Agosto 2017

Coltiviamo reddito: workshop e visite guidate ai campi sperimentali – Mira (VE) 24/25 agosto

“Coltiviamo reddito”: un evento rivolto agli Imprenditori agricoli del territorio, fortemente focalizzato sulle migliori strategie da mettere in campo per la difesa della redditività aziendale. Con 40 ettari di innovazione suddivisi in parcelle dimostrative e sperimentali, 200 varietà a confronto, esposizioni, convegni, aree formazione, agricoltura di precisione, enogastronomia e intrattenimento, il Consorzio Agrario del Nordest presenta soluzioni pratiche, applicabili da subito, per facilitare il raggiungimento dei 4 obiettivi fondamentali dell’Azienda Agricola: l’incremento della redditività, l’incremento delle rese, l’incremento della qualità, l’incremento della sostenibilità.

L’evento si svolgerà a partire dalle ore 14.30 del 24 agosto presso l’azienda Agricola Sant’Ilario (Miana Serraglia) a Mira (VE), località Giare.

Questa una parte del programma previsto:

  • Focus settore cereali – presentazione evento COLTIVIAMO REDDITO
    Conferenza stampa – 24 agosto, ore 16:00
    alla presenza dei vertici del Consorzio Agrario del Nord Est e di tecnici aziendali
  • Focus settore zootecnico – presentazione progetto SIETE VOI
    Conferenza stampa – 25 agosto, ore 16:00
    alla presenza dei vertici del Consorzio Agrario del Nord Est e di tecnici aziendali

Seguiranno visite organizzate ai campi sperimentali e all’area espositiva.

Per maggiori info e iscrizioni visita il sito www.coltiviamoreddito.it

Clarissa GulottaColtiviamo reddito: workshop e visite guidate ai campi sperimentali – Mira (VE) 24/25 agosto
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Concessione gratuita di immobili statali agli under 40

Case cantoniere, torri, ex caselli ferroviari e altri fabbricati in tutto il territorio nazionale: sono l’oggetto del bando ‘Valore Paese-Cammini e Percorsi’ con il quale è possibile richiedere l’assegnazione di 43 immobili pubblici in concessione gratuita per nove anni a imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da under 40. Un bando online dal 24 luglio e che ha l’obiettivo di sostenere l’imprenditoria giovanile allo scopo di incentivare iniziative a carattere innovativo, sociale, culturale, creativo e sportivo. Promuovere il turismo lento è l’obiettivo dell’agenzia del demanio che ha segnalato l’apertura del bando che si concentra sugli immobili pubblici che si trovano su percorsi ciclopedonali e su tracciati storico-religiosi, con l’obiettivo di trasformare le strutture in attività e servizi per i viaggiatori.

Il bando unico nazionale è scaricabile dal sito www.agenziademanio.it fino al prossimo 11 dicembre, insieme alla documentazione riguardante i 30 immobili di proprietà dello Stato in gara. Gli enti locali proprietari degli altri 13 beni messi a gara pubblicheranno sui loro siti i bandi delle strutture che rientrano nell’iniziativa.

La gara prende in considerazione le potenzialità della proposta da più punti di vista: in termini di sviluppo turistico, in merito al relativo beneficio economico e sociale, e in direzione della promozione dello slow travel. Sul punteggio dato a ogni singola proposta incideranno anche la sostenibilità ambientale e le azioni previste per la tutela dell’ambiente. In questo ambito, verranno considerati l’uso di materiali bio-eco compatibili e di tecniche e dispositivi bioclimatici, oltre alle azioni previste per migliorare l’efficienza energetica e la diminuire i consumi. “Per partecipare alla gara – si legge sul sito dell’agenzia del demanio – è necessario presentare una proposta che non prevede l’offerta di un canone: la valutazione si baserà unicamente sugli elementi qualitativi del progetto presentato che dovrà essere coerente con la filosofia e le finalità del progetto Cammini e Percorsi”.

Bando di gara

Clarissa GulottaConcessione gratuita di immobili statali agli under 40
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Energia: in Veneto il 40% proviene dalle rinnovabili

Il Veneto migliora le proprie performance nell’efficienza energetica: il 40 % dell’energia prodotta in Veneto proviene da fonti rinnovabili, grazie al crescente contributo dato dagli impianti fotovoltaici e dalle centrali a biomasse. Sono infatti oltre 93 mila gli impianti a pannelli solari censiti nel territorio regionale. A confermare il ‘boom’ delle energie rinnovabili in Veneto è l’ultimo bollettino mensile del Sistema statistico regionale, “Statistiche flash”, dedicato appunto alle energie rinnovabili. Il report redatto dagli statistici della Regione Veneto certifica l’avvenuto superamento degli obiettivi strategici fissati dall’Europa per l’energia: il ‘pacchetto 2020’ della direttiva Ue del  2009 stabiliva un aumento del 20% dell’efficienza energetica e che il 20% dei consumi finali di energia fosse coperto da fonti rinnovabili.

