercato target di interesse (Market Research);
  • Elaborazione di un Piano/Scheda Export: per le aziende che risulteranno pronte all’export sarà elaborata una scheda sul mercato individuato con informazioni utili alla definizione della strategia di ingresso nel mercato target;
  • Organizzazione di percorsi formativi ed eventi informativi: potrete partecipare ad incontri formativi dedicati ai temi dell’internazionalizzazione che forniranno gli elementi di base per approcciare i mercati esteri.

Il progetto è rivolto alle aziende delle province di Padova, Belluno, Rovigo, Treviso e Venezia iscritte alle rispettive CCIAA ed in regola con il pagamento del diritto annuale camerale, che non esportano, ma ne hanno la potenzialità o che esportano occasionalmente.

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Fondo di garanzia regionale: interventi per l’accesso al credito

Al fine di contrastare la situazione economica sfavorevole, determinata dalle crisi internazionali, dai fenomeni inflattivi e dall’incremento dei tassi d’interesse, con delibera della Giunta Regionale Veneto n. 297 del 21 marzo 2023 è stato stabilito di destinare 2.851.440 euro allo strumento di “garanzia diretta” disponibile sul Fondo di garanzia regionale alla sezione speciale relativa alle micro, piccole e medie imprese del Settore primario.

Vengono quindi messe a disposizione tali risorse a presidio delle garanzie rilasciate dal Fondo, le quali operano, con una percentuale di intervento dell’80%, a copertura delle perdite registrate dal soggetto finanziatore sui singoli finanziamenti, fino a capienza del “cap” accantonato ( il “cap” indica la parte di risorse regionali impegnate a garanzia dei finanziamenti e rappresenta il 20% dell’importo della garanzia concessa).

I finanziamenti oggetto della garanzia devono possedere le seguenti caratteristiche:

– avere come scopo il supporto di liquidità per l’attività d’impresa a copertura dei fabbisogni derivanti da investimenti a finalità produttiva e/o per capitale circolante;

– essere affidamenti bancari di nuova concessione di durata:

  • fino a 18 mesi: LINEA “A”;
  • oltre i 18 mesi e fino a 60 mesi (compreso l’eventuale preammortamento ed escluso l’eventuale “preammortamento tecnico”): LINEA “B”

– essere di importo massimo (anche come cumulo di più linee di intervento contestualmente in essere) pari ad euro 180.000 per il settore agricolo, mentre per il settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli pari ad euro 250.000;

– la delibera di concessione del finanziamento deve indicare la previsione di intervento di garanzia del Fondo e la natura pubblica dello stesso;

– gli affidamenti possono essere eventualmente assistiti da garanzie personali e/o da garanzie concesse da soggetti istituzionali che non utilizzino risorse pubbliche;

– la garanzia opera a titolo gratuito.

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Approvato il regolamento fondo mutualistico per gelo, siccità e alluvione

Con l’approvazione del regolamento di funzionamento del fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali alle produzioni agricole causati da alluvioni, gelo o brina e siccità, si completa il panorama degli strumenti di gestione del rischio messi a disposizione delle imprese agricole dal piano strategico della politica agricola comune 2023-2027. Il nuovo fondo mutualistico nazionale potrà contare su di una dotazione di circa 350 milioni di euro all’anno tra fondi pubblici (comunitari e nazionali) e l’apporto delle aziende mediante il prelievo del 3% sui pagamenti diretti della Pac.

Il Fondo servirà per risarcire le imprese agricole che subiranno danni alle produzioni a seguito di eventi climatici di carattere catastrofale nel corso del 2023 e degli anni successivi. Insieme al regolamento è stata adottata anche la prima circolare esplicativa, con la quale si impartiscono disposizioni operative per presentare la domanda di accesso alle compensazioni del fondo. Con la partenza del fondo Agricat, tutti gli strumenti per la gestione dei rischi aziendali sono ora disponibili per le imprese agricole.

La domanda PAC costituisce, per ciascun anno solare, la domanda di adesione al Fondo e alla relativa copertura mutualistica. La presentazione della domanda inoltre autorizza Agea ad eseguire il prelievo obbligatorio sugli aiuti concessi nella misura del 3% di ciascun pagamento.