Il ricorso alle energie rinnovabili in Veneto risulta maggiore rispetto alla media del paese: l’incidenza delle fonti rinnovabili nella produzione energetico della penisola ha raggiunto un valore medio del 38,5 %, mentre in Veneto ha superato la soglia del 40 per cento (40,3%). In veneto l’energia da fonti rinnovabili copre il 16,9 dei consumi.
La fonte principale di energia rinnovabile in Veneto resta pur sempre quella idroelettrica, anche se in tendenziale diminuzione, visto anche l’andamento climatico delle ultime stagioni. Ma la novità è rappresentata dalla crescita del fotovoltaico (25,4%) e delle bioenergie (26%) che, insieme, superano il 50% delle energie rinnovabili prodotte. Alla fine del 2015 la potenza complessiva installata in Veneto nel settore fotovoltaico ha superato quota 1.750.000 KW, con una media di 18,3 KW ad impianto. Un valore in diminuzione dal 2011, che sta ad indicare un cambiamento strutturale nel settore: maggior numero di impianti, ma di dimensioni più piccole.

Nonostante la crescita delle fonti rinnovabili il Veneto, tuttavia, resta lontano dall’autosufficienza energetica: nel 2015 la produzione complessiva di energia, pur in ripresa dopo i picchi negativi del 2011, è arrivata a coprire il 60,7% dei consumi.

Clarissa GulottaEnergia: in Veneto il 40% proviene dalle rinnovabili
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Vademecum controlli campagna vendemmiale 2017/2018

In occasione dell’inizio della campagna vendemmiale per l’anno 2017/2018 è stato pubblicato sul sito del Ministero un vademecum per tutti gli operatori del settore, nel quale sono riassunti i principali adempimenti a carico delle imprese vitivinicole, le norme di riferimento e le disposizioni applicative. L’ICQRF ha già intensificato i controlli innalzando il livello di attenzione e contrasto degli eventuali comportamenti non regolamentari che dovessero verificarsi nel corso della raccolta e movimentazione delle uve, delle operazioni di trasformazione e della circolazione dei prodotti e dei sottoprodotti vitivinicoli ottenuti. Sono previsti anche controlli sui prodotti in ingresso ai porti e sulla produzione dei mosti concentrati e dei mosti concentrati rettificati.

Per la campagna vendemmiale 2017 ci sono alcune novità che riguardano gli operatori:

  • l’utilizzo per la prima volta in Italia e nell’UE, del registro dematerializzato, la cui tenuta è entrata in regime definitivo dal 1° luglio 2017;
  • l’applicazione delle norme del Testo unico sul Vino: il nuovo quadro di riferimento garantirà la certezza del diritto e la diminuzione del contenzioso, anche attraverso il nuovo strumento del ravvedimento operoso, che si aggiunge a quello della diffida già introdotto grazie al decreto “Campolibero”.

Scarica il vademecum

Clarissa GulottaVademecum controlli campagna vendemmiale 2017/2018
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Valutazione rischio aflatossine nel mais 2017

La prolungata siccità unita alle temperature elevate, ha messo in forte crisi la coltura del mais. Le piante nelle aree non irrigue sono in buona parte disseccate e anche dove sia stato possibile irrigare vi sono evidenti sintomi di stress. Gli ultimi anni hanno chiaramente dimostrato che il clima è determinante nello sviluppo dei funghi e delle micotossine.
Dal monitoraggio in collaborazione con l’Università di Padova, è emersa una rilevante presenza in campo dell’Aspergillo (fungo produttore delle aflatossine), principalmente in corrispondenza delle rosure da fitofagi (piralide, diabrotica, ecc) o da volatili.
Negli areali maggiormente a rischio, il fungo è stato individuato su mais precoci e tardivi, in asciutta ed irrigui, con o senza trattamento piralide. Quindi la pressione del patogeno è rilevante.
Ad oggi non è possibile fare delle previsioni, se le condizioni climatiche favoriranno l’aspergillo il pericolo di una contaminazione da aflatossine diventerà elevato, mentre un abbassamento delle temperature stimolerebbe lo sviluppo di funghi appartenenti al genere fusarium che andrebbero a contrastare l’aspergillo riducendo il rischio di presenza delle aflatossine.
Vi invitiamo a monitorare con attenzione le condizioni climatiche e vi ricordiamo che l’unico strumento di valutazione è il monitoraggio in campo per verificare la presenza del fungo e lo scambio di informazioni tra Colleghi.

A fronte di questo rischio, si ricordano le misure da mettere in atto per contenere il più possibile la contaminazione:

  • Raccogliere appena possibile, senza attendere che l’umidità della granella si abbassi eccessivamente; ogni giorno in più trascorso in campo in queste condizioni climatiche può aumentare il contenuto di aflatossine;
  • Regolare della mietitrebbia in modo da lasciare in campo le parti più fini che sono quelle più contaminate da micotossine;
  • Trebbiare facendo estrema attenzione a causare il minor danno meccanico possibile alla granella (attenzione alle regolazioni, alla velocità…..); ogni nuova lesione è una nuova via d’infezione per l’Aspergillo;
  • Ridurre il più possibile i tempi che intercorrono tra raccolta ed essiccazione (max 24 ore), coordinando quindi la raccolta con la capacità di ricevimento delle strutture di stoccaggio;
  • PULIRE ENERGICAMENTE LA GRANELLA, accettando percentuali di scarto superiori a quelle normalmente tollerate;
  • Controllare con test rapidi il rischio di contaminazione da aflatossine e, ove possibile, separare le partite peggiori.
Clarissa GulottaValutazione rischio aflatossine nel mais 2017
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Prodotti fitosanitari: pubblicato il verbale per gli accertamenti delle violazioni del PAN

La Giunta Regionale ha deliberato la DGR 1133/2017 sugli accertamenti delle violazioni delle prescrizioni del PAN e la relativa erogazione di sanzioni amministrative.

Viene specificato che i soggetti competenti all’accertamento delle violazioni sono il Servizio regionale di vigilanza (ex Polizia Provinciale), le ULSS competenti per il territorio, AVEPA e gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria.

L’erogazione delle sanzioni amministrative è disciplinata dal Decreto Legislativo n. 150 del 2012 e viene delegata ai Comuni.

Vengono qui riproposte nella tabella qui sotto riportata alcune sanzioni amministrative che possono riguardare gli utilizzatori di prodotti fitosanitari, sia agricoltori che contoterzisti.

 

Acquisto o utilizzo di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti senza essere in possesso del
“Certificato di abilitazione all’acquisto o utilizzo”
 

Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque acquista, utilizza, vende o detiene prodotti fitosanitari e coadiuvanti senza aver conseguito il certificato di abilitazione è punito con una sanzione da 5.000 a 20.000 €.

 

Mancato controllo funzionale delle attrezzature per l’applicazione di prodotti fitosanitari  

L’utilizzatore ha l’obbligo di sottoporre a controlli periodici le proprie attrezzature e qualora non effettui i controlli è punito, salvo che il fatto costituisca reato, con una sanzione da 500 a 2.000 €.

Mancato rispetto misure a tutela ambiente acquatico, dalle fonti di approvvigionamento acqua
potabile e delle aree specifiche
 

Salvo che il fatto non costituisca reato, l’utilizzatore che non osserva le misure stabilite a tutela dell’ambiente acquatico delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile è punito con una sanzione da 5.000 a 20.000 €.

Mancato adempimento agli
obblighi di tenuta del registro
dei trattamenti
 

L’acquirente e l’utilizzatore che non adempiono agli obblighi di tenuta del registro trattamenti sono puniti con una sanzione da 500 a 1.500 €, salvo che il fatto non costituisca reato. La reiterazione della violazione comporta la sospensione da 1 a 6 mesi o la revoca dell’autorizzazione.

Irrorazione aerea  

Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque effettua irrorazione aerea senza essere munito delle autorizzazioni o in difformità alle prescrizioni stabilite dall’autorità competente è punito con una sanzione da 20.000 a 100.000 €.

Reiterazione  

Nel caso di reiterazione delle violazioni previste, dove non meglio specificato, viene disposta in aggiunta una sanzione amministrativa pecuniaria, la sospensione o la revoca del certificato di abilitazione.