Possono ottenere il risarcimento del danno gli agricoltori partecipanti che abbiano presentato denuncia di sinistro al Fondo e che risultino ricadenti in aree effettivamente interessate dall’evento catastrofale rilevato. Le superfici oggetto di copertura del Fondo sono quelle condotte e inserite nella scheda di validazione utilizzata per la presentazione della domanda unica e trasmessa ad AGEA.

La denuncia di sinistro va presentata tramite il CAA di riferimento con le apposite funzionalità rese disponibili sul portale del Sian. La produzione media annua, identificata in termini monetari, è determinata tramite l’utilizzo di “Indici di valore” approvati in seno al Piano di gestione dei rischi in agricoltura della campagna di riferimento, e costituisce la base per il calcolo degli indennizzi.

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PAC 2023-2027: modifiche al decreto aiuti diretti

Reso disponibile nel sito Internet del Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale il decreto ministeriale che modifica il decreto del 23 dicembre scorso, che ha dettato le disposizioni per l’accesso ai pagamenti diretti della PAC.

Sinteticamente le principali novità introdotte sono le seguenti:

  • Definizione di “terreno a riposo”: è stato precisato che si intende come terreno a riposo un seminativo ritirato per il periodo di sei mesi compreso tra il 1° gennaio ed il 30 giugno dell’anno della domanda. Prima non era precisato il periodo ma i sei mesi potevano essere fissati liberamente;
  • Sono stati modificati i limiti dimensionali ed i fattori di ponderazione di alcune superfici e di alcuni elementi non produttivi (fasce tampone, fossati, fasce inerbite etc.);

Sono state apportate rilevanti modifiche alle condizioni di accesso agli ecoschemi 1.1 e 1.2 per la zootecnia. In particolare è stato precisato come si applica l’accesso “alternativo” agli ecoschemi per allevamento, per specie animale, per orientamento produttivo o per gruppi di animali del medesimo orientamento produttivo (ecoschema 1.1). E’ stato inoltre precisato che per l’accesso all’ecoschema 1.2 per l’anno di domanda 2023 l’impegno si considera soddisfatto con la richiesta di adesione al SQNBA da perfezionare entro la data di presentazione della domanda e con il controllo dell’attività di pascolamento secondo quanto indicato all’articolo 3, lettera h) del decreto Masaf del 23 dicembre scorso.

  • Sono infine stati precisati i criteri di assegnazione dell’aiuto in caso di affidamento temporaneo del bestiame per il pascolo; privilegiando il detentore principale;
  • Relativamente all’ecoschema 4 (sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento) è stato modificato il periodo utilizzato per il controllo del rispetto dell’avvicendamento che è previsto dal 15 maggio al 30 novembre dell’anno di presentazione della domanda in luogo del periodo 1° giugno – 30 novembre sinora previsto. E’ stato altresì integrato l’elenco delle “colture da rinnovo” (allegato VIII del decreto Masaf del 23 dicembre 2022) aggiungendo anche le coltivazioni di pisello, fagiolo e cece.
  • E’ stato precisato che l’accesso pagamento accoppiato per gli allevamenti bufalini spetta ai capi associati ad un codice di allevamento che aderisce a Classyfarm;
  • Ancora in materia di pagamenti accoppiati per la colza e girasole è stato precisato che il premio spetta anche per le produzioni impegnate in contratti di fornitura con le “imprese di prima trasformazione”. Si evidenzia che questo requisito è diverso da quello che era stato richiesto da Confagricoltura e dalle Regioni e PPAA che avevano richiesto che il premio fosse concesso per il prodotto ceduto con contratto “a qualsiasi intermediario”.

Sempre in materia di pagamento accoppiato, per l’olio di oliva è stato precisato che gli ettari ammissibili sono quelli condotti da agricoltori in regola con la tenuta dei registri ex art. 5, c, 1 del DM Mipaaf de 23 dicembre 2013 e che è possibile documentare la produzione dell’olio di oliva ottenuta dalle superfici sottoposte al piano di controllo stesso qualora tale informazione non sia desumibile dai registri.

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Carenza idrica: online il nuovo bollettino ANBI

Sempre più grave la situazione delle falde, male anche nevicate e accumuli in alta quota. Prosegue il periodo critico di carenza di acqua. È questo quanto emerge dal Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa relativo a marzo 2023.