 

Si ricorda che la CGO10 sui Trattamenti Fitosanitari è una delle regole di Condizionalità che riscontra maggiori infrazioni da parte di Avepa, è quindi importante che l’imprenditore agricolo adempia correttamente a tutte le disposizioni normative sulla gestione dei prodotti fitosanitari.

E’ utile consultare i siti internet della Regione e del Portale PiaVe per gli aggiornamenti normativi, mentre il sito di Veneto Agricoltura mette a disposizione la “Guida per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari” che viene utilizzata anche durante i corsi obbligatori di rilascio e rinnovo dei patentini fitosanitari.

Una piccola guida alla gestione dei prodotti fitosanitari è stata redatta anche da Confagricoltura Veneto, ed è disponibile nel proprio sito www.confagricolturaveneto.it alla pagina Pubblicazioni.

Si consiglia agli imprenditori agricoli di informarsi sulla normativa vigente nel proprio Comune all’interno del Regolamento Comunale.

Infine, è consigliabile contattare gli uffici di Confagricoltura per ulteriori specifiche o per eventuali dubbi sull’argomento.

Clarissa GulottaProdotti fitosanitari: pubblicato il verbale per gli accertamenti delle violazioni del PAN
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Caporalato: servono forme contrattuali che aiutino le aziende

“Ferma condanna per gli episodi come quelli venuti alla luce nei giorni scorsi grazie all’operazione eseguita su scala nazionale della Polizia, da cui è emerso l’utilizzo di lavoratori irregolari. Rileviamo però la necessità di mettere a punto forme contrattuali che facilitino le piccole e medie aziende, oggi gravate da un eccesso di oneri burocratici anche per raccolte della frutta di una manciata di giornate, che può portare a una deregulation o ad affidarsi a cooperative non sempre corrette”.

Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, invita a non mettere all’indice un intero comparto per comportamenti che sono sporadici e a cercare soluzioni per favorire il reperimento regolare di manodopera. “Confagricoltura non ha la percezione che il fenomeno del caporalato sia di grande incidenza nella nostra regione – sottolinea -.  Occorre fare delle distinzioni nette fra il caporalato vero e proprio, tipico di altre zone, ed eventuali comportamenti illegittimi da parte datoriale nel rapporto con i dipendenti, come le violazioni lievi e formali sul rispetto dell’orario di lavoro e l’igiene. Condanniamo entrambe le situazioni ma certamente non vanno confuse: per questo auspichiamo radicali modifiche all’ultima legge sul caporalato, che arriva a punire perfino con il carcere e la confisca dei beni chi incorre accidentalmente in una trasgressione marginale”.

Ferrarese auspica, inoltre, che i contratti di lavoro occasionale possano essere modificati, andando a favorire in maniera agile e semplificata l’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro per quanto riguarda le raccolte della frutta e i lavori occasionali, com’è avvenuto per tanti anni con i voucher.

“Bisogna fornire alle aziende agricole la possibilità di chiudere i bilanci senza essere pesantemente additate come sfruttatrici di lavoratori – dice -. Lo Stato deve fare la sua parte, prevedendo misure adeguate per la semplificazione burocratica, l’alleggerimento degli oneri sociali, l’integrazione di clandestini ed emigrati, la sicurezza e il presidio del territorio. Ricordo, infine, che a livello nazionale Confagricoltura ha aderito con convinzione alla firma del protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, proposto dai ministeri del Lavoro, dell’Interno e delle Politiche agricole, che fornisce strumenti concreti di supporto ai lavoratori agricoli e permette di prevenire e contrastare, nelle aree più a rischio, sfruttamento e degrado. Anche a livello provinciale siamo disponibili a collaborare con i sindacati a una cabina di regia sui temi della regolarità contrattuale e della sicurezza».

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Al via il concorso “Coltiviamo Agricoltura Sociale”

Aperto per il secondo anno il concorso “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, il concorso di Confagricoltura e Onlus Senior – L’Età della Saggezza dedicato ai progetti di agricoltura sociale.

L’obiettivo è quello di incentivare l’agricoltura sociale per favorire e accompagnare lo sviluppo di attività imprenditoriali in grado di coniugare sostenibilità e innovazione.

I progetti che concorrono al premio “Coltiviamo Agricoltura Sociale” possono essere presentati sino al 15 ottobre 2017 da imprenditori agricoli singoli o associati e cooperative sociali, anche attraverso partenariati con altre associazioni e dovranno distinguersi per il carattere innovativo, per la capacità di rispondere a una criticità ben identificata del territorio, nonché per metodi di valutazione e di comunicazione appropriati. Dovranno riguardare i minori e i giovani in situazione di disagio sociale, gli anziani, i disabili e gli immigrati che godono dello stato di rifugiato e richiedenti asilo.

Sono tre le aree in cui si potranno sviluppare le proposte:

potenziamento e sviluppo di servizi socio educativi e/o socio assistenziali già esistenti e sperimentazione di nuovi, costruzione di reti e partenariati tra i diversi attori territoriali. Molteplici gli ambiti, che spaziano dall’inserimento di persone con disabilità, all’educazione ambientale e alimentare, fino alla salvaguardia della biodiversità.

I progetti presentati verranno direttamente inseriti dagli interessati sulla piattaforma Internet dedicata www.coltiviamoagricolturasociale.it ; saranno quindi votati dal pubblico attraverso il web. Le trenta proposte che avranno raccolto il maggior gradimento passeranno al vaglio di una commissione di esperti per la selezione definitiva. I tre progetti vincitori dovranno essere realizzati entro ottobre 2018.

L’importo dei premi di 40 mila Euro ciascuno, sarà erogato in tre tranche, buona parte sarà messa a disposizione subito per consentire alle iniziative una rapida operatività.

Scarica il bando e la modulistica

Clarissa GulottaAl via il concorso “Coltiviamo Agricoltura Sociale”
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OCM Vino: approvato decreto attuativo per promozione dei Paesi terzi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sulle modalità attuative dell’OCM Vino. L’approvazione è avvenuta con deliberazione motivata per la mancata intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni, dove la sola Lombardia aveva votato contro. Il decreto, che riguarda l’assegnazione dei fondi comunitari per la promozione del vino nei Paesi terzi per il 2017/2018, riguarda un budget complessivo di risorse gestite a livello nazionale e regionale di circa 102 milioni di euro. Ecco cosa prevede il decreto.

LE AZIONI
Sono ammissibili le seguenti azioni di comunicazione e promozione da attuare in uno o più Paesi terzi:

  1. azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità;
  2. partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale;
  3. campagne di informazione, in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell’Unione;
  4. studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.

La promozione potrà riguardare:

  1. vini a denominazione di origine protetta;
  2. vini ad indicazione geografica protetta;
  3. vini spumanti di qualità;
  4. vini spumanti di qualità aromatici;
  5. vini con l’indicazione della varietà.

L’importo del sostegno a valere sui fondi europei è pari al massimo al 50% delle spese sostenute per svolgere le azioni promozionali. Questo sostegno europeo può essere integrato con fondi nazionali o regionali.

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Aviaria: terzo focolaio nel veronese

Terzo focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità nel Veronese in un allevamento da 7.500 tacchini da carne nel comune di Erbè. L’Unità veterinaria regionale ha trasmesso la mappa delle zone di restrizione: zona di protezione di 3 Km in vigore fino al 24 agosto e zona di sorveglianza di 10 Km fino al 2 settembre. In tali zone la Ulss competente dovrà applicare le misure di cui all’art. 30 del D.Lgs 9/2010, nonché (nella zona di sorveglianza) effettuare i seguenti prelievi:

  • Negli allevamenti di tacchini, di ovaiole che producono uova da consumo e pollastre: raccolta 2 volte alla settimana di testa e collo da 5 animali morti, se presenti (se presenti meno di 5 morti, prelievo di tali campioni dai morti presenti), ed invio all’IZS.

L’Unità organizzativa Veterinaria regionale ha trasmesso, inoltre, ai servizi veterinari una nota di chiarimenti sui controlli veterinari da effettuarsi per l’invio volatili al macello in Veneto.

Tra le altre indicazioni la nota specifica che, in caso di movimentazioni in deroga da Zona di sorveglianza di pollame da carne destinato a macelli veneti il protocollo operativo è il seguente:

  • visita clinica (con attestazione del veterinario ufficiale nella documentazione di accompagnamento al macello) nelle 24 ore precedenti il primo carico per il macello;
  • prelievo dei campioni (tamponi tracheali) nelle 48 ore precedenti il primo carico;
  • ripetizione dei tamponi tracheali ogni 48 ore fino a fine macellazione;
  • gli invii degli animali al macello successivi al primo avvengono in autocertificazione da parte dell’allevatore con possibilità da parte del veterinario ufficiale del macello di verificare gli esiti su Resolve
Clarissa GulottaAviaria: terzo focolaio nel veronese
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