In breve:

  • si è registrata ancora una volta una piovosità scarsa rispetto alla media storica (circa metà);
  • Scarse sono state anche le nevicate; i depositi nivali, anche a causa delle temperature miti e del conseguente mancato accumulo, sono lontani dai valori della media storica;
  • Gli invasi montani (Adige, Piave e Brenta) presentano un andamento stazionario in termini di riempimento, sintomo dello scarso contributo che deriva dallo scioglimento delle poche nevi in quota.
  • Le portate dei corsi d’acqua risultano progressivamente in calo, con grande timore per l’avvio della stagione irrigua;

Ancora gravissima la situazione delle falde acquifere lontane dalla rigenerazione della risorsa idrica sotterranea.

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Influenza aviaria: aggiornamento sull’epidemia

La Direzione Generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari (Ufficio 3) ha fornito informazioni circa la situazione epidemiologica relativa ai focolai di HPAI accertati in Italia nell’anno 2023.

Ad oggi sono 5 i focolai di HPAI confermati sul territorio nazionale di cui 3 in Veneto, 1 in Emilia Romagna e 1 in Toscana. In Veneto la prima conferma risale al 7 marzo in un allevamento di tacchini da carne sito nel Comune di Sorgà (VR). Successivamente sono stati confermati altri due focolai, il 29 marzo e il 2 aprile in due allevamenti di ovaiole siti nei Comuni di Nogarole Rocca e di Vigasio.

In Emilia Romagna il focolaio confermato il 16 marzo ha interessato un allevamento di tacchini da carne nel Comune di Cesena mentre in Toscana è stato coinvolto il 31 marzo scorso un allevamento rurale con circa 30 capi.

Si coglie infine l’occasione per evidenziare l’elevato numero di casi di HPAI riscontrati negli uccelli selvatici (160) nelle regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Provincia autonoma di Trento ed in particolare nel gabbiano comune ma anche in falchi e gheppi.

Stante l’attuale situazione epidemiologica il Ministero della salute ha richiamato le Regioni a mantenere elevata l’attività di sorveglianza negli allevamenti avicoli facendo particolare attenzione a eventuali e anche minimi incrementi di mortalità, cali di produzione o consumi di alimento.

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Flavescenza dorata: nuove soluzioni dal convegno di Confagricoltura

La flavescenza dorata è la più seria minaccia per la viticoltura italiana. Il piano di lotta basato su un attento monitoraggio, trattamenti insetticidi ben posizionati ed espianto scrupoloso delle viti sintomatiche ha ottenuto successi significativi in Veneto (meno in Piemonte). Lo ha ricordato Elisa Angelini del Crea Viticoltura ed Enologia nel corso del convegno “Flavescenza dorata: una fitopatia da conoscere e contrastare” organizzato da Confagricoltura presso l’Auditorium Antinori, nella prestigiosa cantina nel Chianti Classico a Bargino, San Casciano Val di Pesa (Firenze).

La recrudescenza della malattia negli ultimi tre anni ha portato a una decisa espansione delle fallanze in vigneto. Le aree più colpite nel nostro Paese sono: Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, e anche in Toscana e Marche sono stati segnalati nuovi focolai. Nel corso del convegno di Confagricoltura è stato lanciato un appello per l’attivazione di un nuovo e più efficace piano di lotta obbligatoria.

Ma a cosa è dovuta questa espansione? In Veneto il progetto regionale FD.New sta indagando sulle cause. C’entra sicuramente il cambiamento climatico che favorisce il ciclo biologico del vettore, la cicalina Scaphoideus titanus, la cui presenza è in deciso aumento; ci saranno forse dei nuovi vettori ed altre piante ospiti da individuare, ma quello che sta incidendo di più è la mancanza di contromisure efficaci.

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Biotecnologie: in Senato il disegno di legge

È cominciato l’esame in Senato del disegno di Legge sulle TEA, tecnologie di evoluzione assistita, che dovrebbe consentire entro la fine dell’anno l’emanazione della legge per permettere la sperimentazione in campo delle nuove biotecnologie.

Confagricoltura condivide in pieno il disegno di legge. È importante fare dell’Italia un Paese leader sulle Tea, le tecniche di evoluzione assistita in agricoltura, per poter avere piante più sostenibili, ridurre l’uso di fitofarmaci, e fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico, con oggettivi benefici per la produttività e, dunque, per le richieste alimentari di una popolazione mondiale in crescita. Sempre preservando il Made in Italy. Confagricoltura auspicava da tempo questa possibilità per fronteggiare i cambiamenti climatici. Le Tea sono una promettente speranza per una produzione agricola sostenibile.

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